45.
Il campanello aveva un timbro dolciastro, una ditata di unto. Era una parola d’ordine sentimentale appropriata per quella terra che sfida la geografia, dove la domesticità ha incantato ogni cosa in una stasi perenne. L’interno della casa era una deliberata negazione dell’esterno. Harkness aveva visto pochissime case come quella. Era il modello al quale aspiravano i genitori di Mary. Ma in confronto alla madre di Tommy erano dei dilettanti.
Attraversando la soglia, si entrava in un mondo di immutabilità sprezzante. Il senso di trovarsi in un tempio non si doveva solo al crocifisso nell’ingresso. Ma anche all’atmosfera smorzata, in cui uno strillo sarebbe stato un sacrilegio, alla precisione da museo con la quale era collocato ogni oggetto. Sembrava che i soprammobili fossero piantati su delle fondamenta. Maleducazione, rabbia, disordine, lì non avevano posto. Il movimento più agitato doveva essere quello del cucchiaino nella tazza del tè.
La guardiana della caverna era più anziana di quello che si aspettavano. Capelli grigi ben pettinati, occhiali, un completino in due pezzi, perle finte. Aveva confermato di essere la signora Bryson, aveva ascoltato le spiegazioni di Laidlaw e li aveva fatti entrare, guardando i loro piedi come sospettando che fossero infangati. In soggiorno, Harkness si sedette sul bordo del cuscino, per non schiacciare i fiori della fodera.
“Non è successo niente, vero?”
La gentilezza della sua voce era come un incantesimo contro la possibilità che accadesse qualsiasi cosa.
“Non lo sappiamo ancora, signora Bryson,” disse Laidlaw. “Vorremmo solo parlare con Tommy. È in casa?”
“Ma Tommy è a Londra.”
“Ne è sicura?”
Lo sguardo della donna conteneva un dolce rimprovero per quell’insulto alla sua maternità. “Be’, è da qualche parte in Inghilterra. Da quando è partito non ha ancora scritto. Sa come sono i giovani. Ha detto che andava a Londra.”
“Quando è partito?”
“Dunque, vediamo. Due o tre settimane fa. Ma posso sapere cosa è successo? Si è messo in qualche guaio?”
“Forse non è successo nulla. È la cosa più probabile. E il padre di Tommy, signora Bryson?”
“Il padre di Tommy cosa?”
“Dove si trova?”
Fu solo un momento. La sua concentrazione vacillò, e quando gli occhi tornarono gentili, Harkness si chiese se avesse davvero visto un lampo d’odio così profondo. Forse lì bolliva in pentola qualcosa di più dei pasti nutrienti di cui un ragazzo aveva bisogno.
“Non so dove si trova da circa vent’anni.”
“L’ha lasciata?”
“Ha lasciato tutti e due.”
“Allora Tommy lo ha conosciuto.”
“Aveva cinque mesi quando suo padre se n’è andato. Non sopportava di sentirlo piangere, così è andato dove il pianto di Tommy non potesse raggiungerlo.”
“E lei non sa dove? Neppure Tommy potrebbe saperlo?”
“L’unica cosa che so è dove è diretto. Se non si trova già lì. Che bruci in pace.”
Doveva essere una battuta consueta, una fermentazione acida distillata in una frase. Il veleno nella sua bocca gentile fu uno shock, come se Babbo Natale parlasse con le battute di Lenny Bruce.
“Signora Bryson. Conosce Harry Rayburn?”
“Rayburn, Rayburn... Ah, sì. Quel signore per cui Tommy lavorava.”
“Esatto.”
“So di lui. Ma questo è tutto.”
Laidlaw la fissò, poi distolse lo sguardo.
“Bene. Le dispiace lasciarci dare un’occhiata nella stanza di Tommy?”
“Perché? Sentite, ditemi di cosa si tratta. Tommy è sospettato di qualcosa? Cosa è successo?”
“Non so cosa sia successo, signora Bryson. Ma sto cercando di rintracciare Tommy, per interrogarlo su un fatto. Qualsiasi cosa riesca a sapere su di lui potrebbe essere d’aiuto. Ma glielo sto chiedendo, capisce? Non ho l’autorità per obbligarla a mostrarmi la stanza di Tommy. Voglio che sia chiaro.”
Dopo un attimo di esitazione, lei si alzò e li invitò a seguirli. La stanza era piccola. Muri bianchi e puliti. Niente specchio, niente poster, niente foto. Sembrava la cella di un monaco, di un asceta. Tutta pareti e mobili, era definita da ciò che mancava. Non c’era traccia di un hobby, di un interesse qualsiasi. Nessuno conosceva la persona che ci viveva.
Laidlaw si chinò all’improvviso, aprì un paio di cassetti e li richiuse subito.
“Cosa fa? Quelli sono gli effetti personali di Tommy.”
“Va bene, signora Bryson. Va bene. Mi scusi. Grazie dell’aiuto. C’è qualcos’altro che può dirci?”
“Vi ho detto tutto quello che so.”
Laidlaw e Harkness la fissarono. Il suo viso faceva capire che da lei non avrebbero ricavato altro. La sua dolcezza puritana era fatta di ferro. Qualsiasi cosa potessero dire, lei aveva già fatto le sue scelte.
“Grazie,” disse Laidlaw.
Non pronunciarono una parola finché non furono di nuovo in macchina.
“Cosa c’è di più sinistro della rispettabilità?” chiese Laidlaw.
“Credi che sappia dove si trova il figlio?”
“Non fa differenza. Non glielo farebbe confessare neppure Torquemada.”
“E questo cosa ci dice?”
“Ci dice tutto. Non hai ascoltato?”
Harkness cambiò registro. “Va bene,” rispose. “Ascolto adesso.”
“Bud Lawson è un protestante monolitico. Tommy è cattolico. Jennifer è sotto il fuoco incrociato. Costretta a scegliere. Sembra che lo faccia, ma le menzogne che racconta a tutti suggeriscono che si fosse pentita della scelta. Se Harry Rayburn dice la verità sul tentativo di Tommy di aggiustare le sue deviazioni... Be’, con chi poteva fare pratica, se non con la ragazza che aveva lasciato? Così torna con Jennifer.”
“Una teoria un po’ speculativa,” commentò Harkness.
“Solo un po’. La seconda cosa: la signora Bryson non mostra nessuna curiosità. Alcuni svengono, quando la polizia bussa alla porta. Lei è rimasta tranquilla. Perché ci aspettava. Aveva ripassato la parte. Ogni volta che ha chiesto di cosa si trattava, io non le ho risposto. Ma lei non si è agitata, è diventata solo più automatica. Perché l’unica cosa che le interessava sapere era che Tommy non fosse nelle nostre mani. O sa già cosa è successo, o non le interessa.”
“Mio Dio. Dici che lo coprirebbe per un omicidio a sfondo sessuale? Alcuni figli hanno madri così.”
“Vorrei anche vedere. Mi aspetterei che mia madre facesse lo stesso, per me. Casa è dove puoi nasconderti dalla polizia.”
“C’è altro?” chiese Harkness.
“Ha detto che è partito due o tre settimane fa. Chiedi a qualsiasi madre di un figlio unico: sa il giorno e l’ora in cui lui se n’è andato. La signora Bryson non lo sa perché Tommy non è partito. La sua roba era ancora nei cassetti. Chi partirebbe per la grande avventura londinese senza un cambio di calzini?”
“E quindi?”
“Tommy Bryson ha ucciso Jennifer Lawson. Si trova ancora a Glasgow. Harry Rayburn sa dov’è. Quindi dobbiamo tornare dal signor Rayburn e trattarlo in modo spiacevole.”
Harkness guidò in silenzio per un tratto. “Hai visto le foto nel suo ufficio? Ci ho fatto caso soltanto ora. Fotomodelli nudi. Non è una cosa rivoltante?”
“Secondo me sono prove a discarico. Se pensi a quante stronzate come quella che hai appena detto ha dovuto sopportare, direi che è riuscito a sopravvivere bene. È quasi da ammirare.”
“Non posso evitarlo. Gli omosessuali mi fanno schifo.”
“Questo è preoccupante. Marlowe era frocio. Eppure le sue scorregge sono più intelligenti delle parole che escono da tante bocche.”
Si fermarono a un semaforo. Davanti al parabrezza passarono alcune persone che uscivano da un cinema. Un ragazzo e una ragazza che scherzavano tra loro. Due uomini in conversazione. Un gruppo di quattro persone, concentrate solo su se stesse.
“Forse è per questo che l’ha uccisa,” disse Laidlaw. “Forse voleva solo attirare l’attenzione di suo padre.”