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Malone gettò da una parte la lancia, guardò Viktor in faccia e si lasciò vincere dalla rabbia. «Adesso la facciamo finita.»
Viktor non esitò; anche lui abbandonò l’arma. «Era da tanto che volevo farlo.»
Balzarono l’uno addosso all’altro sferrando pugni. Viktor colpì Malone vicino alla tempia sinistra e la stanza esplose in una girandola di luci.
Cotton si tolse di dosso l’avversario con un calcio, guadagnando il tempo necessario per assestargli un jab di destro alla mascella.
Un calcio feroce alla gamba, sotto il ginocchio, fece cadere Malone su un fianco.
Lui assorbì un paio di colpi, continuando a far avvicinare Viktor. Prima che un terzo pugno arrivasse a destinazione, colpì l’avversario alla gola e gli sferrò un destro potente alla cassa toracica.
L’aria rarefatta gli affettò i polmoni come lame di rasoio.
Avanzò verso Viktor, che si stava rialzando, una mano sull’addome, la faccia contorta dalla rabbia.
«Adesso ti ammazzo, Malone.»
Cassiopea udì quell’affermazione. Ogni nervo del corpo di Viktor sembrava teso. Si era buttato in quella sala deciso allo scontro e anche Cotton pareva altrettanto acceso.
Lei stava attenta a non farsi vedere e a restare dietro la colonna.
Un grido acuto dal pianterreno richiamò la sua attenzione.
Mentre una spalla di Viktor lo colpiva in pieno petto, Malone udì uno strillo. L’impeto li sbilanciò entrambi, e insieme caddero sul pavimento duro.
Malone sentì uno schiocco nella spalla.
Un dolore bruciante gli attraversò il cervello e sulla nuca sentì crescere il calore. Avvertì l’aroma pungente dei capelli bruciati: i suoi.
Viktor era sopra di lui e gli stringeva la gola con le mani.
Tang era scioccato dall’attacco di Pau Wen. Il maestro non gli aveva mai parlato a quel modo, se non nelle sceneggiate a beneficio di Ni.
Si domandò se lo fosse anche quella, se Pau non fosse impegnato in quello che faceva meglio: improvvisare. Decise di stare al gioco. «Non ero consapevole che tu mi ritenessi tanto codardo.»
«Ci sono molte cose di cui non sei consapevole.»
«Per esempio della biblioteca imperiale che hai scoperto decenni fa? O del fatto che hai saccheggiato la tomba di Qin Shi e hai portato tutto qui?»
«Tutte cose che ho fatto prima che tu assurgessi a una posizione elevata. Mentre io ero già Egemone.»
«Perché sei fuggito dalla fossa a Xi’an coi fratelli, lasciando in vita Malone e Cassiopea? Sarebbero dovuti morire lì.» Era davvero curioso di saperlo.
«Con tutta l’attenzione che avrebbe suscitato? Neppure tu, primo vicepremier, avresti potuto spiegarlo.»
«Se mi ritieni così incompetente, perché stiamo facendo questo?»
«Glielo dica, ministro», disse Pau a Ni. «Perché noi stiamo facendo questo?»
Ni non si lasciò ingannare dal rimprovero di Pau a Tang, ma decise di rispondere con un’altra domanda. «Quante persone siete disposti a uccidere, per il potere?»
«Tante quante è necessario», rispose Tang.
«Allora la risposta è semplice», disse all’orecchio di Pau. «Lo state facendo perché moltissimi possano morire.»
Un’improvvisa scarica di dolore sulla sommità del cranio rinvigorì Malone. Tese il braccio destro e strinse in una morsa il collo di Viktor, capovolgendo la situazione.
Viktor atterrò sulle braci, che scricchiolarono sotto la sua giacca.
Rotolarono ancora, stavolta allontanandosi dal calore. Però Malone aveva un problema: la spalla sinistra gli doleva parecchio, il che indeboliva pure il braccio destro.
E Viktor gli si avventò addosso.
Cassiopea vide Cotton cercare di toccarsi la spalla sinistra nell’istante in cui Viktor sferrava un pugno dal basso in alto e gli colpiva la mascella, facendolo ruzzolare all’indietro. Viktor approfittò di quel momento per prendere la pistola che gli era scivolata all’inizio della zuffa.
Cassiopea doveva fare qualcosa.
Quindi prese il coltello che aveva in tasca e lo gettò oltre la ringhiera, cercando di colpire le braci vicino a Cotton.
Malone sentì cadere qualcosa sulla brace.
Lanciò un’occhiata alla sua destra e vide un pugnale, proprio mentre Viktor trovava la pistola.
Probabilmente la spalla era slogata. Ogni movimento trasmetteva al cervello un tormento elettrico. Si stringeva il braccio sinistro con la mano destra, cercando di tenere l’articolazione a posto e al contempo allungandosi a prendere il coltello – caldo al tatto – e rigirandone la punta tra le dita, pronto a lanciare.
Gli occhi di Viktor erano due pietre nere.
Un sudore ghiacciato imperlava la fronte a entrambi.
Viktor puntò la pistola.
Tang gridò in mandarino: «Ora!»
E i due fratelli nell’ombra si fecero avanti, puntando le balestre su Ni.
«La tua esibizione di coraggio è finita.» Tang colse un’espressione soddisfatta sul volto di Pau. «Sono stato previdente.»
«Non hai una grande considerazione del tuo maestro, a quanto pare», replicò Ni.
«Al contrario. Ho per lui un rispetto altissimo. Tanto che, se lo uccidi, noi uccideremo te.»
«Lei gli crede? O ci ucciderà entrambi?» domandò Ni a Pau.
«Abbassi questa lama», disse Pau a Ni, con calma.
Ni capì di non avere più nessuna scelta. Poteva uccidere Pau Wen e morire subito, oppure abbassare l’arma e correre il rischio.
Era Tang, non Pau, a meritare la morte.
Staccò la lama dal collo del vecchio e la gettò a terra.
Cassiopea puntò la balestra verso il basso. Non sapeva bene che cosa stesse succedendo, a parte il fatto che Cotton era ferito, Viktor era incazzato, Ni era nei guai e lei era in una posizione tale da poter fare qualcosa. «Fermi!» gridò.
Malone udì la voce di Cassiopea.
Girò di scatto la testa verso il punto da cui proveniva e vide spuntare dall’ombra della galleria al primo piano, vicino a una colonna, una balestra puntata su Viktor.
«Getta la pistola! Subito», gridò Cassiopea.
Viktor non si mosse, l’arma stretta con le due mani e puntata dritta al petto di Malone.
«Se mi spari, lei ti uccide», disse lui. Dubitava di riuscire a lanciare il coltello prima che l’altro facesse fuoco.
«Quello è il mio pugnale. L’ho dato a Cassiopea», fece piano Viktor.
«E lei l’ha dato a me.»
Ciò la diceva lunga.
Gli occhi di Viktor si chiusero e si riaprirono. Malone vi colse un lampo di comprensione e lo sguardo gli trasmise un’intenzione diversa da quella che esprimeva l’arma puntata contro di lui.
Allora capì. Le parole di Stephanie: In realtà, ci piacerebbe avere Tang morto.
«Prenditi cura di lei, Malone.» Viktor si voltò e aggiustò la mira.
Dritta su Karl Tang.
Lo scontro fra Viktor e Malone aveva spazientito Tang.
Che cosa stava aspettando?
Afferrò la balestra del fratello che stava accanto a lui e strillò: «Sparagli subito, o sparo io a te».
Viktor si voltò di scatto.
Tutte le paure che Tang aveva nutrito nei confronti di quello straniero affiorarono all’improvviso mentre la canna della pistola lo metteva a fuoco.
Scoccò la freccia.
Che dopo un istante centrò Viktor Tomas.
Anche l’altro fratello, avvertendo il pericolo, aveva riaggiustato la mira. Una seconda freccia trapassò il petto di Viktor. L’uomo rimase senza fiato e un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca. La pistola cadde a terra e lui si portò una mano alla gola.
Le ginocchia si fecero di gelatina, e crollò a terra.
Cassiopea trasalì nel vedere il corpo di Viktor trapassato da due frecce velocissime in rapida successione. Dopo pochi istanti lui barcollò, cercando di riprendere l’equilibrio, ma crollò sul pavimento con un grugnito.
Lei uscì dall’ombra, puntò la balestra contro Karl Tang dalla balaustra e scoccò.
Ni aveva capito che nella galleria al piano superiore c’era Cassiopea, apparentemente armata; i due fratelli avevano usato le loro frecce, lo straniero era a terra, Malone aveva un coltello ma era troppo lontano.
La loro unica chance era lei.
Cassiopea apparve con una balestra in mano e scoccò la freccia.
Però Tang aveva previsto la mossa e si era tuffato sulla destra.
Il dardo colpì il pavimento e si allontanò sbandando.
Malone vide che Cassiopea aveva mancato il bersaglio. Lui aveva sempre il pugnale, ma poteva farci ben poco.
La pistola.
Che era a terra accanto a Viktor.
Doveva prenderla.
Tang si rialzò e si gettò verso la spada che Ni Yong aveva lasciato andare. Afferrò l’elsa e ordinò ai due fratelli di prendere Ni.
Avrebbe fatto vedere a Pau Wen chi aveva coraggio.
Avanzò verso Ni.
Ni cercò di divincolarsi, ma i due fratelli erano forti. Pau Wen si era allontanato in direzione degli scaffali e si godeva lo spettacolo.
Lanciò un’occhiata al centro della sala.
Malone stava cercando qualcosa.
Tang era a meno di tre metri, pronto a ficcargli la lama nell’addome.
Malone riuscì a prendere la pistola.
Il dolore alla spalla era lancinante: non sarebbe mai riuscito a lanciare il coltello. Sollevò l’arma con la destra, il dito sul grilletto. Si domandò se ci fossero nella sala altri fratelli che in quel momento si preparavano a infilzarlo.
Pazienza.
Non aveva scelta.
Puntò la pistola e sparò.
Tang udì uno sparo, poi sentì qualcosa colpirlo nel fianco destro. Che strana sensazione... Dapprincipio nulla, poi un dolore inimmaginabile, come se un’ondata di energia lo avesse attraversato arrostendogli le viscere.
Smise di avanzare e barcollò verso destra.
Guardò nel centro della sala e vide Cotton Malone con una pistola puntata dritta su di lui.
Un’altra esplosione, e un proiettile gli trapassò il petto.
Un terzo sparo.
Poi non vide più nulla.