Starkey
Il detective di secondo grado Carol Starkey vuotò la quarta bustina di zucchero nel caffè. Lo assaggiò, ma era ancora amaro. Stava usando la grossa tazza nera della Omicidi di Hollywood regalatale tre settimane prima da Charlie Griggs per darle il benvenuto a bordo. Le piaceva molto quella tazza. Sopra c'era stampato un grosso 187, il codice con cui veniva indicato l'omicidio nel Dipartimento di polizia di Los Angeles, insieme alla scritta IL NOSTRO GIORNO COMINCIA QUANDO IL VOSTRO FINISCE. Starkey aggiunse una quinta bustina. Da quando aveva smesso di bere, il suo fisico richiedeva enormi quantità di zucchero, e lei assecondava questo bisogno. Bevve un sorso. Faceva schifo.
Clare Olney, un altro caffeinomane, la guardò con aria preoccupata.
«Dovresti stare più attenta, Carol. Ti farai venire il diabete.»
Starkey fece spallucce.
«Si vive una volta sola.»
Clare si riempì la tazza di caffè. Lui lo prendeva nero, senza latte né zucchero. Era un uomo rotondo, con una pelata luccicante e le dita grassocce. La sua tazza era piccola, bianca, con sopra il disegno stilizzato di un padre e una bambina. La scritta a lettere rosa diceva IL MIGLIOR PAPÀ DEL MONDO.
«Ti piace lavorare alla Omicidi, Carol? Ti trovi bene?»
«Sì.»
Dopo solo tre settimane Starkey non sapeva ancora se le piacesse o meno. Aveva cambiato molti incarichi nel corso della sua carriera. Prima di arrivare alla Omicidi aveva lavorato alla Minorile, alla CCS (Criminal Conspiracy Section) - la sezione dedicata alle cospirazioni criminali - e nella Squadra Artificieri. Il suo amore era l'Artificieri ma, ovviamente, non le avrebbero mai permesso di tornarvi.
Clare bevve dell'altro caffè continuando a osservarla da sopra l'orlo della tazza mentre cercava il coraggio di farle la domanda. Gliela facevano tutti, prima o poi.
«Dev'essere molto diverso lavorare nell'Artificieri. Non riesco neppure a immaginare di fare quello che facevi tu.»
«Non è poi una gran cosa, Clare. Uscire di pattuglia è più pericoloso.»
Clare fece una risatina falsa. Era un brav'uomo, ma Starkey riconosceva subito le risatine false. Ridevano perché erano a disagio.
«Be', tu dici che non è una gran cosa, ma io non avrei il coraggio di avvicinarmi a una bomba per disinnescarla. Scapperei a gambe levate nella direzione opposta.»
Quando Starkey lavorava nella Squadra Artificieri aveva disinnescato più di un centinaio di ordigni esplosivi di vario genere, mantenendo sempre il pieno controllo della situazione e dell'ordigno. Era ciò che più le piaceva di quel lavoro. Erano solo lei e la bomba. Era lei che decideva come avvicinarsi e quando farla esplodere. Soltanto una era sfuggita al suo controllo.
«Vuoi chiedermi qualcosa, Clare?» disse Starkey.
Lui parve subito a disagio.
«No, io stavo solo...»
«Non c'è problema. A me non dispiace parlarne.»
Le dispiaceva, eccome, ma fingeva sempre che non fosse così.
Clare si allontanò.
«Io non volevo...»
«M'è andata male una volta. E tutto per un fottuto terremoto, roba da non crederci. C'è stata una scossa e quella maledetta bomba è esplosa. Puoi anche mettere i puntini su tutte le I ma c'è sempre una fottuta incognita.»
Starkey sorrise. A lei Clare Olney era simpatico. Le piacevano le foto dei bambini che teneva sulla scrivania.
«Mi ha ucciso. Mi ha steso, lì, in mezzo al campeggio. Morta.»
Gli occhi di Clare Olney erano due puntini immobili. Lei bevve un altro sorso di caffè. Avrebbe tanto voluto accendersi una sigaretta. Starkey fumava due pacchetti al giorno. Un tempo ne fumava quattro.
«Quelli dell'ambulanza mi hanno resuscitata. Ci sono andata molto vicina.»
«Accidenti, Carol... mi dispiace. Cos'altro si può dire davanti a una cosa del genere? Accidenti!»
«Io non me lo ricordo. Ricordo solo di essermi svegliata con i paramedici sopra di me e poi l'ospedale. Tutto qui.»
«Accidenti.»
«Io non tornerei sulle volanti. Che si fottano. Il trantran quotidiano è più pericoloso che disinnescare una bomba.»
«Be', spero tanto che ti piaccia, qui alla Omicidi. Se posso esserti utile in qualcosa...»
«Grazie. Sei molto gentile.»
Starkey gli rivolse un sorriso benevolo e se ne tornò alla scrivania, felice di aver archiviato la questione bomba. Era "quella nuova" alla Omicidi, ed era stata "quella nuova" in altri posti. Tutti parlavano della bomba alle sue spalle, ma ci volevano sempre un paio di settimane prima che qualcuno trovasse il coraggio per chiederglielo apertamente. "Sei tu quella che è saltata per aria? Davvero eri morta? Com'è dall'altra parte?" È come essere morta, stronzo.
Adesso Clare avrebbe riferito agli altri le sue risposte, e poi forse avrebbero cambiato argomento.
Starkey si sedette alla scrivania e attaccò una pila di fascicoli. Essendo quello il suo primo incarico alla Omicidi, era stata affiancata a due veterani, Linda Brown e Bobby McQue. Linda Brown non era molto più vecchia di lei, ma era un detective di terzo grado con la qualifica di supervisore e nove anni di anzianità. McQue aveva ventotto anni di servizio, di cui ventitré passati alla Omicidi, e se ne sarebbe andato in pensione arrivato ai trenta. L'affiancamento rientrava in quello che Poitras chiamava rotazione d'addestramento. I due le avevano mollato sulla scrivania dieci fascicoli a testa, riguardanti casi in corso. Lei doveva familiarizzare con i dettagli di ogni caso e inserire tutti i nuovi rapporti, gli appunti e qualunque altra informazione si aggiungesse con il procedere delle indagini. Starkey aveva da leggere così tanti documenti che le si incrociavano gli occhi e, quando leggeva, le veniva voglia di fumare. Quindici o venti volte al giorno usciva di nascosto nel parcheggio a fumare. La cosa aveva già attirato l'attenzione di Griggs. "Cristo, Starkey, puzzi come un posacenere."
Fottiti, Griggs.
Starkey aveva appena preso una sigaretta dalla borsa per la terza fuga del giorno quando il tenente Poitras uscì dal suo ufficio. Cristo, com'era grosso. Quel figlio di puttana era un ammasso di muscoli. Si allenava con pesi grandi come pneumatici da ruspe.
Poitras perlustrò la sala con lo sguardo, poi disse a voce alta: «Dov'è Bobby? C'è McQue?».
Visto che nessuno rispondeva, Starkey si fece coraggio.
«Oggi è in tribunale, capo. Si è preso un giorno di vacanza.»
Poitras la osservò per un istante.
«Tu eri con Bobby nella casa su al Laurel Canyon, vero?»
«Sì, signore.»
«Preparati. Vieni con me.»
Starkey lasciò cadere la sigaretta nella borsa e lo seguì fuori.