Martedì 6 agosto 2013 Mattina
Ho dormito pochissimo. Ci ho rimuginato tutta la notte: è un’idea stupida, inutile e anche un po’ azzardata. Potrebbe essere pericoloso? Sono un’incosciente. Ieri mattina ho preso appuntamento con il dottor Kamal Abdic. Ho parlato con la segretaria e ho chiesto espressamente di lui. È rimasta sorpresa, poi ha detto che poteva ricevermi oggi alle sedici e trenta. Così presto? Ho risposto che andava bene, ma ero già agitata. La seduta costa settantacinque sterline: il denaro che mi ha dato mia madre non durerà a lungo.
Da quando ho fissato la seduta, non sono riuscita a pensare ad altro. Sono spaventata, ma anche eccitata. Una parte di me è emozionata all’idea di incontrare Kamal. È iniziato tutto da lui: mi è bastato vederlo pochi istanti, quella mattina, per far deragliare la mia vita. Completamente. Da quando ho visto il bacio tra lui e Megan nulla è mai più stato come prima.
Devo incontrarlo. Devo farlo perché la polizia ormai è concentrata solo su Scott. Ieri lo hanno interrogato di nuovo. Non sono trapelate conferme ufficiali, ma ho visto un filmato, su internet, in cui Scott entra in commissariato, insieme alla madre. La cravatta era troppo stretta, sembrava stesse per strozzarlo.
Tutti fanno ipotesi: i giornali dicono che la polizia si muove con maggiore cautela perché non può permettersi un altro arresto frettoloso. Si parla di indagini condotte in maniera superficiale, di un avvicendamento tra gli inquirenti. Sul web leggo commenti terribili sul conto di Scott. Qualcuno ha pubblicato l’immagine di lui che piange durante l’appello per Megan accanto a quelle di noti assassini che sono apparsi in televisione, singhiozzando per la sorte dei propri cari. È tremendo, disumano. Spero che lui non le veda perché sarebbe un duro colpo.
Sarò stupida e avventata, ma ho deciso di andare da Kamal Abdic. A differenza di tutti quegli speculatori che fanno illazioni malevole su di lui, io ho visto Scott, gli sono stata così vicina da poterlo toccare. Io so chi è. E non è un assassino.