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Pensate, per uccidere un cormorano adulto è sufficiente una sola molecola di cianuro.

Mentre nelle piante il veleno annienta la clorofilla, negli animali si attacca all’emoglobina bloccando il trasporto di ossigeno nel sangue. La morte avviene per soffocamento. L’effetto è immediato. Pochi istanti fa, mentre ci preparavamo al collegamento, un cane da caccia si è avvicinato alla riva e, nonostante le urla della gente e i richiami disperati del padrone, ha bevuto. Sono bastati pochi sorsi perché si buttasse schiena a terra in preda a terribili convulsioni. Il tempo di raggiungerlo e il cane è morto davanti ai nostri occhi.

Ma è lì sotto, nelle profondità del fiume, che il cianuro prosegue con nocumento ancora maggiore il suo capillare sterminio. Non sono solo grossi animali a morire, ma ogni più piccola presenza di vita. Il letto del Tibisco è stato bruciato dal più indiscriminato dei diserbanti e ora è una zuppa immonda di alghe e altri vegetali putrefatti. Senza la microfauna pesci piccoli come l’alborella che si nutrono di plancton spariranno, e senza l’alborella spariranno pesci più grandi come l’amur e il siluro che si nutrono di alborelle, e così via. Insomma la catena alimentare è stata sconvolta al punto da minacciare l’estinzione di tutte le specie viventi del fiume.

Per ora l’unica consolazione è che le infiltrazioni di cianuro non possono raggiungere le fonti di cui si servono gli impianti idrici della città e questo grazie a uno strato di roccia impermeabile che a trecento metri nel sottosuolo funge da isolamento naturale. Per rassicurare la popolazione questa mattina il sindaco Károly Virág è entrato in molte case del centro e si è fatto offrire un bicchiere d’acqua di rubinetto.

Béla Sárkány, Szeged, Bbc World.