Ma Bacon insistette. «Su, avanti, me lo dica. Voglio sentirlo da lei. Da voi. Come dite, ci sarà una verifica contabile. Una verifica. Un controllo. Voglio sentirvelo dire con parole vostre. Perché voialtri investite tutti quei soldi in un centro assistenziale a Harlem? Perché?»

Fiske non riuscì a trattenersi più a lungo. «Perché questi centri sono terribilmente necessari a Harlem» disse, sentendosi più o meno un bambino di sei anni.

«No, amico mio» disse Bacon in tono sommesso, «non è questo il perché. Se voialtri foste così angosciati per i bambini, voi stessi costruireste il centro e assumereste i migliori elementi, professionalmente validi, per lavorarci dentro. Non parlereste neppure di assumere la gente della strada. Che cosa ne sa la gente della strada della gestione di un centro diurno? No, amico mio, voialtri state investendo in un'altra cosa. State investendo in controllo energetico. E avrete, in cambio di denaro, un'utilità. Denaro per utilità.»

«Controllo energetico?»

«Controllo energetico. È un investimento di capitale. E molto buono, anche. Sapete che cos'è il capitale? Secondo voi, è qualcosa che si possiede, vero? Secondo voi, sono fabbriche, macchinari, palazzi e società per azioni. Secondo voi, è qualcosa che si possiede, perché l'avete sempre posseduto. Possedevate tutta questa terra.» Fece un ampio gesto con il braccio verso la finestra e il cupo cortile posteriore, e i tre sicomori. «Possedevate tutta la terra là fuori, e ancora più in là, nel Kansas… nell'Oklahoma: tutti si sono messi in riga e hanno detto: "Al posto, pronti, via!" e una grande massa di uomini bianchi ha cominciato a correre, e c'era tutta quella terra, e non c'era altro da fare che arrivarci, e poi stabilirsi, e la terra diventava loro, la possedevano, e la loro pelle bianca era il titolo di proprietà… capite? L'uomo rosso era sulla strada, e fu eliminato. L'uomo giallo era utile per portare i binari in mezzo alla strada, ma poi venne rinchiuso nelle Chinatown. E l'uomo nero fu sempre in catene, comunque. E così voi vi prendeste tutto quanto, e ancora lo possedete, per cui pensate che il capitale è il possesso delle cose. Ma vi sbagliate. Il capitale è il controllo delle cose. Il controllo delle cose. Volete della terra nel Kansas? Volete esercitare il vostro diritto bianco di proprietà? Prima dovete controllare il Kansas. Mi capite? Il controllo delle cose. Immagino che non abbiate mai lavorato nel locale delle caldaie. Io ci ho lavorato. La gente possiede, ha le caldaie, ma questo non serve a niente, a meno che non sappia controllare il vapore, l'energia sprigionata. Se non sapete controllare l'energia, è la Valle della Polvere per voi e per tutta la vostra banda. Se per caso vedrete una caldaia di cui si perde il controllo, vedrete anche un bel po' di gente che scappa per salvarsi la pelle. E quelle persone non pensano alla caldaia come a un bene patrimoniale, non pensano alla rendita del loro investimento, non pensano al conto vincolato, alle verifiche contabili, alla prudenza… capite… Loro dicono: "Gran Dio onnipotente, ho perso il controllo", e scappano per salvare la pelle. Sì, cercano di salvare la pelle e basta. Vedete questa casa?» Fece un gesto vago verso il soffitto. «Questa casa fu costruita nell'anno 1906 da un uomo che si chiamava Stanley Lightfoot Bowman. Lightfoot. Asciugamani turchi e tovaglie di damasco, grossista: Stanley Lightfoot Bowman. Liquidava le rimanenze con grande profitto. Spese quasi mezzo milione di dollari per questa casa nel 1906. Le iniziali di quell'uomo, SLB, sono incise in bronzo su per tutte le scale, al posto di spuntoni. Questo era il posto dove abitare nel 1906. E così costruirono i grandi palazzi in tutto il West Side, partendo dalla Settantaduesima Strada fino a qui. Già… e io comprai questa casa da un… da un certo ebreo… nel 1978 per sessantaduemila dollari, e quel tale è stato felicissimo di prendere quei soldi. Si leccava le labbra, dicendo: "Ho trovato un… un imbecille, che mi ha dato sessantaduemila dollari per questo posto". Be', che cosa è successo a tutti gli Stanley Lightfoot Bowman? Persero il loro denaro? No, persero il controllo… Persero il controllo a nord della Novantaseiesima Strada, e quando persero il controllo, persero il capitale. Capite? Tutto quel capitale è sparito dalla faccia della terra. La casa era sempre qui, ma il capitale era svanito… chiaro? E perciò io vi dico che è meglio che vi svegliate. State mettendo in pratica il capitalismo del futuro, e neanche lo sapete. Voi non state investendo in un centro assistenziale diurno per i bambini di Harlem. State investendo nelle anime… le anime… della gente che è qui a Harlem da troppo tempo per avere ancora l'aspetto di bambini, gente che è cresciuta con una giusta ira nel cuore e una giusta energia crescente nell'anima pronta a scoppiare. Una giusta energia. Quando voialtri ve ne venite qui a parlare di "fornitori minori" e di "manodopera della minoranza", e di centri assistenziali diurni per la gente della strada, e della gente della strada, e fatti dalla gente della strada, sì, canticchiate il motivo giusto, ma non volete cantare le parole giuste. Voi non volete venire qui a dire: "Ti prego, Signore onnipotente, lascia che facciano quel che vogliono con il denaro, purché si controlli l'energia… prima che sia troppo tardi". Be', andate pure avanti, fate la vostra verifica contabile, parlate con la vostra ARU, riorganizzate pure il consiglio d'amministrazione, mettete tutti i vostri puntini sulle vostre i. Intanto io ho investito per voi e, grazie a me, siete in anticipo sul gioco. Oh, fate pure la vostra verifica contabile! Ma verrà il tempo in cui voi direte: "Grazie, Signore! Grazie, Signore, perché abbiamo disposto del denaro secondo i metodi del reverendo Bacon!". Poiché io sono il vero conservatore, che lo sappiate o no. Voi non sapete chi c'è là fuori in quelle strade brutali e fameliche. Io sono il vostro saggio e prudente intermediario per il Giorno del Giudizio. Harlem, il Bronx e Brooklyn… esploderanno, amico mio, e quel giorno, quanto sarete grati al vostro saggio intermediario… il vostro saggio intermediario… che è in grado di controllare l'energia. Oh, sì. In quel giorno i possessori di capitali quanto saranno felici di scambiare quel che possiedono, quanto saranno felici di rinunciare ai loro diritti di nascita, solo per poter controllare quell'energia selvaggia e famelica. No, adesso ve ne tornate a casa e dite: "Vescovo, siamo stati a Harlem, e adesso siamo qui a dirle che abbiamo fatto un buon investimento. Abbiamo trovato un intermediario saggio e prudente. Saremo su un terreno solido, quando tutto sarà crollato".»

In quel momento il citofono suonò di nuovo e la voce della segretaria disse: «C'è un certo signor Simpson al telefono; è della Citizens Mutual Insurance Company. Vuole parlare con il presidente della Investimenti urbani garantiti».

Il reverendo Bacon prese il telefono. «Parla Reginald Bacon. Esatto, presidente e direttore generale… Esatto, esatto. Sì, apprezzo il suo interesse, signor Simpson, ma abbiamo già piazzato quell'emissione. Esatto, l'intera emissione. Oh, assolutamente, signor Simpson, le obbligazioni della scuola sono molto popolari. Sì, certo, conoscere quel particolare mercato è d'aiuto, e la Investimenti urbani garantiti è qui per questo. Vogliamo mettere Harlem nel mercato. Esatto, esatto. Harlem è sempre stata sul mercato… Adesso Harlem sarà nel mercato… Grazie, grazie. Perché non prova con qualche nostra consociata in centro? Ha dei contatti con la Pierce & Pierce? Esatto. Esatto. Hanno immesso sul mercato una fetta molto grossa dell'emissione, una fetta molto grossa. Sono certo che saranno felicissimi di fare affari con lei.»

Investimenti urbani garantiti? Pierce & Pierce? La Pierce & Pierce era una delle più grandi banche d'investimenti di Wall Street. Un tremendo sospetto invase il cuore solitamente indulgente e benevolo di Fiske. Lanciò un'occhiata a Moody, e Moody guardò lui chiedendosi, era chiaro, la stessa cosa. Forse Bacon aveva trasferito i trecentocinquantamila dollari in questa operazione obbligazionaria, o qualunque altra cosa fosse? Se i soldi erano finiti in quel mercato, a quell'ora potevano già essere scomparsi senza lasciare traccia.

Appena il reverendo Bacon ebbe finito di telefonare, Fiske disse: «Non sapevo che lei avesse… non avevo mai sentito parlare di… be', forse lei… ma io non lo credo… che cos'è…. non ho potuto fare a meno di sentirla nominare… che cos'è la Investimenti urbani garantiti?».

«Oh!» disse il reverendo Bacon, «noi sottoscriviamo qualcosina, ogniqualvolta ci è possibile. Non c'è ragione perché Harlem debba sempre comprare al minuto e vendere all'ingrosso… Perché non fare di Harlem l'agente?» Per Fiske questo era puro vaneggiare. «Ma dove trova… come può finanziare… insomma, un affare simile…» Non riusciva assolutamente a mettere in parole filate quel delicatissimo argomento. L'indispensabile eufemismo gli sfuggiva. Fu sorpreso quando Moody parlò di nuovo.

«So qualcosa sulle aziende che trattano obbligazioni, reverendo Bacon, e so che richiedono grossi capitali.» Fece una pausa, e Fiske capì che anche Moody beccheggiava nel mare agitato delle circonlocuzioni. «Intendo parlare di capitale normale, capitale nel senso normale. Abbiamo appena parlato di capitale a nord della Novantaseiesima Strada e di controllo del… ehm, vapore, dell'energia, come ha detto lei… ma questo si direbbe capitalismo puro, capitalismo di base; non so se mi spiego.»

Il reverendo Bacon lo guardò malevolmente, poi si schiarì la voce e sorrise, senza gentilezza.

«Non richiede capitali. Noi siamo sottoscrittori. Noi entriamo nel mercato, quando è il caso, per il bene della comunità… capite… scuole, ospedali…»

«Sì, ma…»

«Come ben sapeva Paolo, ci sono molte strade che portano a Damasco, amico mio. Molte strade.» Molte strade, denso di significato, rimase sospeso nell'aria.

«Sì, lo so, ma…»

«Se fossi in voi» disse il reverendo Bacon, «non mi preoccuperei della Investimenti urbani garantiti. Se fossi in voi, farei come dicono i vecchi: mi occuperei degli affari miei.»

«È quello che cerco di fare, reverendo Bacon» disse Moody. «I miei affari sono… be', sono trecentocinquantamila dollari.»

Fiske tornò a ritirarsi sulla sua sedia. Moody aveva riacquistato il suo coraggio da folle. Fiske gettò un'occhiata all'altro folle al di là della scrivania. In quel momento il citofono ronzò di nuovo.

La voce della segretaria disse: «Ho Annie Lamb in linea. Dice che le deve parlare».

«Annie Lamb?»

«Esatto, reverendo.»

Un gran sospiro. «D'accordo, la prendo.» Staccò il telefono. «Annie? Annie, un momento. Parla più lentamente. Che cosa? Henry? È terribile, Annie. Sta male? Oh, Annie, mi spiace. L'ha fatto?» Una lunga pausa, mentre il reverendo Bacon ascoltava, gli occhi abbassati. «Che cosa dice la polizia? Multe per sosta vietata? Questo non… Questo non… Insomma, questo non… E va bene, Annie, sta' a sentire. Vieni qui da me a raccontarmi tutto per bene. Intanto telefono io all'ospedale. Non hanno fatto quel che dovevano, Annie. Ne sono convinto. Non hanno fatto quel che dovevano, no. Che cosa? Hai ragione, assolutamente. Hai ragione su tutta la linea. Non hanno fatto quel che dovevano, e mi sentiranno! Non preoccuparti. E vieni subito qui.»

Il reverendo Bacon riappese la cornetta, riportò la poltrona a fronteggiare Fiske e Moody, socchiuse gli occhi e li guardò con severità. «Signori, ho un caso urgente. Una delle mie più leali collaboratrici, una donna che è alla testa della comunità… suo figlio è stato investito da un pirata della strada… alla guida di una Mercedes-Benz. Una Mercedes-Benz! È in punto di morte, e questa brava donna ha paura di andare alla polizia. Sapete perché? Multe per sosta vietata. Ha paura di essere arrestata per sosta vietata. La signora lavora. Lavora in centro, a City Hall, e ha bisogno dell'automobile, ma loro hanno un mandato per sosta vietata. A voi questo fatto non metterebbe paura se ci fosse di mezzo vostro figlio, ma voi non avete mai vissuto nel ghetto. Se ci fosse di mezzo vostro figlio, non avrebbero agito come hanno agito. Non gli avrebbero fasciato il polso, per poi spedirlo a casa, quando lui ha una commozione cerebrale ed è in punto di morte. Ma questa è la vita del ghetto. Negligenza grave. Il ghetto è così… negligenza grave. Signori, la nostra riunione è rimandata. Ora devo occuparmi di un caso molto serio.»

Tornando in centro, i due giovani di Yale non parlarono molto fino a che non furono quasi alla Novantaseiesima Strada. Fiske era tutto sommato assai contento di aver trovato l'auto dove l'aveva lasciata, con gli pneumatici gonfi e il parabrezza intatto. Quanto a Moody, venti isolati erano già alle spalle e Fiske non aveva ancora sentito un solo accenno al fatto che Moody era stato linebacker a Yale.

Finalmente Moody disse: «Non vorresti pranzare al Leicester's? Conosco il maître, un omaccione nero con un orecchino».

Fiske fece un debole sorriso, ma non disse una parola. La battuta di Moody fece sì che Fiske si sentisse superiore. Parte del presunto humour stava nella scarsa plausibilità insita nell'affermazione che uno di loro due pranzasse al Leicester's, che quell'anno era il ristorante più alla moda della città. Per puro caso Fiske doveva andarci proprio quella sera. Moody tra l'altro non sapeva, evidentemente, che il Leicester's, sebbene di gran moda, non era un ristorante formale con reggimenti di maitre e di camerieri in divisa. Era piuttosto un locale all'inglese, simile a quelli che si trovano a Londra dalle parti di Fulham Road. Il Leicester's era il ritrovo preferito della colonia inglese a New York; Fiske aveva avuto l'occasione di fare la conoscenza di parecchi di loro, e - ma era un fatto impossibile da spiegare a Moody - gli inglesi avevano la capacità di comprendere l'arte del conversare. Fiske si considerava sostanzialmente inglese di origine e per una certa sua innata intuizione aristocratica su come condurre la propria vita, aristocratica non nel senso della ricchezza, ma della scelta del meglio. Era come il grande lord Phìlbank, vero? Philbank, una colonna della chiesa d'Inghilterra che si era servito delle sue conoscenze e della sua esperienza dei mercati finanziari per aiutare i poveri dell'East End londinese.

«Adesso che ci penso» disse Moody, «non ho mai visto un cameriere nero in un ristorante di New York, se non in qualche tavola calda. Pensi davvero che Bacon andrà in tutti quei locali?»

«Dipende da cosa intendi dire.»

«Be', che cosa accadrà?»

«Non lo so» disse Fiske, «ma quelli vogliono fare i camerieri al Leicester's come tu e io. Secondo me, sono più disposti ad accettare un contributo per le opere di bene del reverendo, a Harlem, e poi passare al prossimo ristorante.»

«Ma questo sarebbe accettare una tangente!» esclamò Moody.

«Buffo però» proseguì Fiske. «Le cose cambiano. Non sono certo che a lui importi se cambiano o no, ma cambiano. Locali che lui non ha mai sentito nominare, e dove non ci si preoccuperebbe di questo, stanno cominciando ad assumere camerieri di colore senza aspettare che individui quali quel Buck si facciano vedere.»

«Il vapore, l'energia» disse Moody.

«Penso di sì» disse Fiske. «Ti è piaciuta la storia delle caldaie? Non ha mai lavorato nei locali delle caldaie. Ma ha scoperto una nuova risorsa. Immagino che la si possa chiamare così. Forse è perfino una forma di capitale, se definisci "capitale" tutto ciò di cui puoi servirti per creare nuova ricchezza. Non saprei, forse Bacon non è diverso da Rockefeller o Carnegie. Scopri una nuova risorsa e fai molti soldi finché sei giovane e poi, da vecchio, ti danno premi e onorificenze, danno il tuo nome a strade e cose varie, e vieni ricordato come un leader del popolo.»

«D'accordo, e a proposito della Investimenti urbani garantiti? Quella non si direbbe una nuova risorsa.»

«Non ne sarei così certo. Non so che cosa sia, ma lo scoprirò. Voglio fare una scommessa, però. Qualsiasi cosa sia, c'è del marcio, e questo mi spingerà ad andare un bel po' a fondo in questa faccenda del cazzo.»

Poi Fiske si morse le labbra, poiché egli era davvero un episcopale devoto, bestemmiava pochissimo e considerava il linguaggio forte non solo iniquo, ma anche ordinario. Era questo uno dei pochi punti in cui, anche in questa tarda epoca, concordava con Reginald Bacon.

Quando furono all'altezza della Settantanovesima Strada, al sicuro, nella Manhattan bianca, Fiske si rese conto che Bacon, una volta di più, aveva avuto ragione. Non stavano investendo in un centro assistenziale diurno, no! Stavano cercando di comperare anime. Stavano tentando di acquietare l'anima giustamente arrabbiata di Harlem.

Guardiamo in faccia le cose come stanno!

Poi si scosse e allontanò il pensiero. Fiske… idiota… Se non riusciva a recuperare i trecentocinquantamila dollari o, comunque, una buona parte di quella somma, avrebbe fatto la figura del perfetto imbecille.