CAPITOLO 53
Tracy era seduta sul retro dell’ambulanza, il braccio sinistro bloccato da una imbracatura nera. Le bruciava la gola ogni volta che deglutiva e aveva difficoltà a respirare a fondo; ogni volta che inspirava, sentiva una fitta alle costole.
I furgoni della scientifica e del medico legale avevano intasato del tutto la strada senza uscita, richiamando i vicini. Si radunavano sui prati e sui marciapiedi. Qualcuno aveva sistemato il nastro della polizia in fondo alla strada, ben lontano. Dietro, Tracy vedeva il bagliore delle luci delle troupe televisive.
Mentre i paramedici le cercavano una vena nel braccio per inserirle una flebo di antidolorifico, Tracy vide due membri della squadra del medico legale che portavano fuori una barella con sopra il cadavere di David Bankston, chiuso nella sacca. Abbassarono le ruote sulle piastrelle del giardino e spinsero la barella fuori dal cancello fino al retro di un furgone blu. Kins e Faz la raggiunsero, Faz con una grossa benda sul viso.
«Come va la testa?» gli chiese Tracy.
«Dicono che dovranno darmi un paio di punti. Chi lo sa, potrebbe essere un miglioramento. Tu come ti senti?»
«Come se qualcuno mi avesse ballato sulla gola.»
Faz sorrise. «Parli come me, adesso, Professoressa.»
«Puoi ringraziare quel coglione di Nolasco, quando lo vedi» disse Kins. «Sono andati a casa di Bankston senza prima arrestarlo.»
«Perché non hanno aspettato?» chiese Tracy e le scappò una smorfia di dolore.
«Ho il sospetto che sia stato perché voleva che l’arresto avvenisse in diretta. C’era Maria Vanpelt sul posto. Al centro della scena» disse Kins. «Bella coincidenza, eh?»
«Le ha fatto una soffiata» sbottò Faz. «Ci ha tagliati fuori e poi le ha fatto una soffiata. È lui quella cazzo di talpa.»
«Poco ma sicuro» disse Kins.
«Si è portato dietro anche l’FBI, in modo da potersi prendere il merito» aggiunse Faz. «Lui diventa il detective che ha preso il Cowboy e noi facciamo la figura degli stronzi.»
«Che hanno trovato?» chiese Tracy. «Che hanno trovato a casa di Bankston?»
«Non lo so» rispose Kins. «Immagino che ci stiano ancora lavorando, ma da quello che ho visto in televisione e che ho saputo, hanno trovato un rotolo di corda di polipropilene e tutti gli articoli sugli omicidi, insieme a decine di tue fotografie.»
«E il cappio?» insistette Tracy, perché sapeva che stabilire l’esatto tipo di nodo era importante.
Kins scosse la testa. «Che io sappia no.»
«Intendevo quello in casa, al piano di sotto.»
«Ah. La scientifica ci sta lavorando, ma sembra uguale a quello lasciato al poligono.»
«Tracy!»
Riconobbe la voce di Dan. Era dietro lo sbarramento e agitava il braccio verso di lei.
«Puoi lasciarlo passare?» chiese a Faz.
«Vado.»
Tracy guardò Kins. «Dobbiamo cercare qualche legame fra Bankston e Beth Stinson.»
«Potrebbe non essere stato lui a ucciderla, Tracy. Il DNA non corrisponde.»
«Dev’essere stato lui per forza, Kins. Ci sono troppe analogie.»
«Forse è stato in quell’occasione che gli è venuta l’idea» disse Kins. «Forse ha letto qualcosa sui giornali o l’ha visto in televisione.»
«Allora perché ha aspettato tanto a lungo?»
«Era via. In Iraq. Quando è tornato, si è sposato e ha avuto una bambina. È come diceva Amanda Santos. Questi tizi possono restare anni senza uccidere. Ma quando iniziano, non riescono più a fermarsi.»
«Dobbiamo cercare comunque nel suo passato.»
«Lo faremo. Adesso tu devi pensare ad andare in ospedale e a farti curare.»
Dan corse da lei. «Stai bene?»
Tracy annuì. «Sta iniziando a diventare una brutta abitudine.»
«Che ti è successo alla voce?»
«È la mia voce sexy.» Tracy sorrise, poi fece un’altra smorfia.
Un paramedico si avvicinò. «Dobbiamo portarla in ospedale e farle dare un’occhiata, detective.»
«Vi seguo» disse Dan.
Tracy guardò casa sua, i detective della scientifica che entravano e uscivano dalla porta di ingresso.
«Ci penso io a chiudere tutto qui» la rassicurò Kins.
«Hanno trovato Roger?» chiese Tracy.
«Un agente ha detto che era nascosto fra i cespugli. Il cibo per gatti ha funzionato per stanarlo. Lo chiuderò dentro.»
«Dagli da mangiare e avrai un amico per la vita» disse lei.
«Allora è italiano» commentò Faz.