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Frank batteva i denti mentre sfregava le mani legate dalla fascetta contro il bordo della vasca idromassaggio tentando di tagliarli. Kat fece scattare l’interruttore della vasca mentre lei, Gia e Zio Harry disponevano le sedie in cerchio attorno a Frank. L’acqua fredda ostacolò i suoi sforzi futili. Era come guardare un animale in gabbia quando sai come finirà la storia. Kat sentì una fitta di senso di colpa finché non ricordò la gravità dei crimini di Frank.
Pete era andato sul ponte a contattare la polizia via radio.
Gia era ancora intontita a causa del martini, ma ascoltò tranquillamente mentre Kat e Zio Harry le raccontavano gli eventi dell’ultima ora. A ogni nuova rivelazione sulle azioni di Frank, Gia si faceva più all’erta e spalancava sempre di più gli occhi.
Jace riemerse sul ponte. Si era cambiato i vestiti impregnati di benzina e aveva portato dei vestiti asciutti per Kat e Zio Harry. Kat non poteva andarsene nemmeno per una frazione di secondo per cambiarsi. Non poteva permettersi di perdere di vista Frank.
Le nuvole erano più basse e più vicine ora e il cielo era buio quasi come di notte. I tuoni e i lampi si erano spostati diversi chilometri a sud mentre il giorno si trasformava in sera. Aveva anche iniziato a piovere.
Zio Harry accese la radio del bar e alzò il volume. La radio esplose con una canzone degli AC/DC, ma competeva con le scariche elettrostatiche dovute alla pessima ricezione.
“Spegni quella merda,” disse Frank.
“Cosa? Non riesco a sentirti.” Zio Harry tirò il cavo di alimentazione e portò la radio verso la vasca idromassaggio e la tenne sopra Frank. “Ehi, la ricezione è migliore qui.”
Gli occhi di Frank si spalancarono per il panico. “Allontana quella cosa da me. Mi folgorerai.”
Zio Harry fece penzolare la radio avanti e indietro sopra Frank. “Ancora non riesco a sentirti.”
Gia si alzò e ondeggiò leggermente. “Penso che abbiamo dimenticato qualcosa, Frank.” Guardò in giù verso di lui mentre si agitava impotente nell’acqua.
“Cosa?”
“Hai già una moglie, non è così?” Gia fece cenno a Harry di portare la radio più vicina. Il cavo elettrico si tese mentre Harry lo tirava. Tenne la radio sopra Raffaele. Alanis Morissette cantava a squarciagola “Jagged Little Pill”. “O dovrei dire, avevi.”
Frank impallidì. “Non so di cosa parli. Metti giù la radio, Harry.”
Harry posò la radio sul ponte, ma Gia la prese immediatamente.
“Non sai di cosa parlo? Andiamo Frank, so chi sei. Frank Bukowski non è un miliardario. Non è nemmeno un buon marito. Raffaele Amore non è altro che un’enorme bugia. Non crederò più a nessuna delle tue stronzate. Rivoglio i miei soldi.”
“È troppo tardi.” Raffaele fissò lo sguardo sulla radio mentre Gia la avvicinava. “I soldi sono già andati. Non li riavrai mai.”
“Forse tu non uscirai mai da quella vasca.”
Kat incrociò lo sguardo di Jace. Gia era una donna respinta. Una donna con un bel caratterino.
Le note finali di “Jagged Little Pill” suonavano mentre Gia portava la radio a pochi centimetri dalla vasca.
“Gia, non farlo!” la supplicò Raffaele. “Ti farò riavere i soldi, lo prometto. Metti giù quell’affare!”
Gia schioccò le dita. “Hai una penna, Harry? Ho bisogno che tu scriva qualcosa. Kat, prendi il tuo portatile. Recupereremo i miei soldi adesso.”
Pochi istanti dopo Kat tornò, con dei vestiti asciutti e il portatile. Sedette al bar e aspettò che si accendesse. Le sue preghiere furono ascoltate e ottenne una debole connessione a internet. Dopo quella che sembrava un’eternità, navigò sul sito della prima banca del Costa Rica e inserì la password che Frank aveva fornito. “Oh-oh, Gia. Dice che la password non è valida.”
“Non raccontarmi bugie, Frank.” Gia strinse due fascette attorno alla maniglia della radio. Fece una catena con le fascette rimanenti e le fece scivolare sull’estremità di un manico di scopa. Ora poteva tenere la radio sospesa sopra il pelo dell’acqua ed essere isolata dallo shock elettrico se fosse entrata in contatto.
La radio penzolava precaria sopra Frank, come una canna da pesca con l’esca appesa all’amo. Il dj radiofonico annunciò l’intro di “Turning Tables” di Adele.
“Non riesco a pensare con te che tieni quella radio sopra di me. Mettila giù.”
“No, Frank.” Gia scosse la testa. “Penso che la radio sia un grosso incentivo.” La fece dondolare avanti e indietro descrivendo un arco sopra di lui. La voce di Adele si affievoliva per poi tornare a salire a ogni passaggio. “È anche ipnotica, in un certo senso.”
“Fermati!” Le lacrime scorrevano sulle guance di Frank. “Te lo dirò. Non uccidermi.”
“Mi fai pena, Frank. Davvero.” Gia parlò dolcemente. “Peccato che tu non abbia dato a Melinda ed Emily un’ultima occasione. Anche loro hanno implorato per le loro vite?”
“Si sono meritate quello che è successo.”
“Una bambina di quattro anni, Frank? Come hai potuto essere così spietato?” Gia scivolò sul ponte e per poco non perse l’equilibrio.
“Attenta!” La voce di Frank si alzò di tono. “Mi ucciderai se fai cadere quell’affare.”
“Melinda ed Emily meritavano di morire, ma tu meriti di vivere? Come funziona, Frank?” Gia abbassò la radio fino a farla dondolare a pochi centimetri dalla sua testa.
“Basta.” Le lacrime continuavano a scorrere sul volto di Frank. “Cosa vuoi da me?”
“Le password della banca, tanto per cominciare.”
Frank ripeté velocemente una nuova password, una combinazione di lettere e numeri.
Harry scarabocchiò sul bloc notes, aggiungendola alla lunga lista di conti e password.
Kat inserì la password e premette invio. “Sono dentro.” Controllò le transazioni. Erano iniziate tutte due settimane prima, il che significava che Gia era quasi certamente la vittima defraudata. Le sfuggì un fischio quando vide la cifra.
“Trecentomila? È quello il tuo investimento?”
Gia annuì. “La maggior parte viene dall’ipoteca sul mio salone. Puoi recuperarli?”
Kat studiò le transazioni nel dettaglio. “Credo di sì.” Aprì una nuova transazione, l’esatto opposto di quella originale. “Questi sono i dettagli del tuo conto?”
Gia annuì.
Kat trattenne il respiro e premette invio.
“Ha funzionato?”
Kat annuì.
“Ehi! Quelli sono i miei soldi,” gridò Frank. “Ridammeli.”
“Uh-uh,” disse Harry. “Anch’io rivoglio i miei soldi. Dov’è il mio assegno?”
Frank glielo disse e Jace scomparve dentro la barca.
Gia batté le mani, facendo quasi finire la radio in acqua. “Almeno ho recuperato i soldi.”
“No, non lo sappiamo ancora,” disse Kat. “É ancora il fine settimana, quindi la transazione potrebbe essere rifiutata quando la banca aprirà lunedì. Non c’è modo di saperlo con certezza fino ad allora.”
Gia si voltò verso Frank. “Non sono mai stati i tuoi soldi, Frank.”
Frank batteva i denti. “P-posso uscire da qui?”
“Uh-uh.” Gia stava assaporando il controllo che esercitava su Frank. “Non per il momento, almeno. Non andrai da nessuna parte finché non avremo fatto in mille pezzi gli assegni di Jace e Harry.”
Jace tornò dopo qualche minuto con il suo assegno e quello di Zio Harry. Ne porse uno a Harry e strappò il suo in piccoli pezzi. “É un sollievo. Immagino che siamo al punto di partenza.”
“Non proprio,” Kat era sollevata che Jace avesse scritto un assegno invece che trasferire i fondi. Con gli assegni distrutti, tutto era tornato alla normalità. Almeno dal punto di vista economico. “Frank qui ha ucciso la sua famiglia e noi dobbiamo fare in modo che venga fatta giustizia. Dov’è Pete?” Non era tornato da dentro.
“Se n’è andato da un pezzo.” Jace indicò l’isola. “Il gommone era sparito, ma l’ho visto in acqua. Credo che abbia nuotato fino a riva.”