95 VUOTO INELUTTABILE

Yelig-nar aveva grandi poteri, forse quelli di tutti i Flussi combinati in uno. Poteva trasformare qualunque Nichilifero in un nemico oltremodo pericoloso. Curiosamente, tre leggende che ho trovato menzionano di ingerire una gemma per avviare questo procedimento.

Dal Mythica di Hessi, pagina 27

Kaladin marciava rapido attraverso Shadesmar, faticando a controllare l’insoddisfazione che gli ribolliva dentro.

«Hmmm…» disse Schema mentre un altro strillo risuonava dietro di loro. «Umani, dovete fermare le vostre emozioni. Sono molto sconvenienti qui.»

Il gruppo procedeva verso sud, lungo la linea sottile di terra che corrispondeva al fiume nel mondo reale. Shallan era la più lenta fra loro e aveva difficoltà a mantenere il passo, così avevano acconsentito che lei trattenesse un po’ di Folgoluce. O quello, o farsi raggiungere da quegli spren strepitanti.

«Come sono?» chiese Adolin ad Azure, sbuffando mentre marciavano. «Hai detto che quei suoni erano di rabbiaspren? Pozze ribollenti di sangue?»

«Quella è la parte che vedete nel Reame Fisico» rispose Azure. «Qui… è solo la loro saliva, che si accumula quando sbavano. Sono cattivi.»

«E pericolosi» aggiunse Syl. Zampettava sul terreno di ossidiana e non sembrava stancarsi. «Perfino per gli spren. Ma come li abbiamo attirati? Nessuno era arrabbiato, giusto?»

Kaladin cercò ancora una volta di soffocare la propria frustrazione.

«Io ero soltanto stanca» commentò Shallan.

«Io mi sentivo travolto» aggiunse Adolin. «E mi ci sento ancora. Ma non arrabbiato.»

«Kaladin?» domandò Syl.

Lui si voltò verso gli altri, poi si guardò i piedi. «Sembra come… come se stessimo abbandonando Kholinar. E solo a me importa. Stavate parlando di come procurarci cibo, di trovare una strada per i Picchi dei Mangiacorno, di questa perpendicolarità o quello che è. Ma noi stiamo abbandonando delle persone nelle mani dei Nichiliferi.»

«Anche a me importa!» ribatté Adolin. «Piccolo pontiere, quella era la mia casa. Era…»

«Lo so» sbottò Kaladin. Prese un respiro, per costringersi alla calma. «Lo so, Adolin. Lo so che non è razionale cercare di tornare indietro attraverso la Giuriporta. Non sappiamo come azionarla da questo lato e inoltre è evidente che è stata corrotta. Le mie emozioni sono irrazionali. Cercherò di contenerle. Lo prometto.»

Tacquero.

“Non sei arrabbiato con Adolin” si costrinse a pensare Kaladin. “Non sei davvero arrabbiato con nessuno. Stai solo cercando qualcosa a cui aggrapparti. Un sentimento da provare.”

Perché l’oscurità stava arrivando.

Si nutriva del dolore della sconfitta, del tormento di perdere uomini che aveva cercato di proteggere. Ma poteva nutrirsi di qualunque cosa. La vita andava bene? L’oscurità avrebbe sussurrato che lui si stava soltanto preparando a una caduta più drammatica. Shallan lanciava un’occhiata a Adolin? I loro sussurri avevano lui come argomento. Dalinar lo mandava assieme a Elhokar per proteggerlo? L’altoprincipe si voleva sbarazzare di Kaladin.

E comunque in quello aveva fallito. Quando Dalinar avesse appreso che Kholinar era caduta…

“Vattene” pensò Kaladin, strizzando gli occhi. “Vattene, vattene, vattene!”

L’oscurità avrebbe continuato fino a far sembrare preferibile il torpore. Allora quel torpore si sarebbe impadronito di lui e gli avrebbe reso difficile fare qualunque cosa. Sarebbe diventato un vuoto profondo e ineluttabile dal cui punto di osservazione ogni cosa sarebbe sembrata sbiadita. Morta.

All’interno di quel luogo buio, aveva voluto tradire i suoi giuramenti. All’interno di quel luogo buio, aveva consegnato il re a sicari e assassini.

Alla fine, gli strilli svanirono in lontananza. Syl immaginò che i rabbiaspren fossero stati attirati nelle perle, lontano verso Kholinar e le potenti emozioni che provenivano da lì. Il gruppo continuò la sua scarpinata. C’era una sola direzione nella quale andare: a sud, lungo la stretta penisola di ossidiana che si allungava nell’oceano di perle.

«Quando ho viaggiato qui la scorsa volta,» disse Azure «abbiamo superato diverse penisole come questa. Avevano sempre dei fari alle estremità. A volte ci fermavamo presso di essi per i rifornimenti.»

«Sì…» replicò Syl annuendo. «Me li ricordo. Per le navi è utile annotare dove la terra si protende tra le perle. Dovrebbe essercene uno alla fine di questa… anche se sembra così luuuunga. Ci toccherà camminare per diversi giorni.»

«Almeno è un obiettivo» commentò Adolin. «Viaggiamo a sud, arriviamo al faro e speriamo di prendere una nave lì.»

C’era un’insopportabile energia nel suo passo, come se fosse davvero eccitato da quel posto terribile. Idiota di un Adolin, che probabilmente non comprendeva nemmeno le conseguenze di…

“Smettila. SMETTILA. Lui ti ha aiutato.”

Tempeste! Kaladin odiava se stesso quando diventava così. Quando cercava di svuotare la propria mente, vagava verso il nulla dell’oscurità. Ma quando invece si concedeva di pensare, iniziava a ricordare cos’era successo a Kholinar. Uomini a cui voleva bene che si uccidevano a vicenda. Una prospettiva orribile, terrificante.

Poteva vedere troppi lati. Parshi infuriati per essere stati schiavi per anni che cercavano di rovesciare un governo corrotto. Alethi che proteggevano le proprie case da mostri invasori. Elhokar che tentava di salvare il figlio. Le guardie del palazzo che cercavano di prestar fede ai propri giuramenti.

Troppi occhi attraverso cui vedere. Troppe emozioni. Erano quelle le sue uniche alternative? Il dolore o l’oblio?

“Combattilo.”

La loro camminata continuò e lui cercò di spostare l’attenzione sui dintorni invece che sui propri pensieri. La sottile penisola non era spoglia come aveva presunto all’inizio. Piantine fragili crescevano lungo i margini e assomigliavano a felci. Quando lo chiese, Syl gli disse che si sviluppavano esattamente come le piante nel Reame Fisico.

Molte erano nere, ma ogni tanto esplodevano in colori vividi, che si mischiavano come vetro variopinto. Nessuna cresceva più alta delle sue ginocchia e molte gli toccavano solo le caviglie. Si sentì malissimo quando ne sfiorò una e quella si dissolse.

Il sole non sembrò cambiare posizione, per quanto camminassero. Negli spazi attraverso le nubi, Kaladin vide solo buio. Niente stelle, niente lune. Un’oscurità eterna e interminabile.

Ornamento di separazione

Si accamparono per quella che avrebbe dovuto essere la notte, poi camminarono per tutto il giorno successivo. Kholinar scomparve in lontananza alle loro spalle, ma proseguirono comunque: Azure davanti, poi Schema, Syl e Kaladin, con Shallan e Adolin in fondo e la spren di Adolin che li seguiva. Kaladin avrebbe preferito prendere la retroguardia, ma se ci provava, Adolin si posizionava di nuovo sul fondo. Cosa pensava il principino? Che Kaladin sarebbe rimasto indietro se qualcuno non avesse badato a lui?

Syl gli camminava accanto, perlopiù in silenzio. Guardava cose quali l’occasionale pianta variopinta e inclinava la testa come se cercasse di ricordare. «È come un sogno di quella volta quando ero morta» disse dietro sua sollecitazione.

Si accamparono per un’altra “notte”, poi ricominciarono a camminare. Kaladin saltò la colazione: le loro razioni erano praticamente terminate. Inoltre preferiva che il suo stomaco brontolasse. Gli ricordava che era vivo. Gli dava qualcosa a cui pensare, oltre agli uomini che aveva perso…

«Dove vivevi?» chiese a Syl, che ancora portava il suo zaino, mentre procedevano lungo la penisola apparentemente infinita. «Quando eri giovane, da questo lato?»

«Era molto a ovest» rispose lei. «Una città imponente, governata da onorespren! Non mi piaceva, però. Io desideravo viaggiare, ma mio Padre mi tratteneva in città, in particolare dopo che… sai…»

«In effetti non sono sicuro di saperlo.»

«Dopo che vincolai un Cavaliere Radioso. Non te ne ho parlato? Ricordo…» Chiuse gli occhi mentre camminava, il mento sollevato, come crogiolandosi in un vento che lui non riusciva a percepire. «Lo vincolai poco dopo essere nata. Lui era un uomo anziano, gentile, ma combatté. In una battaglia. E morì…»

Syl riaprì gli occhi. «Accadde molto tempo fa.»

«Mi dispiace.»

«È tutto a posto. Non ero pronta per il legame. Di solito gli spren sopportano la morte del loro Radioso, ma io… mi persi quando persi lui. Tutto ciò si rivelò una macabra casualità, poiché poco dopo avvenne la Ritrattazione. Gli uomini rinunciarono ai loro giuramenti, e ciò fu fatale ai miei fratelli. Io sopravvissi, poiché allora non avevo un legame.»

«E il Folgopadre ti rinchiuse?»

«Mio Padre pensò che fossi stata uccisa con gli altri. Mi trovò addormentata dopo quelli che dovevano essere stati… wow, mille anni dalla vostra parte. Mi svegliò e mi portò a casa.» Scrollò le spalle. «Dopodiché, non mi permise più di lasciare la città.» Prese Kaladin per il braccio. «Era sciocco, così come gli altri onorespren nati dopo la Ritrattazione. Sapevano che stava per succedere qualcosa di brutto ma non volevano fare nulla. Quando udii il tuo richiamo, perfino da così lontano…»

«Il Folgopadre ti lasciò uscire?» replicò Kaladin, stupito dalla confessione. Era più di quanto avesse scoperto su di lei da… da sempre.

«Sgattaiolai via» rispose lei con un sorrisetto. «Rinunciai alla mia mente e mi unii al tuo mondo, nascondendomi tra i ventospren. Riusciamo a stento a vederli da questo lato. Lo sapevi? Alcuni spren vivono perlopiù nel vostro reame. Suppongo che il vento sia sempre lì da qualche parte, perciò non svaniscono come le passioni.» Scosse il capo. «Oh!»

«Oh?» chiese Kaladin. «Ti sei ricordata qualcosa?»

«No! Oh!» Indicò, saltellando su e giù. «Guarda!»

In lontananza, una brillante luce gialla splendeva come una scintilla nel panorama altrimenti indistinto.

Un faro.

Giuramento
titlepage.xhtml
Il libro.xhtml
L'autore.xhtml
Frontespizio.xhtml
p004_inserto-01.xhtml
p005_inserto-02.xhtml
p006_inserto-03.xhtml
p007_inserto-04.xhtml
p008_dedication.xhtml
p009_prefazione.xhtml
p012_inserto-05.xhtml
p013_prologo.xhtml
p014_parte-01.xhtml
p015_inserto-06.xhtml
p016_capitolo-01.xhtml
p017_capitolo-02.xhtml
p018_capitolo-03.xhtml
p019_capitolo-04.xhtml
p020_capitolo-05.xhtml
p021_capitolo-06.xhtml
p022_capitolo-07.xhtml
p023_capitolo-08.xhtml
p024_capitolo-09.xhtml
p025_capitolo-10.xhtml
p026_capitolo-11.xhtml
p027_capitolo-12.xhtml
p028_capitolo-13.xhtml
p029_capitolo-14.xhtml
p030_capitolo-15.xhtml
p031_capitolo-16.xhtml
p032_capitolo-17.xhtml
p033_capitolo-18.xhtml
p034_capitolo-19.xhtml
p035_capitolo-20.xhtml
p036_capitolo-21.xhtml
p037_capitolo-22.xhtml
p038_capitolo-23.xhtml
p039_capitolo-24.xhtml
p040_capitolo-25.xhtml
p041_capitolo-26.xhtml
p042_capitolo-27.xhtml
p043_capitolo-28.xhtml
p044_capitolo-29.xhtml
p045_capitolo-30.xhtml
p046_capitolo-31.xhtml
p047_capitolo-32.xhtml
p048_parte-02.xhtml
p049_capitolo-33.xhtml
p050_capitolo-34.xhtml
p051_capitolo-35.xhtml
p052_parte-03.xhtml
p053_inserto-07.xhtml
p054_capitolo-36.xhtml
p055_capitolo-37.xhtml
p056_capitolo-38.xhtml
p057_capitolo-39.xhtml
p058_capitolo-40.xhtml
p059_capitolo-41.xhtml
p060_capitolo-42.xhtml
p061_capitolo-43.xhtml
p062_capitolo-44.xhtml
p063_capitolo-45.xhtml
p064_capitolo-46.xhtml
p065_capitolo-47.xhtml
p066_capitolo-48.xhtml
p067_capitolo-49.xhtml
p068_capitolo-50.xhtml
p069_capitolo-51.xhtml
p070_capitolo-52.xhtml
p071_capitolo-53.xhtml
p072_capitolo-54.xhtml
p073_capitolo-55.xhtml
p074_capitolo-56.xhtml
p075_capitolo-57.xhtml
p076_capitolo-58.xhtml
p077_capitolo-59.xhtml
p078_capitolo-60.xhtml
p079_parte-04.xhtml
p080_capitolo-61.xhtml
p081_capitolo-62.xhtml
p082_capitolo-63.xhtml
p083_parte-05.xhtml
p084_inserto-08.xhtml
p085_capitolo-64.xhtml
p086_capitolo-65.xhtml
p087_capitolo-66.xhtml
p088_capitolo-67.xhtml
p089_capitolo-68.xhtml
p090_capitolo-69.xhtml
p091_capitolo-70.xhtml
p092_capitolo-71.xhtml
p093_capitolo-72.xhtml
p094_capitolo-73.xhtml
p095_capitolo-74.xhtml
p096_capitolo-75.xhtml
p097_capitolo-76.xhtml
p098_capitolo-77.xhtml
p099_capitolo-78.xhtml
p100_capitolo-79.xhtml
p101_capitolo-80.xhtml
p102_capitolo-81.xhtml
p103_capitolo-82.xhtml
p104_capitolo-83.xhtml
p105_capitolo-84.xhtml
p106_capitolo-85.xhtml
p107_capitolo-86.xhtml
p108_capitolo-87.xhtml
p109_capitolo-88.xhtml
p110_capitolo-89.xhtml
p111_capitolo-90.xhtml
p112_capitolo-91.xhtml
p113_capitolo-92.xhtml
p114_capitolo-93.xhtml
p115_parte-06.xhtml
p116_capitolo-94.xhtml
p117_capitolo-95.xhtml
p118_capitolo-96.xhtml
p119_capitolo-97.xhtml
p120_capitolo-98.xhtml
p121_parte-07.xhtml
p122_capitolo-99.xhtml
p123_capitolo-100.xhtml
p124_capitolo-101.xhtml
p125_capitolo-102.xhtml
p126_capitolo-103.xhtml
p127_capitolo-104.xhtml
p128_capitolo-105.xhtml
p129_capitolo-106.xhtml
p130_capitolo-107.xhtml
p131_capitolo-108.xhtml
p132_capitolo-109.xhtml
p133_capitolo-110.xhtml
p134_capitolo-111.xhtml
p135_capitolo-112.xhtml
p136_capitolo-113.xhtml
p137_capitolo-114.xhtml
p138_capitolo-115.xhtml
p139_capitolo-116.xhtml
p140_capitolo-117.xhtml
p141_capitolo-118.xhtml
p142_capitolo-119.xhtml
p143_capitolo-120.xhtml
p144_capitolo-121.xhtml
p145_capitolo-122.xhtml
p146_capitolo-123.xhtml
p147_capitolo-124.xhtml
p148_parte-08.xhtml
p149_capitolo-125.xhtml
p150_capitolo-126.xhtml
p151_capitolo-127.xhtml
p152_parte-09.xhtml
p153_capitolo-128.xhtml
p154_capitolo-129.xhtml
p155_capitolo-130.xhtml
p156_capitolo-131.xhtml
p157_capitolo-132.xhtml
p158_capitolo-133.xhtml
p159_capitolo-134.xhtml
p160_capitolo-135.xhtml
p161_capitolo-136.xhtml
p162_capitolo-137.xhtml
p163_parte-10.xhtml
p164_capitolo-138.xhtml
p165_capitolo-139.xhtml
Colophon.xhtml