Due mesi dopo. Un giardino ai piedi di una antica torre, sulla riva del mare. Un grande cancello oltre il quale si vede la spiaggia, con capanni e barche. Arredamento marino, con divano a dondolo e poltrone di vimini. È un pomeriggio di fine settembre. Entrano il Marziano, in tenuta trasandata da mare, e Alvaro.
MARZIANO Vuoi sedersi? Sono subito da lei. (Entra in casa.)
ALVARO È la prima volta che parlo col marziano. Non è antipatico. Mi trovavo sulla spiaggia, poco fa, e l'ho subito riconosciuto. Eravamo noi due soli, eppure il mare di questa stagione è così bello, rilassato, stanco dopo tanti bagni, sembra più profondo. (Siede.) Guardava l'orizzonte e ogni tanto si fermava a raccogliere una conchiglia, qualcuna se ne metteva in tasca. Si è avvicinato per chiedermi un fiammifero. Io ho fatto le viste di non conoscerlo, per non offenderlo con la mia curiosità. È stato lui a dirmi, puntandosi un dito sul petto: "Io, marziano." Ho finto un po' la sorpresa. "Ah, davvero, come sono contento." Poi mi è balenata l'idea di intervistarlo. Pensavo di mettere giù un'intervista diversa dalle altre, un po' letteraria, ma... lasciamo perdere. Mi sembra indifeso, come certe persone che mostrano un'età inferiore a quella che hanno. È alto, e io le persone alte non le capisco. L'ho invitato a bere qualcosa al chiosco. "No," ha detto, "sono io che invito, andiamo a casa mia." Poveraccio, deve annoiarsi. Tra parentesi, ho anche fretta.
Entra il Marziano con un vassoio e serve da bere. Un silenzio.
MARZIANO Non ho capito bene il suo nome.
ALVARO Alvaro Di Giovanni. (Pausa.) Si sta bene qui. Forse la notte... ma il giorno dev'essere ridente.
MARZIANO Sì, abbastanza ridente. Beva.
ALVARO Non è la solita spiaggia. Ha un suo carattere.
MARZIANO Sì, ha un suo carattere. Che cosa fa, lei?
ALVARO Teoricamente, non faccio niente. Vivo ancora coi miei, del resto sono figlio unico. Ho preso la laurea in lettere e filosofia e adesso sono incerto se fare il concorso o mettermi a scrivere.
MARZIANO Ah, scrivere. Scrittore. Lei ha molto tempo libero?
ALVARO Le dirò... A volte sì, a volte no. Leggo molto.
MARZIANO Io sto scrivendo un libro. Avrei proprio bisogno di qualcuno, una persona seria, preparata, che mi dia una mano, corregga qua e là, riveda la sintassi.
ALVARO Ah, un libro. Interessante.
MARZIANO Qualcosa tra il diario e la relazione di viaggio, ma c'è anche un'appendice dedicata ai problemi urgenti dell'Umanità. Il titolo è: Un marziano a Roma. Le piace?
ALVARO Le dirò... mi sembra un po' cronistico. Ma forse è meglio. Più chiaro. E quali problemi affronta, se è lecito?
MARZIANO Diciamone uno solo: l'emigrazione.
ALVARO È una cosa per specialisti. Dovrebbe consultare uno specialista.
MARZIANO Beva. Ho studiato un piano per l'emigrazione di massa dalla Terra.
ALVARO Interessante.
MARZIANO Con grandi aeronavi attrezzate allo scopo... dove sono i miei appunti? (Cerca sul tavolo.) Ah, ecco. Con una sola di queste aeronavi io posso fare... trenta diviso sei, cinque... cinque per dodici, sessanta... sessanta viaggi l'anno. Ogni viaggio, cinquecento persone, sessanta per cinquecento... trentamila. Cento aeronavi: tre milioni di persone l'anno. Poco?
ALVARO No, anzi. E questi tre milioni di persone le porta su Marte?
MARZIANO Assurdo, no? (Ride.) Bisognerebbe studiare i particolari, l'organizzazione, un lavoro immenso, di anni. Per il momento inutile pensarci. Sì, è uno stupido progetto, perché gli uomini non vorranno mai saperne di lasciare la Terra.
ALVARO Ci sono pregiudizi molto radicati. Forse, col tempo...
MARZIANO Eppure, ha mai pensato lei, Di Giovanni, che la Terra potrebbe essere l'inferno di un altro pianeta?
ALVARO Francamente, non ci ho mai pensato.
MARZIANO Lei è giovane. A cinquant'anni troverà difficilmente un'altra teoria per giustificare questo pianeta.
ALVARO Conto molto sull'abitudine. (Ride.)
MARZIANO Lei ama il suo prossimo?
ALVARO Le dirò... non come me stesso, ma in generale. Se ci penso bene, lo amo.
MARZIANO Stavo pensando che amare il prossimo, in fondo, è la forma più raffinata di disprezzo verso il prossimo. Lo si ama! Si ammette che non si può fare altro che amarlo e che per tutto il resto è inutilizzabile. Mi aiuta per il mio libro? Mi dia il suo numero di telefono, le dispiace?
ALVARO Mi dia lei il suo, io non ho telefono. L'abbiamo tolto, mia madre non può sentire lo squillo, è un po' ansiosa. Sa, è meridionale.
MARZIANO Neanch'io ho telefono. Ma lei può telefonare al chiosco e chiedere di me. Mi avvisano subito. Beva. (Pausa.) E che cosa sta leggendo di bello?
ALVARO Sto leggendo tutto Shakespeare.
MARZIANO Le piace?
ALVARO Le dirò... è un po' troppo drammatico. Ogni tanto qualcuno entra e suona una tromba.
Breve silenzio, poi squillo di tromba modulato di un'automobile. Sorpresa.
FABRIZIO (al cancello) Kunt! Disturbo? Ehilà, come va carissimo Kunt?
MARZIANO Fabrizio carissimo!
FABRIZIO Come stai bene, sembri un altro, ho un sacco di cose da dirti. Però non vogliamo disturbarti, devi scrivere? Un momentino solo, siamo di passaggio. (Ad Alvaro) Ma tu sei sempre tra i piedi! Hai una sigaretta? Volevo dirti, Kunt, c'è anche Anna.
Entrano Nardone, Anna, Graziella e Young. Anna e Graziella sono vestite da schiave egiziane, Young da centurione romano, ma tutti sobriamente, senza ombra di caricatura né ridicoli copricapi.
MARZIANO Avanti, vi ringrazio della visita. Ciao, Anna.
FABRIZIO Sono stato con Nardone qui a Fossoscuro dove girano quel film e siamo venuti a trovarti. Nardone voleva conoscerti, è un amico. Questo è Young, bello ma di una stupidaggine incredibile, parla pure chiaro, tanto non capisce una parola d'italiano. E questa è Graziella, buona e bella, col cuore a ciambella!
GRAZIELLA Non puoi parlare senza toccarmi?
FABRIZIO Voglio farti capire tutto, perché tu hai una testolina bizzarra, e non afferri le allusioni. Kunt ti invidio! C'è uno scoramento, una felicità calma nel cielo, ma guardate il colore, tutto liquido. Facciamo un salto sulla spiaggia?
MARZIANO Non volete bere?
NARDONE Io vorrei, se possibile, parlare al dottore di quella cosa.
FABRIZIO (ipocrita) Che cosa? Io vado in casa a vedere, permetti Kunt, se trovo un biscotto, ho fame, vieni Graziella, ho una grande sorpresa per te.
GRAZIELLA La conosco. Non è tanto grande.
FABRIZIO E nemmeno una sorpresa... (Esce.)
MARZIANO Anna, siedi. Lo scrittore Di Giovanni. E lei? Che deve dirmi?
NARDONE (Si concentra, poi) Se lei mi toglie la speranza, dottore, che cosa mi succede? Io mi uccido. Perché io ho bisogno di speranza come ho bisogno del pane, tutti hanno bisogno di speranza. A chi deve parlare l'arte del nostro tempo? Alla folla. Non è vero? Invento, forse? E la folla, dottore, ha un solo occhio. Il nostro. Quel piccolo occhio di cristallo che abbraccia i sentimenti e le passioni, le gioie e i dolori, in una parola: la VITA. Io dico al poeta: guardami negli occhi, FESSO, perché io e te siamo la Folla e dobbiamo capirci. Il poeta si nasconde? Ma anche lo struzzo si nasconde! E con ciò? Dov'è l'arte? Dov'è la poesia? E dove va a farsi fottere la SPERANZA? (Pausa.) Ieri viene da me Fabrizio e, così parlando, mi dice: Perché non fai un film sul marziano? Ma non devi farlo serio, il marziano è solo uno spunto, tu lo fai comico! Ho detto comico? Divertente, umano, poetico! Bene, questa per me è un'idea. Guardami negli occhi, Kunt. Non mi abbracci? Tutto è pronto, voglio soltanto firmare con te.
MARZIANO Con me? Non capisco.
NARDONE Tu devi fare una parte nel film. Questa è l'idea! (Silenzio. Il Marziano si irrigidisce. Rientra Fabrizio.) Tu mi dici la cifra e io accetto.
FABRIZIO Hai sistemato davvero bene dentro, c'è un calore di famiglia, io ci verrei a lavorare. Facciamo una corsa alla spiaggia, questo è il momento d'oro, quando la sabbia comincia a diventare fredda e le ombre si allungano.
NARDONE Ho parlato al dottore della nostra idea. Parla anche tu.
FABRIZIO (ipocrita) Che idea? Sì, dicevo, in generale, ogni idea può diventare interessante se a sostenerla c'è una realtà evidente, diciamo controllabile.
NARDONE No. Un personaggio. Un famoso personaggio! La poesia che si compenetra della cronaca e la fa lievitare! L'hai detto tu!
FABRIZIO Io? L'ho detto?
MARZIANO (grida) Lasciatemi in pace! (Un silenzio.) Ho gridato, scusatemi, non volevo gridare.
Un silenzio.
FABRIZIO Andiamo un po' sulla spiaggia? Vieni anche tu, Kunt.
MARZIANO Sono un po' stanco, andate.
FABRIZIO Passiamo dopo a salutarti. Devo dirti molte cose.
ALVARO Non vorrei perdere la corriera. Arrivederla, signor Kunt, e grazie.
MARZIANO Oh, lei, grazie. Mi telefoni, al chiosco. Quando? Dopodomani?
ALVARO Uno di questi giorni.
FABRIZIO Stammi vicino, Graziella, che ti spiego tutto il mare. Vedi, il mare è quella cosa piena d'acqua...
Escono tutti, meno Anna e il Marziano. Un lungo silenzio, impacciato.
MARZIANO Mi fa piacere vederti. Sono quasi due mesi.
ANNA Sì, due mesi. Stai bene, qui. Forse la notte è un po' cupa, se non c'è la luna, ma il giorno dev'essere bello.
MARZIANO Sì, abbastanza bello. Bevi?
ANNA Mi piace perché non è la solita spiaggia piena di gente.
MARZIANO Sì, è piuttosto deserta. (Pausa.) E tu, che cosa fai?
ANNA Lo vedi. Per mangiare. Non ho nessuna ambizione. Mi chiamo Afté e dico due battute. La prima è: "Ma questo il Faraone non lo permetterà mai." La seconda è: "Guardalo, padroncina, è bello come il Dio Api." L'importante è andare avanti e finire, non ho nessuna ambizione, come in carcere quando ti danno un solo foglio per scrivere una lettera, tu sbagli, vorresti ricominciare, ma vai avanti, tanto è inutile farsi capire. Io vorrei ricominciare daccapo e invece vado avanti.
MARZIANO Sei stata in carcere?
ANNA Pochissimo... (Pausa.) Anni fa. (Pausa.) Ho lasciato Adriano. Anzi, mi ha lasciata lui, dopo due settimane, perché cominciava a volermi bene. Dice che nella vita bisogna avere una sola valigia, non possedere altro, essere liberi di partire senza dover avvisare nessuno, altrimenti è inutile partire.
MARZIANO E come hai vissuto, dopo? Fred?
ANNA No, è sparito. Ora che ci penso: che non sia dentro? No, m'avrebbe scritto.
MARZIANO Quel signore del cinema?
ANNA No, adesso c'è Young. Diceva Adriano che Young è l'unico uomo che non dice mai sciocchezze, ma che le pensa sempre. Il suo corpo però è intelligente.
MARZIANO Una sola valigia, dici? Adriano ha ragione, il mio torto è di averlo sottovalutato. Io ho una valigia. E tutto il resto potrei lasciarlo senza rimpianti. Ricordi quel progetto di viaggi? Non devo avvertire nessuno, quindi il viaggio può essere utile. Ci penso ancora. (Una pausa.) Verresti con me?
ANNA Tu sai bene che all'ultimo momento non partirai.
MARZIANO No. Bisognava arrivare a questo punto. Quell'orrido uomo che vuoi pagarmi per... Tu, il mio fiore, la mia sciagurata speranza, che ti vai imbrattando nei letti sconosciuti. Andiamo via, Anna. Vedi, io vivo un giorno alla volta, non riesco a mettere insieme due giorni. Con te, sarebbe differente. Vado a prendere la valigia! (Entra in casa di corsa.)
Un silenzio.
ANNA (pensosa) Ma questo il Faraone non lo permetterà mai.
Ritorna il Marziano con una valigia.
MARZIANO Lascerò le chiavi al chiosco, avvertirò il proprietario della... No, non avverto nessuno. Nemmeno le ragazze.
ANNA Tra poco scenderà la sera. La notte è fredda. Vuoi proprio partire, o non sarà meglio rinviare a domani?
Un silenzio.
MARZIANO Che significa domani? La notte! È vero, le nuvole laggiù diventano un lungo telone, il sole si copre la faccia prima di tramontare come quegli antichi senatori raggiunti dai sicari. È orribile, la notte.
Una pausa. Poi declamano:
Il lamento del tramonto e degli anni.
MARZIANO
S'oscura il mare, vedi? La fredda notte s'appressa.
Troveremo il nepente, la pace ai nostri affanni?
ANNA
Torniamo indietro, caro, la fine non m'interessa.
MARZIANO
Gli anni, uno alla volta, saltano e vanno via.
E, da fedeli amici, diventano poveri inganni.
ANNA
Gli anni non hanno fretta, prova a mandarli via.
MARZIANO
Tutto è un inganno, amore, anche la mia verità,
anche quella dolcezza che provai sul tuo seno.
ANNA
Il naufragio consola di ogni mediocrità.
Viene la notte fonda, guarda il cielo sereno.
Un silenzio. Il Marziano beve. Entrano Fabrizio, Nardone, Graziella, Young.
FABRIZIO C'è un reattore, su in alto, una punta di spillo, che divideva il cielo in due, esattamente, col gesso, come un bambino. Ah! Io non posso pensare di tornare in città. E questa torre? Non è la torre della figlia del re? "In mezzo al mare un'isola c'è / e vi comanda la figlia del re." Venite a vederla dentro. E poi diciamo che la realtà non è favola. Tu, Kunt, farai grandi cose, in questa solitudine. Alle cose fatte senza il tempo e la solitudine non ci credo. Possiamo entrare?
MARZIANO Vi prego. Le ragazze sono andate a Roma, oggi, non ho nemmeno riordinato.
GRAZIELLA Anche la mia zia aveva una casetta così. Però in montagna.
FABRIZIO Sei la solita intellettuale. Anna, vieni! Come on, Young!
Escono Fabrizio, Graziella, Anna e Young.
MARZIANO Volevo dirle. Mi dispiace di aver perso la calma, prima.
NARDONE Io la capisco, le voglio anche bene. Non volevo proprio offenderla.
MARZIANO Non mi ha offeso. Sono un po' stanco. Ne riparleremo, ma non oggi. Beva.
NARDONE Verrò a trovarla col mio avvocato. (Pausa.) Si sta bene, qui. Io la notte preferisco la città, ma il giorno qui, francamente...
MARZIANO Sì, il giorno è abbastanza...
NARDONE Io non posso soffrire le spiagge affollate. Questa non è affollata.
MARZIANO Sì, ha questo di buono, che è quasi deserta.
NARDONE Una torre così, è un'idea.
MARZIANO Sì, è comoda, non impegnativa.
NARDONE E poi ha un suo carattere.
MARZIANO Un suo carattere.
Rientrano Fabrizio e Graziella.
FABRIZIO Sono sempre più entusiasta. Quando partirai, Kunt, la prendo io questa torre.
GRAZIELLA Io la dipingerei tutta di rosa.
MARZIANO Bevete!
Bevono, in silenzio. Il Marziano guarda verso la torre, ansioso. Di scatto corre in casa. Trambusto, grida. Dalla torre esce correndo Young, inseguito dal Marziano, che brandisce la spada di legno del centurione. Emozione. Grida.
YOUNG No, no, Fabris, Nardona! Help!
Il Marziano lo raggiunge e colpisce. Viene trattenuto. Confusione. Young si tampona un orecchio.
FABRIZIO Ti scongiuro, Kunt, non facciamo pazzie!
NARDONE Calma, vi prego Kunt, calma! Young, non è niente, un equivoco. Fai vedere l'orecchio, solo uno sgraffio, ne vorrei di questi sgraffi! Niente di grave. Un po' d'alcool, ecco mettici il cognac. (Il Marziano tace, annichilito.) Per favore non perdiamo lo stile, siamo tre gentiluomini, non ingrandiamo un incidente ridicolo, e tu, Poeta, sorridi! Parlo io a Young, tutto si accomoda. L'essenziale è collaborare!
FABRIZIO Ma certo, tutto s'accomoda, non è niente, la stanchezza, i nervi, anch'io sono nervoso. L'aria marina. Kunt, ti dispiace? La spada. (La rimette nel fodero alla cintura di Young.)
Un silenzio.
NARDONE Noi andiamo, dottore. Mi farò vivo. Sono proprio contento.
Escono Nardone, Young e Graziella. Sulla porta della torre appare Anna. Si avvia verso il cancello.
FABRIZIO Va', Anna, io resto. Andate.
ANNA Adriano diceva che era condannato alla pena di vivere, perché gli avevano respinto la grazia. Ognuno gioca con quel che ha. Adriano, tu, con la disperazione, io... Ciao, Kunt. Perdoniamoci. (Esce.)
Tromba di automobile. Un silenzio.
FABRIZIO Strana, Anna, come tutte le donne, dei resto. Chi riuscirà mai a capirne una? Ma è poi necessario? O non è meglio restare sulla soglia di un mistero e immaginarlo immenso? Sediamoci. (Siedono sul divano a dondolo. Pausa.) È imprudente, inutile cercare la verità in fondo a queste cose. La donna mi attira e mi spaventa sempre, come una jungla dalla quale non sai se ritorni vivo. Sabbie mobili, pantere, fiori stupendi e mortali. Quando ti amano è peggio. Nel loro amore c'è la minaccia celata, il veleno che agirà dopo. Vogliono ucciderti, questo è il loro scopo. Una donna una volta mi amava a tal punto che io presi l'aeroplano per raggiungerla e lei mi disse: "Ho pregato tutta la notte che l'aeroplano cadesse." Aveva ragione. Mi amava! Nell'amicizia, questo non succede. Io e te possiamo volerci bene, ma senti sempre che c'è rispetto, un desiderare l'uno la gioia dell'altro. Ho la febbre? Senti un po' se scotto, dammi la mano. Sulla fronte.
MARZIANO No, non hai febbre.
FABRIZIO Nell'amore c'è qualcosa di umido, di viscerale, di conturbante. Ti senti preso, offeso, umiliato, aneli alla pace e vuoi che il supplizio continui, tremi che possa finire, all'idea del vuoto che seguirà. Nella amicizia, come tutto è chiaro, cristallino, come scalda! È un giorno di vacanza, il piacere delle mute confessioni, di una solidarietà che non chiede sacrifici. Si sta bene, qui, la notte dev'essere anche meglio del giorno.
MARZIANO Sì, la notte.
FABRIZIO La spiaggia si popola di ombre, di voci.
MARZIANO Sì, un deserto diverso. Un deserto incomprensibile... Un calabrone stanotte è entrato nella mia stanza, è andato a battere velocemente contro la lampada, le pareti, i mobili. Il rumore secco delle sue zuccate faceva crepitare il silenzio. Dopo un po' si è acquattato per riprendere forze, ha ricominciato contro la lampada, le pareti, i vetri, e daccapo la lampada. Infine è caduto sul tavolo, zampe all'aria, annaspava, e stamattina era ancora lì, secco, leggero, morto. Non ha capito niente, ma non si può dire che non abbia tentato... Vuoi restare a cena con me?
FABRIZIO Sì, volentieri.
MARZIANO Con la corriera delle otto torneranno Mara e Patrizia. Non ti danno fastidio?
FABRIZIO Mara e Patrizia? No, affatto. Io non voglio tornare in città. Care ragazze, Mara e Patrizia. (Pausa.) Se non ti scomoda troppo, resto anche a dormire. E domani facciamo il bagno. Abbandonarsi alla passione, rifiutarla? Tentare di classificarla? Sono tutte uguali, le passioni. Come si sta bene qui. La sera scende, una rugiada sui sensi... (Fa dondolare piano il divano.) Sei sicuro che non ho la febbre? Stringimi la mano. Scotto?
MARZIANO Perché tanta tenacia, quale oscura follia lo spingeva?
FABRIZIO Chi?
MARZIANO Quel calabrone... No, non scotti. (Pausa.) Dal dolore nasce il rifiuto e la geometria del nulla. Linee da percorrere, angoli e linee, e ancora angoli amari. Il sole annoia, si cade in un pozzo e, quando il volo già piace, ecco il tonfo.
FABRIZIO Che silenzio, si sente il primo grillo. Quando hai detto che tornano Mara e Patrizia? Ah, questo è un momento felice. Non trovi? Che fai, chiudi gli occhi? II vento è calato. Appoggiati pure alla mia spalla. Guarda... La luna!
Un silenzio. Il divano dondola. Sipario.