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Remi lo fissò per diversi secondi, notando la rilegatura di cuoio consunta, le decorazioni impresse in oro, le pagine dai margini dorati e l’inchiostro che una stampante laser moderna non avrebbe mai potuto realizzare. «Non è lo stesso libro che mi ha fatto vedere lui.»

«E, allora, com’è finito nelle tue mani?»

«Non lo so. Ho solo pagato quarantanove dollari, più le tasse. Io...» Remi allungò una mano e lo toccò, dopo di che la ritrasse. «Sarebbe bene indossare i guanti.»

«Aspetta un attimo, Remi. In che senso, l’hai pagato solo quarantanove dollari? Ti sei scordata qualche zero?»

«No. Però, quando è entrato quel tizio, il signor Pickering mi ha strappato dalle mani la riproduzione e mi ha detto che me l’avrebbe incartata. Il libro non era questo.»

«Pensi che lo abbia scambiato con quello nella cassaforte?»

«Dev’essere andata così. Deve aver capito le intenzioni di quell’uomo quando l’ha visto entrare nel negozio.» Guardò il volume, ancora incredula. «Forse è il caso di dirlo alla polizia.»

«Senza dubbio, però vorranno vederlo. E in questo momento vorrei prima sapere cosa c’è di tanto importante in questo libro.»

«Lo portiamo dall’esperto di Phoenix?»

«D’accordo. Poi, informeremo la polizia.»

 

 

La mattina dopo, volarono a Phoenix e incontrarono il professor Ian Hopkins, i cui studi s’incentravano sulla letteratura inglese del Cinquecento e del Seicento. Inoltre, era un restauratore di libri antichi, un hobby che aveva iniziato a praticare dopo la pensione. Quando misero piede nel suo ufficio, ne stava appunto restaurando uno. Li guardò da sopra la montatura scura degli occhiali. «Dovete essere il signore e la signora Fargo.»

«Esatto», disse Sam. «Ma ci chiami pure Sam e Remi.»

«Ian», si presentò lui, alzandosi. Si sporse per stringere la mano a entrambi. «Dunque, il mio amico Lazlo ha detto che avete una copia in buono stato di Storia dei pirati e dei corsari

Remi estrasse dalla borsa il libro incartato con cura e lo posò sul tavolo. «Non sapevamo che avesse particolare valore, ma a quanto pare qualcuno lo pensa.»

«Vediamo.» Il professore s’infilò un paio di guanti bianchi e studiò il libro, rigirandoselo tra le mani. «Rilegatura completa e dorso in pelle in buono stato. Disegno geometrico in oro su fronte e retro ancora distinguibile... Doratura sui margini delle pagine visibile, non sbiadita...» Posò il libro sul tavolo e aprì la copertina. «Ecco il valore di questo libro», disse, facendo scorrere una mano guantata sul risguardo anteriore illustrato da una mappa e poi ribaltando il libro e aprendo la copertina posteriore, a sua volta illustrata da una mappa. «In buona parte delle copie che ho visto mancano i risguardi. Le mappe non sono uguali, vedete? Quella anteriore è diversa da quella posteriore. Per molto tempo, nessuno se n’è reso conto.»

«Perché qualcuno avrebbe dovuto togliere i risguardi?» chiese Remi.

«Credo siano copie di mappe di pirati autentiche che sono descritte nel libro. Tuttavia, le stesse mappe appaiono anche in edizioni successive, comprese alcune riproduzioni attuali, quindi è più probabile che qualcuno abbia pensato che i risguardi illustrati più vecchi potessero fare un figurone, se incorniciati. È quanto ha ipotizzato l’autore di un articolo sul furto dei risguardi da una copia della British Library, avvenuto lo scorso anno. Un furto alquanto audace, considerate le telecamere di sicurezza e via dicendo.» Sfiorò il margine in basso della mappa posteriore e il risguardo si sollevò leggermente. «Non che debba essere stato tanto difficile staccarlo. Come vedete, la colla non fa più presa su questa copia.»

Sam pensò che potesse essere quello il piccolo danno di cui aveva parlato Selma. «Con i risguardi intatti, il valore del libro aumenterebbe al punto da spingere qualcuno a uccidere pur di averlo?»

Il professore gli rivolse un’occhiata, leggermente sorpreso. «Non penso. In giro ci sono libri ben più preziosi. Ciò detto, si tratta di una copia eccellente. Immagino sia possibile che qualcuno voglia aggiungerla alla propria collezione.»

«Quanto varrebbe, se lei fosse un collezionista e lo volesse?» chiese Remi.

«Se il resto del libro fosse come nuovo e non mancasse nulla... quattro, cinquemila dollari.»

«Soltanto?» disse Sam.

«Non è un libro particolarmente raro. È solo antico e tratta un argomento che lo rende molto appetibile ai collezionisti di cimeli marittimi e a chiunque sia interessato ai pirati. Pertanto, sì, non più di cinquemila dollari, direi. E solo perché ha i risguardi intatti.»

«Rimane comunque una bella cifra, considerato che io l’ho pagato meno di cinquanta dollari», commentò Remi, corrugando la fronte. «Purtroppo, dovremo consegnarlo alla polizia.»

«Perché? Se l’ha pagato, è legittimamente suo.»

Remi spiegò al professore come mai il libro fosse finito in suo possesso.

Hopkins fece scorrere le dita guantate sulla copertina di cuoio. «Questo volumetto ha una storia davvero interessante...»

«Esatto. Per questo, ci chiediamo se non ci stia sfuggendo qualcosa», disse Remi.

«E di sicuro ci sfugge, visto che i criminali che hanno frugato nella nostra camera chiedevano se avessimo trovato una chiave di qualche tipo», intervenne Sam.

Il professore alzò gli occhi dalla pagina che stava studiando. «Una chiave? Per cosa?»

«È una delle cose che speravamo lei potesse aiutarci a scoprire», disse Sam. «Rispetto agli altri libri, questo ha qualcosa di diverso? Qualche scritta invisibile? Pagine che differiscono dalle altre copie?»

«Sarei felice di studiarlo più approfonditamente per voi, esaminarlo sotto una luce diversa, fotografarne ogni pagina per consentirvi di fare raffronti. Ma, ovviamente, la cosa ha un costo. E devo terminare un’altra valutazione prima della vostra.»

Sam estrasse il portafogli. «Qual è la sua tariffa standard?»

«Centoventicinque all’ora. Trattandosi solo di un volumetto, immagino che non ci metterò molto più di un’ora. Due, al massimo.»

Sam estrasse cinque banconote da cento dollari. «Bastano per dargli la priorità?»

«Telefonerò al mio cliente e gli farò sapere che la valutazione del suo libro subirà un ritardo.»

«Lo apprezzeremmo molto.» Sam controllò l’orologio, erano le undici passate. «Andiamo a pranzo, nell’attesa?» chiese a Remi.

«Certo», rispose la moglie. Poi, si rivolse al professor Hopkins: «Qualche suggerimento?»

«C’è un ottimo ristorante italiano a circa tre chilometri da qui. Marcellino Ristorante. Raccomandatissimo. Anzi, se volete, posso portarvi il libro lì non appena finisco di analizzarlo. Il cliente da cui devo andare è da quelle parti.»

«Perfetto», disse Remi. «A dopo.»

 

 

Il ristorante si trovava in una piazzetta vicino al lungofiume, nel quartiere di Old Town Scottsdale, a Phoenix. Sam aprì il cancello di ferro battuto e la porta a vetri per far entrare Remi. Il rumore – e il profumo – di aglio ed erbe fresche sfrigolanti li raggiunse insieme a una donna deliziosa che si presentò come Sima, li accolse calorosamente e li accompagnò al tavolo, augurando loro in italiano «Buon appetito».

Accanto alla vetrata con vista sul patio c’erano due tavoli liberi. La donna li fece accomodare a quello sulla destra, dato che sul tavolo nell’angolo a sinistra c’era un cartellino con scritto RISERVATO AD AUTORI E MUSE. Dopo aver dato un’occhiata al menu, Remi iniziò con un’insalata caprese a base di mozzarella fresca, pomodori dell’orto, peperoni rossi e basilico, e proseguì con cozze saltate al vino bianco. Sam optò per un carpaccio di tonno ahi crudo su un letto di rucola e salmone alla griglia. Da bere, per entrambi, una bottiglia di Falanghina Nudo Eroico, vino bianco frizzante.

Remi alzò il bicchiere, sfiorando quello di Sam. «Al professor Hopkins, nella speranza che trovi questa chiave misteriosa.»

«Concordo.»

Avevano appena finito di pranzare quando lo chef Marcellino si avvicinò al loro tavolo per salutarli, con un forte accento italiano. «Avete conosciuto la mia splendida moglie», disse, rivolgendo un cenno a Sima. «Spero che il pranzo sia stato di vostro gradimento. Magari, avete lasciato un po’ di spazio per il dessert...?»

«È stato favoloso. Dessert...?» Remi guardò Sam.

«Non posso resistere alla tentazione di dividere un tiramisù con una bella donna.»

«Bene, allora, ne divideremo una porzione», disse Remi.

«Subito», rispose lo chef con un leggero inchino e uno scintillio negli occhi scuri. Fu di ritorno poco dopo con il tiramisù.

Remi ne prese il primo assaggio, decidendo che l’equilibrio tra i savoiardi inzuppati di caffè espresso, il mascarpone cremoso e la spolverata di cacao amaro era perfetto. «Il più buono fuori dall’Italia.»

«Mai buono come il tiramisù che abbiamo mangiato il mese scorso a Roma, alla Domus Magnanimi.» Sam s’infilò il cucchiaio pieno in bocca e chiuse gli occhi come se stesse assaggiando un buon vino. «Be’, forse avremmo dovuto ordinarne due porzioni.»

Remi stava per mangiarne una seconda cucchiaiata quando vide il professor Hopkins entrare nel ristorante con il libro impacchettato sotto un braccio. Si guardò intorno, li notò e andò verso di loro. «Perdonate l’interruzione.»

«Si sieda, prego», disse Sam. «In realtà abbiamo finito, ma non abbiamo resistito al tiramisù.»

«Squisito, vero?» Prese una sedia e si accomodò.

«Buonissimo. Allora... ha scoperto qualcosa?» Sam scrutò il pacchetto che il professore aveva posato sul tavolo di fronte a loro.

«A un primo esame, nulla. Il volume è conservato in modo straordinario. Ovviamente, ne ho studiato ogni pagina, con illuminazione obliqua, luci nere, e a varie lunghezze d’onda. Nulla su nessuna pagina che potesse far pensare a una chiave. È ciò che cercava quella gente, giusto?»

Remi e Sam annuirono.

«Ho un amico che ha un metal detector ed è passato da me per esaminare il libro. Ho pensato che, magari, dentro la rilegatura fosse nascosta una chiave di qualche tipo e che, in tal modo, l’avremmo individuata. Niente. Poi mi è venuto in mente che forse non si riferivano a una chiave di metallo. È un libro che parla di pirati e mappe. Forse poteva essere una chiave per decifrare una mappa?»

«Il ragionamento fila», disse Remi.

«Per cui, ho rianalizzato ogni pagina. E, come mi avete chiesto, le ho fotografate tutte per poterle confrontare con un’altra copia. Purtroppo, non ho una copia a portata di mano. Ho pensato che potrete fare il raffronto voi stessi in futuro utilizzando la copia digitale che vi ho fatto. In questa edizione potrebbe esserci qualcosa di scritto che non appare nelle altre. Soprattutto, nelle pagine con le mappe. Ho esaminato anche l’inchiostro, per capire se fosse stato aggiunto qualcosa in un secondo momento...» Diede una pacca all’involto con il libro, facendo un respiro profondo. «Ma... torniamo alla chiave. Quando mi sono reso conto di averla davanti al naso, ho stentato a credere di non averlo capito prima.» Guardò Remi e poi Sam, senza dire nulla.

Remi avrebbe voluto chinarsi su di lui e dargli uno scossone. «Cosa esattamente non aveva capito prima?»

«Il perché negli altri volumi mancassero i risguardi. So cosa cercava quella gente.»

Pirati
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