Chen mi diede appuntamento sotto il ponte della Quarta. Era una desolata zona industriale, dove il fiume scorreva intrappolato tra pareti di cemento e magazzini, nota principalmente per i suoi accampamenti di cartone a ridosso del ponte. Venti minuti più tardi, mentre osservavo i senzatetto, Chen arrivò a bordo di un furgone della Scientifica. Chen era alto e magrissimo. Vederlo scendere dal furgone era come vedere un punto interrogativo distendersi. Scrutò gli edifici tutto attorno come se temesse che vi si nascondessero delle spie, poi partì di corsa verso la mia auto.
«Ci saranno almeno diecimila posti più comodi di questo per incontrarsi» osservai.
«Diecimila posti dove potrebbero vederci. Sto andando a El Monte. Un omicidio a colpi d'accetta.»
Mi mise in grembo una grossa busta gialla e subito dopo se la riprese. I grossi occhiali da vista gli davano l'aria di un pappagallo sospettoso.
«Hai detto a qualcuno che mi avresti chiamato?»
«Certo che no. Qualcuno ti ha detto qualcosa?»
«Dieci minuti dopo che ci siamo parlati, la Harriet mi ha chiamato in corridoio e mi ha ammonito di non parlare con te.»
«Ha fatto espressamente il mio nome?»
«No, non espressamente, ma a chi vuoi che si riferisse, se non a te? È tutta la settimana che c'è questo clima di segretezza e che succedono cose strane.»
Si guardò attorno, e mi accorsi che lo stavo facendo anch'io.
«Come mai il caso Repko viene trattato diversamente?» chiesi.
«Mi sono occupato del caso sei settimane fa, quando è stata uccisa... prima che uscisse fuori questa vicenda di Byrd.»
«Certo.»
«Poi arriva questo album, giusto? Non ci sarà niente di nuovo, pensavo, quando è stata assassinata ho fatto tutti i controlli e le analisi di routine. E invece la settimana scorsa la Harriet mi dice che vogliono prendere degli altri campioni dai suoi vestiti.»
«Avete dovuto esumarla?»
Chen parve seccarsi.
«Ma no! I suoi vecchi vestiti, il mobilio. L'hanno trovata morta in un vicolo però volevano che andassi a casa sua. E allora, io dico, perché dovremmo trovare tracce di Lionel Byrd nella sua abitazione? La Harriet mi dice tu va' e passa l'aspiratore su quei dannati vestiti.»
«E poi?»
«La ragazza è stata uccisa quasi due mesi fa. Adesso nel suo appartamento ci vive altra gente. I suoi genitori hanno preso tutti i suoi effetti personali e se li sono portati a casa. Un incubo, credimi, trovarsi lì con quei poveracci, la madre che piangeva, i fratelli che mi guardavano come se volessero prendermi a calci nel culo e io lì, a passare tutto con l'aspiratore.»
«Hai trovato qualcosa che possa collegarla a Byrd?»
«Non lo so. Tu sai cos'è un test alla cieca?»
«No.»
«Ci hanno consegnato dei campioni da confrontare con quelli ricavati dai suoi abiti, solo che i loro campioni non avevano un nome, erano identificati soltanto da un numero. Anonimi. Abbiamo chiesto come mai stavamo conducendo dei test alla cieca, ma la Harriet ci ha risposto che non erano fatti nostri. Anzi, ha detto pure che se qualcuno di noi avesse parlato della cosa, ci avrebbe fatto sbattere dentro. Non so se sia stata trovata qualche corrispondenza. È andato tutto alla Harriet e lei ha confrontato i risultati.»
Come Marx che aveva ordinato a Poitras di isolare l'abitazione di Byrd.
«Cos'avete esaminato?»
«Capelli, fibre, le solite cose.»
«Cos'hanno detto quelli della Omicidi?»
Chen fece una specie di smorfia di derisione.
«Non hanno voluto parlare del caso con noi. Abbiamo consegnato i nostri rapporti alla Harriet e lei ha fatto quello che doveva fare. Immagino li avrà consegnati alla task force. Quelli della task force si sono rifiutati di parlare persino con i detective della divisione, e loro sono molto incazzati.»
Quella che Chen stava descrivendo era una grave infrazione delle procedure. I detective operavano a stretto contatto con la Scientifica man mano che le indagini procedevano, e i detective delle task force lavoravano quasi sempre con i detective di divisione perché questi erano in possesso di informazioni importanti su vittime e testimoni.
Pensai a quanto mi stava raccontando e a cosa potesse significare.
«Byrd ha ucciso quelle donne?»
Chen parve sorpreso.
«Be', certo. Niente di quanto abbiamo scoperto punta in un'altra direzione. Ecco, guarda...»
Finalmente mi porse la busta. Chen aveva fotocopiato i risultati del lavoro della Scientifica sulla Repko e Byrd insieme alle descrizioni delle scene del delitto e ai rapporti autoptici del medico legale.
Scorsi per prima cosa i rapporti su Debra Repko. La descrizione delle sue condizioni era in linea con quanto mi era stato riferito e avevo letto su internet, e non fece altro che sottolineare quanto poco sapessi sul conto della vittima. Gli esami del sangue avevano evidenziato un tasso alcolico dello 0,2, a indicare che doveva aver bevuto almeno un drink, ma non più di due, nelle ore immediatamente precedenti la morte. Questo mi faceva pensare a un drink consumato in un bar o a un bicchiere di vino a cena, ma non avevo modo di saperlo per certo. A differenza della polizia, io non sapevo assolutamente nulla di Debra Repko e della sua vita, e questo rendeva prive di significato le mie ipotesi.
Passai ai rapporti su Lionel Byrd. Confermavano quanto avevo appreso da Starkey e Lindo finché non arrivai all'elenco degli articoli rinvenuti nella sua abitazione. Sotto la poltrona era stata trovata una compressa identificata come oxicodone.
«Assumeva oxicodone?»
«Ne aveva assunte tre insieme all'alcol. Non era incapace di intendere, se è questo che stai pensando. Era solo un po' intontito.»
«Prescritto dal medico?»
«Comprato per strada. La compressa trovata è stata importata dal Messico. Il medico legale pensa che lo usasse per via del piede. Era malridotto.»
«Quindi gli causava forti dolori?»
«Sì.»
«Forti al punto da impedirgli di guidare?»
Per procurarsi droghe per strada doveva o uscire di casa o farsele portare da qualcuno.
«Io ti riferisco solo quello che ha detto il medico legale. Non gli ho esaminato il piede.»
Mi persi nelle pagine. La maggior parte erano solo numeri e tabelle e così smisi di guardarle.
«Hai trovato qualcosa che colleghi direttamente Byrd alla Repko?»
«No.»
«E a qualcuna delle altre vittime?»
«No, ma non so di chi fossero quei campioni anonimi. Non so se abbiano trovato qualche corrispondenza o meno.»
Restammo a fissarci finché il cercapersone di Chen si mise a suonare. Lo guardò e si fece scuro in volto.
«Merda. Devo andare. Mi stanno cercando.»
Chen aprì la portiera ma esitò un istante prima di scendere.
«Sai cosa penso? Hanno chiuso il caso, ma non è realmente chiuso.»
«Lo pensi davvero?»
«Come potrebbe essere diversamente? Non penserai che questa ragazza abbia invitato a cena Lionel Byrd?»
Chen tornò di corsa al furgone e io restai a guardarlo mentre si allontanava.