CAPITOLO 20

Billy Williams chiamò per avvisarli: Maria Vanpelt aveva mandato in onda un servizio speciale in cui confermava che Seattle aveva ufficialmente un nuovo serial killer, soprannominato il Cowboy, e che il dipartimento di polizia avrebbe creato una task force per catturarlo.

«Gentile da parte sua farcelo sapere» commentò Tracy senza riuscire a nascondere il disprezzo nella voce.

«I pezzi grossi stanno per riunirsi» disse Billy. «Ci saranno tutti quelli che contano ed è stata richiesta la vostra presenza.»

«“Richiesta” significa che possiamo rispondere di no?» chiese Kins.

«No» rispose Billy.

 

Arrivati al Centro di Giustizia, Tracy e Kins si fiondarono nella piccola cucina, visto che non mangiavano dalla colazione. Kins cacciò due dollari nel fondo comune e prese un sacchetto di patatine di mais e uno di biscotti con le gocce di cioccolato. «Vuoi quello con un alto contenuto di grassi o quello con un alto contenuto di grassi?»

«C’è bisogno di chiederlo?» Tracy afferrò i biscotti. «Cioccolato.»

Si diressero all’ottavo piano ed entrarono in una sala riunioni scialba dalle pareti spoglie, senza quadri o fotografie. Nolasco era seduto dall’altra parte del tavolo, la schiena rivolta verso le finestre dai vetri fumé. Alzò gli occhi da un foglio e li guardò sopra gli occhiali da lettura. Con i capelli color fango con la riga in mezzo e i baffi folti che gli arrivavano sotto gli angoli della bocca, le donne del distretto dicevano che assomigliava a un attore porno degli anni Settanta invecchiato. Accanto a lui erano seduti Bennett Lee, l’addetto stampa del dipartimento, oltre a Billy Williams e Andrew Laub, il loro tenente.

Lee fece scivolare due fogli sul tavolo, mentre Kins e Tracy scostavano le sedie.

«Che cos’è?» chiese Tracy.

«Clarridge vuole rilasciare una dichiarazione» disse Nolasco, riferendosi al capo della polizia, Sandy Clarridge. Si tolse gli occhiali e li fece girare tenendoli per una stanghetta. «Ci sarà anche il sindaco con lui. Nessuno dei due è stato felice di sentire le ultime notizie.»

«E quali sarebbero?» chiese Tracy mentre si sedeva.

«Che abbiamo un altro serial killer… e che i cittadini sono scettici sulle nostre capacità di acciuffarlo.»

«Vamp Pelt?» chiese Tracy, usando il soprannome che i detective avevano affibbiato a Maria Vanpelt.

«È irrilevante» rispose Nolasco.

«Non si può dire che quella donna sia una sostenitrice della verità.» Tracy si cacciò in bocca un biscotto.

«Trasformerebbe un raduno di buddisti in un ritrovo clandestino di terroristi» aggiunse Kins.

«Qualcuno di voi due vuole spiegarlo al capo?» chiese Nolasco.

«È per questo che siamo qui?» chiese Tracy.

«Siete qui perché voglio sapere a che punto siamo con l’ultimo omicidio e che legami ci sono con gli altri due» disse Nolasco. «La versione breve. Non ho molto tempo.»

«Lo stesso tipo di corda usata per uccidere Hansen e Schreiber» disse Tracy. «Non sappiamo se provenga dallo stesso rotolo, ma non ci sono dubbi sul nodo. L’ha fatto lo stesso tizio. Probabilmente mancino. Le stanze erano in ordine. I letti fatti. I vestiti piegati. Non sappiamo ancora niente del DNA. Non si possono prendere le impronte dalla corda, ma Melton dice che ne hanno raccolte abbastanza dalla stanza del motel da fondare un piccolo villaggio. Ci vorrà del tempo.»

«Quindi abbiamo un serial killer» disse Nolasco.

«Avevamo già un serial killer.»

«Forse dovremmo concentrarci sul comunicato» suggerì Lee e sollevò un foglio dal tavolo, «dal momento che non abbiamo molto tempo.»

Chiunque avesse scritto il comunicato aveva descritto i tre omicidi in modo vago, senza fare alcun riferimento a un cappio o a una corda.

«Non basterà a tenere buoni i giornalisti» commentò Tracy.

«Il nostro mestiere non è tenere buoni i giornalisti» disse Nolasco.

«Sanno già che Hansen e Schreiber sono state strangolate con un cappio» disse lei. «Ne dedurranno che Veronica Watson è morta nello stesso modo.»

«Non voglio rivelare troppi dettagli» disse Nolasco.

«Ci è riuscito.»

«Qualche problema?»

«Io nessuno, ma non appena Clarridge avrà finito di leggerlo, i giornalisti penseranno che stia nascondendo qualcosa di importante. Gli chiederanno dettagli che non è in grado di fornire e lo metteranno in imbarazzo.» Alzò le spalle. «Come preferisce.»

Nolasco rilesse il comunicato mentre si strofinava l’indice sui baffi, come faceva ogni volta che voleva prendere tempo. Dopo meno di un minuto, posò il foglio e premette insieme le dita, a formare una piramide subito sotto le labbra. «Tu che cosa suggerisci?»

«Non c’è motivo di nascondere che Veronica Watson è stata strangolata, né il tipo di corda usata» disse Tracy.

«Concordo» intervenne Kins. «Lo sanno già tutti, grazie a Vamp Pelt.»

«Ma evitate di rivelare dettagli sul nodo, sul modo in cui è stata strangolata o sulle condizioni della stanza» disse Tracy.

Si prese un attimo per leggere il secondo paragrafo, in cui si dichiarava che Clarridge avrebbe formato una task force.

«Ti occupi tu della stampa, Bennett?»

«Sì» rispose lui.

Non ne sembrava troppo felice. Fare l’addetto stampa durante le indagini su un serial killer era un po’ come fare il funambolo durante una tormenta: un delicato gioco di equilibrio, in cui si poteva commettere un errore fatale a ogni passo. Se Lee avesse rilasciato troppe informazioni, avrebbe informato non solo i media, ma anche l’assassino. Troppo poche, e la stampa avrebbe pensato che la task force non faceva progressi o nascondeva qualcosa. Tracy era convinta che Lee fosse la scelta giusta. Non avrebbe detto più di quello che era stato concordato ed era bravo a tenere i lineamenti rilassati e la voce sotto controllo, senza rivelare altro a parte quello che c’era scritto sul comunicato.

L’ultimo paragrafo conteneva la dichiarazione di rigore che ogni risorsa disponibile sarebbe stata impiegata nelle indagini… compresa la sede locale dell’FBI.

«Che cazzo» esclamò Kins. «Chi ha avuto l’idea di coinvolgere i Famosi Benché Idioti?»

Prima che qualcuno potesse rispondere, Clarridge entrò nella stanza insieme a Stephen Martinez, il vice capo della divisione investigativa. Entrambi indossavano le camicie azzurre a manica corta del dipartimento, Clarridge con quattro stelle sul colletto e la mostrina dorata di capo della polizia fissata al taschino sinistro. Si metteva sempre in uniforme quando doveva salire sul podio. Era il suo modo per dire: “Sono ancora un poliziotto”, anche se non era detto che sarebbe rimasto capo ancora a lungo. Si mormorava che il nuovo sindaco, che non aveva nominato Clarridge, stesse perdendo la pazienza.

Dopo i saluti, Clarridge chiese: «Il comunicato è questo?».

Lee si alzò e porse una copia a Clarridge e Martinez. Il capo della polizia picchiettò sulla scrivania con il dito medio mentre leggeva. Tracy guardò Kins, ancora furioso perché Nolasco aveva coinvolto l’FBI nelle indagini.

Quando Clarridge ebbe posato il foglio, Nolasco disse: «Capo, suggerisco di non nascondere il fatto che l’assassino usa un cappio per strangolare le vittime. Ormai non è più un segreto. Se evitiamo di dirlo, i giornalisti la tempesteranno di domande a cui non vogliamo rispondere in questa fase».

Clarridge guardò Tracy, dall’altra parte del tavolo. «Detective Crosswhite, questa indagine è sua. È d’accordo?»

«Credo che sia un’idea brillante» rispose lei. Lee abbassò la testa, ma non poté trattenere un sorriso. «Io però eviterei di usare le parole “spogliarellista” o “prostituta”. Quelle donne erano ballerine. Meglio ancora definirle “vittime”.»

«Mi racconti qualcosa di loro.»

 

Nei venti minuti successivi, Clarridge ascoltò con attenzione, fece domande intelligenti e prese appunti sul retro del comunicato stampa, mentre Tracy gli riferiva i dettagli delle scene del crimine, le prove, gli indizi e i possibili sospetti. L’edificio era quasi tutto vuoto per la notte e l’aria nella sala divenne presto calda e viziata. Clarridge aveva le guance arrossate, in contrasto con la pallida carnagione slava.

«Quindi non ci sono molti dubbi, abbiamo a che fare con un solo uomo» disse.

«Esatto.»

«Qualcuno che ce l’ha con le ballerine?»

«Forse. Potrebbe anche essere perché sono vittime facili. Comunque sì, erano tutte e tre ballerine.»

«Dove stiamo cercando? Fra i dipendenti? I clienti?»

«Certo» rispose Tracy. «Stiamo controllando la fedina penale dei dipendenti di sesso maschile e interroghiamo chiunque abbia precedenti» disse. «Ma le ballerine che lavorano nei club sono quasi un centinaio e c’è una pagina web da cui i clienti possono effettuare prenotazioni online con le loro preferite. L’assassino potrebbe non avere neanche messo piede nei locali. Potrebbe aver fissato gli incontri online.»

Clarridge rifletté, probabilmente per valutare il costo di assumere esperti informatici. Si rivolse direttamente a Tracy e Kins. «Oltre alle particolarità della scena del crimine, ci sono altri aspetti significativi?»

«La scientifica ritiene che la persona che stringe i nodi sia mancina.»

«Questo potrebbe ridurre notevolmente la cerchia dei sospetti» disse Clarridge.

«Potrebbe» rispose Tracy. «Purtroppo però al momento quella cerchia è già molto ristretta.»

«Dobbiamo fare in modo che cambi. Mi procurerò i fondi per mettere insieme una task force.»

Tracy provava emozioni contrastanti. Era felice che formassero una squadra con la missione di catturare il Cowboy, ma sapeva anche che avrebbe significato molte sere di lavoro, giornate infinite e buchi nell’acqua frustranti. Inoltre sapeva che l’incarico sarebbe potuto durare anni, senza successo, e che il prezzo per lei sarebbe potuto essere non indifferente.

«Detective Crosswhite» disse Clarridge. «Mi preoccupa che lei possa essere troppo coinvolta in questa situazione, per via della sua storia familiare e del recente incidente al poligono. Mi chiedo se non sarebbe meglio lasciare la guida della task force al detective Rowe. Poi deciderete voi come dividervi i compiti.»

Tracy si innervosì e stava per dire che Kins era un’ottima scelta ma che voleva condurre lei le indagini. Inoltre temeva che il matrimonio di Kins non avrebbe retto ulteriori tensioni, nel caso lui fosse stato messo alla guida della task force. Prima che lei potesse rispondere, però, Nolasco si sporse verso il tavolo.

«Con il dovuto rispetto» disse, «non sono d’accordo.»

Sbalordita, Tracy guardò Kins, che a giudicare dall’espressione perplessa doveva essere altrettanto sorpreso.

«Credo che un detective donna alla guida di una task force che cerca di catturare un assassino di donne avrebbe una ripercussione positiva sulla stampa e fra i cittadini. Potremmo risparmiarci le critiche che furono rivolte all’ufficio dello sceriffo della contea di King durante le indagini sul caso Ridgway.» Nolasco evitò di accennare alle critiche seguite alla sua malaugurata e prematura decisione di mandare il caso di Nicole Hansen all’unità Casi irrisolti.

Clarridge si prese il labbro inferiore fra le dita. «Che ne pensa, detective Crosswhite?»

«Voglio questo caso, capo.»

Clarridge annuì. «D’accordo. Allora la task force è sua. Non c’è bisogno che le venga a dire che è una lama a doppio taglio.»

«Capito» rispose Tracy.

«Capo» intervenne Kins, «possiamo parlare un attimo del fatto che volete coinvolgere l’FBI? Lo so che serve a tenere buoni i politici e l’opinione pubblica, ma quella gente non sa un tubo di omicidi; l’unica volta che hanno catturato un serial killer è stato in un film o in un romanzo. Sinceramente, preferirei lavorare con una squadriglia di boyscout.»

«Ci sono altri fattori in gioco» intervenne Nolasco. «Una task force è costosa e l’FBI può fornire ulteriori risorse umane e fondi federali. E fa bene alle relazioni pubbliche. È un modo per far sapere ai cittadini che stiamo usando ogni risorsa disponibile.»

Ancora una volta, Clarridge fu ponderato. «Quando annuncerò la task force, dirò che l’FBI collaborerà alla nostra indagine. Lei e il detective Crosswhite potrete tenerli alla larga o coinvolgerli se lo riterrete necessario.» Controllò l’orologio. «Ho una conferenza stampa da preparare.»

Quando Clarridge e Martinez furono usciti, Nolasco si rivolse a Tracy. «Voglio una lista con i nomi della task force sulla mia scrivania prima che tu vada a casa. E che non siano cinquanta. Quindici, al massimo. Questo non sarà un altro caso Ridgway. Forza. Siamo in una posizione già abbastanza complicata e non voglio che lo diventi ancora di più. Trovate questo stronzo.»

Quando Nolasco fu uscito, Kins disse: «Quell’uomo sa davvero come motivare gli altri, eh? Winston Churchill non era nessuno al confronto».

«Purtroppo ha ragione» disse Tracy. «Siamo ancora lontani da quel tizio e sembra che qualcosa abbia scatenato il suo desiderio di uccidere. Se non lo prendiamo alla svelta, rischia di diventare davvero un altro caso Ridgway.»