Sera
Oggi il dottor Abdic, o meglio Kamal, come mi ha esortata a chiamarlo, mi ha consigliato di tenere un diario. Stavo per dirgli che non posso farlo perché so che Scott lo leggerebbe. Mi sono trattenuta, non volevo sembrare diffidente nei confronti di mio marito. Ma è la verità: non potrei mai scrivere quello che penso, che provo e che faccio davvero. Tanto per fare un esempio: quando sono rientrata, il mio portatile era caldo. Lui sa come cancellare la cronologia, come nascondere le proprie tracce, ma io sono sicura di aver spento il computer prima di uscire. Ha di nuovo letto la mia posta.
A me non importa, non c’è molto da leggere, a parte una tonnellata di messaggi di spam che ricevo dalle società di selezione del personale e Jenny del pilates che mi chiede se mi va di partecipare alle sue cene del giovedì sera, dove lei e i suoi amici si alternano ai fornelli (neanche morta!). Non è un problema: lui si sente rassicurato e si convince che non sta succedendo nulla, che non sto combinando niente di strano. E questo è positivo per me, va bene per tutti e due, anche se non corrisponde al vero. Non posso biasimarlo se non si fida di me. Gli ho dato buoni motivi in passato, e forse gliene darò ancora. Non sono una moglie perfetta, non ci riesco. Anche se lo amo molto, non sarà mai abbastanza.