Sera
Sono rimasta a letto quasi tutto il giorno, per cercare di mettere ordine nella mia testa. Ho provato a ricostruire quello che può essere successo sabato sera, ma i ricordi si intrecciano ai sogni. Ho tentato di scrivere tutto quello che mi passa per la testa. Il rumore della penna sul foglio sembrava un sussurro e mi innervosiva; avevo la sensazione di non essere sola in casa, forse c’era qualcuno dietro la porta, e non potevo fare a meno di pensare a lei.
Avevo troppa paura per uscire a controllare, ma quando l’ho fatto il pianerottolo era deserto, ovviamente. Sono scesa in soggiorno e ho acceso la tv. Ancora le stesse immagini: il bosco, la pioggia, le auto della polizia sulla strada fangosa, quell’orribile tenda bianca, tutto un po’ sfocato, poi di colpo Megan, sorridente, viva, in tutta la sua bellezza. Inquadrano Scott, a testa bassa, mentre supera la calca dei fotografi per raggiungere la porta di casa, scortato dalla Riley. E infine lo studio di Kamal, ma lui non c’è.
Non volevo sentire i commenti, ma ho dovuto alzare il volume, perché il silenzio mi stava rintronando. La donna non è stata ancora identificata, ma la polizia dice che è deceduta da giorni, forse da alcune settimane. Non si conosce ancora la causa della morte, ma non ci sono evidenze di un’aggressione a sfondo sessuale.
Mi sembra una precisazione molto stupida. So cosa intendono dire: che non è stata violentata, ed è una fortuna, ma questo non significa che non ci sia il sesso dietro l’omicidio. Forse Kamal la desiderava e non poteva averla; lei ha provato a chiudere la storia, ma lui non voleva accettarlo. È un movente sessuale, no?
Non sopporto più le notizie; torno al piano di sopra e mi infilo sotto il lenzuolo. Svuoto la borsetta, controllo gli appunti scarabocchiati su pezzi di carta, tutte le informazioni che ho raccolto. I ricordi sfuggono come ombre, e mi chiedo perché lo sto facendo. A cosa serve tutto questo?