XLVI
Pues no podemos haber aquello que queremos, queramos aquello que podremos.
Poiché non possiamo avere ciò che desideriamo, desideriamo ciò che possiamo avere.
Proverbio spagnolo
Mentre Lydgate, felicemente sposato e direttore dell’ospedale, aveva la sensazione di lottare per la riforma sanitaria contro Middlemarch, Middlemarch acquisiva sempre più la consapevolezza della lotta nazionale per un altro genere di riforma.
Nel periodo in cui alla Camera dei Comuni si discuteva il disegno di legge di Lord John Russell,7 a Middlemarch ci fu un nuovo fermento politico e una nuova definizione dei partiti che avrebbe potuto portare a un netto mutamento di equilibrio se si fosse giunti a una nuova elezione. E c’erano alcuni che già predicavano questo evento, affermando che il Progetto di Riforma non sarebbe mai stato approvato dal Parlamento in carica. Era per questo motivo che Will Ladislaw non cessava di complimentarsi con Mr Brooke per non avere ancora messo alla prova la propria forza alle riunioni elettorali.
«Le cose si svilupperanno e matureranno come se fosse l’anno della cometa» disse Will. «L’umore del popolo raggiungerà presto il calore di una cometa, ora che è stata affrontata la questione della Riforma. Probabilmente tra non molto ci sarà un’altra elezione, e intanto Middlemarch avrà acquisito un maggior numero di idee. Le cose di cui dobbiamo occuparci, per il momento, sono il “Pioneer” e le riunioni politiche.»
«Giustissimo, Ladislaw, trasformeremo l’opinione pubblica qui» disse Mr Brooke. «Tuttavia voglio conservare la mia indipendenza nei riguardi della Riforma, sapete: non voglio esagerare. Voglio seguire la linea di Wilberforce e di Romilly,8 sapete, e occuparmi dell’emancipazione dei neri, delle leggi sulla criminalità – cose del genere. Ma, naturalmente, sosterrei Grey.»
«Se vi interessate ai principi della Riforma, dovete essere preparato ad accettare ciò che la situazione offre» disse Will. «Se ognuno tirasse dalla sua parte contro gli altri, l’intera faccenda andrebbe in malora.»
«Sì, sì, sono d’accordo con voi – accetto pienamente questo punto di vista. Guarderei la cosa sotto quella luce. Sosterrei Grey, sapete. Ma non intendo mutare l’equilibrio della costituzione, e non credo che Grey lo desideri.»
«Ma è questo che vuole il paese» disse Will. «Altrimenti non avrebbero alcun senso le associazioni politiche o qualsiasi altro movimento che sa bene che cosa vuole.9 Il paese vuole una Camera dei Comuni in cui non abbiano tanto peso i membri dell’aristocrazia terriera, bensì i rappresentanti di altri interessi. E quanto a battersi per una riforma che non corrisponda a questo, è come chiedere una piccola parte di una valanga che ha già cominciato a rumoreggiare.»
«Ben detto, Ladislaw: è questo il modo di presentare la cosa. Scrivetelo subito. Dobbiamo cominciare a procurarci dei documenti sulle opinioni del paese, come pure sulla distruzione delle macchine e il disagio generale.»
«Quanto ai documenti,» disse Will «basterà una scheda di due pollici. Qualche colonna di cifre è sufficiente per ricavare i dati sulla miseria, e qualche altra mostrerà la rapidità con cui si va sviluppando la determinazione politica del popolo.»
«Bene: dilungatevi un po’ di più su questo, Ladislaw. È una buona idea, davvero: scrivetelo sul “Pioneer”. Mettete le cifre e ricavate i dati sulla miseria, sapete: e mettete le altre cifre e ricavate... e così via. Voi sapete bene come presentare le cose. Non dimentichiamo Burke: quando penso a Burke, non posso fare a meno di desiderare che qualcuno avesse un piccolo distretto elettorale da darvi, Ladislaw. Non sareste mai eletto, sapete. E avremo sempre bisogno di talenti alla Camera: anche se arriveremo alle riforme, avremo sempre bisogno di talenti. Quella valanga e il rumore, vedete, è davvero un po’ come Burke. Io ho bisogno di questo genere di cose – non di idee, sapete, ma di un modo di presentarle.»
«I piccoli distretti elettorali sarebbero una buona cosa,» disse Ladislaw «se si trovassero sempre nelle mani giuste e se ci fosse sempre un Burke10 a portata di mano.»
A Will non dispiacque questo paragone lusinghiero, anche se proveniva da Mr Brooke; perché quando si sa di esprimersi meglio degli altri è un po’ duro accorgersi che nessuno lo nota, e nella generale penuria di ammirazione per ciò che ne è degno, persino l’eco di un applauso inatteso fatto al momento giusto risulta abbastanza incoraggiante. Will sentiva che le sue raffinatezze letterarie di solito superavano i limiti di comprensione della gente di Middlemarch: tuttavia quel lavoro dapprima intrapreso domandandosi senza entusiasmo: “Perché no?” cominciava a piacergli – e studiava la situazione politica con lo stesso interesse profondo che aveva sempre dedicato alla poesia o al Medioevo. Senza dubbio se non fosse stato per il desiderio di vivere dove viveva Dorothea, e forse se avesse saputo cos’altro fare, Will in quel momento non si sarebbe trovato a meditare sui bisogni del popolo inglese o a criticare la politica inglese: avrebbe probabilmente girovagato per l’Italia abbozzando progetti per diversi drammi, tentando la prosa e trovandola troppo arida, tentando la poesia e trovandola troppo manierata, cominciando a copiare dei “frammenti” di quadri antichi, abbandonandoli perché “non valevano nulla” e osservando che, dopotutto, la cultura personale era l’essenziale; mentre occupandosi di politica avrebbe appoggiato caldamente la libertà e il progresso in genere. Il nostro senso del dovere spesso resta sopito, finché qualche lavoro non prende il posto del dilettantismo e ci fa capire che il valore delle nostre azioni non è privo di importanza.
Ladislaw aveva ormai accettato la sua attività, sebbene essa non fosse quella cosa indefinita e assai elevata che un tempo aveva sognato come la sola degna di sforzi costanti. La sua indole si entusiasmava facilmente di fronte a ciò che era legato innegabilmente alla vita e alle azioni umane, e lo spirito di ribellione, che in lui si ridestava con facilità, accresceva l’ardore della sua sensibilità sociale. Malgrado Mr Casaubon e la sua messa al bando da Lowick, era abbastanza felice: acquisiva tante nuove nozioni dense di vitalità e indirizzate a scopi pratici, ed estendeva la popolarità del «Pioneer» fino a Brassing (non importa l’esiguità dell’area – i suoi scritti non erano peggiori della maggior parte di quelli che raggiungono i quattro angoli della terra).
Talvolta Mr Brooke era irritante; ma Will trovava un rimedio contro l’impazienza dividendo il suo tempo tra le visite alla Grange e le ore trascorse nella solitudine del suo appartamento di Middlemarch; e tutto questo conferiva una certa varietà alla sua vita.
“Cambiamo un po’ le cose,” si diceva “e Mr Brooke potrebbe fare parte del Gabinetto mentre io diventerei sottosegretario. È nell’ordine comune delle cose: le piccole onde formano quelle grandi e sono della stessa forma. Mi trovo meglio qui che nel genere di vita che mi avrebbe imposto Mr Casaubon, dove le mie azioni sarebbero state condizionate da pregiudizi troppo rigorosi perché io vi potessi reagire. Non mi importa né del prestigio né del denaro.”
Come aveva affermato Lydgate, lui era una sorta di zingaro che si compiaceva di non appartenere a nessuna classe; vedeva l’aspetto romantico della propria situazione, e si rendeva conto con piacere di suscitare un po’ di meraviglia dovunque egli andasse. Quella specie di godimento era stato turbato quando, dopo l’incontro casuale con Dorothea a casa di Lydgate, aveva avvertito una certa nuova distanza creatasi tra di loro, e aveva riversato la sua irritazione su Mr Casaubon il quale aveva dichiarato in anticipo che Will avrebbe perduto la sua posizione sociale. “Non ho mai avuto una posizione sociale” avrebbe detto se quella profezia fosse stata espressa in sua presenza, e sotto la sua pelle trasparente il suo sangue focoso sarebbe apparso e poi scomparso con il ritmo del respiro. Ma una cosa è trovare piacevole la sfida, e un’altra trovare piacevoli le sue conseguenze.
Nel frattempo l’opinione della città sul nuovo redattore del «Pioneer» tendeva a confermare il punto di vista di Mr Casaubon. La parentela di Will con quella persona eminente non servì, come i parenti importanti di Lydgate, a presentarlo in modo vantaggioso: se correva voce che il giovane Ladislaw era il nipote o il cugino di Mr Casaubon, correva anche voce che Mr Casaubon non avrebbe avuto nulla a che fare con lui.
«Brooke ne ha fatto il suo pupillo» diceva Mr Hawley «perché questo è ciò che a nessuna persona sensata sarebbe venuto in mente di fare. Casaubon ha dei motivi maledettamente buoni, potete contarci, per voltare le spalle a un giovane che ha mantenuto agli studi. È tipico delle persone come Brooke – uno di quelli che loderebbero un gatto per vendere un cavallo.»
E alcune stravaganze di Will, più o meno poetiche, parevano confermare l’opinione di Keck, il direttore del «Trumpet», il quale asseriva che Ladislaw, se si conoscesse la verità, era non solo un emissario polacco, ma anche un folle; il che spiegava la straordinaria vivacità e la scioltezza dei suoi discorsi quando saliva su un podio – come faceva ogni volta che ne aveva l’occasione, parlando con una facilità che induceva a meditare ogni inglese serio. Era disgustoso, per Keck, vedere un ragazzotto coi riccioli chiari che gli incorniciavano il viso alzarsi e improvvisare dei discorsi contro le istituzioni che “esistevano quando lui era ancora nella culla”. E in un articolo di fondo del «Trumpet», Keck descrisse il discorso di Ladislaw a un incontro sulla Riforma come “la violenza di un energumeno – un misero tentativo di nascondere sotto il bagliore di un fuoco d’artificio l’audacia di affermazioni irresponsabili e la povertà di una cultura che apparteneva al tipo più scadente e recente”.
«Quello di ieri era un ottimo articolo, Keck» disse il Dr. Sprague con intenzioni sarcastiche. «Ma che cos’è un energumeno?»
«Oh, è un termine che è venuto fuori durante la Rivoluzione francese» disse Keck.
Questo aspetto pericoloso di Ladislaw era stranamente in contrasto con altre abitudini che divennero oggetto di commenti. Egli aveva una passione, in parte artistica e in parte dettata dalla tenerezza, per i bambini – più erano piccini sulle loro gambette irrequiete, più i loro abiti erano buffi, tanto più a Will piaceva sorprenderli e farli divertire. Sappiamo che a Roma si aggirava volentieri tra la gente povera, e a Middlemarch non aveva perso questa abitudine.
In qualche modo aveva messo insieme un gruppetto di bambini buffi, ragazzini senza cappello con le brache molto logore e le camicie strette fuori dai calzoni, bambine che si scostavano i capelli dagli occhi per guardarlo, e i loro fratelli che dovevano sorvegliarli i quali raggiungevano l’età matura di sette anni. Al tempo della raccolta delle noci aveva accompagnato questo gruppetto in escursioni vagabonde a Halsell Wood. Quando cominciò il freddo, in una giornata serena li portò a raccogliere dei rami secchi per accendere un falò nella cavità sul fianco di una collina, e qui organizzò un piccolo banchetto a base di pan di zenzero, e improvvisò uno spettacolo di burattini con alcune sue marionette fatte in casa. Questa era soltanto una delle sue stravaganze. Un’altra era che nelle case in cui aveva acquistato familiarità, aveva l’abitudine di distendersi sul tappeto mentre parlava, col rischio di essere sorpreso in quella posizione da visitatori occasionali, per i quali una simile irregolarità era la conferma che nelle sue vene scorreva un sangue pericolosamente misto, e che in genere egli aveva una certa rilassatezza di costumi.
Ma gli articoli e i discorsi di Will lo rendevano bene accetto in quelle famiglie che la nuova divisione dei partiti aveva spinto verso la Riforma. Veniva invitato a casa di Mr Bulstrode; ma qui non poteva distendersi sul tappeto, e Mrs Bulstrode trovava che la sua maniera di parlare dei paesi cattolici, come se ci fosse qualche tregua con l’Anticristo, fosse una prova della consueta tendenza degli intellettuali verso le dottrine errate.
Tuttavia a casa di Mr Farebrother, che l’ironia della sorte aveva portato a schierarsi dalla parte di Bulstrode nel movimento nazionale, Will diventò il beniamino delle donne; soprattutto della piccola Miss Noble, che per una delle sue stravaganze egli scortava ogni volta che la incontrava per strada col suo cestino, dandole il braccio, sotto gli occhi di tutta la città e insistendo per accompagnarla nelle visite in cui lei distribuiva le poche cose che aveva rubacchiato dalla sua razione di dolci.
Ma la casa che frequentava di più, e dove si distendeva più spesso sul tappeto, era quella di Lydgate. I due uomini non erano affatto simili, ma andavano d’accordo lo stesso. Lydgate era brusco ma non irritabile, e dava poca importanza al cattivo umore della gente sana; e Ladislaw di solito non sprecava la sua suscettibilità per quelli che non si curavano di essa. Con Rosamond, d’altro canto, metteva il broncio ed era bizzoso – anzi, spesso si mostrava poco galante, con grande sorpresa da parte di lei; ciò nonostante stava diventando sempre più necessario per farla divertire; l’accompagnava nella musica e la distraeva con la sua conversazione varia e la sua mancanza di quelle gravi preoccupazioni che, malgrado la tenerezza e l’indulgenza di suo marito, rendevano spesso poco soddisfacente il suo comportamento agli occhi di Rosamond e rafforzavano la sua avversione per la professione medica.
Lydgate, che tendeva a considerare con ironia la fede superstiziosa che la gente aveva nell’efficacia del nuovo “disegno di legge”, mentre nessuno si preoccupava delle tristi condizioni della patologia, a volte assaliva Will con domande importune. Una sera di marzo Rosamond, vestita con un abito color ciliegia guarnito di piume di cigno intorno al collo, era seduta al tavolino da tè; Lydgate, che era appena rincasato stanco per il lavoro esterno, era seduto di traverso su una poltrona accanto al fuoco con una gamba sul bracciolo. Con l’aria un po’ cupa, scorreva le colonne del «Pioneer» mentre Rosamond, avendo notato che era preoccupato, evitò di guardarlo e dentro di sé ringraziò il cielo di non avere lei stessa un carattere malinconico. Will Ladislaw era disteso sul tappeto e osservava distrattamente il bastone di sostegno della tenda, canticchiando a bassa voce le note di La prima volta che vidi il tuo viso; mentre lo spaniel della casa, anche lui disteso nel piccolo spazio disponibile, guardava tra le zampe l’usurpatore del tappeto con un’avversione muta ma intensa.
Quando Rosamond gli portò la sua tazza di tè, Lydgate lasciò cadere il giornale e disse a Will, che era balzato in piedi e si era avvicinato al tavolino:
«Non serve a nulla che voi presentiate Brooke come un proprietario riformista, Ladislaw: troveranno soltanto più da ridire sul suo conto, nel “Trumpet”.»
«Non importa; quelli che leggono il “Pioneer” non leggono il “Trumpet”» disse Will inghiottendo il suo tè e passeggiando su e giù. «Credete che il pubblico legga con l’intenzione di convertirsi? In quel caso avremmo intrugli di streghe a più non posso – “Mescolate, mescolate, mescolate, mescolate. Voi che mescolare potete” – e nessuno saprebbe che partito prendere.»
«Farebrother dice che non crede che Brooke verrebbe eletto, se se ne presentasse l’occasione: gli stessi uomini che si dichiarano a suo favore tirerebbero fuori dal sacco un altro candidato al momento giusto.»
«Tentar non nuoce. È un bene avere dei candidati del luogo.»
«Perché?» disse Lydgate, che era spesso portato a usare quella parola imbarazzante in modo brusco.
«Rappresentano meglio la stupidità locale» disse Will, ridendo e scuotendo i suoi riccioli; «e sono costretti a comportarsi meglio nel loro paese. Brooke non è una cattiva persona, ma ha fatto alcune cose buone, nella sua tenuta, che non avrebbe mai fatto senza lo stimolo di questa mira per il Parlamento.»
«Non ha la stoffa dell’uomo politico» affermò Lydgate con sprezzante fermezza. «Deluderebbe tutti quelli che hanno fatto affidamento su di lui: lo vedo all’ospedale. Ma lì Bulstrode tiene in mano le redini e lo guida.»
«Questo dipende da come definite il vostro modello di uomo politico» disse Will. «In questa circostanza lui va abbastanza bene: quando la gente si monta la testa come in questo momento, non ha bisogno di un uomo – ha bisogno soltanto del diritto di votare.»
«È sempre così con voi scrittori politici, Ladislaw – esaltate un rimedio come se fosse una cura universale, ed esaltate degli uomini che fanno parte della stessa malattia che ha bisogno di essere curata.»
«Perché no? A forza di rimedi, gli uomini senza saperlo possono contribuire a farsi cancellare dalla faccia della terra» disse Will, che riusciva a improvvisare delle motivazioni quando non aveva ben ponderato una domanda prima di farla.
«Questo non è un buon motivo per incoraggiare l’esagerazione superstiziosa delle speranze fondate su questo particolare rimedio, spingendo l’opinione pubblica a credere in esso e a mandare a votare dei pappagalli che non sanno fare altro che appoggiarlo. Voi vi battete contro la corruzione, e non c’è nulla di più corrotto che fare credere alla gente che si può guarire la società con un inganno politico.»
«Va benissimo, mio caro amico. Ma la cura deve pur cominciare da qualche parte, e dovete convincervi che moltissime cose che avviliscono il paese non potranno mai essere eliminate se non si comincia da questa particolare riforma. Considerate ciò che ha detto Stanley,11 l’altro giorno – che la Camera ha perduto troppo tempo con delle piccole questioni di corruzione, indagando se questo o quell’altro elettore avesse ricevuto una ghinea, quando tutti sanno che i seggi sono stati venduti all’ingrosso. Contare sulla saggezza e la coscienza dei rappresentanti del popolo – che sciocchezza! L’unica coscienza di cui ci si può fidare è la massiccia percezione dell’ingiustizia in una classe, e la migliore saggezza che risulterà efficace è quella che deriva da una giusta valutazione dei diritti. Questa è la mia tesi – dov’è l’errore? Io appoggio l’uomo che appoggia i loro diritti; non il virtuoso sostenitore dell’ingiustizia.»
«Questo generalizzare su un caso particolare è solo una petizione di principio, Ladislaw. Quando affermo che sono favorevole a un farmaco che guarisce, non ne consegue che io sia favorevole all’oppio in un dichiarato caso di gotta.»
«La mia non è una petizione di principio – bisogna capire se non dobbiamo sforzarci di fare nulla finché non troviamo uomini immacolati con cui lavorare. Voi accettereste questa maniera di fare? Se ci fosse un uomo disposto ad apportare delle riforme nel campo della medicina e un altro che vi si oppone, vi chiedereste chi ha le migliori motivazioni o addirittura la migliore intelligenza?»
«Oh, naturalmente» disse Lydgate, vedendo che gli si dava scacco matto con una mossa che lui stesso aveva spesso usato. «Se non si lavorasse con quegli uomini che sono a portata di mano, le cose si fermerebbero a un punto morto. Poniamo che la peggiore opinione che si ha in città su Bulstrode sia vera; ciò non renderebbe meno vero il fatto che lui ha il buonsenso e la volontà di fare quello che, a mio avviso, va fatto nelle faccende che conosco e che mi interessano di più; ma questo è l’unico punto su cui sono d’accordo con lui» aggiunse Lydgate con una certa fierezza, ricordandosi delle osservazioni di Mr Farebrother. «Per altri versi lui per me non ha alcuna importanza; non lo vanterei per nessun motivo personale – me ne guarderei bene.»
«Volete dire che io vanto Brooke per dei motivi personali?» disse Will Ladislaw, irritato, voltandosi di scatto. Per la prima volta si sentiva offeso da Lydgate; tanto più, forse, perché si sarebbe rifiutato di fornire qualsiasi spiegazione dettagliata sullo sviluppo del suo rapporto con Mr Brooke.
«Niente affatto,» rispose Lydgate «stavo semplicemente spiegando il mio comportamento. Volevo dire che un uomo che si propone di raggiungere un fine particolare può lavorare con altre persone le cui motivazioni e la cui condotta generale sono equivoche, purché sia davvero sicuro della sua indipendenza personale e di non lavorare per il proprio interesse – per raggiungere una posizione o per denaro.»
«Allora perché non estendete la vostra liberalità agli altri?» disse Will ancora irritato. «La mia indipendenza personale per me è importante quanto la vostra per voi. Non avete alcun motivo di credere che io riponga delle speranze in Brooke, più di quanto ne abbia io per credere che voi le riponiate in Bulstrode. Le motivazioni sono una questione d’onore, mi sembra – nessuno le può verificare. Ma quanto al denaro e a una posizione nel mondo,» concluse Will gettando il capo all’indietro «penso che sia abbastanza evidente che io non mi lascio influenzare da considerazioni di questo genere.»
«Mi fraintendete completamente, Ladislaw» disse Lydgate sorpreso. Preoccupato di giustificare se stesso, non aveva pensato a ciò che Ladislaw avrebbe potuto dedurre da parte sua. «Vi chiedo scusa di avervi contrariato involontariamente. In realtà, vi attribuirei piuttosto un disprezzo romantico per gli interessi mondani. Quanto alla questione politica, mi riferivo semplicemente ai pregiudizi intellettuali.»
«Come siete sgradevoli, stasera, tutti e due!» disse Rosamond. «Non riesco a capire come siete arrivati a questa questione del denaro. La politica e la medicina sono cose già sufficientemente sgradevoli su cui litigare. Una volta lanciati in queste discussioni, potete continuare a litigare all’infinito tra di voi e con il mondo intero.»
Rosamond aveva un’aria dolce e imparziale mentre pronunciava queste parole, alzandosi per suonare il campanello e infine dirigendosi verso il suo tavolo da lavoro.
«Povera Rosy!» disse Lydgate tendendole la mano mentre lei gli passava accanto. «Le discussioni non divertono i cherubini. Suona un po’ di musica. Chiedi a Ladislaw di cantare con te.»
Quando Will fu andato via, Rosamond disse a suo marito: «Cos’è che ti ha fatto andare in collera stasera, Tertius?».
«Io? Era Ladislaw che era in collera. Si accende come un fiammifero.»
«Ma prima, voglio dire. Qualcosa ti aveva contrariato prima che tornassi; sembravi di cattivo umore. E questo ti ha fatto cominciare a litigare con Mr Ladislaw. Mi addolori moltissimo quando sei così, Tertius.»
«Davvero? Allora sono un bruto» disse Lydgate accarezzandola con pentimento.
«Che cosa ti ha contrariato?»
«Oh, faccende esterne... affari.»
In realtà si trattava d’una lettera di un fornitore che reclamava il pagamento del conto del mobilio. Ma Rosamond aspettava un bambino e Lydgate voleva evitarle qualsiasi turbamento.