Il ragazzo guardò la pozza d’acqua ai suoi piedi. — Non è successo nu… — cominciò… ma si interruppe. Tutta l’acqua della pozza era improvvisamente svanita. Josh vedeva la piccola creatura verde che si dimenava e si contorceva sulla spiaggia ghiaiosa come un pesce fuor d’acqua. Gli sembrava ogni secondo un po’ più paffuta.

Il Lotan rabbrividì, raspando nella ghiaia e nella sabbia sporca. E Josh si rese conto che la creatura stava crescendo. Prima raddoppiò una volta, poi una seconda, a scatti, il corpo sempre più lungo.

Le ci volle solo un attimo per passare da pochi centimetri a trenta. E ci volle solo un altro attimo per passare da trenta centimetri a un metro.

La somiglianza con una lucertola era notevole; man mano che cresceva però, un brivido dopo l’altro, il mostro cominciò a somigliare sempre di più a un varano. Lunghe lingue gialle e biforcute guizzavano fuori dalle sette bocche. Quando la creatura sollevò le teste verso il cielo, il suo fiato puzzava di carne rancida e putridume marino.

Il Lotan fu scosso da un’altra convulsione, raddoppiò di nuovo le sue dimensioni e toccò il metro e ottanta di lunghezza.

— Dobbiamo andarcene di qui! — esclamò Billy con urgenza. Lui e Virginia sostenevano ancora Dee. — Guardate che denti… una bestia così è sicuramente carnivora. E noi siamo il suo pasto più vicino.

Il mostro tremò ancora con violenza – le ossa scoppiettavano, i muscoli crepitavano, la pelle si tendeva – e superò i due metri.

Sette teste puntarono i cinque esseri umani: quattordici occhi neri, senza pupille, li scrutarono senza battere ciglio. Fu a quel punto che il mostro si scagliò in avanti, con una mossa rapida – di un’agilità sorprendente – che dimezzò la distanza che li separava.

— Via! — gridò Billy.

— No! — boccheggiò Dee.

Josh assistette inorridito all’ennesimo, violento spasmo della creatura, che raggiunse i cinque metri di lunghezza, quasi quanto i tram che percorrevano la città oltre la baia.

— Ma quanto può diventare grosso questo coso? — domandò Billy.

— Rallentiamo un po’ le cose. — Continuando a sorreggere Dee, Virginia estrasse il flauto e se lo portò alle labbra.

Il suono che ne uscì era troppo acuto per l’udito umano, e si sentì solo una vibrazione nell’aria. Un trio di gabbiani piombò giù dal cielo e finì dritto in mare, ma il Lotan sembrò impassibile. Si avvicinò ancora un poco, e tutte le sette bocche si spalancarono mostrando file multiple di denti feroci. Densi fili di saliva fetida colarono sugli scogli.

Dee tossì una risata e, quando parlò, lo fece in un sussurro roco. — È sordo. Il tuo flauto magico è inutile.

— L’avevo intuito — borbottò Virginia.

La pelle verde del Lotan si increspò di colori, e onde rosse e nere scorsero lungo il suo corpo. Poi, bruscamente, tutti i colori fluirono nelle teste, dando a ciascuna una diversa sfumatura di cremisi, tranne che alla testa centrale, che era grande quasi il doppio delle altre e che era diventata nera.

Josh apriva e stringeva i pugni. I suoi guanti dorati si formarono di nuovo e salirono su per le braccia, rivestendole di metallo.

Le sette teste del Lotan lo puntarono all’istante.

— Josh… — disse Machiavelli piano, senza staccare gli occhi dal mostro. — Qualunque cosa tu stia facendo, ti suggerisco di smettere subito.

— Mi stavo proteggendo con la mia aura — spiegò il ragazzo.

Dee si scrollò di dosso Virginia e Billy. Sul suo volto cinereo era tornato un po’ di colore, ma gli occhi erano ancora cerchiati di ombre. Fece un passo verso la creatura, che impennò le teste come per prepararsi a colpire e dilatò le narici: sette lingue saggiarono l’aria. Dee diede le spalle al mostro. — Il Lotan non si nutre solo di carne. È come un vampiro: risucchia l’aura di qualsiasi creatura vivente. — Guardò Machiavelli. — Hai abbastanza fegato da allungare un braccio?

— Il coraggio non mi manca, forse, ma non sono uno sciocco — replicò l’italiano.

Billy invece tese subito il braccio sinistro, e l’aria si tinse del profumo intenso del pepe di cayenna. Un velo rossiccio avvolse la mano dell’immortale.

Con un brivido, il Lotan puntò tutte le teste verso di lui, facendo schioccare le lingue. Billy sbuffò, come sotto sforzo, e cominciò ad avanzare con passo incerto, mentre rivoli dell’aura gli si staccavano dal braccio e fluivano verso la creatura. Le lingue gialle leccavano il sottile fumo rosso nell’aria.

— Fermati, Billy! — esclamò Machiavelli.

L’americano cercò di abbassare il braccio. — Non ci riesco — boccheggiò.

Il colore della sua aura si incupì, e il flusso che scorreva verso il mostro divenne ancora più visibile. Le vene sulla mano tesa di Billy si fecero pronunciate, e l’americano sibilò di dolore quando le sue unghie divennero prima rosse, poi viola e infine nere, per poi staccarsi del tutto.

A quel punto Josh si portò di fronte a lui e gli assestò un sonoro ceffone sulla guancia. Billy emise un gemito sorpreso. Il ragazzo lo afferrò per la maglietta e usò una mossa di taekwondo per costringerlo in ginocchio.

L’immortale sbatté con forza sulla roccia e la sua aura si spense. — Diavolo, che male. Mi sa che mi hai appena fatto fuori una rotula — brontolò. — Non avrei mai pensato di ringraziare qualcuno per avermele suonate, ma grazie. Ti devo un favore… e io non dimentico mai i miei debiti. — Fletté la mano sinistra. Era pallida, solcata di vene e capillari rotti, e dalle dita che avevano perso le unghie colava un liquido chiaro. — Brucia, accidenti!

— Hai fatto proprio una stupidaggine — sbottò Virginia.

— Stupido è il mio secondo nome — replicò Billy, sorridendo.

Machiavelli guardò Dee. — Dunque è questa la bestia che scatenerai sulla città? Un carnivoro succhia aura…

— Questa è la prima di molte — affermò Dee con una risata, che gli si strozzò in gola con un colpo di tosse. — Lasciamo che imperversi lungo le strade, che si nutra per un po’. Tu hai gli incantesimi: risveglia i mostri nelle celle e mandali in città.

— E poi?

— E poi il nostro lavoro qui sarà finito. — L’inglese spalancò le braccia. — Abbiamo adempiuto agli ordini dei nostri rispettivi padroni. Tu potrai salire sul prossimo volo per Parigi… be’, magari non il prossimo, non so se l’aeroporto sarà più in funzione. — Dee indicò verso le celle. — Ci sono delle viverne là dentro. Forse dovresti spedirle all’aeroporto. — Rise di nuovo.

— E tu che farai, dottore? Che ti succederà con il ritorno degli Antichi Signori?

— Lascia che me ne preoccupi io.

— Voglio saperlo, invece — replicò l’italiano. Le sue labbra si mossero in un sorriso che non sfiorò neanche lontanamente gli occhi. — Siamo insieme in questa faccenda.

Dee incrociò le braccia al petto e l’enorme Lotan si avvicinò alle sue spalle. Le lingue scorsero lungo la sua schiena, su, su, fino alla nuca. Lui le scansò distrattamente. — Sto riflettendo sulle varie opzioni. Ma prima mandiamo via questa bestiola…

— No! — esclamarono Billy e Machiavelli all’unisono.

— No? — Dee era confuso. — Ah, capisco. Pensate che dovremmo risvegliare qualche altra creatura e spedirle via tutte insieme, vero? Annuì. Potremmo farle sbarcare in un paio di punti diversi… un attacco su più fronti.

Billy the Kid scosse la testa. — Stavamo pensando…

— Non dovresti sforzarti tanto — ironizzò Dee.

Il volto del giovane immortale si indurì. — La tua insolenza ti procurerà qualche guaio, uno di questi giorni.

— Forse. Ma certo non per causa tua.

— Basta! — sbottò Machiavelli. — Quello che il mio giovane e impulsivo amico sta cercando di dire è che abbiamo deciso di non sguinzagliare i mostri sulla città.

Dee sbatté le palpebre, sorpreso.

— Non sarebbe giusto — aggiunse Billy.

— Non sarebbe giusto? — L’inglese scoppiò a ridere. — Che cos’è, uno scherzo? — Guardò Virginia. — È uno scherzo, vero?

La donna scosse appena un po’ la testa. — Non credo — mormorò, allontanandosi lentamente dagli altri due immortali.

Anche Billy cambiò posizione, spostandosi in modo da poter tenere d’occhio sia Virginia sia Dee.

— Perché stai facendo tutto questo, John? — chiese Machiavelli. — Non ci guadagni nulla.

— Ci guadagno del tempo. I nostri padroni si aspettano che queste creature siano sguinzagliate sulla città, e non dobbiamo deluderli.

— Altrimenti potrebbero fare delle indagini — continuò l’italiano. — E trovarti qui…

— Esatto — confermò Dee. — Che si gustino pure la distruzione di San Francisco dai loro Regni d’Ombra, strofinandosi le mani.

— Perciò si tratta solo di un diversivo! — esclamò Billy, disgustato.

Dee sogghignò. — Come il trucco di un prestigiatore. Si concentreranno sulla città e non baderanno a me.

— Perché? Che cosa stai tramando, John? — domandò Machiavelli.

— Non sono affari tuoi.

L’italiano diede dei colpetti sulla tasca della giacca. Si sentì un crepitio di carta. — Ho gli incantesimi per risvegliare le creature, ma non lo farò. Inoltre contatterò i Flamel e li avviserò di ciò che sta per arrivare dalla baia. Sappiamo entrambi quanto Perenelle possa essere pericolosa. Fermerà il Lotan.

— Non credo — replicò Dee. — Ricordatelo, questa creatura succhia le aure. E sono certo che la Fattucchiera avrebbe un sapore dolcissimo. — Guardò Billy, poi Machiavelli, e poi di nuovo Billy. — E tu, sei d’accordo con lui?

Il giovane immortale fece un passo verso l’italiano. — Ci puoi scommettere.

— È la tua ultima occasione — intimò Dee.

— Oh, che paura.

— E così finalmente avete tradito i vostri padroni! — esclamò Dee, parlando così piano che nella brezza le sue parole si udirono a malapena. — Avete infranto il vostro giuramento di servizio. Waerloga. Traditori.

— Senti chi parla…

— Sì, ma ora la vostra decisione compromette i miei piani. — Dee guardò Josh. — E tu, da che parte stai? Con me o con l’italiano?

Josh guardò con espressione vuota i due immortali, boccheggiando confuso. Certo, non voleva che i mostri fossero liberati su San Francisco: era una cosa sbagliata. Avvertì una sensazione di calore improvviso sulle spalle, e con un gesto istintivo estrasse Clarent. Non appena la strinse in mano, un’ondata di calore corse lungo tutto il braccio, e qualcosa si mosse nella sua mente. I dubbi scomparvero, spazzati via da una certezza assoluta: era giustissimo che quelle creature venissero sguinzagliate per le strade, anzi, era necessario. Ricordò una frase che suo padre aveva detto durante una conferenza alla Brown University, il Natale prima. Aveva citato Darwin: “Non è la specie più forte a sopravvivere, e nemmeno la più intelligente, ma quella più suscettibile al cambiamento.”

Un po’ di morte e distruzione, un po’ di isteria e terrore avrebbero fatto bene agli homines. Il pensiero del Lotan che si aggirava per l’Embarcadero era perfino divertente. Josh cominciò a sorridere all’idea. E più ci pensava, più ne comprendeva la necessità. Gli Antichi Signori sarebbero tornati e, a conti fatti, era quello l’importante.

— Pensa alla devastazione, Josh — lo incalzò Machiavelli.

Edifici in macerie, gente in fuga, grida… La spada pulsò a ogni immagine.

— Hai vissuto a San Francisco, Josh — aggiunse Billy. — Non vuoi che sia distrutta, vero?

Intervenne Virginia Dare, avvicinandosi al ragazzo e mettendogli un braccio intorno alle spalle. — Josh sa da che parte stare — affermò, puntando i suoi occhi d’acciaio dritti nei suoi. — Stai con noi. Non è vero?

Josh arrossì violentemente. Strizzò gli occhi, e il profumo di salvia dell’aura di Virginia gli rimase impigliato in gola. Deludere Virginia Dare era l’ultima cosa che avrebbe mai voluto fare. — Be’, sì… cioè, credo di sì. Non ne sono sicuro. — L’elsa della spada si scaldò, spingendolo a stringere ancora di più la presa. All’improvviso Josh sentiva così caldo che avrebbe potuto svenire. Immagini di distruzione e caos danzarono ai margini della sua coscienza. Fiamme divamparono, e Josh si scoprì ad ammirarne incantato la bellezza; udì delle grida, ma gli sembrarono quasi musicali.

— Da che parte stai? — ripeté Machiavelli.

— Pensaci, prima di rispondere — lo ammonì Billy.

— Oh, questa è bella, detta da te — commentò Dee. — Josh, sei con me o con l’italiano? E se sei con Machiavelli, ti prego di notare che pochi attimi fa ha minacciato di tradirci tutti con i Flamel — aggiunse indignato. — Eccoti un altro individuo che farebbe di tutto pur di conservare il potere, anche se significa condannare il mondo a una lunga e lenta distruzione.

— Ci sono più di ottocentomila persone nella città di San Francisco — intervenne Billy, con rabbia. — E molti di loro – se non tutti – moriranno. È questo che vuoi, Josh, veramente?

— Ricordi quando abbiamo fatto quella chiacchierata a Ojai, la settimana scorsa? — chiese Dee prima che il ragazzo potesse rispondere. — Ricordi quando ti ho mostrato il mondo così come potrebbe essere, come sarebbe se gli Antichi Signori facessero ritorno? L’aria tersa, l’acqua pura, i mari ripuliti dall’inquinamento…

A quelle parole, delle immagini comparvero davanti agli occhi di Josh.

Un’isola che sorgeva sotto un cielo azzurro e senza nubi. Campi di frumento dorato che si stendevano all’infinito verso l’orizzonte. Alberi carichi di ogni varietà di frutti esotici.

Deserti sterminati e spazzati dal vento che diventavano verdi e rigogliosi…

Il corridoio di un ospedale con una lunga fila di letti vuoti…

Josh annuì, ipnotizzato dalle immagini. — Un paradiso.

— Un paradiso — confermò Dee. — Ma non è questo ciò che vogliono l’italiano e il fuorilegge. Loro vogliono il mondo così com’è, per poter continuare a operare nelle tenebre.

— Josh, non ascoltarlo — disse Billy, in tono fermo. — È Dee, ricordatelo… è il principe della menzogna.

— Anche Flamel ti ha mentito — gli rammentò l’immortale inglese. — E ricordati di quello che lui e sua moglie hanno fatto a tua sorella.

— Te l’hanno messa contro — bisbigliò Virginia. Posò la punta delle dita sulla mano di Josh, come per sostenerlo. — E io potrei insegnarti una cosa che né Machiavelli né Billy conoscono — continuò, abbassando la voce in modo che solo lui potesse sentirla. — Ti insegnerò la Magia dell’Aria. La più utile di tutte le magie — aggiunse in tono persuasivo.

La Magia dell’Aria. Questo ottenne la sua attenzione.

— Sophie conosce già le Magie dell’Aria, dell’Acqua e del Fuoco. Io conosco solo l’Acqua e il Fuoco. — Parlando, Josh fu all’improvviso consapevole di quanto Virginia fosse vicina a lui, e di quanto il calore di Clarent ardesse nel proprio corpo. Sudava, ma il vento che soffiava dal mare gli gelava il sudore sulla pelle. Rabbrividì.

— La Magia dell’Aria — ripeté la donna. — Ti renderebbe pari a tua sorella. — Poi si sporse in avanti. — E forse, un giorno, sarai perfino più potente di lei.

Josh distolse gli occhi da Virginia e si voltò a guardare Dee. — Sono con voi.

L’inglese sorrise. — Hai preso la decisione giusta.

— Hai commesso il più grande errore della tua vita — disse Machiavelli, e Josh scoprì di non riuscire più a guardare gli altri due immortali negli occhi.

Di punto in bianco, Billy si mosse, scagliandosi contro Dee, mentre Machiavelli si voltò verso Virginia.

La donna però si era già portata il flauto alle labbra. — Troppo lenti — disse, soffiando nell’imboccatura dello strumento.

Quando le parole si trasformarono in musica, Machiavelli e Billy the Kid piombarono a terra svenuti.

Virginia si chinò per sfilare un foglio dalla tasca interna della giacca dell’italiano. Lo lanciò a Josh, che lo consegnò a Dee. — Le istruzioni per risvegliare i mostri.

L’inglese diede al ragazzo una pacca sulle spalle. — Bravo! — esclamò. — Ora trasferiamo questi due nelle celle, prima che si sveglino.

— Non stai dimenticando qualcosa? — chiese Virginia, indicando il Lotan.

Dee sorrise, con una luce folle negli occhi. Guardò la creatura e poi agitò le braccia. — Va’ via! — Indicò la città a poco più di un chilometro di distanza. — Vai. E mangia.

Il Lotan si voltò, attraversò con la sua andatura ciondolante gli scogli e si tuffò in mare. Le sette teste galleggiarono per un attimo prima di inabissarsi, poi un’onda curva come un arco si allontanò alla volta della città.

— Chissà come la prenderanno i turisti all’Embarcadero — commentò Virginia.

— Oh, immagino che sentiremo le grida da qui. — Dee sventolò il foglio contro una gamba, in un gesto impaziente. — Venite, andiamo a risvegliare un po’ di creature molto affamate. — Posò lo sguardo sui due immortali svenuti. — Mmm… forse gli andrà uno spuntino, prima. — Poi si voltò verso Josh, che se ne stava lì fermo e immobile a fissare la scia del Lotan diretto verso San Francisco. — Hai preso la decisione giusta, ragazzo.

Josh annuì. Lo sperava. Guardò Virginia e, quando lei gli sorrise, si sentì sollevato. Anche se non si fidava del tutto di Dee, aveva una fiducia sconfinata in Virginia Dare.