Ringraziamenti.
Il mondo di Ricciardi ha tanti creatori; lui stesso, senza l’attenzione di Francesco Pinto e l’affetto di Aldo Putignano, non sarebbe mai esistito.
La città, le cose e l’aria attorno a lui sono ricostruite e disposte dalla dolce e sapiente mano di Annamaria Torroncelli. La sua famiglia e le persone che lo circondano sono profondamente note agli occhi di Stefania Negro. Le sue indagini, semplici e contorte come la vita, nascono dalle chiacchierate con Antonio Formicola. I morti che vede nella loro macabra danza vengono dalle parole di Giulio Di Mizio. Il mio infinito grazie va a queste persone, senza le quali non saprei immaginare il mio commissario dagli occhi verdi.
Questa storia in particolare ha i profumi dei cibi immaginati da Sabrina Prisco dell’Osteria Canali di Salerno e di Giovanni Serritelli, il Cuoco Galante napoletano. Si confronta con la procedura penale dell’epoca ricostruita da Titti Perna. Si infila nella gola della vittima secondo il percorso definito da Roberto de Giovanni. Si srotola nell’accogliente, magica fantasia di Severino Cesari e di Francesco Colombo e nella delicata attenzione di Daniela La Rosa.
Ma nasce nel mio cuore, cresce senza conoscere pause e finisce senza finire, accompagnata dal sentimento e dal sorriso di chi ne è autrice molto piú di me: la mia dolcissima Paola.