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Il professor Hopkins aprì la cartellina portadocumenti. «Questo», disse. «Era nascosto dietro i risguardi.»
«Posso?» chiese Sam, facendosi più vicino.
«Certo.»
Sam prese la cartellina, così che anche Remi potesse osservare meglio. All’interno, c’era un pezzo di pergamena ingiallita, grande quasi quanto la copertina del libro, con un’illustrazione a inchiostro nero. Si vedeva la mappa di un’isola e, accanto, un cerchio con alcuni simboli sopra un quadrato, e delle scritte più in basso. L’alfabeto completo, si rese conto Sam. «Un disco cifrante?» chiese al professore.
«L’illustrazione di un disco cifrante», ribatté Hopkins. «Deve essere quello che cercavano. Se non fosse stato per tutte quelle denunce di furti e danni ai risguardi, forse sarebbe passata inosservata. In tutta onestà, stavo per chiamarvi per sapere se volevate che incollassi il risguardo che si era staccato. È stato allora che me ne sono accorto.»
Remi si sporse per studiarlo meglio. «Mi chiedo se il signor Pickering sapesse che era nel libro quando me l’ha dato.»
Ottima domanda, pensò Sam. Ma non una domanda che avesse voglia di affrontare in quel momento. «Non so come ringraziarla», disse al professor Hopkins.
«Mi avete pagato il doppio della mia normale parcella, credo che lo abbiate già fatto. Quello che avete per le mani è senza dubbio un mistero affascinante.»
Lo schermo del cellulare di Remi s’illuminò. Lei gli diede un’occhiata e poi lo girò a faccia in giù sulla tovaglia. «Apprezziamo molto il tempo che ci ha dedicato.»
Il professore spinse la sedia all’indietro. «Ora devo proprio andare al prossimo appuntamento.» Si alzò, strinse la mano a Sam e sorrise a Remi. «Godetevi la fine del pranzo.»
Subito dopo che se ne fu andato, Remi prese il telefono. «Un messaggio di Bree.»
«Cosa dice?»
«Di chiamarla appena possibile.»
Sam chiese il conto e, nell’attesa, finirono il dolce. Quando giunse il conto, pagò e lasciò una generosa mancia, quindi si affrettarono a raggiungere l’auto che avevano noleggiato.
Remi chiamò, inserendo il vivavoce. «Bree? Stai bene? Eravamo preoccupatissimi perché non riuscivamo a contattarti.»
«Sto bene, adesso. Sono... sono in North Carolina.»
«North Carolina?»
«Per far visita a mia cugina. E dirle di suo padre.»
«Ci spiace davvero tanto.»
«Lo so. Ascolti, mi chiedevo se... mio zio le avesse dato il libro quando siete stati da lui. Pirati e corsari?»
Remi rivolse un’occhiata a Sam, ebbe una brevissima esitazione e disse: «Ne ho comprata una copia. Perché?»
«Mia cugina... ehm, è davvero distrutta. A quanto pare, gliel’aveva promesso e... e io speravo di poterglielo dare. Qualcosa che le ricordasse suo padre.»
«Dopo quello che è successo a tuo zio, io e Sam pensavamo di consegnarlo alla polizia.»
«No! Per favore...»
«Bree? Sei sicura di stare bene?»
«Io... sì. Solo che... può immaginare quanto sia stata scioccante questa faccenda. Avere quel libro vorrebbe dire tanto per lei. Se lo consegnate alla polizia, lo terranno finché non saranno omologati i lasciti testamentari. E lei è troppo malata per viaggiare e...» Bree scoppiò a piangere. «Scusi. È stata davvero dura», disse dopo diversi secondi.
«Come possiamo aiutarti?» chiese Remi.
«Speravo che non sarebbe stato un problema per voi spedirle il libro. Un ricordo di suo padre.»
«Certo che non è un problema, ma glielo consegneremo di persona.»
«No, non posso chiedervi tanto. Sarebbe troppo.»
«Insistiamo», disse Remi scrutando Sam, che le rivolse un cenno d’incoraggiamento. «Questo libro è troppo prezioso per affidarlo all’ufficio postale. Mandami l’indirizzo via sms e lo consegneremo noi stessi domani.»
«D’accordo. Grazie...»
Udirono un singhiozzo sommesso mentre Remi diceva: «Ci vediamo domani. Fai le nostre condoglianze a tua cugina».
Sam uscì dal garage e s’immise nel traffico. «Mi è parsa davvero sconvolta.»
«È comprensibile. Prima la rapina, poi l’infarto. Non riesco nemmeno a immaginare cosa possa provare la figlia di Pickering, non potendo viaggiare. Se non altro Bree è andata a darle una mano.»
«E il libro...?»
«Ci ho pensato. Credo che dovremo almeno farlo vedere alla figlia di Pickering e lasciare che sia lei a decidere. Dopotutto, è la parente più stretta. Così potremo spiegarle di persona perché riteniamo che la cosa migliore da fare sia consegnarlo alla polizia.»
Sam si fermò a un semaforo rosso, guardò la moglie e poi di nuovo la strada. «Immagino che dovremo comunicare una modifica del piano di volo per il North Carolina.»
Il vantaggio di possedere un jet privato stava nel poter cambiare piano di volo praticamente all’ultimo momento. Selma prenotò un albergo e noleggiò un’auto in vista del loro arrivo e, dopo una discreta notte di sonno e una colazione calda, raggiunsero l’indirizzo inviato da Bree via sms. Remi, ovviamente, chiese a Selma di fare una ricerca sull’indirizzo, per controllare che non ci fosse qualcosa di sbagliato. Con suo sommo sollievo, l’indirizzo risultò appartenere a Larayne Pickering-Smith, la figlia di Gerald Pickering.
La donna viveva nella rurale Harlowe e, a mano a mano che Sam e Remi attraversavano chilometri e chilometri di piantagioni di tabacco, un temporale si fece sempre più vicino scurendo il cielo. Sam parcheggiò davanti all’edificio, studiando la proprietà: una casa colonica rivestita di assi di legno bianco, un SUV nero parcheggiato nel viale d’accesso in ghiaietto. Qualcuno scostò leggermente la tenda di una finestra al piano di sopra e poi la richiuse.
«Forza, consegniamolo», disse Remi, con il libro sulle gambe, dando un colpetto alla copertina.
«Sei sicura di volerglielo dare?»
«Sì. Merita di meglio che finire in un armadietto delle prove o in un deposito in attesa che vengano omologati, chissà quando, i lasciti testamentari. Sua figlia magari potrà dirci cos’ha di tanto importante questo libro.»
S’incamminarono sul sentiero e Sam bussò all’ingresso. Un attimo dopo, la porta si aprì di qualche centimetro e Bree li guardò dall’interno. Aveva gli occhi rossi e un po’ gonfi: aveva sicuramente pianto. «Signori Fargo...» Sorrise debolmente. «Avete il libro?»
Remi le consegnò l’involto di carta marrone. «Come sta tua cugina?»
«Non... molto bene.» Bree si strinse il libro al petto. «Vi inviterei a entrare, ma...»
«Non preoccuparti», disse Remi. «Però, ci chiedevamo se sai cosa c’è di tanto importante in questo volume. Per quale motivo lo stavano cercando?»
«No, non lo so.» Si strinse nelle spalle. «Però, grazie di aver fatto tutta questa strada per portarlo fin qui.»
«Sei sicura di stare bene?»
Bree annuì.
Quando il silenzio si fece imbarazzato, Remi indietreggiò e sorrise. «Facci sapere se ti serve qualcosa.»
«Mi chiedevo una cosa: come sta il signor Wickham? Non si è fatto male durante la rapina, vero?» chiese Bree.
«No.»
La ragazza posò gli occhi sul libro, poi guardò Remi. «Gli dica che mi manca e che farò il possibile per scrivergli. Lo farà?»
«Con piacere.» Remi prese Sam sottobraccio. «Dobbiamo andare, adesso. Il volo di ritorno a casa sarà lungo.»
Sam fece un cenno garbato. «Ciao.»
«Arrivederci», disse Bree e chiuse la porta mentre i Fargo tornavano all’automobile.
«È nei guai», disse Remi. «Hai sentito cos’ha detto? Mi ha chiesto di dare un messaggio al signor Wickham. Il gatto di Pickering. Dobbiamo entrare e darle una mano».
«Non è una buona idea, Remi.»
«Ma stavolta hai una pistola.»
«Una contro quante? Non sappiamo nemmeno chi ci sia lì dentro. Se tu avessi la tua, forse avremmo una possibilità.»
Lei lo guardò accigliata, poi estrasse il cellulare. «In tal caso, chiamiamo la polizia e aumentiamo le nostre possibilità.»
«Non qui», le disse. «Se lei è prigioniera di qualcuno, ci staranno osservando.» Avviò l’auto e si mise in movimento.
Appena non furono più in vista, Remi telefonò alla polizia e il centralinista le disse di attendere nel parcheggio di un supermercato a ridosso della statale, un paio di chilometri più a ovest. Qualche minuto dopo che furono arrivati, il cellulare di Remi suonò e lei vide che si trattava di un messaggio di Selma in cui le chiedeva di chiamare casa il prima possibile.
Remi lo fece, attivando il vivavoce. «Hai trovato qualcosa nelle foto che ti abbiamo mandato?»
«Non ancora, signora Fargo. Ma non era per questo che avevo bisogno di parlarvi. Pochi minuti fa, è passato un poliziotto che chiedeva di parlare con lei. L’automobile di Bree Marshall è stata rinvenuta abbandonata sul ciglio della strada, non lontano dall’aeroporto. A bordo della vettura, c’erano diverse scatole di biglietti per una raccolta fondi e una busta con assegni a nome della Fondazione Fargo. L’agente si chiedeva se volessimo andare a ritirarli al deposito rimozioni.»
Remi guardò Sam. «C’erano segni di lotta?»
«Non l’ha detto, ma immagino che me ne avrebbe parlato, se ce ne fossero stati.»
«Grazie, Selma», disse Sam. «Abbiamo appena chiamato la polizia per chiedere di verificare come sta. Li avvertiremo.»
Una decina di minuti dopo, un vicesceriffo della contea di Carteret entrò nel parcheggio. Quando scese dalla volante, il vento proveniente dal mare lo colpì rischiando di fargli volar via il cappello. Indicò loro di raggiungerlo davanti al supermercato, dove sarebbero stati più protetti. Remi gli fornì una breve spiegazione.
L’espressione del vicesceriffo si fece dubbiosa. «È possibile che l’automobile abbia avuto un guasto sulla via dell’aeroporto? Che, magari, la donna abbia chiamato un taxi o qualcosa del genere?»
«Forse», disse Remi. «Ma resta pur sempre il fatto che ci ha chiesto di dare un messaggio al gatto del suo povero zio.»
«Tante persone parlano con i loro animali.»
Sam, rendendosi conto che il vicesceriffo non capiva il senso di quell’informazione, fece un passo avanti e lo guardò negli occhi. «È possibile tralasciare il perché riteniamo che la nostra amica sia nei guai e, semplicemente, andare a verificare che stia bene?»
«Certo. Non è che io non vi creda», ribatté quello, esattamente con la voce di uno che non gli credeva. «Solo che mi piace stabilire i fatti. Sono l’unico vicesceriffo nella zona, quindi se si tratta di qualcosa che posso gestire da solo lo farò. Altrimenti, tocca aspettare una ventina di minuti buoni per avere rinforzi.»
«Certo», disse Sam. Estrasse un biglietto da visita dal portafogli e lo diede al vicesceriffo. «Ecco i numeri dei nostri cellulari. Se nel frattempo dovesse saltar fuori qualcosa.»
Stavano per seguirlo in auto, quando Remi indicò un veicolo che procedeva nella direzione opposta a quella del vicesceriffo. «È il SUV che era parcheggiato davanti alla casa.»
«Ne sei sicura?»
«Sicurissima.»
Sam accese il motore. «Hai visto chi c’era a bordo?»
«Due uomini. Non so dirti con esattezza, ma il profilo del passeggero davanti mi ha fatto pensare all’uomo della rapina alla libreria», disse, mentre il marito partiva all’inseguimento. «Che facciamo con Bree?»
«L’unico vicesceriffo nella zona sta andando a verificare che stia bene. A giudicare dalla sua reazione alla storia del gatto, se anche potessimo metterci in contatto con lui dubito fortemente che mollerebbe tutto per seguire un’auto senza la minima prova che stia facendo qualcosa di sbagliato.»
«Giusta osservazione.»
La strada di campagna a due corsie non era esattamente una strada su cui si potesse procedere a lungo senza farsi notare. Ciononostante, Sam fece del suo meglio per mantenere una certa distanza tra sé e il SUV, ipotizzando che stesse dirigendosi a Beaufort. A quanto pareva, era diretto verso una zona industriale vicino al mare e svoltò a destra in una strada senza uscita che terminava davanti a un molo, con grossi capannoni su un lato. Sam lo seguì fino all’imbocco della strada e rallentò senza fermarsi. Non c’era traccia dell’auto, eppure doveva essere lì. «Vedi qualcosa?» chiese alla moglie.
«No. Deve essere sul molo o nascosta tra qualche capannone.»
Il telefono di Sam squillò. Lo estrasse dalla tasca e lo passò a Remi, che attivò il vivavoce e lo tenne bene in alto per consentire al marito di rispondere.
«Vicesceriffo Wagner», disse la voce all’altro capo della linea. «Volevo solo farvi sapere che sono passato a controllare la casa. Non mi ha risposto nessuno.»
«Sam...» sussurrò Remi.
Lui guardò sua moglie e poi la strada. «Grazie per aver controllato. Noi abbiamo seguito l’auto che era parcheggiata davanti alla casa. Mia moglie ritiene che uno degli uomini a bordo somigli al ladro della rapina a San Francisco.»
«La vostra amica non era sull’auto?»
«Non l’abbiamo vista.»
«Dove siete?»
«Vicino al mare, più o meno a un quarto d’ora di strada a sud di Beaufort.»
«Fatemi un piacere: niente gesti avventati. Cercherò di farmi mandare dei rinforzi da Beaufort e vi raggiungerò lì.»
Finita la telefonata, Sam accostò. «Immagino che non ci resti altro da fare che attendere.»
Remi strinse la maniglia della portiera. «Potremmo non averlo, un quarto d’ora.»
«Remi.» Sam si chinò verso di lei, afferrandola per un braccio.
Lei si bloccò e lo guardò.
«Non penserai che ti lasci andare lì da sola, vero?» Si avvicinò e le diede un bacio.
«Certo che no», sorrise lei, aprendo la portiera. «E ora troviamo la mia amica.»