37.
Al confine tra le contee di Beecher e Bower, su una strada semideserta che si snoda tra le paludi, dove dalle acque stagnanti del fiume l’aria sale pungente e piena di zanzare, e dove i rampicanti pendono flaccidi e verdi, un cartello scritto a mano segnala: “Negozio di munizioni Beecher/Bower e Centro ricreativo per famiglie”.
Una svista nella suddivisione in zone tra contee ha fatto di questo angolo praticamente inaccessibile dell’acquitrinoso delta fluviale il paradiso dei contrabbandieri e degli entusiasti appassionati di armi. Alla luce di un recente episodio in un asilo con tanto di proiettili ad alta penetrazione e fucili d’assalto con pallottole al titanio, la contea di Beecher ha bandito la vendita e la distribuzione delle suddette munizioni, pensando: niente proiettili, niente monelli. (“I bambini suggestionabili non ammazzano la gente; i proiettili ad alta penetrazione sì,” era stato il grido del legislatore.) Ora, nella contea di Bower avevano adottato una tattica leggermente diversa. Avevano messo al bando le armi, ma non si erano dati la pena di indicare particolari tipi di munizioni, pensando: niente armi d’assalto, niente assalti.
In entrambi i casi, la logica era apparentemente impeccabile, ma i mercanti di armi furono lesti a individuare la falla e a capire come approfittarne. E così, nelle lande buie e umide dove si incontravano le due contee, sorse ben presto un’armeria a cavalcioni del confine. Da una parte del negozio si potevano comprare proiettili ad alta penetrazione (“solamente per uso ricreativo”) e dall’altra i corrispondenti fucili d’assalto a fuoco rapido e ad alto impatto (“ideali per la caccia allo scoiattolo”).
Ora, in questo angolino sperduto non è che si leggessero molti libri. Certo, la maestrina locale e la moglie del parroco ultimamente avevano chiacchierato un po’ di un tale chiamato Tupak, ma una buona componente di ignoranza e un elevato livello di matrimoni endogami avevano congiurato per conservare le contee di Beecher e Bower relativamente libere nel pensiero. Ecco il motivo per cui, quando quell’ometto dagli occhi spiritati si presentò all’armeria, non venne riconosciuto. Nessuno gli disse: “Ehi, la riconosco dalla foto sulla copertina del suo libro. Lei è Mr Ethics! ”. No. Riuscì a passare inosservato.
“Che cosa posso fare per lei?” gli chiese un omaccione con una maglietta troppo piccola. (Una maglietta color carne morta, giustamente. Quando l’omaccione l’aveva comprata otto anni prima alla Fiera della contea e Mostra delle armi era di un bell’arancione acceso, ma nel corso del tempo il colore si era sbiadito, la maglietta si era ristretta e il pancione cresciuto.)
“Mi serve un’arma,” disse Mr Ethics. “Un’arma che possa uccidere un uomo.”
“Ehi, cacchio, aspetti un momento, mister,” disse il commesso (attenendosi scrupolosamente alle leggi dello stato su pistole e fucili). “È illegale vendere armi da fuoco sportive se esiste il sospetto che vengano usate per commettere un reato.”
“Benissimo. Ho bisogno di un fucile di precisione per cacciare scoiattoli.”
“D’accordo. Quali potrebbero essere le dimensioni dello scoiattolo?”
“Oh, più o meno quelle di un uomo.”
Il commesso tirò fuori un pezzo di cui andava fiero: un incrocio fra una balestra e un lanciagranate. “Questo va moltissimo fra i nostri sportivi più accaniti.”
L’ometto aggrottò la fronte. “Ha l’aria di essere caro.”
“Non è detto. Il nostro distributore giù a Galveston è fallito (il direttore un giorno ha preso e se n’è andato a pescare), per cui praticamente questi gingilli li regaliamo al prezzo scontatissimo di 7400 dollari. Ovviamente, i proiettili esplosivi dovrà comprarli dall’altra parte del negozio, oltre quella linea rossa che vede lì sul pavimento.”
“Temo proprio che sia un po’ troppo per le mie tasche. Non ha niente di meno sofisticato, ma ugualmente efficace?”
“Su che ordine di prezzo mi devo regolare?”
L’ometto svuotò le tasche sul bancone. C’era qualche moneta, un paio di banconote ciancicate offerte da Bubba del corpo di guardie del carcere Reborn e una manciata di soldini rubati a un bambino che raccoglieva fondi per l’Unicef. Mr Ethics maledì silenziosamente quei taccagni degli abitanti della contea; era una vergogna che avessero donato così poco.
L’uomo dietro il bancone contò le offerte e disse: “Bene, lei ha 42,81 dollari. Non è un granché. Ma non si disperi. Credo di avere qualcosa che fa per lei”.
E così dicendo si chinò sotto il bancone e tirò fuori una grossa custodia di metallo grigioverde dell’esercito, coperta di polvere.
“Ecco qua,” disse. “Glielo posso lasciare per quaranta cocuzze.”
Stampigliate sulla custodia c’erano delle lettere in alfabeto cirillico. R rovesciate e maiuscole minuscole. Era sovietico.