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«Remi?» disse Sam piano. «Hai...»
Lei gli passò la bomboletta di spray al peperoncino.
«Scappate», disse Sam.
Remi e Nigel si girarono e scapparono. Sam puntò la bomboletta verso il cane, che indietreggiò come se avesse percepito guai. Lui indirizzò allora uno spruzzo in direzione dell’uomo e scappò dietro gli altri, senza aspettare di capire se avesse centrato il bersaglio. Il cane si mise ad abbaiare, poi Sam sentì il rumore dei passi pesanti dell’inseguitore. Evidentemente lo aveva mancato, oppure c’era un altro complice.
Remi e Nigel erano poco più avanti, diretti all’arco che immetteva in Devil’s Alley.
Nome adeguato, pensò Sam mentre raggiungeva sua moglie. Si guardò indietro, ma non vide nulla in quella nebbia.
«Da questa parte», disse Nigel, svoltando a destra. «La stazione di polizia non è lontana.»
Cinque minuti dopo, stavano denunciando l’aggressione. Un agente accompagnò Nigel in una stanza degli interrogatori, mentre Sam e Remi attendevano nell’atrio.
Remi si mise comoda su una sedia. «Meno male che c’eravamo noi.»
Sam passeggiava per la stanza, tenendo d’occhio la strada fuori. «Quante probabilità ci sono che l’uomo che dovevamo incontrare venisse rapinato?»
«Una coincidenza troppo grande.»
«Dopo tutto quello che ci è successo finora? Decisamente sì.» Si fermò a guardarla. «Tutta quella storia del Vecchio Shuck e del Devil’s Alley...»
«Pensi che Fisk o Avery abbiano costretto una vecchia a fermarsi e raccontarci una leggenda sul cane del diavolo solo per preparare questa rapina? Quella potrebbe essere una coincidenza. La rapina, invece...»
«Cosa ci avrebbero guadagnato dall’averlo rapinato?»
«Impedirgli di parlare con noi.» Remi emise un flebile sospiro. «Chi poteva sapere che fosse tanto rischioso avere a che fare con noi?»
Finalmente, il poliziotto uscì a raccogliere anche le deposizioni di Sam e Remi. Quando lui menzionò l’uomo e il cane, l’agente scosse la testa. «Il Vecchio Shuck e il diavolo? Non sa quante lagnanze riceviamo ogni volta che qualcuno porta a spasso il cane sul molo. L’anno scorso, era Rupert Middlefield che portava a passeggio il suo mastino. A quanto pare, pensava che fosse una cosa buffa. È fortunato se nessuno gli ha sparato, dico io.» Chiuse il suo taccuino e fece un sorriso scialbo. «Se non c’è altro...»
Lo ringraziarono per il suo tempo e se ne andarono. Fuori, Nigel li rassicurò dicendo che non aveva bisogno di cure mediche, così Sam propose di offrirgli qualcosa di forte da bere. Finirono in un pub nelle vicinanze, trovando un angolo relativamente tranquillo in cui sedersi a parlare.
Sam attese che venissero serviti i loro drink, prima di passare al vero scopo della loro visita. «Veniamo a quella traduzione. È riuscito a darle un’occhiata?»
«Sì», disse Nigel, posando il suo scotch sul tavolo e infilandosi una mano nella tasca della giacca. Un’espressione preoccupata si fece largo sul suo volto. Controllò in un’altra tasca e poi si alzò per infilare le mani nelle tasche dei pantaloni. «Forse, il portafogli non è l’unica cosa che mi hanno rubato.»
Sam e Remi si scambiarono un’occhiata. Nella mente di Sam non c’erano dubbi su chi fosse il mandante dell’aggressione subita da Nigel. «Qualcun altro l’aveva contattata per chiederle di tradurre delle frasi scritte in inglese antico?»
«Come fa a saperlo?»
«Una supposizione. Con ogni probabilità, la rapina è stata una messinscena per strapparle il taccuino.»
«Ma mi ci vuole poco a tradurle di nuovo. Il testo originale è nell’email che mi ha mandato Lazlo. Quindi, perché rubarla?»
«Forse per evitare che l’avessimo noi.»
Remi chiese: «Si ricorda qualcosa della traduzione?»
«Aveva a che fare con castelli, rocce, buche... Non ricordo con esattezza. Una parte del testo non aveva nessun senso. Mi sembrava del tutto innocuo, però.» Fece spallucce. «Di certo, non qualcosa per cui mi sarei aspettato d’essere rapinato. Quindi, cosa sta succedendo? Perché io?»
«Conosce la versione alternativa di Madge Crowley della storia del tesoro di re Giovanni?»
Nigel bevve un sorso di scotch e soltanto dopo, finalmente, incrociò lo sguardo di Sam. «Non è una delle cose di cui io vada più fiero... averle sottratto i suoi appunti. Mettiamola così: ero giovane, stupido e molto arrogante. In sintesi, comunque, la risposta è sì. Cosa c’entra con quello che mi è successo?»
«Alcune persone di nostra conoscenza credono a quella versione alternativa. Al punto da prendersela con chiunque abbia ciò che loro vogliono o che risulti d’intralcio.»
«Mi dispiace. Sta dicendo che la traduzione che il vostro amico mi ha chiesto di fare... no. È assurdo. La teoria di Madge, per quanto ingegnosa, è completamente sbagliata. Il tesoro è andato perduto nelle paludi. Lo sanno tutti.»
«E se si sbagliassero?» osservò Remi. «Se fosse davvero stato nascosto da qualche parte?»
«È... Non sta dicendo sul serio.» Aspettò che Remi dicesse qualcosa, che negasse, ma non lo fece, così lui si rivolse a Sam. «Il tesoro di re Giovanni?»
Sam annuì. «In conclusione, non abbiamo idea se esista, ma sembrano esserci prove sufficienti che valga la pena indagare su questa versione alternativa. E la sua traduzione di quelle frasi in inglese antico potrebbe essere utile alla nostra ricerca.»
La cameriera tornò, chiedendo se avessero bisogno di qualcosa. Nigel sollevò il bicchiere semivuoto e Sam ordinò un altro giro per tutti.
Quando si fu allontanata, Sam disse: «Se preferisce non essere coinvolto, lo capiremmo. Ovviamente, abbiamo a che fare con persone sgradevoli, ma potrebbe essere l’opportunità della vita».
«Potrebbe? È l’opportunità della vita», disse Nigel. «Ci sto. Di cosa avete bisogno esattamente?»
«Tanto per cominciare, della traduzione del testo che le ha inviato Lazlo.»
«Se avete un foglio, ho l’email originale sul mio cellulare. Ci sono alcune parole che non sono riuscito a capire, ma tante le ho capite subito.» Estrasse il cellulare da una tasca e iniziò a far scorrere i messaggi, mentre Remi cercava della carta nella sua borsetta. Nigel alzò bruscamente lo sguardo. «Una domanda: io non sono l’unico esperto di inglese antico e, di certo, non il più importante. Perché avete scelto me, considerati anche i miei trascorsi con Madge?»
Remi gli diede carta e penna. «Lo ha voluto la sorte, immagino. Guarda caso, lei era in zona.»
Non ci impiegò tanto. Il testo era breve. «Una cosa da tenere a mente è che c’è un ampio margine d’errore. Direi che abbiamo a che fare con un misto di inglese antico e Middle English. La grafia varia in base ai secoli e lo stesso vale per il significato delle parole e per l’ordine in cui venivano scritte. Quello che sto cercando di dirvi è che, se doveste mettere questo passo nelle mani di un’altra persona, potrebbe tirarne fuori qualcosa di diverso.» Fece scivolare il foglio sul tavolo verso Sam. «Ecco. Le prime tre parole sono piuttosto semplici. Chiunque disponga di una connessione Internet potrebbe cercarle e tradurle.»
Sam lesse. Le parole erano buca, o pozzo, poi castello e infine roccia, o colle. «Ha idea di cosa significhino queste altre?» chiese indicando Wul hol e wul eshea od...
«Quella è la parte più difficile. Mi dispiace, ma non so proprio.»
Remi studiò il foglio per un istante. «Abbiamo alcune parole, quindi. E adesso?»
«Il contesto è tutto», disse Nigel. «Potrebbe aiutarci a capire da dove vengono e quando sono state scritte, soprattutto nel caso di parole che possono avere un duplice significato. Come l’ultima, che potrebbe significare roccia oppure colle.»
Remi restituì il foglio a Sam, che disse: «Provengono da una vecchia mappa che pensiamo risalga al 1696, ma probabilmente si tratta della trascrizione di un testo redatto più o meno ai tempi della morte di re Giovanni».
Nigel corrugò bruscamente la fronte. «Sta dicendo che questo testo è la chiave del tesoro scomparso? Che si trova qui a King’s Lynn?»
«Questo non lo so. Fa parte di un messaggio in codice non ancora completamente decifrato.»
Nigel allungò una mano. «Posso ridare un’occhiata?»
Sam gli passò il foglio.
Lui lo studiò mentre la cameriera portava i drink e se ne andava. Poi disse: «A pensarci bene, una qualsiasi di queste parole potrebbe indicare un nascondiglio. Il problema è cercare di restringere il campo a un unico posto, sempre che siano state tradotte in modo corretto».
«Da queste parti, c’è qualcosa che corrisponde alla descrizione?» chiese Remi.
«Sì, però da queste parti non c’è nulla che non sia già stato oggetto di tantissime ricerche da parte di altre persone che cercavano la stessa cosa.»
«Eccetto noi, però», disse Sam. «Pertanto, che idea si è fatto sui possibili luoghi?»
«Buca o pozzo potrebbero essere una descrizione della fossa di re Giovanni. Si trova più o meno a metà strada tra qui e Long Sutton. E, se fosse vero, sarebbe sepolto sotto una decina di metri di limo, però...» Nigel s’interruppe.
«Però cosa?» incalzò Sam.
«Però... perché ci sono anche questi altri indicatori? Castello e colle, per esempio? Magari un pozzo in un castello? O il colle di un castello? Ce ne sono un sacco nei paraggi.»
«Qualcosa che risalga a quell’epoca?»
«Castle Rising.»
«Bene, allora domattina avremo qualche esplorazione da fare.»
Remi sollevò il bicchiere per un brindisi. «Alla buona caccia.»