Darcy e Maddux tagliati fuori. Poitras, McQue e Starkey tagliati fuori. Chen e gli altri tecnici costretti a lavorare al buio. Persone che avrebbero dovuto collaborare con Marx e la sua task force erano state trattate come inaffidabili. Chissà perché Marx non si fidava di loro.
Rimasi seduto in macchina davanti alla casa dei Repko pensando al video e al perché Marx se l'era ripreso prima che il cognato di Darcy potesse tentare di farci qualcosa. Non sarebbe stata la prima volta che la polizia di Los Angeles si serviva di studi specializzati in effetti speciali per esaminare e migliorare la qualità di film e video. Se avevi a disposizione i migliori specialisti del settore, la logica diceva di usarli. Il fatto che Marx si fosse ripreso il DVD mi dava da pensare, perché i tecnici della Scientifica erano bravi e se loro avevano detto che il DVD era spazzatura, significava che probabilmente lo era davvero, e questo rendeva incomprensibile la mossa di Marx. Se il DVD era inservibile, non aveva niente da perdere a lasciare che uno studio di computer grafica cercasse di cavarci qualcosa.
Sfogliai i miei appunti finché trovai il numero di Lindo, e lo chiamai. Non sembrava nervoso come quando ci eravamo incontrati. Forse dipendeva dal fatto che era tornato a indagare sui suoi bombaroli.
«Cosa c'è, Cole?»
«Sa cosa ne è della registrazione effettuata dal sistema di videosorveglianza durante l'omicidio di Debra Repko?»
«Esisteva una registrazione?» La sorpresa nella sua voce era evidente.
«Il proprietario di uno dei negozi della strada in cui è stata assassinata la Repko ha consegnato un video alla polizia. Come fa a non saperlo?»
Lindo rimase in silenzio per un istante.
«Un momento... forse ne ho sentito parlare. Era vuoto o rovinato?»
«Proprio quello. Uno studio di computer grafica ci stava lavorando quando voi ve lo siete ripreso.»
«Ma la Scientifica non aveva detto che era inutilizzabile?»
«I detective incaricati del caso avevano deciso di fare un tentativo con lo studio. Marx se l'è ripreso prima che i tecnici potessero finire. Io sto cercando di scoprire cosa ne ha fatto.»
«Non ne ho idea. Come le ho già detto, la mia squadra si è occupata dell'album. Se non riguarda l'album, io non ne so niente.»
«Chi ha lavorato all'omicidio Repko?»
«Bastilla e Munson. Sì, sono quasi certo che ci abbia lavorato Munson.»
Di nuovo Munson.
«Chi è Munson?»
«Uno della squadra di Bastilla. Lui e Marx sono amici. Credo che lavorassero assieme, un tempo.»
«Può chiedergli cosa ne è stato del video?»
«No. Non ci penso neppure. Loro fanno parte della cerchia degli eletti.»
«Potrebbe far cadere il discorso, così come se le fosse venuto in mente per caso.»
«Cole, lei proprio non capisce. Quelle erano le persone da cui prendevamo gli ordini. E uno degli ordini era di farci i fatti nostri. Se mi metto a fare domande su quel DVD, si chiederanno il perché. Quando lavoravamo tutti insieme, non ci era neppure permesso fare domande ai colleghi sui rispettivi incarichi.»
«Credevo comandasse Marx.»
«Noi rispondevamo ai supervisori e loro riferivano a Marx. È per questo che li abbiamo soprannominati "la cerchia degli eletti". Per arrivare a Marx dovevi passare attraverso di loro.»
«Quindi ogni squadra conosceva solo la propria parte di lavoro, e poi i pezzi grossi mettevano tutto insieme.»
«Era l'unico modo per coordinare tutte quelle indagini parallele. Guardi cosa siamo riusciti a fare in una sola settimana.»
«Crimmens faceva parte della squadra?»
«No. Era uno messo di rinforzo, come me. Eravamo in metà di mille a lavorare a questo caso, amico. Mi risulta fossimo trentadue, anche se non posso dirlo con certezza perché io gli altri non li ho mai incontrati.»
Continuai a pensare al DVD. Era un elemento di prova. E come tutti gli elementi di prova, doveva essere stato conservato e preservato secondo la catena di custodia. Anche se si trattava di un pezzo di plastica inutile, la sua esistenza e la sua inutilità dovevano risultare per iscritto da qualche parte.
«Okay. Dimentichi che gliel'abbia chiesto. Cosa ne dice di dare un'occhiata al fascicolo delle prove e dirmi cosa c'è scritto?»
«Non se ne parla proprio.»
«Trenta secondi ed è fatta. A me basta sapere cosa ne ha fatto Marx.»
«Non posso farlo fisicamente. I fascicoli sono conservati in una stanza delle prove. È chiusa a chiave. Noi avevamo accesso soltanto al materiale specificamente inerente al compito a noi assegnato. Poiché non mi sono occupato del caso Repko, io non ho accesso a quel materiale. Dovrei chiedere l'autorizzazione a uno dei comandanti.»
«Non lo trova un po' esagerato, Lindo?»
«Lo trovo maniacale e corporativo, ma nessuno ha chiesto la mia opinione. Usi il cervello. Se questo video avesse qualche importanza, lo avremmo visto al notiziario delle sei.»
«Ma non ha senso che se lo siano ripreso prima che lo studio potesse finire il lavoro.»
«Forse è proprio per questo che se lo sono ripresi, Cole. Da quanto tempo ce l'aveva, lo studio, e come mai non aveva ancora finito? Marx o qualcun altro probabilmente è riuscito a farsi fare il lavoro dall'FBI nel giro di un giorno. Io avrei fatto così.»
Non mi piaceva ammetterlo, ma Lindo non aveva tutti i torti. La polizia di Los Angeles non poteva pretendere nulla da una ditta privata a meno di pagarla, e Darcy aveva semplicemente chiesto un favore a suo cognato.
Riattaccai e cercai di decidere un piano d'azione. Il passo successivo più ovvio era ricominciare da dove Darcy e Maddux avevano lasciato, dalla Leverage. Ma se quelli erano riusciti a bloccare due detective della polizia, probabilmente non si sarebbero neppure dati la pena di rispondere alle mie telefonate.
Stavo ancora riflettendo quando notai Michael Repko. Era dietro la grande finestra sul davanti della casa e mi osservava. Pareva fosse lì da un po'.
Composi il suo numero e lo vidi prendere il cellulare dalla tasca per rispondere. Avrei potuto percorrere i quindici metri di vialetto che ci separavano, ma non me la sentivo di affrontare nuovamente sua madre.
«Erano Darcy e Maddux?» chiese.
«Sì. Li ha chiamati tua madre.»
«Merda. Non lo sapevo.»
«Mi hanno dato alcune informazioni che voglio verificare, ma avrò bisogno del vostro aiuto.»
«D'accordo.»
«Ho bisogno di parlare con Casey Stokes, ma se mi presento così non mi riceverà neppure.»
«Certo. Capisco.»
«Voglio che tuo padre le dica che lavoro per la vostra famiglia. È meglio se resta nel vago. Deve dire soltanto che lui e tua madre hanno ancora qualche dubbio da risolvere. Pensi che lo farà, Michael?»
Michael si portò una mano alla fronte. Era un gesto che indicava nervosismo. Poi si voltò a guardare qualcuno o qualcosa nella stanza, quindi tornò a guardare fuori dalla finestra.
«Potrei chiamarla io. È stata molto gentile al funerale.»
«Non tu, Michael. Dev'essere tuo padre a chiamarla. Quando riceve questa richiesta deve avvertire tutto il peso della famiglia. Sarà la famiglia di Debra a porle le domande, non io. Solo così accetterà di parlare con me.»
«Non lo so. Posso chiederglielo.»
«Deve farlo, Michael. Se io lavoro per la famiglia di Debra, rappresento Debra. Diversamente, non mi diranno nulla.»
Michael continuò a fissarmi con la mano alla testa.
«In un certo senso stai lavorando per noi.»
«Sì. Sto lavorando per Debra.»
«Tu non sei come mi aspettavo.»
«Fa' in modo che la chiami.»
«Mi dispiace che mia madre abbia chiamato quei due. Non ho cercato di incastrarti.»
«Devi dire una cosa a tua madre. Aveva ragione a proposito di Darcy e Maddux. Sono due bravi cristi. Si sono dati molto da fare per tua sorella.»
«Pensano sia stato Byrd a uccidere Debbie?»
Era la prima volta che la sentivo chiamare Debbie.
«Fai in modo che tuo padre chiami Casey Stokes. Vado da loro adesso, quindi fammi sapere appena ha parlato con lei.»
«Ci proverò.»
«Un'ultima cosa. Tu e tua sorella eravate molto legati?»
«Be', certo, direi di sì. Cosa intendi per molto legati?»
«Se si vedeva con qualcuno, te lo avrebbe detto?»
Michael mi fissò per un istante, poi abbassò la mano.
«Mia sorella non era una che si confidava.»
Quando me ne andai era ancora lì davanti alla finestra.