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Sam si aspettava che fossero diretti a casa del professor Aldridge, non in un quartiere commerciale della città.

Percy indicò a Sam dove parcheggiare. «L’ingresso è a cinque minuti a piedi da qui.» Li condusse quindi lungo una strada lastricata, superando le vetrine di diversi negozi. Si fermò davanti a una sartoria. «La mappa è qui dentro.»

Remi guardò l’insegna. «Sta scherzando.»

La faccia di Percy s’illuminò mentre teneva aperta la porta. «Sorprendente, vero?»

Lei entrò nel negozio e si guardò intorno. «Immagino che mi aspettassi qualcosa di... diverso.»

«Tutta la città poggia su gallerie e grotte. C’è molto da fare.»

A quanto pareva, Percy era imparentato con il titolare, un secondo cugino abituato alle sue visite inattese. Il cugino li accompagnò nel retrobottega, dove aprì una porta. Una scala di pietra scendeva nell’oscurità e Percy indugiò, scrutandola. «Non scordarti la torcia elettrica quando scendi.»

Aldridge aprì un armadietto, che conteneva diverse torce elettriche, e ne consegnò una a ciascuno.

Iniziarono a scendere e la temperatura si fece sempre più fresca.

«È la mia preferita», disse Percy. «La prima in cui ho messo piede. Ho capito in quel momento che avrei voluto esplorarle tutte.»

Sam scese per ultimo, chiedendosi dove potesse essere conservata quella mappa. «Quante grotte ci sono qui?» chiese.

«Almeno settantacinque. In buona parte, sono andate perdute per la costruzione di edifici e giardini. Altre sono crollate a poco a poco, dopo ottocento anni. Purtroppo, in pochi sono al corrente della loro esistenza, a eccezione di quelle aperte come attrazioni storiche.»

«E questa? Per cosa veniva usata?» chiese Sam, puntando la torcia sulle pareti piuttosto lisce, dove erano stati scavati dei ripiani.

«I precedenti padroni del negozio la usavano come cantina per il vino.» Li condusse a una galleria che s’immetteva in un ampio spazio. «Tutta scavata a mano nell’arenaria. Secoli prima, la gente ci viveva qui dentro. A dire il vero, viveva in grotte disseminate in tutta la città. Gli ingressi erano ricavati sopra il livello del suolo per impedire che s’inondassero, in caso di alluvione. È tutto molto affascinante.»

«Una domanda», disse Sam, rendendosi conto che quell’ultimo ambiente era senza uscita. «Tutto questo cosa c’entra con Robin Hood e la mappa?»

«Robin Hood?» Percy scoccò un’occhiata confusa ad Aldridge. «Pensavo che voleste vedere questa. Vi ho detto che è la prima in cui sono stato?»

«Sì», disse Aldridge.

Sam guardò Remi, che aveva mantenuto un sorriso scialbo mentre faceva scorrere le mani sulle pareti della grotta. Avrebbe dovuto insistere nel contattare l’altro esperto, soprattutto dopo l’episodio dell’incendio. «Apprezziamo il fatto che ci abbia portati qui, ma speravamo di sapere qualcosa su eventuali grotte legate a Robin Hood, a re Giovanni, a William the Marshal e alle quattro camere.»

«Intende dire le quattro caverne?» chiese Percy.

«Credo di sì.» Il fatto che Percy avesse riconosciuto quel nome significava che erano sulla strada giusta. «Sa dove si trovano?»

«È passato del tempo, ma credo di poterle ritrovare. Non ve le consiglio, però. È molto pericoloso. Ci sono punti in cui si rischia di cadere. Ci si può perdere. Ci sono tanti posti migliori da esplorare.»

«Ma a noi piace esplorare», disse Remi, maliziosamente. «Magari, può dirci come ci si arriva?»

«È quasi mezzogiorno, sapete? Io non ho ancora pranzato.» Si voltò e fece per tornare alle scale da cui si accedeva al negozio. «Ho la sensazione d’essermi scordato qualcosa, ma mi prenda un colpo se me la ricordo. Perché vogliono andarci?» chiese ad Aldridge.

«Stanno cercando alcuni manufatti storici.»

«Ah, già. Ora ricordo. Non ci troverete granché. Solo un sacco di gallerie in cui perdervi e qualche incisione celtica sulle pareti. Nient’altro. I manufatti, sempre che ce ne fossero, sono spariti da tempo.»

Mentre lo seguivano sui gradini, Sam chiese ad Aldridge: «Sicuro che sia una buona idea?»

«Si ricordi che oggi Percy non è in vena. L’incendio lo ha scombussolato. Ovviamente, se preferite tentare con l’altro esperto, sarò felice di contattarlo per conto vostro.»

«In questo caso, allora sì, preferiremmo.» Dovendo salvare la vita di Nigel, non voleva fare affidamento sulla memoria traballante di un professore in pensione, così prese Remi in disparte e le disse che Aldridge stava per chiamare l’altro esperto.

«Sono d’accordo con te, però...»

«Però?»

«Ha parlato delle quattro caverne e di incisioni celtiche: combaciano alla perfezione con le quattro camere menzionate da Lazlo e il nodo celtico sul disco. Vuol dire che sa quello che dice.»

«Quando se lo ricorda.»

«A me sembra che abbia più che altro un problema con la memoria recente. Le grotte però le visita da quando era ragazzino...»

«Non è tanto quello, Remi. Siamo venuti qui per una mappa e ci è toccata una visita guidata a una cantina. Se dovesse succedergli qualcos’altro e finissimo in una ricerca inutile? È già penoso aver coinvolto Nigel in questa storia. La nostra priorità, ora come ora, è salvarlo. Per di più, Percy non ha nemmeno idea del pericolo. Per questo mi preoccupa.»

«Non l’avevo vista da questa prospettiva. Speriamo che il professor Aldridge riesca a contattare l’altro esperto.»

Aldridge uscì dal negozio per telefonare e tornò subito dopo. «Mi dispiace, ma la moglie di Swift ha detto che tornerà solo nel tardo pomeriggio. È impegnato in un viaggio di lavoro. Mi richiama lei non appena il marito rincasa. Penso comunque che possiate tranquillamente servirvi di Percy, nel frattempo. Lui ha voglia di farlo, soprattutto se c’è la possibilità di arrivare a qualcosa di rilevante sul piano storico.»

Se si fosse trattato di una spedizione come tutte le altre, non sarebbe stato un problema. Sam controllò l’orologio: mezzogiorno appena passato. Sembrava proprio che non avessero altra scelta. Nigel era lì, da qualche parte, e Percy era la loro unica opzione: se non fosse riuscito a trovare quella mappa, magari sarebbe riuscito almeno a ricordare il posto e a indicarglielo. Sam spiegò ogni cosa ad Aldridge, compreso il motivo per cui non voleva un coinvolgimento della polizia.

«Questo di certo cambia le cose», disse il professore. «Fatemi vedere se riesco a farlo concentrare a sufficienza per scoprire dov’è questa mappa. Sono quasi certo che la tenga nel negozio e probabilmente è per questo che ci ha portati qui. Le grotte lo distraggono.»

«Grazie. Lo apprezziamo molto.»

Sam e Remi aspettarono fuori mentre Aldridge parlava con Percy. Sbirciarono dentro la vetrina, discutendo sul da farsi se Percy non fosse riuscito a trovare la mappa.

«Forse si ricorda in linea di massima dove sono le quattro caverne», disse Remi. «Potremmo dire ad Aldridge di accompagnarcelo in macchina mentre noi li seguiamo. Non dovrà nemmeno scendere, basterà che ci indichi il posto e, a quel punto, Aldridge potrà riportarlo a casa.»

«Potrebbe essere l’unica possibilità che abbiamo», disse Sam.

Aldridge li richiamò dentro. «Buone notizie. Io e Percy ci siamo fatti una chiacchieratina su quelle caverne.»

Percy aveva in mano un tubo di cartone. «Il mio amico dice che siete interessati alle grotte di Nottingham. Sono tra le mie preferite. Le visito da quando ero un ragazzino.»

Aldridge gli diede una pacca sulla spalla. «Mostragli la mappa, Percy.»

«Giusto.» Si avvicinò al tavolo e tolse il tappo dal tubo. Lo rovesciò e ne fece uscire la stampa di una grande mappa di Nottingham, che aprì sul tavolo. Era coperta di righe rosse tracciate a matita, con scritte scarabocchiate in vari punti. «Le mappo praticamente da sempre. Queste sono le mie preferite», disse, picchiettando con una mano il punto in cui si trovavano in quel momento.

Sam scrutò la mappa e notò un disegno a forma di trifoglio vicino al castello di Nottingham, e la scritta QUATTRO CAVERNE appena sopra. «Ci parli di questo posto», disse.

Pirati
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