19
Kat aveva appena acceso il computer quando la maniglia della cabina scrollò leggermente. Aveva chiuso la porta per sicurezza, non voleva che qualcuno la interrompesse mentre esaminava il portafogli. Non si era aspettata che Jace tornasse tanto presto. Raccolse il contenuto del portafogli e lo spinse sotto il cuscino prima di andare alla porta.
Aprì la porta e trovò non Jace, ma Gia.
Kat si immobilizzò. Benché l’identificativo del portafogli fosse nascosto, il portafogli logoro era ancora in bella vista sul letto. Zoppicò fino al letto e lo afferrò.
“Mi dispiace di averti fatta alzare. Sono venuta a vedere come stai.” Lo sguardo di Gia cadde sul portafogli nelle mani di Kat. “Dove hai preso quella vecchia cosa logora? Il tuo portafogli non è rosso?”
Kat annuì. “Questo non è mio. L’ho trovato.” Kat si rigirò il portafogli tra le mani.
“Sull’Isola di De Courcy?” Gia si lasciò cadere sul letto accanto a Kat. “Sei così fortunata, Kat. Devi avere un occhio di lince. Non ho mai trovato più di un nichelino.”
Kat non si preoccupò di correggerla. Non poteva esattamente spiegare che aveva trovato il portafogli nella cabina di Gia. Almeno non finché non aveva più informazioni. “Devo trovare il proprietario.” Digitò il nome Anne Bukowski nella casella di ricerca e premette invio.
“Mi sento molto meglio adesso,” mentì. Guardò lo schermo del computer. Le serviva del tempo da sola per restringere il campo tra le dozzine di pagine di risultati della ricerca. “Dovresti tornare su dagli altri. Non voglio sciuparti il divertimento.”
“Non lo stai facendo,” disse Gia. “Mi sento male per come sono rimaste le cose tra di noi. So che non pensi che Raffaele sia adatto a me, e ti stai solo comportando da buona amica. Ma è una cosa vera e non mi sono mai sentita così per nessuno prima. Lo amo e lo sposerò, non importa quello che pensi. Non puoi lasciar perdere?”
“Ci proverò.” Kat non suonava convincente nemmeno alle sue stesse orecchie, ma che altro avrebbe potuto dire? Guardò i risultati della ricerca. Fece scorrere la prima pagina e non vide niente tra le notizie locali, così cliccò sulla seconda pagina.
“Sono sicura che tu sia esausta dopo quello che è successo,” Gia sbirciò lo schermo del portatile di Kat. “Forse chi ha perso il portafogli è ancora sull’isola. Io e Raffaele potremmo individuare questa persona domani e restituire il portafogli.”
“Forse. Prima vediamo cosa trovo.” Non c’era alcuna possibilità che permettesse a Raffaele di mettere le mani sul portafogli. Questo le fece venire in mente un altro problema. “Fammi un favore, non dire a nessuno che ho trovato il portafogli, ok? Non finché non avrò trovato il proprietario.”
“Ma perché? Qual è il problema?”
“Ho tralasciato una parte della storia,” mentì. “La caverna non è il solo posto in cui mi sono persa. Ho fatto un’altra deviazione dal sentiero. Jace mi ucciderebbe se lo scoprisse. Prometti che non lo dirai a nessuno, nemmeno a Raffaele?”
“Certo, Kat. Che altro posso fare?” Gia sedette sul letto e sospirò mentre si appoggiava alla testiera. Sollevò la mano e ammirò l’anello ancora una volta.
Scarica il tuo fidanzato impostore. “Niente, sto bene. Devo solo riposare un po’ per essere pronta per il tuo matrimonio domani.”
“Non vedo l’ora! Mi sembra tutto un sogno. Devo continuare a darmi dei pizzicotti.”
Il solo modo per fermare il matrimonio senza ferire Gia era convincere Zio Harry a ritardarlo in qualche modo. “Forse riuscirò perfino ad andare sull’isola domani. Ti mostrerò la caverna.”
“Mi sembra un’ottima idea!” Gia la abbracciò. “Solo non farci finire intrappolati, ok?”
Kat rise. “Non preoccuparti, non lo farò. Sono contenta di essere tornata.”
Gia si alzò. “Mi fa piacere che tu ti senta meglio. E grazie per il tentativo di andare d’accordo con Raffaele. So che voi non vi siete proprio trovati. Ma succederà. Siete così simili.”
“Non siamo per niente simili.”
“Sì, lo siete. Solo che ancora non lo sai. Siete entrambi nel campo finanziario. Tu sei una contabile e Raffaele è un esperto di affari. Ha fatto così tanti soldi che non riesce a tenere il conto.”
Kat dubitava che Raffaele facesse altro a parte tenere i conti e il suo campo di esperienza era più nello sfruttare le persone piuttosto che cogliere le opportunità di fare affari. “Credo solo che tu stia andando troppo in fretta, Gia. Lo hai appena incontrato. È troppo presto per sposarsi.”
“Mi sposerò, Kat. Solo perché tu hai la fobia del matrimonio non significa che io non dovrei seguire il mio cuore.”
“Non ho la fobia del matrimonio. Solo non abbiamo fretta.”
“Tu e Jace state insieme da molto tempo. L’avete già reso ufficiale.” Gia batté le mani. “Perché non domani? Potremmo avere un doppio matrimonio!”
“No, Gia.” Lei e Jace si sarebbero sposati, ma con i loro tempi. Certamente non voleva che i ricordi del suo matrimonio fossero macchiati dal rimpianto per quello di Gia. “Seguire il tuo cuore non significa ignorare tutto il resto.”
Gia aggrottò la fronte mentre si alzava. “Stai dicendo che non ci si può fidare di Raffaele? Solo perché a te non piace non significa che io non possa fidarmi.”
“Che mi piaccia o meno non è il punto.” Kat fece una smorfia per il dolore mentre seguiva Gia alla porta. Il suo ginocchio non stava migliorando molto. “Se ti ama, sarà ancora qui la prossima settimana, il mese prossimo o il prossimo anno. Tutto quello che dico è che dovresti rallentare e pensarci bene.”
La spontaneità di Gia era uno dei suoi tratti più amabili, ma anche uno dei più pericolosi.
“É quello giusto per me. Non sono mai stata più sicura di così nella mia vita.”
“Questo va bene. Ti ha fatto firmare un accordo prematrimoniale?” Gia non ne aveva parlato, ma qualsiasi avvocato di un miliardario avrebbe insistito a riguardo. Per contro anche Gia non era esattamente nullatenente. Con il suo salone e i risparmi, se la cavava piuttosto bene. Raffaele poteva accampare pretese su metà delle sue proprietà, una volta sposati. Gia probabilmente non ci aveva pensato.
Gia scoppiò a ridere. “Certamente no! Raffaele non mi chiederebbe mai una cosa del genere. Sa che non sono a caccia di soldi. Quello che è mio è suo e viceversa.”
“Se è questo il caso, perché ha avuto bisogno del tuo investimento tanto per cominciare? Voglio dire, essendo un miliardario e tutto quanto.”
Gia alzò gli occhi al cielo. “Non ne ha bisogno per niente. Mi sta facendo un favore facendomi partecipare. Proprio come con Jace e Harry.”
Kat rimase paralizzata. “Jace e Harry non hanno investito niente.”
“Lo hanno fatto adesso,” disse Gia. “Hanno appena firmato le carte.”
“Jace non avrebbe investito senza discuterne con me prima.” Gia si stava sbagliando. Lei e Jace prendevano insieme le decisioni, come una coppia.
“Beh, l’ha fatto e così ha fatto Harry. Non capisco dove sia il problema. Possono pensare con la loro testa.”
Kat si morse il labbro. Rimpiangeva di aver lasciato il tavolo della cena. Benché i soldi fossero una cosa grossa, il problema più grande era che Jace sapeva come lei si sentisse riguardo a Raffaele, eppure aveva investito lo stesso senza dirglielo. “Quanto gli hanno dato?”
Gia sventolò la mano. “Giusto il minimo, centomila dollari.”
Una piccola fortuna, una somma che nessuno dei due poteva permettersi di perdere. Non che qualcuno potesse. Il cuore di Kat martellava. Jace e Harry avevano investito centomila dollari a testa? O forse avevano unito le forze con cinquantamila dollari ciascuno. In ogni caso il pensiero le faceva venire la nausea.
“Gli ho detto di investire di più, ma non l’hanno fatto. Jace probabilmente non te l’ha detto perché sapeva come avresti reagito.”
Kat si sentì arrossire, ma non voleva discuterne con Gia. “Potrebbe avermi accennato qualcosa.” Jace gliel’aveva nascosto perché sapeva che disapprovava.
La sola salvezza era che non c’erano banche nelle vicinanze. Zio Harry era della vecchia scuola e faceva le sue operazioni bancarie di persona, non online. Jace era più avvezzo alla tecnologia. Era riuscito ad avere una connessione internet abbastanza a lungo da trasferire i soldi?
“Vedrai, Kat,” disse Gia. “Bellissima ripagherà col tempo. Ma nel mentre, mi serve il tuo aiuto. Mi aiuteresti a prepararmi domani?”
“Eh?”
“Puoi aiutarmi coi capelli e il trucco. Non so nemmeno cosa indosserò. Mi aiuterai?”
“Certo che ti aiuterò.” Era l’ultima cosa che voleva fare. Doveva ritardare il matrimonio in qualche modo. “Ma perché non aspettate e non vi sposate quando saremo di ritorno a Vancouver?”
“Per quale motivo dovremmo aspettare? Vogliamo una cerimonia semplice, senza troppi fronzoli. A bordo dello yacht è assolutamente perfetto.”
Non era quello che si sarebbe aspettata da Gia, che amava le celebrazioni clamorose. “Se sei sicura che è questo quello che vuoi.” Gia non aveva riconosciuto il portafogli ma in qualche modo la misteriosa Anne Bukowski aveva un ruolo nei piani di Raffaele. Se avesse scoperto quale, poteva bastare a fermare Gia prima che commettesse un terribile errore.
“A che ora è la cerimonia domani?” Poteva smascherare Raffaele in tempo?
“Alle quattro. Esploreremo la grotta al mattino, torneremo alla nave per pranzo e poi avremo il pomeriggio per prepararci. Non vedo l’ora!” Gia si alzò. “È meglio che vada di sopra prima che Raffaele venga a cerarmi.”
Kat aspettò che Gia se ne fosse andata. Appena la porta si chiuse alle sue spalle, cliccò sulla prima voce e non riuscì a credere a quello che vedeva.
I titoli delle notizie locali recitavano La Famiglia Bukowski Scompare nel Nulla. Cliccò sul titolo solo per scoprire che aveva perso la connessione a internet. Ricaricò la connessione, ma senza risultati.
Senza l’articolo completo era impossibile avere ulteriori dettagli sul luogo, la data o perfino su come o dove fossero scomparsi i Bukowski. Era un cognome piuttosto diffuso, ma senza i dettagli della storia non poteva verificare i nomi di battesimo dei membri della famiglia. Anne Bukowski e il suo portafogli potevano in qualche modo far parte della storia?
Kat afferrò il telefono ma lo schermo era nero. La batteria era ancora scarica dopo la disavventura della grotta e si era dimenticata di metterlo sotto carica. Sospirò e lo attaccò alla corrente. Qualsiasi segreto ci fosse dietro quella storia avrebbe dovuto aspettare.