Quadro Sesto

Luce abbagliante di un pomeriggio d'agosto. Casa del Poeta. Stessa scena, solo sul fondo c'è in più una bilancia da imbianchini e, verso la ribalta, un letto di ferro. Due giovani imbianchini, in calzoncini per il gran caldo, le spalle voltate al pubblico, mescolano tinte nei barattoli, in silenzio. Il Poeta, semisdraiato sul letto, sta scrivendo una lettera.

POETA (scrivendo) "Carissima, dunque anche tu sei partita." (Il Primo Imbianchino sale sulla bilancia e comincia a dare la tinta, fischiettando.) No, no. Ecco qui daccapo, come ogni giorno, questi maledetti. (Strappa il foglio, scrive) "Carissima, spero che riuscirai a immaginare la mia vita in questi giorni." (Si ferma) E perché dovrebbe interessarle? (Scrive) "È persino inutile che io tenti di descrivertela. L'aria soffocante di questo cortile che tu non conosci – una costruzione pretenziosa dei primi del secolo, ora abitata da famiglie quasi tutte in villeggiatura – siamo rimasti in pochi coi gatti del cortile che guardano verso le finestre aspettando gli immondi pacchetti degli avanzi... Il termometro segna 37 gradi. In più hanno avuto l'idea di imbiancare il cortile e da una settimana due gaglioffi passano la tinta sui muri... Dovrei andarmene, uscire, ma come è possibile?" (Strappa il foglio) No, no. (Riprende a scrivere) "Carissima, grazie della tua lettera di ieri. Grazie di esserti ricordata che esisto. Ti immagino al mare, tra le onde con..." No. (Cancella.) "Hai ben ragione di meravigliarti che io abbia potuto scrivere qualche libro. Quando penso che un anno è trascorso senza che abbia scritto una sola pagina. Sono un torrente secco in attesa di un acquazzone. Che altro dirti di me? Il caldo mi uccide. Oggi 37 all'ombra. In più il condominio di questo sordido palazzaccio dove sono finito a vivere. Il condominio, dicevo, ha deciso di far ripulire la... di rifare la tinta al... e così la mia sola compagnia di questi giorni è quella di due gaglioffi imbianchini, che passano il tempo a fischiettare e a motteggiarsi con una monotonia esasperante. Pensavo che la solitudine d'agosto, il silenzio, mi avrebbero permesso di riordinare quel volume di scritti che l'editore aspetta da mesi e per il quale ha già versato due anticipi. Ma ora dispero di farcela. E così passo le ore del giorno aspettando la sera solo coi gatti del cortile. E tu?" (Si gratta la testa con la penna.)

PRIMO IMBIANCHINO Cesare!

Una lunga pausa.

SECONDO IMBIANCHINO Che vói?

PRIMO IMBIANCHINO Vattela a pija' nder culo.

Il Poeta è scosso da un brivido. Strappa il foglio, riprende a scrivere.

POETA (scrivendo) "Carissima, il ricordo della tua pelle di miele, l'odore di prato assolato del tuo corpo, quei prati dove andavamo appena tre mesi fa, verso Ostia, si è installato qui nella mia stanza, che non conosci. Da un mese ho lasciato la vecchia casa cercando in questo quartiere senza tentazioni la calma e la solitudine per rimettere in ordine le mie carte, ma... (Cancella, riprende a scrivere) Così la mia sola speranza sarebbe di uscire e di incontrarti, se non sapessi che questo avverrà non prima di settembre. Potrei raggiungerti, ma i miei subdoli amici sono partiti all'improvviso, senza lasciare indirizzo." No, cancellare. (Smette di scrivere, siede sul letto, si prende la testa tra le mani, si alza, stanchissimo.) Dove è andata a finire la mia calma? Girare attorno alla verità porta al capogiro. Decidersi è chiudersi ogni altra possibilità di errore. Che cosa ho fatto, stanotte, che non ricordo? Ah, ho potuto finalmente dormire. E con ciò? Dormire! Ma il dolore dorme con noi e si risveglia più vigoroso dopo un buon sonno. (Pausa.) E si tratta poi di vero dolore, o me lo sto costruendo a scopi non chiari? (Pausa.) Restare nel vago, ogni giorno come il primo. (Il Primo Imbianchino riprende a fischiettare e a dare la tinta.) E lui fischietta! Aggravare la situazione. E che c'entra adesso questa ragazza nella mia vita? Forse perché è in vacanza. Noi non cerchiamo mai le cose, ma la ricerca delle cose. (Strappa la lettera.) Pascal. Ossia, l'uomo è felice solo quando si distrae dal pensiero della morte! Facendo cose inutili, correndo dietro una lepre o dietro una palla! Ciò che ci attrae è la ricerca del gioco. Ma come levarmi dal naso l'odore della sua pelle? E da qui, da qui, da qui (si batte la testa) la sua voce?

PRIMO IMBIANCHINO (allegro) Cesare!

Una lunga pausa. Il Poeta si fissa.

SECONDO IMBIANCHINO Che vói?

PRIMO IMBIANCHINO Vattela a pija' nder culo.

POETA (ha un gesto di desolato furore) Dio, dio mio, è orribile! (Brancola nella stanza.) Presto, qualcuno venga a uccidermi, ecco, offro il mio collo, colpite! (Afferra una bottiglia, beve.) Che schifo... calda! Miserabile casa senza un frigorifero. Potrei fare le valige e andarmene, tentare con l'editore, ma sarà in vacanza anche lui, il maledetto. (Il Primo Imbianchino riprende a fischiettare. Il Poeta riprende a scrivere) "Caro Dottore, il lavoro è a buon punto, penso di poterle consegnare il manoscritto per i primi del mese prossimo." No, "per l'autunno. Ho avuto già dalla sua amministrazione, in due rate..." No. "Lei è stato molto gentile con me, ora debbo chiederle..." No. "Considerando le spese che dovrò sostenere nei prossimi giorni per la copisteria, le sarei veramente grato se..." (Pausa.) Le quattro. Potrei uscire. Affrontare questo sole stupido, popolare, questo sole da quattro soldi che sbriciola le pietre e fa fermentare i giardinetti, te li raccomando questi giardinetti del quartiere! Risalire il Corso da Piazza del Popolo. No. È preferibile la morte. Oppure telefonare direttamente all'editore. (Fa un lungo numero al telefono) Pronto? Sì. Oh! Allegretti? C'è il dottor Allegretti? Io.

PRIMO IMBIANCHINO (solenne) Oh Cesare!

Una pausa.

POETA (al telefono) Non c'è? Ah, senta dica al dottor Allegretti. Pronto? Ha chiuso!

PRIMO IMBIANCHINO Rispondi. Cesare!

SECONDO IMBIANCHINO Che vói?

PRIMO IMBIANCHINO (solenne) Vattela a pija' nder culo!

POETA (si lascia cadere sul letto sfinito) Più tardi, forse, il caffè, qualche maledetto amico, seppure me ne rimane ancora uno e poi sino all'alba daccapo. (Il Primo Imbianchino riprende a fischiettare e a lavorare.) È orribile. La mia vita è una brutta copia. Se potessi rifarla daccapo, potrei togliere qualche errore, qualche sbavatura. Ma il carattere? Non mi porterebbe a fare altri errori, forse più sottili – di presunzione – come questo che mi capita proprio ora, di pensare di poter correggere una vita... Ma se una vita ha un suo significato – ma non lo ha – è proprio nella somma dei suoi errori più grossolani... Ecco, il carattere mi porta a credere che certi errori sono biasimevoli e altri invece lodevoli. L'errore di scrivere mi soddisfa, quello di amare mi diverte... l'errore di non aver fortuna mi offende, la mancanza di una ragione di vita... altro errore. (Pausa.) Ma io ho scritto! Ah, questo non vogliamo contarlo? (Pausa.) Potessi almeno far tacere i miei pensieri, sprofondare. Ma tu mi ascolti? È triste pensare che in questo momento potrei raggiungerti e stasera cenare insieme, se... No, è triste pensare che d'ora innanzi la mia dignità...

PRIMO IMBIANCHINO (suadente) Cesare?

SECONDO IMBIANCHINO Che vói?

PRIMO IMBIANCHINO (rapido) Vattela a pija' nder culo!

 POETA (si alza, in preda alla più confusa disperazione) No, no. Io mi vesto, io esco! Luce, luce, basta!

Buio.