Agli amici di Random House: Gina Centrello, Libby McGuire, Cindy Murray, Kim Hovey, Katie O’Callaghan, Beck Stvan, Carole Lowenstein, Rachel Kind e tutti gli addetti alla promozione e alle vendite: ancora una volta, grazie.
A Mark Tavani: grazie della tua tenacia di editor.
A Pam Ahearn: per la nona volta, un inchino grato e la mia immutata stima.
A Simon Lipskar: apprezzo immensamente la tua saggezza e la tua guida.
Qualche menzione particolare: Charlie Smith, per la sua apprezzatissima ricognizione in territorio cinese; Grant Blackwood, superbo autore di thriller che mi ha salvato da una caduta a Denver; Els Wouters, che nonostante il preavviso breve ha messo a disposizione le fondamentali ricerche svolte sul posto ad Anversa; Esther Levine, per avermi aperto le porte della mostra dell’esercito di terracotta; Bob e Jane Stine, che a tavola hanno stimolato la mia immaginazione e mi hanno messo in contatto con «Julia» Xiaohui Zhu; James Rollins, per avermi ancora una volta aiutato a scampare dal disastro; Michele e Joe Finder, dispensatori di saggi consigli; Meryl Moss e il suo fantastico staff; Melisse Shapiro, più utile di quanto possa mai rendersi conto; e infine Esther Garver e Jessica Johns, che mandano avanti History Matters e le Steve Berry Enterprises.
Voglio anche ringraziare ciascuno dei miei lettori sparsi in giro per il mondo. Vi sono grato del leale sostegno, delle osservazioni acute, del contagioso entusiasmo e, sì, anche delle critiche. È per voi che continuo a scrivere ogni giorno.
E poi c’è Elizabeth: critica, tifosa, editor, moglie e musa. Pacchetto completo.
Per finire, il libro è dedicato a Fran Downing, Frank Green, Lenore Hart, David Poyer, Nancy Pridgen, Clyde Rogers e Daiva Woodworth. Tutti insieme mi hanno mostrato come insegnare a me stesso il mestiere di scrittore.
Se io ci sia riuscito oppure no, è tuttora materia di dibattito.
Di chiaro c’è una cosa sola: senza di loro, niente sarebbe mai stato pubblicato.