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Kat uscì dal gommone e saltò nell’acqua che le arrivava al ginocchio, contenta di essere finalmente sull’isola. Guardò indietro verso il Financier mentre camminava verso la spiaggia rocciosa. Anche a distanza, lo yacht era imponente.

Raffaele trascinò il gommone sulla spiaggia, abbastanza lontano da evitare che fosse trascinato via dalla marea. Gli uomini avevano già dimenticato la sua presenza. Jace parlava di Fratello XII e Raffaele pendeva dalle sue labbra.

Kat si fermò per un momento e poi prese a camminare dietro Jace e Raffaele. Procedeva nella loro scia, a diversi passi di distanza, mentre attraversavano la spiaggia. Era abbastanza lontana da Raffaele, ma sentiva comunque la conversazione. Era una strategia che le permetteva di mantenere la calma.

Gia e Harry erano rimasti sul Financier. Gia era stanca e Harry aveva di nuovo mal di schiena. Anche Kat era stata indecisa se restare con loro, ma non era andata fino a lì per perdersi quello che restava del mondo di Fratello XII. Inoltre credeva al vecchio proverbio Cinese che diceva di tenersi vicini gli amici e ancor più vicini i nemici.

Erano quasi le quattro del pomeriggio. Raffaele ancora non aveva spiegato la ragione della teleconferenza con i suoi investitori italiani, aveva detto solo che riguardava in qualche modo Gia. Eppure Gia era stata evasiva quando Kat aveva insistito per avere i dettagli.

Gia era furiosa che Kat avesse messo in dubbio l’autenticità di Raffaele e della sua compagnia. Kat sapeva di essersela cercata, ma non poteva semplicemente restare in disparte e guardare la sua amica farsi scaricare e imbrogliare allo stesso tempo.

Con Gia che le parlava appena, era difficile avere i dettagli dell’accordo tra lei e Raffaele. Nel cercare di proteggere la sua amica, l’aveva allontanata. In effetti, qualsiasi cosa dicesse, faceva arrabbiare Gia ancora di più. Non era colpa della sua amica. Ma qualcuno doveva pur dire quelle cose, se non altro per fermare l’avanzare del disastro di Gia.

Si fermò un momento sulla spiaggia rocciosa e immaginò come dovesse essersi sentito il nuovo membro della comune appena arrivato a terra. Avevano rinunciato a tutti i loro possedimenti ed erano arrivati su un’isola desolata molto lontana dal mondo esterno.

Kat non vedeva l’ora di vedere i resti dell’insediamento abbandonato di Fratello XII. I culti l’avevano sempre affascinata. Persone ragionevoli a cui, in qualche modo, veniva fatto il lavaggio del cervello fino a indurli a cedere i loro averi e, cosa più importante, il loro libero arbitrio. La Fondazione Acquariana ne era un esempio perfetto. C’erano delle buone ragioni per cui era stato quasi del tutto dimenticato. Probabilmente la gente voleva lasciarsi alle spalle degli eventi così sfortunati.

“Che cosa aspettiamo? Andiamo,” disse Raffaele.

Si diressero su perla collina, su un sentiero che conduceva nell’entroterra. Il sentiero affiancava le scogliere rocciose, ombreggiato in parte da alberi di arbuto aggrappati alle rocce. Man mano che si addentravano, gli alberi di arbuto si trasformarono in pini più alti. Il sentiero si livellò e il sole a chiazze si trasformò in ombra fresca, un cambiamento piacevole.

“Parlami dei tuoi affari. Come hai iniziato?” chiese Jace.

Raffaele annuì. “Mamma aveva un salone a casa, a Milano. Da ragazzino giocavo lì e, anche se ero giovane, mi rendevo conto di come lei trasformasse donne dall’aspetto ordinario in regine della moda. Non era così brava con il lato finanziario degli affari. I suoi talenti erano inventare nuovi stili e nuovi prodotti per i capelli. Ben presto attirò l’attenzione delle stelle del cinema italiano e delle modelle. In effetti, Gia mi ricorda molto mia madre.”

“Davvero? In che cosa?” chiese Jace.

“Conosce i suoi clienti e sa quello che vende. Non ha paura di correre dei rischi calcolati.”

Questa era una novità per Kat. La Gia che conosceva lei era super prudente, aveva rimandato la ristrutturazione del salone finché non erano aumentati i profitti. Che cosa era cambiato con Raffaele?

Rimase in silenzio per racimolare quante più informazioni possibili da Raffaele. Seguì gli uomini su un piccolo affioramento roccioso che marcava una biforcazione nel sentiero. Si incamminarono a destra.

“Tua madre lavora ancora nel salone?” chiese Jace.

“Diavolo, no.” Raffaele rise. Il sentiero polveroso declinava leggermente mentre si inoltrava nella foresta. “Non avrà più bisogno di alzare un dito per il resto della sua vita. Ora siamo molto ricchi grazie a Bellissima. Ora è Mamma che va a farsi fare i trattamenti di bellezza.”

Jace ridacchiò. “E tu l’hai aiutata ad arrivare .”

“Mi sono occupato degli affari, del marketing e del capitale di rischio per finanziare lo sviluppo e la produzione del prodotto. Ma l’idea, il passaparola e l’appoggio delle celebrità sono stati tutto merito di Mamma. Sono cose che i soldi non possono comprare.”

“Stai facendo il modesto,” disse Jace.

Jace non aveva perso tempo a unirsi al fan club di Raffaele. Dov’erano il suo scetticismo da giornalista e la sua neutralità?

“Qual è il nome della tua società, Raffaele?” Le parole le sfuggirono prima che Kat potesse trattenerle. Nonostante tutto quel parlare di successo, era incredibilmente reticente sui dettagli.

Nessuna risposta.

Quasi certamente l’aveva sentita, così non ripeté la domanda. Jace non sembrò notare l’udito selettivo di Raffaele, o se lo notò, non fece commenti.

Qualche momento dopo arrivarono all’insediamento. Raffaele recuperò la voce mentre la conversazione si spostava su Fratello XII e la Fondazione Acquariana. Non era rimasto molto sul sito, a parte qualche lieve traccia nei punti dove un tempo c’erano gli edifici.

Jace indicò i resti di fondamenta di cemento della dimensione di diverse case. “Là doveva esserci la scuola,” disse. “La costruirono perché si aspettavano degli studenti, ma non ne arrivò nessuno. La maggior parte dei discepoli era di mezza età o più anziano, per questo non c’erano bambini.”

“Forse è stato meglio così,” disse Kat. “Immagina come dev’essere nascere all’interno di un culto. Non conosceresti mai niente di diverso.”

Jace annuì. “Lavaggio del cervello fin dalla nascita. Difficile da cancellare.”

“È tutto quello che rimane?” Raffaele scalciò la polvere col piede. “Credevo che ci sarebbero stati edifici restaurati e roba del genere.”

“Dov’è la Casa del Mistero?” Kat scandagliò il terreno per cercare i segni di un edificio che doveva essere stato più grande degli altri. “Oh, credo di vederlo.” Su una collinetta che sovrastava l’insediamento, c’erano le tracce accennate delle fondamenta di un edificio. Da lì poteva tenere d’occhio i suoi sottoposti, pensò Kat.

“Per quanto tempo è esistito questo culto?” chiese Raffaele. “Sembra che si siano spostati parecchie volte.”

“Solo pochi anni,” disse Jace. “Anche i seguaci più irriducibili furono disillusi quando la sua promessa di una nuova era non si materializzò. Alla fine non si fecero più ingannare dalle sue affermazioni.”

“Non è proprio facile arrivare qui.” Raffaele fece scorrere lo sguardo sul paesaggio. “Ed è un’isola rocciosa. Non puoi essere autosufficiente. Cosa c’è di così speciale in questo posto?”

“A Fratello XII piaceva il fatto che fosse lontano da occhi curiosi. Non voleva attirare l’attenzione perché avrebbe portato domande scomode. E le domande non provenivano solo dalla gente fuori. I membri della Fondazione Acquariana volevano sapere perché lui poteva vivere con Myrtle mentre era ancora sposato con Alma. Quel genere di comportamento era scandaloso all’epoca. O perché i titoli di proprietà fossero registrati personalmente a lui invece che a nome della Fondazione.

“Ma la questione più spinosa era perché i seguaci dovessero lavorare così duramente in quello che era praticamente lavoro forzato senza paga. Molti erano anziani, che lavorarono fino a morire. Erano poco più che suoi schiavi.”

Kat guardò il profilo delle fondamenta, alcune delle quali erano coperte dalla vegetazione. Era come un sito archeologico. Del tipo che la gente avrebbe preferito dimenticare. “Non riesco ancora a credere che la gente volesse stare qui. Immagino che a quel punto fossero indigenti e probabilmente troppo esausti fisicamente e mentalmente per scappare.”

“E troppo spaventati,” aggiunse Jace. “Credevano ancora che Fratello XII esercitasse un potere su di loro. Temevano le conseguenze se fossero andati via. Anche se quello che sosteneva dal punto di vista spirituale era falso, dove potevano andare? Avevano allontanato le loro famiglie quando avevano dato le loro ricchezze a Fratello XII. O, nel caso di alcune donne, avevano abbandonato i mariti per l’affetto di Fratello XII. Molti provenivano da altri paesi. Non avevano i mezzi o il denaro per tornare a casa.

“Ebbero un po’ di tregua dal lavoro massacrante e dalla loro vita grama quando Fratello XII e la sua amante del periodo, Madame Zee, se ne andarono in Inghilterra nel 1930, imbarcandosi su un peschereccio completo di torrette difensive.

“Restarono via per quasi due anni, abbastanza a lungo perché la gente si rendesse conto dei propri errori. Si unirono e affrontarono Fratello XII al suo ritorno. Lui bandì i contestatori più accaniti, ma fu l’inizio della fine. In un modo o nell’altro, i suoi seguaci riuscirono a lasciare l’isola finalmente. Una volta raggiunto il mondo esterno si resero conto della gravità delle loro perdite. Nel 1933 diversi seguaci fecero causa per congelare il patrimonio della Fondazione Acquariana e riavere i soldi.

“Riuscirono solo in parte, visto che Fratello XII aveva fatto un buon lavoro nel nascondere il patrimonio. L’oro non poteva essere rintracciato e aveva già speso molti soldi per sé. Mary Connally recuperò parte dei suoi soldi quando gli atti di proprietà di De Courcy e Valdes furono trasferiti a suo nome come parziale compensazione.

“Fratello XII almeno si rese conto dell’imminente sconfitta e lasciò l’insediamento in fretta e furia con Madame Zee.” Jace scosse la testa. “Ma non prima di aver bruciato tutti gli edifici fino alle fondamenta. Fece a pezzi il mobilio con un’ascia e rovinò tutto, in modo che nessuno potesse usarlo.”

“E i soldi?” chiese Raffaele.

“L’oro?” Jace si strinse nelle spalle. “Alcuni dicono che sia sepolto qui sull’isola, perché non ebbero il tempo di recuperarlo. Ma ne dubito.”

Raffaele rimase a bocca aperta. “Quanto riuscì a mettere insieme?”

“Nessuno lo sa davvero. La maggior parte della gente si vergognava ad ammettere di aver investito, ancora di più a parlare della somma che si erano fatti fregare. Visto che erano tutte persone ricche quando si erano unite al culto, doveva essere una bella cifra.” Jace fece una pausa. “C’è un’altra voce, riguardo a una caverna sull’isola. Alcuni pensano che Fratello XII nascondesse lì una parte del suo tesoro.”

“Che cosa stiamo aspettando?” Raffaele si voltò verso il sentiero. “Andiamo.”

Kat seguì i due uomini mentre si lasciavano l’insediamento alle spalle. Tornarono sul sentiero ma presero un altro bivio che conduceva dietro la radura. La vegetazione era rigogliosa e l’ombra che gettava rinfrescante, il sentiero era affiancato da cespugli di salmonberry e arbusti che arrivavano all’altezza del ginocchio. Era un contrasto netto con le scogliere rocciose spazzate dal vento davanti all’oceano.

Meno di una trentina di metri più avanti, il sentiero saliva lungo una collina ripida. I piedi ancora umidi di Kat scivolavano sulle infradito e lei dovette sorreggersi ai rami e alle piante per rimanere in piedi. Probabilmente avrebbe dovuto indossare calzature più adatte.

Jace fece strada, seguito da Raffaele. Kat si sforzò di restare al passo ma la distanza tra lei e Raffaele aumentò fino a tre metri, che poi diventarono sei.

“Rallentate un po’,” disse mentre il suo piede destro scivolava fuori dall’infradito.

Raffaele non la sentì o scelse di ignorarla. Kat recuperò l’equilibrio e ridusse la distanza.

“Raccontami ancora di tua madre,” disse Jace.

“Come ti dicevo, Mamma si è fatta una reputazione e le signore hanno iniziato ad arrivare in branco al suo salone, da chilometri di distanza. Dopo qualche tempo, attirò l’attenzione di una grossa compagnia italiana fornitrice di cosmetici. Mamma diede loro la formula segreta in licenza e il resto è storia.” Raffaele si fermò sul sentiero e si voltò per guardare Kat.

“Concedere la formula in licenza è stata una mossa saggia,” disse Kat. “Molta gente avrebbe venduto la propria invenzione su due piedi.” Rasentava l’incredibile che al giorno d’oggi la madre di Raffaele fosse riuscita a sviluppare un nuovo prodotto per capelli al di fuori di un laboratorio chimico. Ma lei stette al gioco. Qualsiasi risposta di Raffaele sarebbe stata una menzogna, ma prima o poi avrebbe commesso un errore e avrebbe rivelato qualcosa.

“Mamma non vendette la formula perché voleva mantenere il controllo sulla fase creativa,” disse Raffaele. “Quella parte è riuscita piuttosto bene.”

L’udito selettivo di Raffaele era di nuovo all’opera.

“Sta lavorando su qualche nuovo prodotto?”

Raffaele non rispose.

Si fermarono in una radura. Due sentieri conducevano in direzioni opposte senza segnali o indicazioni.

“Oh, le storie che potrei raccontare su alcune di quelle celebrità.” Raffaele fece un segno attraverso la bocca come a chiudere una cerniera. “Ma naturalmente ho la bocca sigillata.” Elencò una dozzina di stelle del cinema e celebrità che avevano supportato Bellissima. “Tutti i nomi europei più grandi e presto ci saranno anche tutte le star del Nord America.”

“Che donna intelligente,” disse Jace. “Kat, forse dovresti provare questo prodotto.”

Kat si accigliò. “Perché? Cosa c’è che non va nei miei capelli?” Perché tutti pensavano che avesse bisogno di sistemarli?

“Non dico che tu ne abbia bisogno, ma sei la sola persona qui con i capelli ricci. Sarebbe un esperimento interessante. Hai il prodotto a bordo, Raffaele?”

Raffaele rise. “Temo di no. Mi dispiace deluderti, ma i capelli di Kat dovranno restare come sono per adesso.”

Kat ignorò l’insulto. “Non lo porti con te?” Niente prodotto voleva dire che non c’era pericolo che venisse usata come cavia. E non c’era pericolo che si rivelasse una truffa. Solo un truffatore non si sarebbe portato dietro i prodotti per fare dimostrazioni e promozioni.

“L’ho finito,” disse Raffaele. “Non ne avrò altro fino alla prossima settimana.”

Kat scansò una grossa radice. Raffaele non poteva accaparrarsi clienti senza il prodotto. Eppure aveva imbrogliato Gia affinché investisse senza nemmeno provare Bellissima.

“Immagino che il vostro produttore si occupi di tutta la distribuzione,” disse Jace.

“Esattamente.” Raffaele fece un gesto col braccio. “Si occupano di tutta la logistica. Noi raccogliamo le adesioni dei venditori autorizzati e passiamo a loro la produzione e la distribuzione. Nessuno può copiare la nostra formula brevettata.”

Jace alzò e sopracciglia. “Un ottimo affare. Non c’è da stupirsi che tu abbia tempo di viaggiare intorno al mondo sul tuo yacht.”

“Che cosa impedisce a tutti gli altri di copiare la formula per ingegneria inversa?” chiese Kat. Dozzine di fabbriche cinesi scoprivano il segreto di formule complicate ogni giorno. Se il prodotto di Raffaele era tanto rivoluzionario e redditizio come dichiarava, dovevano esserci dozzine di imitatori e falsari pronti a mettersi in azione.

Raffaele la ignorò, come previsto.

La copertura degli alberi era più fitta e l’aria più umida. Kat si fermò ad ammirare una cascata, in parte per tenere sotto controllo la rabbia. Sospirò mentre le voci degli uomini si affievolivano.

Tanto meglio. Era stanca di sentir parlare del grande successo di Raffaele. Non solo perché erano bugie, ma anche perché non sopportava di vedere Jace, normalmente tanto obiettivo, cadere sotto l’incantesimo di Raffaele.

Raccolse i pensieri per qualche istante. Mentre la foresta si faceva silenziosa, improvvisamente si rese conto di non riuscire più a sentire le voci degli uomini. Era meglio raggiungerli.

“Sono proprio dietro di voi,” disse Kat a Jace e Raffaele, davanti a lei.

Nessuno rispose.

Era arrabbiata con Jace per non essersi accorto che lei stava rimanendo indietro.

Considerò l’idea di voltarsi indietro e tornare alla spiaggia, specialmente visto che era difficile tenere il passo con le sue infradito. Ma visto che aveva fatto tutta quella strada per vedere l’insediamento e la grotta, decise di andare avanti. L’insediamento era stata una delusione, ma la grotta poteva riservare delle sorprese. Non se ne sarebbe andata prima di averla vista.

Kat arrancò in silenzio, prendendosi il suo tempo. C’era un solo sentiero, il rischio di perdersi era minimo. Fece una smorfia sentendo una vescica formarsi sul suo piede destro. La prossima volta avrebbe scelto delle scarpe migliori.

Si piegò per sistemare l’infradito e fu sorpresa dalla voce di un uomo.