Giovedì 16 agosto 2012 Pomeriggio
Me ne sono andata!
Mi sento rinfrancata, come se davanti a me si aprissero migliaia di nuove possibilità. Sono libera!
Siedo in terrazza e aspetto che inizi a piovere. Il cielo è nero, le rondini volano basse e l’aria è densa di umidità. Scott arriverà tra un’oretta. Dovrò dirglielo. Si arrabbierà, ma gli passerà in fretta: so come farmi perdonare. E non ho alcuna intenzione di rimanere chiusa in casa tutto il giorno: frequenterò un corso di fotografia, oppure allestirò una bancarella e venderò gioielli. Potrei imparare a cucinare.
Uno dei miei insegnanti, ai tempi della scuola, mi disse che ero maestra nell’arte di reinventarmi. All’epoca non capii cosa intendesse, pensavo anzi che mi prendesse in giro, ma con il passare del tempo la sua definizione mi è sembrata calzante. Scappata di casa, amante, moglie, cameriera, direttrice di una galleria, bambinaia, più qualche altra cosa nel mezzo: chi voglio essere domani?
Non avevo avuto intenzione di mollare, ma le parole sono uscite da sole. Eravamo sedute al tavolo della cucina, Anna teneva la bambina in braccio e Tom era rientrato per prendere qualcosa, quindi c’era anche lui. Stava bevendo una tazza di caffè e io ero decisamente di troppo. Mi sentivo a disagio, quasi un’intrusa.
«Ho trovato un altro lavoro» ho detto di punto in bianco, senza pensarci troppo. «Quindi non posso più venire.» Anna mi ha lanciato un’occhiata obliqua; non credo se la sia bevuta. Ha commentato: «Oh, che peccato!», ma ho capito che non lo pensava davvero. Sembrava sollevata. Non mi ha nemmeno chiesto che lavoro fosse, per fortuna, perché non avevo pensato a cosa dirle per risultare convincente.
Tom sembrava sorpreso. «Sentiremo la tua mancanza» ha aggiunto, ma era una bugia.
L’unico a dispiacersi sarà Scott, quindi devo escogitare una frottola da rifilargli. Potrei fargli credere che Tom ci ha provato con me, così non avrà nulla da ridire.