44

«Serata tranquilla?» chiese Sam all’addetta al ricevimento mentre si registrava. Si caricò lo zaino su una spalla. Remi lo chiamava «borsa del non-si-sa-mai», dato che conteneva un assortimento di attrezzi e coltelli, oltre a una corda molto leggera e resistente. Era il loro unico bagaglio. «Ho visto solo due auto nel parcheggio.»

«Per noi, è già tanto.»

«Carino e tranquillo, allora. Proprio come piace a noi.» Si appoggiò al bancone. «Se posso chiedere, per caso nell’albergo ci sono animali domestici? Mia moglie è allergica.»

«Non dei clienti, ma il titolare ha un cane.»

«Non sarà un grosso cane nero, vero?»

«Allora avete visto Teddy. Un tenerone. Alcuni ospiti l’hanno portato a passeggio negli ultimi giorni. Ma non c’è da preoccuparsi. Posso mettervi al piano di sopra, se preferite.»

«Oh, non è necessario.» Sam sorrise all’impiegata e fece scivolare una banconota da venti sterline sul bancone, verso di lei. «Ci piacerebbe una stanza al piano terra, lato est. Amiamo guardare l’alba.»

L’impiegata studiò lo schermo del computer. «Abbiamo ancora una camera al piano terra, sul lato est. Accanto alla coppietta.» Gli consegnò la chiave. «Girato l’angolo, dopo il vaso con la palma, ci sono le camere. La 101 è accanto alla scala sul lato nord. Buona permanenza.»

Sam e Remi la ringraziarono e si avviarono verso la palma. Lui scrutò il corridoio, rendendosi conto che il difetto più grosso del suo piano sarebbe stato quello di dover entrare inosservati nella loro camera se fosse accaduto qualcosa e Ivan o Jak fossero usciti dalla propria. Per lo meno, sapevano che il cane non era pericoloso come sembrava.

Una preoccupazione in meno, pensò superando la camera di Ivan e Jak. Si fermò per un attimo: qualcuno stava parlando. La porta successiva era quella degli sposini, mentre la loro camera si trovava in fondo al corridoio. Era piccola, dal soffitto con le travi a vista, dotata di un letto matrimoniale e di una piccola credenza su cui c’erano un televisore e due bicchieri. Sam si avvicinò alla finestra e tirò le tende. «Quanto vorrei poter origliare quello che si stanno dicendo. Non abbiamo un’app che trasformi il mio cellulare in cimice?»

«Si chiama telefonata, ma guasterebbe il fattore sorpresa.» Remi prese un bicchiere e se l’avvicinò capovolto all’orecchio. «Naturalmente, c’è il sistema antico.»

«Quello sì che è utile. Abbiamo un’altra stanza in mezzo.»

«Potremmo chiedere ai novelli sposi di fare a cambio con noi.»

«Ci avevo pensato, ma francamente mi sentirei molto meglio se non fossero nemmeno in quest’albergo. E se dovesse andare storto qualcosa?»

Lei guardò l’orologio sul comodino. Le sei appena passate. «Secondo te, quanto ci vuole da qui a Londra in macchina?»

«Meno di tre ore?»

«Abbiamo la stanza al Savoy. Già pagata e vuota.»

«Remi, questa sì che è un’idea brillante. Come sempre.»

Lei sorrise. «Speriamo che accettino.»

«C’è un solo modo per scoprirlo. Andiamo.»

Sam bussò delicatamente alla loro porta.

Un giovane uomo la aprì di circa cinque centimetri.

«I vicini della porta accanto», si presentò Sam. «Congratulazioni.»

La sposa apparve alle spalle dell’uomo. Il suo viso giovane era un misto di curiosità ed eccitazione. «Chi è?» chiese.

«I vicini.»

Lei aprì la porta. «Salve.»

Sam non diede alla coppia nessuna possibilità di respingerli e lui e Remi entrarono richiudendosi la porta alle spalle.

«Congratulazioni», disse Remi. «Abbiamo saputo che vi siete appena sposati.»

La donna era raggiante. «Qualche giorno fa.»

«Siete in luna di miele?» chiese Sam.

L’uomo fece spallucce. «Ci siamo presi qualche giorno.»

«Siete mai stati al Savoy?»

Lo sposo si abbandonò a una risata cinica. «Secondo voi, saremmo qui se ce lo potessimo permettere?»

«State a sentire», disse Sam. «Se il viaggio in macchina non è un problema, là c’è una camera libera che vi attende.»

Gli occhi della donna si spalancarono.

Il marito, invece, incrociò le braccia e un’espressione diffidente gli offuscò i lineamenti. Fece un passo verso Sam, con aria minacciosa. «È meglio se ve ne andate.»

«Mi ascolti bene», disse Sam, tirando fuori il portafogli dalla tasca. «Guarda caso, avrei bisogno proprio di questa stanza. E la suite che ho già pagato al Savoy è al momento inutilizzata.» Prese diverse centinaia di sterline e la tessera magnetica della camera del Savoy, e posò tutto sul letto. «Dovrebbero bastare a coprire qualche pasto, il costo della benzina e il prezzo di questa stanza. Anche se doveste scegliere di non alloggiare al Savoy, dovrebbero bastare e avanzare per una camera da qualche altra parte.»

«Che razza d’imbroglio è questo?»

Remi estrasse il cellulare, trovò il link che le aveva mandato Selma con la loro prenotazione quand’erano arrivati a Londra e lo aprì. «Nessun imbroglio. Inserisco subito i vostri nomi nella prenotazione. Non dovrete far altro che presentarvi alla reception, oppure intascare i soldi e andarvene.» Sollevò il telefono e mostrò loro la prenotazione. «Digitate il vostro nome e indirizzo email. Dovreste ricevere una conferma.»

L’uomo esitò. La moglie, invece, afferrò il telefono e diede un’occhiata. «Sembra tutto vero.»

«Lo è», disse Remi.

La donna inserì i dati.

«Sei pazza?» le chiese il marito, cercando di strapparle di mano il telefono.

Lei si girò per impedirglielo. «Sono solo il nostro nome e indirizzo email. Non gli stiamo fornendo il numero della carta di credito! A me piacerebbe passare la luna di miele al Savoy.» Premette il tasto d’invio e restituì il telefono a Remi, poi disse al marito: «Controlla la tua posta elettronica».

«Ma stanno per portarci una bottiglia di champagne!»

«Ah, davvero? Con una camera che ci è costata nemmeno sessanta sterline. Di che qualità vuoi che sia? Controlla la tua posta elettronica!»

Lui prese il cellulare dalla tasca, aprì la sua casella di posta elettronica e rimase stupito. «È tutto vero?»

Remi annuì.

«Ma perché?»

«Non è importante», intervenne Sam. «Sappiate solo che ci state facendo un grosso favore.»

Lo sposo si guardò intorno, come per decidere se ne valesse la pena. «D’accordo. Immagino che questi soldi bastino per andare dove vogliamo, se non dovessimo stare al Savoy.» Raccolsero le poche cose che avevano tirato fuori dalle valigie.

«Ancora congratulazioni», disse Remi, accompagnandoli alla porta.

«Solo una cosa», disse Sam. «Meglio non fare tanto rumore. Stanno dormendo.» Indicò la camera di Ivan e Jak.

L’uomo annuì ed entrambi salutarono con la mano prima di andarsene.

Remi chiuse a chiave la porta. Meno di trenta secondi dopo, udirono bussare piano alla porta accanto e la voce di Fisk che chiedeva di entrare.

Interessante. Fisk non sembrava il tipo da sporcarsi le mani se non nelle faccende più importanti. Dunque, che cosa sapeva esattamente Nigel? Remi raccolse due bicchieri vuoti da un vassoio accanto al secchiello del ghiaccio e fece cenno a Sam di raggiungerla, sussurrando: «È venuto il momento di capire cosa sta succedendo nella stanza accanto».

Pirati
9788830456921-cov01.xhtml
9788830456921-presentazione.xhtml
9788830456921-tp01.xhtml
9788830456921-cop01.xhtml
9788830456921-occhiello-libro.xhtml
9788830456921-fm_1.xhtml
9788830456921-fm_2.xhtml
9788830456921-p-0-c-1.xhtml
9788830456921-p-0-c-2.xhtml
9788830456921-p-0-c-3.xhtml
9788830456921-p-0-c-4.xhtml
9788830456921-p-0-c-5.xhtml
9788830456921-p-0-c-6.xhtml
9788830456921-p-0-c-7.xhtml
9788830456921-p-0-c-8.xhtml
9788830456921-p-0-c-9.xhtml
9788830456921-p-0-c-10.xhtml
9788830456921-p-0-c-11.xhtml
9788830456921-p-0-c-12.xhtml
9788830456921-p-0-c-13.xhtml
9788830456921-p-0-c-14.xhtml
9788830456921-p-0-c-15.xhtml
9788830456921-p-0-c-16.xhtml
9788830456921-p-0-c-17.xhtml
9788830456921-p-0-c-18.xhtml
9788830456921-p-0-c-19.xhtml
9788830456921-p-0-c-20.xhtml
9788830456921-p-0-c-21.xhtml
9788830456921-p-0-c-22.xhtml
9788830456921-p-0-c-23.xhtml
9788830456921-p-0-c-24.xhtml
9788830456921-p-0-c-25.xhtml
9788830456921-p-0-c-26.xhtml
9788830456921-p-0-c-27.xhtml
9788830456921-p-0-c-28.xhtml
9788830456921-p-0-c-29.xhtml
9788830456921-p-0-c-30.xhtml
9788830456921-p-0-c-31.xhtml
9788830456921-p-0-c-32.xhtml
9788830456921-p-0-c-33.xhtml
9788830456921-p-0-c-34.xhtml
9788830456921-p-0-c-35.xhtml
9788830456921-p-0-c-36.xhtml
9788830456921-p-0-c-37.xhtml
9788830456921-p-0-c-38.xhtml
9788830456921-p-0-c-39.xhtml
9788830456921-p-0-c-40.xhtml
9788830456921-p-0-c-41.xhtml
9788830456921-p-0-c-42.xhtml
9788830456921-p-0-c-43.xhtml
9788830456921-p-0-c-44.xhtml
9788830456921-p-0-c-45.xhtml
9788830456921-p-0-c-46.xhtml
9788830456921-p-0-c-47.xhtml
9788830456921-p-0-c-48.xhtml
9788830456921-p-0-c-49.xhtml
9788830456921-p-0-c-50.xhtml
9788830456921-p-0-c-51.xhtml
9788830456921-p-0-c-52.xhtml
9788830456921-p-0-c-53.xhtml
9788830456921-p-0-c-54.xhtml
9788830456921-p-0-c-55.xhtml
9788830456921-p-0-c-56.xhtml
9788830456921-p-0-c-57.xhtml
9788830456921-p-0-c-58.xhtml
9788830456921-p-0-c-59.xhtml
9788830456921-ind01.xhtml
Il_libraio.xhtml