17
«Consegnatemela.» Gli occhi scuri del ragazzo penetrarono in quelli di Sam, che si stava tenendo a galla accanto alla barca. «Subito.»
«Nuno, non è una buona idea», disse Sam.
«Invece sì.»
«Perché?»
«Non ha importanza. Consegnatemela.»
«E poi?»
«E poi avrete una morte veloce invece che lenta.»
«Qualunque sia la cifra che ti danno, io ti darò il doppio.»
Nuno esitò, spostando lo sguardo da Sam a Remi e poi di nuovo su Sam. «Non capite. Hanno già ucciso il capitano Delgado. Uccideranno la mia famiglia, se non lo faccio.»
Remi, senza curarsi del consiglio di Sam di stargli dietro, cercò di avvicinarsi a nuoto.
Lui la afferrò per un braccio, bloccandola. «Ammazzeranno anche te», disse a Nuno. «Quegli uomini sono assassini spietati.»
«È la mia famiglia. Per favore... perdonatemi.» Agitò il revolver verso di loro, gli occhi scuri che brillavano mentre recitava qualcosa in portoghese.
Una preghiera, pensò Sam. Non un buon segno.
«Mi stanno spiando anche adesso», disse Nuno. «Per essere sicuri che vi ammazzi. Per favore. Non voglio che la mia famiglia muoia.»
«Remi, dammi quella sacca e allontanati», disse Sam.
«Io non ti lascio da solo.»
«Invece sì.» Sam si rivolse al ragazzo. «Quando mia moglie è al sicuro, ti consegno la sacca.»
Nuno puntò l’arma in avanti. «No! Non mi fido di te. Tu!» disse a Remi, indirizzandole contro la pistola. «Dammela tu. Non lui!»
«Remi...» Sam non mollò la presa sul braccio della moglie.
«Subito!» gridò Nuno.
Remi sorrise a Sam. «Sta proteggendo la sua famiglia.»
Ed era proprio quello a renderlo molto pericoloso. L’ultima cosa di cui Sam avesse bisogno in quel momento era suscitare altra rabbia e, con riluttanza, lasciò andare Remi.
Lei nuotò verso la barca e sollevò la sacca. Il ragazzo l’afferrò, ma Remi la tenne stretta. «Nuno, prego che la tua famiglia sia al sicuro. E che tu faccia quello che è giusto per loro.» E, a quel punto, mollò la presa.
Sam sentì il cuore martellargli furiosamente nel petto, mentre osservava sua moglie che si teneva a galla facendo mulinare i piedi, decisamente troppo vicina a quell’uomo armato e alla canna del revolver.
Nuno aprì la sacca, sbirciò dentro e la lasciò cadere sul fondo dello Zodiac. Guardò la pistola, poi Remi. «Mi dispiace.» Puntò e fece fuoco.
Lei sussultò nell’acqua e si girò verso il marito, il viso pallido e gli occhi spalancati, protendendosi verso di lui. Gli strinse una mano e Sam la tirò a sé.
Un secondo sparo scosse l’aria e Sam la strinse tra le braccia, mentre l’adrenalina gli scorreva nelle vene all’impazzata. Si girò, frapponendosi tra Remi e il ragazzo. Il terzo sparo, però, non arrivò. Il motore dello Zodiac prese vita e si allontanò rapidamente, lasciandoli lì, nell’acqua.
«Remi?»
«Sto bene.»
La guardò negli occhi, incredulo. «Ma come? Ho visto...»
«Ha sparato in acqua. Mi sono spaventata.»
«Perché?»
«Penso nella speranza che credano che siamo morti. E se...»
Sam la baciò con trasporto, poi si scostò e iniziarono a scivolare entrambi sotto la superficie. Guardò verso il Golfinho, ma i flutti crescenti impedivano di vedere chiaramente. Con un briciolo di fortuna, lo stesso sarebbe successo a chi dal Golfinho stava guardando dalla loro parte. Lo Zodiac era a metà tragitto e Sam sperava che Nuno recitasse la parte in modo convincente. Altrimenti... avrebbero avuto almeno un minimo preavviso, perché se qualcuno avesse deciso di tornare per finirli, avrebbe dovuto tornare con lo Zodiac.
Ora, per i Fargo la migliore speranza di sopravvivenza consisteva nel restare fermi vicino agli scogli, dove il Golfinho non si sarebbe potuto avventurare.
Dopo quella che parve un’eternità, lo Zodiac giunse al Golfinho. Sam e Remi videro che veniva fatta salpare l’ancora. Qualcuno si sporse sulla fiancata, puntando un mitra. Sam e Remi sparirono alla vista sotto la superficie dell’acqua mentre lo Zodiac veniva tempestato di pallottole.
Il Golfinho si allontanò. Sam allungò un braccio e afferrò la mano della moglie.
«La cosa positiva è che siamo vivi», disse lei a voce alta per farsi udire nel rombo del vento e del mare agitato.
«In effetti...» Di certo, mentre si tenevano a galla, non avevano bisogno di sprecare energie per il peso delle bombole d’ossigeno. Se le sfilarono e le abbandonarono. Sam si guardò intorno cercando di valutare la loro situazione. La deriva li aveva allontanati notevolmente dal punto dell’immersione: l’isola era più vicina e le onde si frangevano contro gli infidi scogli. La corrente esercitava la sua forza incessante. Si spinsero più al largo, allontanandosi dal pericolo.
Sam alzò gli occhi al cielo: le nubi scure minacciavano pioggia a breve. «Direi che abbiamo due opzioni: provare a raggiungere il continente oppure attendere qui.»
«In acqua?»
«O sull’isola», disse, urlando per farsi sentire. «Squali o crotali?»
Lei osservò l’isola, concentrando lo sguardo sul litorale roccioso. «E se non mi piacesse nessuna delle due opzioni?»
«Mi dispiace, Remi. Abbiamo un piano B?»
«Aspettare che Selma ci mandi aiuto?»
Le onde s’incresparono facendosi sempre più alte e il vento crebbe d’intensità all’approssimarsi della tempesta. Fin troppo presto, iniziarono a cadere le prime gocce. Tentare di raggiungere il continente a nuoto in quelle condizioni sarebbe stato quasi impossibile persino per un nuotatore provetto. Sempre che non fossero finiti in qualche corrente trasversale e trascinati al largo, in acque più profonde.
«L’isola», disse Sam. Meglio restare fermi in un punto, aspettare aiuto e sperare che ai serpenti non piacesse la pioggia.
Remi annuì, rendendosi indubbiamente conto che era la scelta più sicura che avessero a disposizione. Avrebbero dovuto trovare un punto senza rocce per riuscire ad approdarvi, così si misero a nuotare insieme verso nord, costeggiando l’isola sul lato occidentale. Purtroppo, erano controcorrente e, diversi minuti dopo, Sam capì che non avevano fatto molta strada.
Serviva ripensare la strategia.
Remi si teneva a galla accanto a lui. «Sam...»
«Dammi un minuto», le disse.
«Guarda!» Puntò il dito verso sud.
Lui si girò, temendo che il Golfinho fosse tornato a cercarli. «Cosa c’è?»
«Lì. Il piano B.»
Sam vedeva solo acqua grigia, agitata.
«Più o meno a ore due. Credo sia lo Zodiac.»
Ed eccolo lì. Una macchiolina rossa che spuntava tra i marosi per poi sparire nuovamente. Se non era lo Zodiac, era qualcosa di colore vivace. A quel punto, non avevano nulla da perdere. «Andiamo.»
La cosa positiva era che adesso si stavano muovendo nel senso della corrente, mentre quella negativa era che anche l’oggetto verso cui stavano nuotando si muoveva in quel senso. Alla fine, riuscirono a guadagnare terreno.
Si trattava certamente dello Zodiac, ma mezzo sommerso. Avvicinandosi, Sam si rese conto che la poppa con il motore fuoribordo era sotto la superficie. La prua era l’unica parte che ancora si manteneva sull’acqua.
Era più un salvagente che una barca, non li avrebbe riportati a riva, ma il colore rosso acceso avrebbe certamente spiccato più delle loro mute nere, se una squadra di soccorso si fosse messa a cercarli.
Purtroppo, però, quando si aggrapparono alla parte anteriore, capirono che difficilmente sarebbe rimasto a galla. Il peso era eccessivo e l’aria residua non bastava, ora che il quadro di poppa e la prora erano del tutto sommersi. «Stai qui», disse Sam. «Gli do una controllatina.»
Remi annuì, restando aggrappata alla prua. Il marito si sistemò la maschera, si sfilò la torcia dalla cintura e si calò sotto la superficie dell’acqua. Era davvero difficile affondare un gommone. Gli uomini di Avery dovevano aver mancato un paio di tubolari quando l’avevano crivellato di colpi. Sam si sentì pervadere da un senso di nausea al pensiero che il giovane Nuno avesse incontrato il suo destino a bordo di quella barca. Sganciò i morsetti del motore, staccandolo dal quadro di poppa e lasciando che s’inabissasse.
Un’operazione che si augurava gli avrebbe fatto guadagnare un po’ di tempo. Riemerse e tornò da Remi. «Speriamo che trattenga l’aria abbastanza a lungo. È pieno di fori di pallottole.»
Lei rimase in silenzio per diversi secondi. «Ci ha salvato la vita», disse infine.
«Per il momento.»
Il rombo di un tuono lontano li scosse e Sam sperò che, se un fulmine si fosse abbattuto nei paraggi, sarebbe finito sull’isola e non in acqua.
La pioggia s’infittì e il crepuscolo si trasformò in notte. Rimasero aggrappati a quel che restava dello Zodiac, sballottati dal vento. A un certo punto a Sam venne in mente che gli squali tigre visti in precedenza erano predatori notturni, ma proprio in quel momento Remi disse: «Stavo pensando...»
Lui guardò sua moglie, felice che fosse vigile e calma. «A cosa?»
«A quella settimana di vacanza che mi avevi promesso.»
«Ah...»
«Dovremmo rimandarla ancora per un po’. Non trovi?»
Era in momenti come quello che il suo amore per Remi cresceva enormemente. Erano aggrappati a un gommone sul punto d’inabissarsi, e lei riusciva a cogliere l’assurdità della situazione. «Buona idea. Diciamo... dopodomani.»
«Non domani?»
«Meglio aspettare almeno di essere tornati sulla terraferma. Per capire dove dovremo andare subito dopo.»
Lei gli rivolse un sorriso e lui le prese la mano per un attimo, riflettendo su come fossero finiti in quella situazione complicata. C’era un solo modo in cui gli uomini di Avery potevano aver saputo dei loro spostamenti: Bree.
Non era il momento adatto, pensò Sam, per tirare fuori l’evidente tradimento da parte dell’amica della moglie. Dovevano concentrarsi a sopravvivere. Lei dovette leggergli nel pensiero, perché disse: «Mi dispiace».
«Non è necessario, Remi. Noi due ci siamo dentro insieme. Sempre.»
Non ne era sicuro, era troppo buio per capirlo, ma stavolta il sorriso di Remi parve addolorato. Quando offriva il suo cuore, lo offriva fino in fondo. Vederla soffrire spezzava anche il cuore di Sam, ma non c’era nulla che lui potesse fare o dire per cambiare la situazione in cui si trovavano.
Tranne che sopravvivere.
Nelle tante ore successive, fu proprio su quello che si concentrarono. Lo Zodiac stava perdendo quel poco di spinta idrostatica che ancora aveva e Sam aveva paura che venisse trascinato al largo, lontano da dove forse qualcuno li avrebbe cercati.
Erano entrambi esausti e affamati. Il pensiero più assurdo passò per la mente di Sam quando chiuse gli occhi per riposarsi un momento, la folle idea di aver visto sull’acqua un miraggio. Una luce in avvicinamento, come se la deriva li stesse portando verso terra. Sbarrò gli occhi e si rese conto che una luce c’era davvero e che si stava davvero avvicinando.