— Svolta qui. — Il dottor John Dee si sporse a indicare verso destra. — Prendi la Barbary Coast Trial e continua intorno all’Embarcadero. Poi segui i cartelli per il ponte di Oakland Bay.

Josh annuì, con la bocca serrata. Non aveva nessuna voglia di parlare e si stava sforzando di non respirare troppo profondamente. L’alito dell’inglese sapeva troppo di uova marce.

— Dove stiamo andando? — chiese Virginia Dare dall’ombra del sedile posteriore.

— Lontano da qui — rispose Dee. — Le strade pulluleranno di poliziotti e di vigili del fuoco.

Il ragazzo regolò lo specchietto retrovisore in modo da guardare i suoi compagni di viaggio. Dee era seduto dietro di lui, contornato di lievissime venature gialle; la donna era seduta a destra, il più distante possibile dall’inglese, e si stava picchiettando il labbro inferiore con il flauto.

Josh si concentrò sulla guida, tenendo sotto controllo la pesante macchina e rispettando i limiti di velocità. Cercò di non pensare a quanto era appena successo; soprattutto a quello che era successo con sua sorella. Si era messa contro di lui… o meglio, i Flamel si erano messi contro di lui. Ma dov’era Sophie in quel momento? E come avrebbe fatto lui a dire ai suoi genitori che l’aveva persa? Avrebbe dovuto occuparsi di lei, proteggerla. E aveva fallito.

— Come si chiamava quel comico di quel duo famoso? — chiese Virginia Dare all’improvviso. — Diceva sempre: “Guarda in che guaio mi hai cacciato!”

— Stanlio — rispose Dee.

— Ollio — lo corresse il ragazzo. Suo padre li adorava. Anche se Josh preferiva l’umorismo anarchico dei fratelli Marx, uno dei suoi primi ricordi era legato a Stanlio e Ollio. Era seduto sulle ginocchia del padre e tremava tutto per le risate che lui si faceva guardandoli in TV.

— Ollio, sì. Oliver Hardy, così si chiamava l’attore — continuò Virginia, annuendo. — Una volta li ho incontrati, tanto tempo fa, quando calcavo le scene a Hollywood.

— Tu hai fatto cinema? — Josh le lanciò un’occhiata dallo specchietto. Be’, la bellezza non le mancava, si disse.

I denti bianchi di Virginia lampeggiarono in un sorriso. — Prima dell’avvento del sonoro — disse, poi si rivolse all’inglese. — Come stavo dicendo: “Guarda in che guaio mi hai cacciato!”

— Non è il momento, Virginia — replicò Dee, stanco.

— Mi avevi già cacciato nei guai in passato, John, ma non erano niente in confronto a questo. Non avrei mai dovuto immischiarmi con te.

— Non ci ho messo molto a convincerti — le rammentò Dee.

— Mi avevi promesso un mondo…

Il dottore la fermò con un gesto repentino della mano, ammiccando con gli occhi verso Josh. La pausa fu così breve che si notò a malapena.

— Un mondo libero da ogni dolore e sofferenza — concluse la donna, senza però trattenere una nota di sarcasmo nella voce.

A quel punto Josh lasciò Bay Street e imboccò la strada dell’Embarcadero.

— Non è ancora tutto perduto! — esclamò Dee. — Almeno finché abbiamo questo. — Aprì un lembo della giacca sporca e tirò fuori un libricino rilegato in rame, che misurava all’incirca quindici centimetri per ventidue ed era più antico dello stesso genere umano. Fece scorrere le dita lungo la superficie di metallo, e un pulviscolo di scintille gialle danzò e crepitò sotto i polpastrelli.

L’aria si riempì dell’odore mescolato delle loro tre aure: arance, salvia e zolfo. Le scintille danzarono su ogni superficie metallica all’interno del veicolo. Le luci lampeggiarono e si spensero, e lo schermo del navigatore satellitare ribollì di tutti i colori dell’arcobaleno. La radio si accese da sola e cambiò una decina di stazioni prima di spegnersi con un verso acuto. Tutti gli indicatori sul cruscotto si illuminarono. La limousine si fermò sobbalzando.

— Lo chiuda! — ordinò Josh. — O distruggerà tutta l’elettronica dell’auto.

Dee infilò di nuovo il libro sotto la giacca, mentre il ragazzo girava la chiave d’accensione. Il motore tossì, ma poi si riprese, e Josh pigiò sull’acceleratore.

— Bravo — commentò Virginia Dare.

— Il Codice è la chiave — proseguì Dee, come se non fosse successo nulla. — Ne sono sicuro. Non devo fare altro che capire come usarlo. — Si sporse per toccare le spalle di Josh. — Ah, se qualcuno non avesse strappato le ultime due pagine…

Josh tenne la bocca chiusa. Concentrarsi sulla guida, stranamente, gli aveva permesso di pensare di nuovo con lucidità. Sotto la maglietta rossa della sua squadra del cuore, conservava in un sacchetto di stoffa appeso al collo le due pagine che aveva strappato dal Codice. Anche se ormai si fidava dell’inglese – o comunque diffidava meno di lui che di Flamel – per qualche ragione che non riusciva a comprendere esitava ancora a rivelargli di quelle pagine.

— Sta arrivando di tutto — intervenne Virginia. — E intendo proprio dire tutto. Quei cucubuth che abbiamo incontrato a Londra non sono nulla in confronto a ciò che sta accorrendo in città. — Si voltò a guardare dal finestrino posteriore. Un’alta colonna di fumo si levava nel cielo di San Francisco. — Le autorità degli homines cominceranno a investigare. Prima la tua compagnia provoca tutto quello scompiglio a Ojai, e ora la tua sede principale va a fuoco. — Un boato squarciò l’aria, come un tuono lontano. — E non si tratta neanche di un incendio qualunque. Scopriranno le sostanze illegali che conservavi nell’edificio.

— Erano solo alcune sostanze chimiche di cui avevo bisogno per i miei esperimenti — commentò Dee con noncuranza.

— Sostanze chimiche pericolose — precisò Virginia. — Inoltre, hai aggredito due poliziotti. Le autorità ti staranno alle calcagna. Quanto sei vulnerabile a questo tipo di indagini?

Dee scrollò le spalle. — Se scavano abbastanza a fondo, sono sicuro che troveranno qualcosa. Niente può rimanere davvero segreto in quest’epoca digitale.

Virginia soffiò delicatamente sull’imboccatura del suo flauto. Ne uscì un suono duro, discordante. — La polizia di San Francisco si porterà dietro l’FBI, che parlerà con Scotland Yard; se collegheranno il tutto alla recente devastazione di Parigi, si metteranno in contatto con la Sûreté francese. E quando la polizia comincerà a cercarti sulle telecamere di sorveglianza, ti troveranno. E cominceranno a fare delle domande. Sono certa che vorranno sapere come sei riuscito ad arrivare da Ojai a Parigi senza lasciare tracce del tuo viaggio… o come sei tornato a San Francisco senza salire a bordo di un aereo privato o di linea.

— Devi proprio sembrare così contenta quando lo dici? — brontolò Dee.

— E non dimentichiamoci degli Antichi Signori. Immagino che in questo stesso istante, Antichi Signori, membri della Nuova Generazione e creature assortite si stiano dirigendo qui, fiutando il tanfo della magia. Avranno sicuramente messo una taglia fenomenale su di te, vivo o morto.

— Vivo — precisò Dee, sconsolato. — Mi vogliono vivo.

— Come lo sai?

— Me l’ha detto Machiavelli.

— Machiavelli! — esclamarono Josh e Virginia all’unisono.

— Non lo hai mai considerato un amico, John — commentò la donna. — A meno che tu non abbia cambiato radicalmente idea nel corso degli ultimi secoli.

— Non lo considero un amico, no… ma non è neanche un mio nemico. Anche lui ha fallito la missione che il suo padrone gli aveva affidato. — Dee indicò col pollice alle proprie spalle. — Sai che in questo momento si trova a pochi chilometri da qui? Ad Alcatraz, con Billy the Kid.

— Quel Billy the Kid? Il fuorilegge? — chiese Josh.

— Sì, sì — confermò Dee, seccato. — L’immortale Billy the Kid.

— E cosa ci fanno lì? — domandò Josh, confuso.

— Combinano guai.

— Come ci sono arrivati? Pensavo che l’isola fosse chiusa al pubblico.

— È così, infatti. Appartiene alla mia compagnia, la Enoch Enterprises. L’abbiamo comprata dallo Stato. Gli abbiamo detto che ne avremmo fatto un museo storico.

Josh rallentò al semaforo. — Una bugia, immagino.

— Il dottor John Dee è incapace di dire la verità — borbottò Virginia Dare.

L’inglese la ignorò. — I miei padroni mi hanno dato l’ordine di radunare un serraglio di bestie e di mostri in un posto sicuro, il più vicino possibile alla città. La prigione sull’isola era il luogo perfetto. Le celle per ospitarli erano già pronte.

La donna drizzò la schiena. — Che genere di mostri? Quelli soliti, o hai scovato qualcosa di interessante?

— Il genere peggiore — rispose Dee. — Gli incubi, i barbari, gli abomini.

— Perché?

— Quando sarà il momento giusto, vogliono che li liberi sulla città.

— Perché? — ripeté Virginia.

— Per distrarre gli homines e permettere agli Antichi Signori di tornare in questo Regno d’Ombra. I mostri si scateneranno nella città, e neanche l’esercito più moderno, con tutte le sue armi e la sua potenza di fuoco, sarà in grado di fermarli. Quando la città sarà prossima alla fine, gli Antichi Signori compariranno e li sconfiggeranno. Verranno accolti come salvatori degli homines e saranno di nuovo adorati come divinità.

— Ma perché fare una cosa del genere? — domandò Josh.

— Una volta tornati, potranno cominciare a risistemare l’intero pianeta.

— Questo l’ho capito. Ma perché non tornare e basta? Perché dovete distruggere la città?

— Non tutta la città…

— Ha capito cosa voglio dire!

— Gli Antichi Signori annienteranno i mostri e ripareranno la città. Tutto sotto gli occhi dei media. Sarà una dimostrazione spettacolare dei loro poteri. Josh, ricorda, i poteri degli Antichi Signori sono miracolosi. E… be’, potrebbero spiegarli con tanti bei discorsi, oppure mostrarli all’opera. Un’immagine vale più di migliaia di parole.

Virginia annuì. — E quando dovrà succedere tutto questo?

— A Litha.

— Mancano ancora due settimane! Che ci fanno Machiavelli e Billy the Kid sull’isola?

— Forse il piano è cambiato — tagliò corto Dee.

— Machiavelli sguinzaglierà i mostri in città? — Josh non aveva difficoltà a immaginare che Dee compisse un gesto del genere, ma pensava che Machiavelli avesse un po’ più di umanità.

— Chi può dire che cosa farà l’immortale italiano? — sbottò Dee. — Quell’uomo è stato l’autore di piani che hanno impiegato decenni per dispiegarsi. L’ultima volta che l’ho sentito, diceva di essere intrappolato sull’isola…

— Aspetti un secondo — lo interruppe Josh. — Se Alcatraz appartiene alla Enoch Enterprises…

— … e se la polizia sta compiendo indagini sulla compagnia, allora faranno un salto sull’isola non appena ottenuto un mandato — concluse Virginia.

— Tanto peggio per loro — commentò Dee.

Virginia Dare ridacchiò. — Caspita, dottore, sembra che tu non abbia più un solo posto in cui nasconderti, a San Francisco. E quando ci sarà di mezzo anche l’FBI, la tua faccia e il tuo nome saranno noti in tutto il Paese. Dove andrai? Che farai?

— Sopravvivrò — rispose l’immortale. — Come ho sempre fatto.

Josh stava attraversando Green Street quando intravide un giovane con uno zaino pesante sulle spalle, sotto l’arco del molo 15. C’era qualcosa nel suo portamento… qualcosa di bizzarro e innaturale, si disse. Socchiuse gli occhi e si concentrò: subito vide le esili volute di aura verde cupo che fluivano dalla figura. Vide il volto pallido del giovane voltarsi per seguirli con lo sguardo, e poi lo vide avvicinarsi un telefono alla bocca. — Ci hanno trovati — annunciò Josh.

Dee si schiacciò contro il finestrino oscurato e guardò dall’altra parte della strada. — Un Uomo Nero.

— A dire il vero, è un hombre del saco — precisò Virginia. — E ci ha appena individuati, sì. In genere sono creature innocue, ma fungono da sentinella per altre molto più pericolose.

Josh riuscì a individuare altri tre hombres del saco sotto l’arco del molo 9. Se li era aspettati diversi… non sapeva esattamente come, ma quelli sembravano adolescenti qualunque, con i jeans, le magliette, le scarpe da ginnastica consumate e grossi zaini informi sulle spalle.

— Li vedo — mormorò Dee, in tono affranto.

Gli hombres del saco seguirono con lo sguardo il passaggio dell’auto. All’unisono, si portarono i cellulari alla bocca. Uno calò uno skateboard a terra e cominciò a seguirli, insinuandosi in mezzo al traffico.

— Direi che ci stanno tendendo una trappola — disse Virginia.

Scattò il verde e Josh partì subito a grande velocità. C’era un altro gruppetto di giovani intorno al molo 5, e un altro ancora si aggirava appena fuori dal porto, sul molo 1. Tre ragazzi vestiti in modo identico saltarono su biciclette truccate e attraversarono spediti l’incrocio, schivando il traffico e mettendosi all’inseguimento.

— Non ne avevo mai visti così tanti in un posto solo — aggiunse la donna. — Sono spie costose. Mi chiedo a chi stiano facendo rapporto.

Uno dei ciclisti raggiunse la macchina e riuscì a tenere il passo. Sembrava identico a qualunque altro pony express – maglietta colorata, casco e occhiali a fascia – a parte lo zaino sulla schiena.

Josh regolò lo specchietto per guardarlo meglio. — Che c’è dentro quel sacco?

Virginia rispose con una risata amara. — Fidati di me, meglio non scoprirlo.

Il dottor Dee si scansò dal finestrino non appena il ciclista cominciò a scattare foto con il cellulare.

Josh rinsaldò la presa sul volante, terrorizzato all’idea di colpire il giovane e di spedirlo a gambe all’aria.

— Non gli importa nemmeno che tu ti sia accorto di loro, John — osservò Virginia. — Devono essere molto sicuri di poterti catturare. — Si premette il flauto sulle labbra. L’aria vibrò, mentre un suono a malapena percepibile dall’orecchio umano tremava nell’aria.

I copertoni della bicicletta accanto a loro esplosero in mille pezzi e il ciclista saltò via dal manubrio, scivolando in strada. La bici andò a schiantarsi fra le palme che costeggiavano l’isola centrale, riducendosi a un groviglio di metallo contorto.

Virginia rilassò la schiena sul sedile di pelle, sorridendo. — Sei diventato tu la preda, dottore. Ti danno la caccia, e non hai un solo luogo per nasconderti, né qui né in nessun altro Regno d’Ombra. Cosa hai intenzione di fare, adesso?

Dee rimase zitto a lungo e poi scoppiò a ridere, un verso affannato, roco, che lo scosse per tutto il corpo e lo lasciò senza fiato. — Che domande… tornerò a essere il cacciatore, è ovvio.

— E a chi darai la caccia, dottor Dee?

— Agli Antichi Signori.

— Ci hai provato con Coatlicue e hai fallito — gli rammentò Virginia.

Il retro dell’auto fu di nuovo invaso da un tanfo di zolfo. — Sapete qual è l’animale più pericoloso in assoluto? — chiese Dee.

Preso in contropiede, Josh alzò le spalle e disse: — L’orso polare? Il lupo?

— Il rinoceronte? — suggerì Virginia.

— Un animale in trappola — rispose Dee. — Quello che non ha più nulla da perdere.

La donna sospirò. — Sento che non mi piacerà questo ragionamento.

— Oh, invece credo che ti piacerà molto — replicò il dottore. — Virginia, ti ho promesso un mondo… ma sto per migliorare la mia offerta. Resta con me, combatti con me, prestami i tuoi poteri, e ti offrirò tutti i Regni d’Ombra che vorrai fra quelli già esistenti. Tutti.

— Credevo che fosse già questa la tua offerta.

— Pensaci, Virginia — continuò il dottore. — Non un mondo solo. Potrai avere il tuo impero personale. Lo hai sempre desiderato, no?

Gli occhi di Virginia incrociarono quelli di Josh nello specchietto. — La tensione lo sta facendo impazzire.

— E tu, Josh. Schierati dalla mia parte, dammi il potere della tua aura d’oro, e io ti darò la Terra, come Regno d’Ombra da governare. Ti darò il potere di farne quello che vuoi. Tu, Josh Newman, puoi diventare il salvatore della Terra.

L’idea era così assurda che Josh rimase senza fiato. Soltanto una settimana prima avrebbe detto che era ridicola, ma in quel momento… Sentiva le pagine del Codice diventare sempre più calde contro la pelle, e a un tratto la proposta non gli sembrò più così improbabile. Governare il mondo. Scoppiò in una risata incerta. — Credo che la signorina Dare abbia ragione: lei è impazzito.

— No, non sono pazzo. Tutt’altro. Per la prima volta nella mia lunga vita sto cominciando a vedere le cose chiaramente, molto chiaramente. Sono stato un servo per tutta la vita: un servo della regina e del mio Paese, un servo degli Antichi Signori e della Nuova Generazione. Ho obbedito agli ordini degli uomini e degli immortali. È giunto il momento che io diventi il padrone.

Josh guardò fisso davanti a sé, senza replicare. Passarono davanti al Ferry Building: la torre dell’orologio mostrava le undici e trenta. Infine ruppe il silenzio. — Che cosa ha intenzione di fare? — chiese, colto da una nausea improvvisa. Le pagine del Codice pulsarono di nuovo sulla sua pelle, calde, come un cuore che batte.

— Userò il potere del Codice per distruggere gli Antichi Signori.

— Distruggerli? — Josh ebbe un crampo allo stomaco. — Ma diceva che avevamo bisogno di loro.

— Avevamo bisogno di loro per riparare e restaurare questo mondo — disse Dee. — Ma se avessimo noi questi poteri? E potessimo fare tutto ciò che farebbero loro? Non avremmo più bisogno di loro. Diventeremmo come divinità.

— Davvero intendi distruggere gli Antichi Signori? — Virginia aveva gli occhi fissi sul volto di Dee.

— Sì.

— Tutti quanti?

— Tutti quanti.

La donna rise, incredula. — E come avresti intenzione di farlo? Sono sparpagliati per migliaia di Regni d’Ombra.

L’aura di Dee si illuminò all’improvviso, come un fungo giallo. — Ora sì. Ma c’è stato un tempo in cui vivevano tutti in unico luogo, e in cui non erano potenti come oggi.

Virginia scosse la testa, confusa. — Quando? Dove?

Josh comprese la risposta all’improvviso. — Diecimila anni fa… — mormorò. — Su Danu Talis.