II
«Dime, no ves aquel caballero que hacia nosotros viene sobre un caballo rucio rodado, que trae puesto en la cabeza un yelmo de oro?» «Lo que veo y columbro,» respondió Sancho, «no es sino un hombre sobre un asno pardo como el mío, que trae sobre la cabeza una cosa que relumbra.» «Pues ese es el yelmo de Mambrino,» dijo Don Quijote.
CERVANTES
«Non vedi quel cavaliere che viene verso di noi su un destriero leardo pomellato, e porta sul capo un elmetto d’oro?» «Ciò che vedo» rispose Sancho «non è che un uomo su un somaro grigio come il mio, che porta sul capo qualcosa di luccicante.» «Proprio così» rispose Don Chisciotte «e quell’oggetto luccicante è l’elmetto di Mambrino.»
«Sir Humphry Davy?» disse Mr Brooke mentre mangiava la minestra, col suo fare tranquillo e sorridente, raccogliendo l’affermazione di Sir James Chettam il quale aveva asserito che stava studiando la Chimica Agraria del Davy.6 «Bene, Sir Humphry Davy, quindi: anni fa sono stato a cena con lui da Cartwright, e c’era anche Wordsworth – Wordsworth il poeta, sapete. In verità fu una cosa abbastanza singolare. Ero a Cambridge quando c’era anche Wordsworth, e non lo avevo mai incontrato – e vent’anni dopo mi trovai a cena con lui da Cartwright. A volte accadono fatti inaspettati. Ma Davy era lì: anche lui era un poeta. O, come dire, Wordsworth era il poeta numero uno, e Davy il poeta numero due. E questo era vero in ogni senso, sapete.»
Dorothea si sentì un po’ più a disagio del solito. All’inizio della cena, essendo la comitiva poco numerosa e la stanza silenziosa, queste impurità provenienti dalla mente di un magistrato risuonarono in maniera troppo evidente. Si chiedeva come avrebbe potuto, un uomo del tipo di Mr Casaubon, sopportare simili banalità. Il suo atteggiamento, pensava, era molto dignitoso; l’aspetto dei capelli grigio ferro e le occhiaie profonde lo facevano somigliare al ritratto di Locke. Aveva l’aspetto smilzo e la carnagione pallida che si addicono a uno studioso; diverso più che mai dal florido tipo inglese con le basette rosse impersonato da Sir James Chettam.
«Sto leggendo la Chimica Agraria» disse questo eminente baronetto «perché intendo occuparmi personalmente di una delle mie fattorie, per vedere se non si possa fare qualcosa per instaurare un buon modello di conduzione agricola tra i miei affittuari. Approvate quest’idea, Miss Brooke?»
«Un grosso errore, Chettam,» interferì Mr Brooke «pensare di elettrificare la vostra tenuta e cose del genere, e di trasformare la vostra stalla in un salotto. Non servirà a nulla. Anch’io un tempo ho approfondito molto questi aspetti tecnici; ma mi sono accorto che non sarebbe servito a niente. Coinvolge tutto; non può tralasciare nulla. No, no... controllate che i vostri affittuari non si vendano la paglia, e cose di questo genere; e forniteli di tegole per il drenaggio, sapete. Ma la vostra utopica conduzione agricola non servirà a nulla – come capriccio è il più costoso; tanto vale tenere un branco di segugi.»
«Certo,» disse Dorothea «è meglio spendere denaro per cercare il modo in cui gli uomini possano sfruttare al massimo la terra che li sostenta tutti, piuttosto che allevare cani e cavalli soltanto per farli scorrazzare su di essa. Non è un peccato ridursi in povertà per fare esperimenti che vanno a vantaggio di tutti.»
Si espresse con maggiore vigore di quanto ci si aspetti da una ragazza così giovane, ma Sir James si era rivolto a lei. Lo faceva abitualmente, e lei aveva spesso pensato che avrebbe potuto indurlo a molte buone azioni quando fosse diventato suo cognato.
Mr Casaubon diresse lo sguardo su Dorothea in maniera assai evidente mentre questa parlava, e sembrò che la osservasse per la prima volta.
«Le giovinette non si intendono di economia politica, sapete» disse Mr Brooke, sorridendo verso Mr Casaubon. «Ricordo quando leggevamo tutti Adam Smith. Quello sì che è un libro, ora.7 Appresi tutte le nuove idee in una volta sola... perfettibilità umana, davvero. Ma alcuni dicono che la storia procede per cicli; e di questo si può certamente discutere; ne ho discusso io stesso. Il fatto è che la ragione umana può condurti un po’ troppo lontano – oltre il limite, in realtà. Mi ha condotto ben lontano un tempo; ma mi accorsi che non sarebbe servito a nulla. Mi fermai; mi fermai in tempo. Ma senza eccessivi sforzi. Sono sempre stato a favore di una piccola teoria: dobbiamo tenere fede alla Ragione; altrimenti saremo rigettati nel Medioevo. Ma a proposito di libri, c’è La guerra peninsulare di Southey.8 Lo sto leggendo al mattino. Conoscete Southey?»
«No» disse Mr Casaubon, senza seguire l’impetuoso ragionamento di Mr Brooke, e pensando soltanto al libro. «In questo momento non ho molto tempo a disposizione per questo genere di letture. Di recente mi sono logorato la vista per decifrare dei caratteri antichi; il fatto è che avrei bisogno di un lettore, la sera; ma sono piuttosto esigente in fatto di voci, e non sopporto di ascoltare un lettore imperfetto. È una sfortuna, per certi aspetti: mi nutro troppo di risorse interiori, vivo troppo con i morti. La mia mente è in un certo senso come lo spettro di un uomo del passato, che vaga per il mondo cercando di ricostruirlo mentalmente com’era, a dispetto della sua rovina e dei suoi sconcertanti mutamenti. Ma trovo necessario usare la massima attenzione per la mia vista.»
Questa era la prima volta che Mr Casaubon pronunciava un discorso di una certa lunghezza. Si espresse con chiarezza, quasi fosse stato invitato a fare una dichiarazione ufficiale; e l’accuratezza equilibrata e monotona delle sue parole, a tratti accompagnate da un movimento del capo, traeva tanto più rilievo dal contrasto con la frammentaria sciatteria del buon Mr Brooke. Dorothea pensò tra sé che Mr Casaubon era l’uomo più interessante che avesse mai conosciuto, non escluso persino Monsieur Liret, il pastore valdese che aveva tenuto delle conferenze sulla storia dei valdesi. Ricostruire un mondo passato, senza dubbio in funzione degli scopi più eccelsi della verità: quale ammirevole impresa essere in qualche modo presente, essere d’aiuto, anche solo reggendo il lume! Questo pensiero così elevato le fece dimenticare il disappunto di essere stata biasimata per la sua ignoranza dell’economia politica, quella scienza mai ben definita che veniva lanciata come un estintore su tutte le sue certezze.
«Ma a voi piace tanto cavalcare, Miss Brooke» trovò subito modo di dire Sir James. «Forse vi piacerebbe assaporare un po’ i piaceri della caccia. Vorrei che mi permetteste di inviarvi un cavallo sauro per provare. È stato addestrato per essere cavalcato da una donna. Sabato vi ho vista andare al piccolo galoppo per la collina su un cavallo non certo degno di voi. Il mio staffiere vi porterà Corydon ogni giorno, se soltanto vorrete compiacervi di farmi sapere a che ora.»
«Vi ringrazio, siete molto gentile. Ho intenzione di smettere di cavalcare. Non andrò mai più a cavallo» disse Dorothea, spinta a questa brusca decisione da un certo disappunto per essere stata distratta da Sir James mentre lei desiderava riservare tutta la sua attenzione a Mr Casaubon.
«No, questo è troppo crudele» disse Sir James con un tono di rimprovero che lasciava trasparire un profondo interesse. «Vostra sorella è incline all’autorepressione, non vi pare?» soggiunse, volgendosi verso Celia che sedeva alla sua destra.
«Penso di sì» disse Celia, timorosa di dire qualcosa che non risultasse gradito a sua sorella, e arrossendo al di sopra della collana con quanta più grazia è possibile. «Le piace imporsi delle privazioni.»
«Se ciò fosse vero, Celia, il mio sarebbe autocompiacimento, non autorepressione. Possono esserci invece delle buone ragioni per scegliere di non fare ciò che ci procura un intenso piacere» disse Dorothea.
Mr Brooke nel frattempo continuava a parlare, ma era evidente che Mr Casaubon stava osservando Dorothea, e lei ne era consapevole.
«Certamente» disse Sir James. «Voi ve ne private per qualche ragione nobile e generosa.»
«No, davvero, non esattamente. Non parlavo di me in questi termini» rispose Dorothea arrossendo. Al contrario di Celia, lei arrossiva di rado, e soltanto per rabbia o immensa gioia. In questo momento era furiosa con l’inopportuno Sir James. Ma perché non rivolgeva le sue attenzioni a Celia, e la lasciava ascoltare Mr Casaubon? Se soltanto quell’uomo così erudito parlasse, anziché lasciarsi sopraffare dalle parole di Mr Brooke, il quale proprio allora lo stava informando che o la Riforma aveva un senso oppure non lo aveva, che egli stesso era un protestante fin nel profondo del cuore, ma che il cattolicesimo era una realtà; e quanto a rifiutare un acro della propria terra per una cappella cattolica, tutti avevano bisogno del freno della religione che, per dirla francamente, rappresentava il terrore dell’aldilà.
«Un tempo ho fatto grossi studi di teologia» disse Mr Brooke, quasi a volere spiegare i profondi pensieri appena manifestati. «Conosco un po’ di ogni scuola. Conobbi Wilberforce9 nei suoi anni migliori. Conoscete Wilberforce?»
«No» disse Mr Casaubon.
«Bene, Wilberforce forse non era proprio un pensatore; ma se andassi al Parlamento, come mi è stato chiesto di fare, mi sederei al banco degli indipendenti, come fece Wilberforce, e mi dedicherei ad attività filantropiche.»
Mr Casaubon chinò il capo, e osservò che quello era un campo enormemente vasto.
«Sì,» disse Mr Brooke sorridendo pacatamente «ma io posseggo una documentazione. Ho cominciato tanto tempo fa a raccogliere documenti. Hanno bisogno di essere messi in ordine, tuttavia quando una questione mi ha colpito ho scritto a qualcuno e ho ricevuto una risposta. Ho una documentazione alle mie spalle. Ma a proposito, in che modo tenete in ordine i vostri documenti?»
«In un casellario, in parte» disse Mr Casaubon, con un’aria di tensione piuttosto allarmata.
«Oh, i casellari non fanno al caso mio. Li ho provati, ma avviene una gran confusione nei casellari: non so mai se una carta è alla A oppure alla Z.»
«Mi piacerebbe che mi consentissi di mettere ordine tra le tue carte, zio» disse Dorothea. «Le contrassegnerei tutte con una lettera, e poi farei un elenco degli argomenti sotto ciascuna lettera.»
Mr Casaubon abbozzò compunto un sorriso di approvazione, e disse a Mr Brooke: «Avete un’eccellente segretaria a portata di mano, come vedete».
«No, no» disse Mr Brooke, scuotendo la testa; «non posso permettere che le ragazze si immischino nei miei documenti. Le ragazze sono troppo sventate.»
Dorothea si sentì ferita. Mr Casaubon avrebbe pensato che suo zio aveva particolari motivi per esprimere questo giudizio, laddove l’osservazione era adagiata nella sua mente leggera come l’ala infranta di un insetto tra tutti gli altri frammenti, e un soffio di vento occasionale l’aveva fatta posare su di lei.
Quando le due ragazze rimasero sole nel salotto, Celia disse:
«È davvero brutto Mr Casaubon!»
«Celia! È uno degli uomini più distinti che abbia mai visto. Rassomiglia notevolmente al ritratto di Locke. Ha le stesse occhiaie profonde.»
«E Locke aveva quei due nei bianchi ricoperti di peli?»
«Oh, può darsi!, quando lo guardava gente di un certo tipo» disse Dorothea, indietreggiando appena.
«Mr Casaubon è così olivastro.»
«Tanto meglio. Immagino che ti piacciano gli uomini con la carnagione di un cochon de lait.»
«Dodo!» esclamò Celia, lanciandole un’occhiata piena di stupore. «Non ti avevo mai sentita fare un paragone simile prima d’ora.»
«Perché avrei dovuto farlo prima che se ne presentasse l’occasione? È un buon paragone: l’accostamento è perfetto.»
Miss Brooke stava chiaramente perdendo il controllo di sé, e Celia se ne accorse.
«Non capisco perché ti arrabbi, Dorothea.»
«Mi fa così pena, Celia, che tu debba guardare gli esseri umani come se fossero soltanto animali agghindati, e non vedere mai l’animo nobile nel viso di un uomo.»
«E Mr Casaubon ha un animo nobile?» Celia non si mostrò priva di un tocco di ingenua malizia.
«Sì, credo proprio di sì» disse Dorothea, con tono deciso. «Tutto ciò che vedo in lui corrisponde al suo trattato sulla cosmologia biblica.»
«Parla molto poco» disse Celia.
«Non c’è nessuno a cui possa rivolgersi.»
Celia pensò tra sé: “Dorothea disprezza proprio Sir James Chettam; sono convinta che lo accetterebbe”. Celia riteneva che ciò fosse un peccato. Non si era mai ingannata quanto all’oggetto dell’interesse del baronetto. A volte, in verità, aveva riflettuto che Dodo forse non avrebbe reso felice un marito che non condividesse la sua maniera di accostarsi alla realtà; e repressa in fondo al cuore aveva la sensazione che sua sorella fosse troppo religiosa per la serenità di una famiglia. Le sue idee e i suoi scrupoli erano come aghi sparsi, che ti facevano temere di camminare, o di sederti, o perfino di mangiare.
Quando Miss Brooke fu al tavolo del tè, Sir James venne a sedersi accanto a lei, non avendo percepito nel suo modo di rispondergli niente di offensivo. Perché avrebbe dovuto? Riteneva probabile che lui piacesse a Miss Brooke, e il comportamento degli altri deve essere davvero assai ben definito prima che esso cessi di essere interpretato attraverso preconcetti come fiducioso o diffidente. Ella era decisamente incantevole ai suoi occhi, ma ovviamente lui teorizzava un poco intorno alla propria devozione. Era un uomo di eccellenti qualità umane, e possedeva il pregio non comune di sapere che le proprie qualità, perfino se avesse dato a esse libero sfogo, non avrebbero cambiato nemmeno una virgola al mondo: per questo vagheggiava la prospettiva di una moglie a cui poter dire “Cosa dobbiamo fare?” riguardo a questo o quello; una moglie che potesse opportunamente aiutare il marito a cavarsi d’impiccio, e avesse anche le possibilità economiche per farlo. Quanto all’eccessiva devozione religiosa attribuita a Miss Brooke, egli aveva un’idea abbastanza indefinita della sua reale natura, e pensava che sarebbe svanita con il matrimonio. In breve, sentiva di essere innamorato della persona giusta, ed era pronto a sopportare una buona dose di predominio che, dopotutto, un uomo poteva sempre annullare quando voleva. Sir James non pensava di voler mai annullare il predominio di questa graziosa fanciulla, la cui intelligenza tanto lo attraeva. Perché no? L’intelletto di un uomo – per scarso che sia – ha sempre il vantaggio di essere mascolino, – così come la più piccola betulla è sempre superiore alla palma più slanciata – e perfino la sua ignoranza è di tipo più sensato. Potrebbe non essere stato Sir James a elaborare questa valutazione; ma una benigna Provvidenza fornisce alla personalità meno consistente, sotto forma di tradizione, un po’ di gomma o di amido.
«Oso sperare che vorrete rinunciare a essere così risoluta per ciò che riguarda il cavallo, Miss Brooke» disse il perseverante ammiratore. «Vi assicuro, cavalcare è il più salutare degli esercizi fisici.»
«Lo so bene» disse Dorothea freddamente. «Credo che a Celia farebbe bene – se lei volesse dedicarvisi.»
«Ma voi siete una cavallerizza così perfetta.»
«Scusatemi; ho fatto ben poca pratica, e sarei facilmente disarcionata.»
«Ma questo è un buon motivo per fare più pratica. Ogni moglie dovrebbe essere una cavallerizza perfetta, in modo da poter accompagnare suo marito.»
«Vedete quanto siamo diversi, Sir James. Io ho deciso che non è necessario che diventi una cavallerizza perfetta, e quindi non corrisponderei mai al vostro ideale di moglie.» Dorothea guardò diritto innanzi a sé, e parlò con un tono brusco e gelido, del tutto simile a quello di un bel ragazzo, in divertente contrasto con il tono affabile e premuroso del suo ammiratore.
«Mi piacerebbe conoscere le ragioni di questa crudele decisione. Non è possibile che riteniate sconveniente andare a cavallo.»
«È possibilissimo che lo ritenga sconveniente per me.»
«Oh, ma perché?» disse Sir James con un tenero accento di rimostranza.
Mr Casaubon si era avvicinato al tavolo con la tazza del tè in mano e stava ascoltando.
«Non è necessario indagare con tanta curiosità sulle motivazioni» intervenne col suo fare misurato. «Miss Brooke sa bene che esse s’indeboliscono nel momento in cui vengono verbalizzate: l’aroma si mescola con l’aria più pesante. È necessario tenere i semi in germinazione lontano dalla luce.»
Dorothea si colorì in viso per la contentezza, e sollevò lo sguardo pregno di riconoscenza verso l’interlocutore. Ecco un uomo che era in grado di comprendere l’intensità della vita interiore, e con il quale avrebbe potuto esserci una certa comunione spirituale; anzi, che poteva illuminare i principi morali con la più ampia conoscenza: un uomo il cui sapere si presentava quasi come una testimonianza di tutto ciò in cui egli credeva!
Le deduzioni di Dorothea potrebbero apparire esagerate; ma in verità la vita non avrebbe mai potuto continuare in nessun tempo se non fosse stato per questa generosa concessione di giungere alle conclusioni, che ha incoraggiato il matrimonio pur tra le difficoltà del mondo civile. Ha mai nessuno fatto pressione sull’estrema fragilità della ragnatela della conoscenza prematrimoniale?
«Certo» disse il buon Sir James. «Miss Brooke non è tenuta a dare motivazioni sulle quali preferirebbe tacere. Sono sicuro che le sue ragioni tornerebbero a suo vanto.»
Non era affatto geloso dell’interesse con cui Dorothea aveva rivolto lo sguardo verso Mr Casaubon: a lui non passava mai per la mente che una ragazza alla quale pensava di rivolgere una proposta di matrimonio potesse avere interesse per un arido topo di biblioteca sulla cinquantina, se non, forse, da un punto di vista religioso, come può accadere nei confronti di un ecclesiastico di una certa distinzione.
Tuttavia, visto che Miss Brooke aveva intrapreso una conversazione sul clero valdese con Mr Casaubon, Sir James si rivolse a Celia, e chiacchierò con lei di sua sorella; parlò di una casa in città, e chiese se a Miss Brooke dispiacesse Londra. Lontana da sua sorella, Celia chiacchierava con una certa facilità, e Sir James pensò tra sé che la seconda delle Miss Brooke era indubbiamente molto simpatica e anche graziosa, sebbene non più intelligente e sensata, come taluni sostenevano, della sorella maggiore. Sentiva di avere scelto quella che era in ogni senso la migliore; a ogni uomo, naturalmente, piace mirare a ottenere il meglio. Chi fingesse di non aspettarsi ciò sarebbe un autentico Mawworm10 degli scapoli.