18. Il centro studi dell’Athenaeum. Vedi § 98, tav. 16a-16b.
Tornato a Roma nel 135 d.C. dopo aver concluso la terza guerra giudaica, Adriano ha affrontato i suoi ultimi progetti costruttivi. Tra questi figura la realizzazione dell’Athenaeum (Aurelio Vittore, Cesari, 14.2-3), un’accademia dedicata alle attività culturali e al loro insegnamento (Filostrato, Vite dei sofisti, 2.10.589), che nel nome e nell’essenza coniuga le grandi passioni di Adriano: le arti, la filosofia e Atene. Gli autori antichi ci parlano del monumento come di un complesso polifunzionale dove avvenivano sedute giudiziarie, si celebravano gli imperatori declamando panegirici (Storia Augusta. Vita di Alessandro Severo, 35.2; Storia Augusta. Vita di Pertinace, 11.3) e dove al tempo di Settimio Severo si era riunito perfino il senato (Cassio Dione, 74.17.3, forse inaugurando uno degli auditoria come un templum?). Fino a poco tempo fa il monumento era ignoto ma grazie a recenti scavi effettuati in Piazza Venezia (per la costruzione della linea C della metropolitana) la sua posizione è stata rivelata. Presso la Piazza della Madonna di Loreto, a ovest di una delle biblioteche del Foro di Traiano, vi è un complesso connesso allo stesso foro ma che fuoriesce dal suo perimetro: ciò gli conferisce indipendenza. A partire da un’ampia aula absidata – da identificare probabilmente con la Schola Traiani – si sviluppano tre auditoria tra loro collegati e disposti radialmente come a ventaglio, che costeggiano la piazza colonnata del Tempio del divo Traiano (Monumento 17). Le facciate principali degli auditoria formavano un fronte unico curvilineo che verosimilmente si apriva su di un portico, mentre negli spazi di risulta tra di essi, dovuti alla disposizione radiale delle tre sale, si aprivano ambienti di servizio gravitanti sulle viabilità retrostanti parallele alla via Flaminia. All’interno di ogni sala (22,30 × 12,80 m circa) c’erano due blocchi contrapposti di larghe gradonate, limitate sui lati da balaustre in marmo, articolate in sei scalini larghi circa 80 cm che permettevano di disporre panche (subsellia, Sidonio Apollinare, Epistole, 9.14.2) per i partecipanti alle performances che si svolgevano in uno spazio centrale, consentendo udibilità e visibilità ai contrapposti gruppi di astanti, come avveniva nella curia dove si riuniva il senato e come avviene ancora nel moderno parlamento inglese. Considerate le dimensioni dei subsellia, lo spazio abitualmente calcolato per un posto è di circa 44 × 52 cm, dal che deriva che all’interno di ogni auditorium potevano stare sedute circa quattrocento persone, un numero che poteva bastare anche per la riunione del senato di cui ci informa Cassio Dione.
Oltre che dalla posizione e dall’articolazione architettonica degli spazi, la qualità dell’edificio emerge dall’uso abbondante di rivestimenti marmorei pregiati e vari – marmi bianchi, granito grigio, giallo antico, pavonazzetto, portasanta, porfido rosso, serpentino e bardiglio – utilizzati per i pavimenti, di diverso ornato in ognuna delle sale, e per le pareti. Le volte a botte erano decorate invece da stucchi policromi. Al di sopra di esse si aprivano grandi terrazze rivolte al foro che consentivano di affacciarsi sul Tempio del divo Traiano e verso la colonna. La cronologia del complesso e i numerosi bolli laterizi contrassegnati dalle coppie consolari del 123 e del 125 d.C. (CIL, XV 1033, 1209b) confermano la sua datazione al regno di Adriano. L’utilizzo dell’Athenaeum sembra assicurato fino al tardo V secolo d.C. grazie alla presenza di due basi di statue con iscrizione dedicatoria del praefectus Urbi Fabio Felice Passifilo Paulino, dopo di che le aule verranno spogliate e al loro interno si insedierà prima un impianto metallurgico, connesso forse alla zecca bizantina, poi vi verranno poste sepolture e infine vi verranno accolti animali, come suggeriscono i resti di materiale organico e i fori realizzati per incatenare le bestie alle pareti. Il definitivo crollo delle volte sembra avvenuto alla metà del IX secolo d.C. a causa di un terremoto (Libro dei Papi, II, p. 108).
R. Egidi, “L’area di Piazza Venezia. Nuovi dati topografici”, in R. Egidi, F. Filippi, S. Martone (a cura di), Archeologia e infrastrutture. Il tracciato fondamentale della linea C della metropolitana di Roma. Prime indagini archeologiche (BdA vol. speciale), Firenze 2010, pp. 93-124 – M. Serlorenzi, R. Egidi (a cura di), L’Athenaeum di Adriano. Storia di un edificio dalla fondazione al XVII secolo, in BA Online 4, 2013 – M. Galli, “La città dei sofisti. Luoghi della seconda sofistica a Roma”, in A.W. Busch, J. Griesbach, J. Lipps (Hrsg.), Urbanitas – Urbane qualitäten. Die antike stadt als kulturelle selbstverwirklichung, Mainz 2017.