Tornato a Roma nel 135 d.C.
dopo aver concluso la terza guerra giudaica, Adriano ha affrontato
i suoi ultimi progetti costruttivi. Tra questi figura la
realizzazione dell’Athenaeum (Aurelio
Vittore, Cesari, 14.2-3), un’accademia
dedicata alle attività culturali e al loro insegnamento
(Filostrato, Vite dei sofisti,
2.10.589), che nel nome e nell’essenza coniuga le grandi passioni
di Adriano: le arti, la filosofia e Atene. Gli autori antichi ci
parlano del monumento come di un complesso polifunzionale dove
avvenivano sedute giudiziarie, si celebravano gli imperatori
declamando panegirici (Storia Augusta. Vita
di Alessandro Severo, 35.2; Storia
Augusta. Vita di Pertinace, 11.3) e dove al tempo di
Settimio Severo si era riunito perfino il senato (Cassio Dione,
74.17.3, forse inaugurando uno degli auditoria come un templum?). Fino a poco tempo fa il monumento era
ignoto ma grazie a recenti scavi effettuati in Piazza Venezia (per
la costruzione della linea C della metropolitana) la sua posizione
è stata rivelata. Presso la Piazza della Madonna di Loreto, a ovest
di una delle biblioteche del Foro di Traiano, vi è un complesso
connesso allo stesso foro ma che fuoriesce dal suo perimetro: ciò
gli conferisce indipendenza. A partire da un’ampia aula absidata –
da identificare probabilmente con la Schola
Traiani – si sviluppano tre auditoria tra loro collegati e disposti
radialmente come a ventaglio, che costeggiano la piazza colonnata
del Tempio del divo Traiano (Monumento 17). Le facciate principali degli
auditoria formavano un fronte unico
curvilineo che verosimilmente si apriva su di un portico, mentre
negli spazi di risulta tra di essi, dovuti alla disposizione
radiale delle tre sale, si aprivano ambienti di servizio gravitanti
sulle viabilità retrostanti parallele alla via Flaminia. All’interno di ogni sala (22,30 ×
12,80 m circa) c’erano due blocchi contrapposti di larghe
gradonate, limitate sui lati da balaustre in marmo, articolate in
sei scalini larghi circa 80 cm che permettevano di disporre panche
(subsellia, Sidonio Apollinare,
Epistole, 9.14.2) per i partecipanti
alle performances che si svolgevano in uno spazio centrale,
consentendo udibilità e visibilità ai contrapposti gruppi di
astanti, come avveniva nella curia
dove si riuniva il senato e come avviene ancora nel moderno
parlamento inglese. Considerate le dimensioni dei subsellia, lo spazio abitualmente calcolato per un
posto è di circa 44 × 52 cm, dal che deriva che all’interno di ogni
auditorium potevano stare sedute circa
quattrocento persone, un numero che poteva bastare anche per la
riunione del senato di cui ci informa Cassio Dione.
Oltre che dalla posizione e
dall’articolazione architettonica degli spazi, la qualità
dell’edificio emerge dall’uso abbondante di rivestimenti marmorei
pregiati e vari – marmi bianchi, granito grigio, giallo antico,
pavonazzetto, portasanta, porfido rosso, serpentino e bardiglio –
utilizzati per i pavimenti, di diverso ornato in ognuna delle sale,
e per le pareti. Le volte a botte erano decorate invece da stucchi
policromi. Al di sopra di esse si aprivano grandi terrazze rivolte
al foro che consentivano di affacciarsi sul Tempio del divo Traiano
e verso la colonna. La cronologia del complesso e i numerosi bolli
laterizi contrassegnati dalle coppie consolari del 123 e del 125
d.C. (CIL, XV 1033, 1209b) confermano
la sua datazione al regno di Adriano. L’utilizzo dell’Athenaeum sembra assicurato fino al tardo V secolo
d.C. grazie alla presenza di due basi di statue con iscrizione
dedicatoria del praefectus Urbi Fabio
Felice Passifilo Paulino, dopo di che le aule verranno spogliate e
al loro interno si insedierà prima un impianto metallurgico,
connesso forse alla zecca bizantina, poi vi verranno poste
sepolture e infine vi verranno accolti animali, come suggeriscono i
resti di materiale organico e i fori realizzati per incatenare le
bestie alle pareti. Il definitivo crollo delle volte sembra
avvenuto alla metà del IX secolo d.C. a causa di un terremoto
(Libro dei Papi, II, p. 108).
R. Egidi, “L’area di Piazza
Venezia. Nuovi dati topografici”, in R. Egidi, F. Filippi, S.
Martone (a cura di), Archeologia e
infrastrutture. Il tracciato fondamentale della linea C della
metropolitana di Roma. Prime indagini archeologiche (BdA
vol. speciale), Firenze 2010, pp. 93-124 – M. Serlorenzi, R. Egidi
(a cura di), L’Athenaeum di Adriano. Storia di un edificio dalla fondazione al
XVII secolo, in BA Online 4,
2013 – M. Galli, “La città dei sofisti. Luoghi della seconda
sofistica a Roma”, in A.W. Busch, J. Griesbach, J. Lipps (Hrsg.),
Urbanitas – Urbane qualitäten. Die antike
stadt als kulturelle selbstverwirklichung, Mainz 2017.