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Come essere infelicità un successo istantaneo, e anche se le vendite non uguagliarono Quello che ho imparato sulla montagna, l’impatto fu altrettanto sensazionale. (Ora la Panderic era depositaria, oltre che del marchio felicità®, anche della parola infelice®, quindi nelle sue casse continuavano a riversarsi soldi.) Il tanto atteso seguito di Tupak Soiree provocò un clamore enorme. Molti condannarono l’autore un tempo amato per aver tradito il movimento che lui stesso aveva contribuito a lanciare. Venne emanata una fatwa contro di lui, messa una taglia sulla sua testa e la ricompensa trasse fuori dall’ombra molti aspiranti assassini.

Il povero Harry Lopez, ormai bersaglio di innumerevoli minacce di morte, non faceva che protestare la propria innocenza. “Sono soltanto un attore! ” gemeva. “Tupak Soiree non esiste! ” Ma le folle non se ne davano per intese e continuavano a scandire “Eretico! ” e “Alla forca! ”. Alla fine Harry fu costretto a darsi alla macchia, spendendo il suo copioso patrimonio in una sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro e guardie del corpo armate (ma illetterate). Da un capo all’altro del paese, i Conventi della Felicità® si frammentarono in fazioni in guerra tra loro. Vi furono scismi, le comuni olistiche presero a bisticciare e più d’una piantagione di erba medica finì calpestata. Le scazzottate erano all’ordine del giorno. La Brigata della Felicità® fece quadrato contro l’Alleanza degli Infelici® e nel Vermont settentrionale i disordini raggiunsero l’apice quando un devoto in tunica bianca pugnalò un confratello durante un abbraccio comune. “Mi ha toccato il libro,” fu la spiegazione dell’adepto mentre lo riducevano all’impotenza.

Comparvero magliette e adesivi per auto che proclamavano PLATONE È UNO STRONZO e con altrettanta solerzia magliette di segno opposto: PLATONE È IL MIGLIORE! Le opposte fazioni di bande di graffitari in lotta scatenarono un’orgia di scritte sui muri.

“Almeno discutono di filosofia,” disse un professore poco convinto. “È già qualcosa.”

Le iscrizioni ai college lievitarono. Come anche l’abuso di alcol e droghe. Abbandonati da Tupak Soiree, molti tossicomani della felicità® cominciarono a cercare gioia e realizzazione nelle riviste di moda, nelle discoteche e in estemporanei incontri sessuali.

Con l’Fbi alle calcagna, Mr Ethics fuggì nella Repubblica dominicana, dove scrisse In fuga: Guida all’etica per fessacchiotti latitanti ricercati che cercano di salvarsi la vita scappando. A Edwin de Valu fu affidato l’ingrato compito di rivedere quel libretto straordinariamente smilzo: sì e no 30.000 parole, con margini larghi come una pista di atterraggio e caratteri tipografici di quelli che in genere si riservano ai titoloni. Mr Ethics si infuriò per le ingerenze redazionali di Edwin (“Non le sembra che ‘latitanti ricercati’ sia ridondante?”) e si fece arrestare all’aeroporto rientrando negli Stati Uniti con l’intenzione di uccidere Edwin. Nel suo bagaglio fu rinvenuta una pistola carica.

La primavera seguente, nel frattempo, la Panderic Inc. dette alle stampe un libro satirico intitolato Muori, radicale, muori! di un giovane autore. I critici, quasi tutti cinquantenni stempiati, tacciarono il libro di “impudenza”, “inconsistenza”, “puerilità”. Poi, tornati a casa, affondarono la faccia nel cuscino e piansero. Poco male. Il libro fu un fiasco. Nel giro di qualche mese divenne un fondo di magazzino e finì tra i remainder, dando il colpo di grazia alle segrete aspirazioni letterarie di Edwin de Valu.

Il signor Mead si fece un trapianto di capelli, ricavandone un cranio pelato e pieno di cicatrici. Poco male. A quel punto aveva cominciato a pettinare il suo prodigioso riporto in modo da ricoprire la sommità del capo e la fronte. L’ultima volta che lo videro era a Waikiki per un’“importante” conferenza editoriale e stava prendendo il sole sulla spiaggia.

E May? E Edwin? E soprattutto, May e Edwin?

Triste a dirsi, ma tra loro le cose non funzionarono. Come mai? Minestra. Minestra cotta. In Italia hanno un’espressione per dirlo: minestra riscaldata. Lo si usa in riferimento a un tentativo di resuscitare una vecchia storia d’amore, operazione votata all’insuccesso quanto il servire un avanzo di minestra riscaldata come cena. Una minestra riscaldata resta comunque una porcheria, poco gustosa e ancor meno appetibile. Proprio non si fa, e la stessa cosa successe per Edwin e May. May Weatherhill ha lasciato la Panderic e al momento lavora come caporedattore alla Key West Books. Ora vola in prima classe ed è anche riuscita a portar via al signor Mead molti dei suoi autori migliori. Oggi come oggi, la Panderic gira puntigliosamente la pigna purulenta alla Key West. “Vuole la guerra?” aveva berciato il signor Mead. “E guerra avrà.”

E Edwin?

Be’, Edwin è sempre alla Panderic Inc., sempre lì a imbrattare carte, sempre in fermento, sempre a sognare una fuga. Di tanto in tanto riceve qualche cartolina da May, piena di allusioni ironiche e piccoli segreti comuni, ma ormai anche la loro amicizia si è ridotta più che altro a nostalgia. A volte si incontrano al lancio di un libro o a qualche fiera e tra loro c’è sempre un muro di imbarazzo. Un silenzio triste. Mokita. Sono annegati in un mare di mokita. Edwin ha salvato il mondo e ha perso la sua migliore amica.

In questa storia non c’è nessun “e vissero felici e contenti”. E credo che la morale sia proprio questa.