Quadro Secondo

Lo stesso luogo, qualche ora dopo, all'alba. Entrano Anna e Adriano stanchi. Anna siede subito su un muricciolo, poggia la schiena a un fanale e chiude gli occhi. Adriano, eccitato e pensoso, si scosta.

ADRIANO I riflettori illuminano a giorno il Galoppatoio, sul parco passa stanotte un gran soffio di vita, sta ancora esplodendo in un erotico abbandono, un ansimare tra i cespugli, grida, risa, lamenti... (Con schifo) Anch'io... Anch'io! Ma non è forse il segno che tutto cambierà? Questo sfrenarsi dei sensi non è già un purificarsi? Così dovevano essere, o Roma, i tuoi cupi saturnali, ma senza questa felice speranza che spinge la nostra follia. Dov'è il marziano, che cosa sta facendo? Gridaci una sola parola, capiremo il resto! Poco fa mi sono fermato a leggere un manifesto di un partito, pieno di offese contro un altro partito. Tutto di colpo mi è sembrato ridicolo. Dove sono i miei amici? (Indicando Anna) Dorme!... "Questa Dea si chiama OCCASIONE! Imparate a conoscerla, vi appare spesso, ma sempre in diverse sembianze!"  Oh, Goethe, proprio accanto alla tua statua! Addio, donna, com'è triste la carne, forse alla stazione troverò da comprare un libro. (Esce.)

Entra il Marziano seguito dal funzionario Barone, dal commissario Dottore e da Agenti. Tutti appaiono preoccupati, meno il Marziano che, felice e stordito, si guarda attorno.

BARONE Ecco l'albergo, signor Kunt. Qui potrà riposare tranquillo.

DOTTORE Ho predisposto una stretta sorveglianza.

BARONE E il segreto più assoluto. Tutti la credono ancora al Quirinale.

DOTTORE Nemmeno il direttore conosce la sua identità. Ah, che giornata incredibile.

BARONE Affrettiamoci, signor Kunt.

MARZIANO Un momento, vi prego. Che stupendo spettacolo! Vi dispiace se guardo la vostra città? Dovete perdonarmi, è la prima volta che mi succede.

Tutti ridono educatamente.

DOTTORE Oh, sì, guardi. Monte Mario, San Pietro, Castel Sant'Angelo, il Gianicolo...

MARZIANO E quello laggiù?

DOTTORE Il gasometro.

MARZIANO Magnifico. Così bianco, immacolato!

BARONE No, quel bianco è l'Altare della Patria. Un monumento...

DOTTORE In fondo, il mare. Ma non si vede.

MARZIANO O città felice e desiderata! (Quattro rintocchi di campana.) L'alba ha dappertutto lo stesso colore dell'attesa e infonde sempre nuove speranze, forse irragionevoli, ma qui sento che la mia vita non è stata inutile.

Tutti annuiscono.

DOTTORE È vero, l'alba...

MARZIANO Se questo viaggio non avesse altri scopi, o altre prospettive, basterebbe a non renderlo vano la certezza che nell'universo valgono dappertutto gli stessi sentimenti. Lo stesso amore vale dovunque. Io vi ringrazio, signori, di avermi tolto alla folla e di essere con voi in incognito. È un momento che non dimenticherò. Sembra che tutto debba cominciare per me, anche il giorno. Guardate laggiù come il cielo comincia a tingersi di rosa... è sempre così?... da noi il passaggio è più rapido e non conosce queste sfumature. Il rosso succede al nero, il bianco al rosso... Non sono stanco. Cerco di capire.

DOTTORE Più che giusto!

MARZIANO Ogni nuova città, arrivandoci per la prima volta, nasconde una promessa. Che cosa può nascondere un mondo nuovo? C'è da tremare. Le acclamazioni non mi hanno sorpreso, ma fino all'ultimo momento, prima di posarmi su quel prato, ho avuto paura. La gente fuggiva. Non sapevo che sorte mi riserbava questo pianeta, che noi, nelle notti della nostra lunga estate, guardiamo in un misto di ansia e di nostalgia... Come adesso io guardo quel puntino rosso, là, esattamente sopra quel colle, quel puntino rosso che è il mio pianeta.

DOTTORE Quello è Marte? Bellissimo.

BARONE (declamando)

"... Ed ecco qual, sul presso del mattino

per li grossi vapor Marte rosseggia..."

MARZIANO (interrompendolo) "... giù nel ponente sovra 'l suol marino." Questi versi mi hanno sempre commosso. È come se improvvisamente vi fosse data facoltà di vedervi, non allo specchio, ma staccati, camminare, volgervi, vivere. Ci vedevo la vostra ansia di sapere qualcosa di noi. II nostro pianeta non è grande come il vostro, voi lo chiamate Marte, noi con una parola che significa: fratello. Fratello, di chi? Ma di chi? Ma di questo pianeta! Noi vi amiamo. Temevo una gelida accoglienza, anche la morte.

TUTTI No, ma che dice! La morte!

MARZIANO Anche la morte, che è l'estrema risorsa del sospetto verso lo straniero. Ciò che non si capisce, lo si uccide. È più comodo, no? Ma i vostri poeti mi confortavano. Il loro amore per le cose che non conoscono è così grande! Qui ho trovato una nuova vita. Anzi, ho ritrovato una vita di cui sapevo l'esistenza, ma che s'era persa nelle nostre leggende. Io non sono il primo a venire quaggiù.

BARONE Non è il primo? Altri sono scesi prima di lei? Recentemente?

MARZIANO Anticamente. Questo dicono le nostre leggende. Quel che sappiamo di voi è un risultato scientifico. Il resto, un affascinante argomento di conversazione per le nostre notti d'estate. Mischiando scienza e leggenda, sappiamo abbastanza di voi...

DOTTORE Con i vostri mezzi!

MARZIANO Sapevamo che Bene e Male valgono quaggiù come altrove, che la gioia si contrappone al dolore e che tutto si bilancia nell'armonia che ci governa. Ma averne la certezza è stato inebriante.

DOTTORE Il progresso fa girare la testa. Se penso che lei tre giorni fa stava su quel puntino rosso e adesso, così, naturale...

BARONE Il suo arrivo, signor Kunt, sta suscitando grandi speranze. Riassumendo le impressioni generali, mi domando se qualcosa cambierà.

MARZIANO Voi sperate questo da me, da noi?

BARONE Sarebbe un bene per tutti che lo sapessimo. La folla che oggi applaude domani si chiederà perché ha applaudito. E, dopodomani, chi può sobillarla? Sarebbe un bene che noi prima sapessimo. Per prevenire, indirizzare, per fugare ogni sospetto di minaccia. (Dolce-mente) Qual è il suo programma, signor Kunt?

MARZIANO Il mio programma personale non è interessante che per me: conoscere, vedere, vivere. E il vostro programma?

BARONE Signor Kunt, temo che lei avrà una giornata molto piena. E che sarà così per molti giorni. È umano. Lei appartiene al mondo, tutto il mondo ha gli oc-chi su questa città e su di lei.

DOTTORE Non si parla d'altro. E su Marte, che si dice, che si dice?

BARONE Dovrà affrontare la grande curiosità. Stampa, fotografi, televisione, cinema, corpo diplomatico, visite di cortesia, banchetti. E gli scienziati. E la folla. Tutti vorranno acclamarla. Lei adesso ha poche ore da riposare. E anche noi. Poi tutti rientreremo nel turbine.

DOTTORE Noi rispondiamo della sua persona. Un onore immenso, d'accordo, ma che ci preoccupa. Vogliamo andare in quest'albergo?

Si avviano. Ma, vedendo Anna dormiente, il Marziano si ferma.

MARZIANO Lasciatemi guardare ancora un istante... La più sfrenata fantasia non potrebbe immaginare niente di simile. Il colore... gli alti palazzi di una pietra che sembra viva... quelle cupole immense... le cattedrali.... Dovrò abituarmi al disordine apparente, perché in queste cose sento vibrare un'anima. Strassen, redet ein Wort! Genius, regst du dich nicht?

DOTTORE Di qui il panorama è bello, ma io lo preferisco al tramonto. Il sole si nasconde dietro la cupola e il cielo si incendia!

MARZIANO Il cielo non può incendiarsi.

DOTTORE Oh, certo, dicevo così, è un'immagine.

MARZIANO Ma sono proprio le immagini che ci fregano, come dite voi.

Sorpresa dei due Funzionari.

BARONE Lei conosce le sfumature della nostra lingua?

MARZIANO Non avevo altro da fare, lassù, che pensare a voi.

BARONE Pensare a noi... Sarebbe interessante conoscere il motivo che l'ha spinto verso questa città, piuttosto che verso un'altra.

MARZIANO Se volete un motivo, ebbene è perché visto dai cieli, capovolto, il nome di questa città è Amor. (Ride.) Voi mi amate, io vi amo. Se volete, questo è lo scopo della mia venuta. Vi sembra puerile, siete delusi?

TUTTI (insieme) No, no.

MARZIANO Siete delusi! Ma non so dirvi altro. Vi amo. (Finge sorpresa) Guardate... Una donna. È una donna, o mi sbaglio?

DOTTORE È una donna.

MARZIANO E sta dormendo. Anche da noi, l'estate, si dorme all'aperto. Come dorme serenamente, e che strana creatura. Permettete che la osservi un istante? È la prima donna che vedo così da vicino e che non grida e non applaude. Curioso. Mi piacerebbe interrogarla, se non dormisse. Lasciamola riposare. Oppure?... No, addio.

BARONE Come sono le donne sul suo pianeta, signor Kunt? Belle, immagino.

DOTTORE Chissà che meraviglia!

Escono. Cinque rintocchi di campana. Anna si sveglia. Entrano Asterio e Fabrizio, sempre senza scarpe e angosciato.

ASTERIO Ma in fondo, caro, questa è la logica conclusione delle nostre ricerche. Ti sei mai domandato perché il figurativo è finito? Lascia stare il cinema, che è un'arte in ritardo di quarant'anni e poi fa un lavoro di consumo. To', guarda la Cina. Sei mai stato in Cina?

Fanfara lontana.

FABRIZIO No...

ASTERIO (ad Anna) Ciao, cara. Come mai non sei a festeggiare il marziano? Senti? Nessuno è andato a dormire. Tutta Roma ha perso la testa. Che, tra parentesi, non ha.

ANNA Hai visto il professore?

ASTERIO No. Ciao... Dico la Cina per dire. È una rivoluzione pacifica. Ma anche noi, nell'arte, l'abbiamo fatta questa rivoluzione. Noi abbiamo rappresentato il mondo di domani, con gli elementi che oggi sfuggono alla massa. Pensa all'elettronica. Pensa all'atomo, pensa all'antiprotone. Ci pensi?

FABRIZIO No...

ASTERIO Noi che abbiamo fatto? Non abbiamo spaccato l'atomo, forse? Non abbiamo cercato l'antiprotone? E ti meravigli se adesso arriva uno da un altro pianeta? Ma noi l'avevamo previsto con le nostre opere, fin dal '47, che qualcuno sarebbe venuto.

FABRIZIO Io voglio tornare a casa, o telefonare. Ma non ricordo il numero. Dammi un bacio. Abbracciami. Non voglio restare solo!

ASTERIO Sì, caro, tieni un bacio. Strano paese, la Cina...

Escono Asterio e Fabrizio.

ANNA La solitudine è una compagna dolce da quando gli uomini cercano in me soltanto una bellezza che io detesto. Non era così, una volta. Ricordo, o forse l'avrò letto in un libro, e non capisco più se è vero o falso, io ero vestita di bianco, in un giardino pieno di fontane, e di leoni che si lasciavano carezzare. Dove? Allo zoo, in Africa? Un uomo, mio padre, suonava il violino. (Pausa.) E così, è andato via. Dopo tutto il suo entusiasmo... Se Fred non torna vado in albergo. Che giornata afosa avremo, guarda che cielo, dico io, sembra fatto di polvere e di stracci. Prima ho sognato un uomo alto che voleva sapere se ero un angelo o una donna. Io gli rispondevo, sguaiata: "C'è un solo modo di appurarlo, e non costa neanche molto." E ridevo. Sentivo di odiarmi. Dietro le spalle mi palpitavano due ali. To', ecco una piuma! (Soffia.) Strano sogno. L'arrivo di questo marziano farà perdere la testa a tutti, alle donne per bene specialmente. Quello che ho visto stanotte non lo dimenticherò... Alla mia età non si dovrebbe desiderare la morte.

Entra il Marziano, guardingo.

MARZIANO Buongiorno. Ha dormito bene?

ANNA Non così profondamente come stavo pensando. E lei non ha sonno?

MARZIANO Non ancora. Il vostro giorno è troppo corto per le mie abitudini.

ANNA È un indovinello? Non sono molto intelligente.

MARZIANO Lei prima dormiva, qua, ferma come una statua, respirava appena. Ero con amici, ci siamo fermati a guardarla. C'era da domandarsi, l'abbandono del sonno la rendeva diversa... assente... se era una donna oppure...

ANNA Un angelo? (Ride.) Ecco un altro sogno che non significa più niente!

MARZIANO Sì. Un angelo può essere una donna, e viceversa? Io non sono ancora in grado di distinguere.

ANNA Lei è straniero?

MARZIANO Sì. Sono uscito dal mio albergo di nascosto, appunto perché volevo parlare con lei. Non potrei dormire. Ho bisogno di vedere, di parlare con qualcuno. Non le succede mai scendendo in un paese straniero di sentire che ogni momento è prezioso, che bisogna cogliere le differenze delle cose, degli sguardi, dei colori, e confrontare, gioire delle voci, dei suoni così diversi?...

ANNA Perché, di nascosto?

MARZIANO Perché mi sorvegliano. Vede quel puntino rosso, là, sopra il colle? Io vengo da li. Da Marte. Il marziano – scusi se rido, ma questa parola mi fa ridere – sono io.

ANNA (cade in ginocchio) No! Non è possibile...

MARZIANO Sono io. Guardi il giornale, la mia fotografia. Io non posso star solo, ho bisogno di parlare, di guardare qualcuno negli occhi. La felicità mi stordisce, ma la folla non mi basta, devo dirlo a una sola persona, una sola, convincermi che è vero. Mi perdona?

ANNA Oh, santo Dio, oh! (Bacia le mani del Marziano.)

MARZIANO Che cosa sta facendo?

ANNA Niente, non si preoccupi, io che non ci credevo e non volevo nemmeno vederla, e lei è venuto... Mi lasci fare! Oh, Signore!

MARZIANO Ma, allora, anch'io! (Bacia le mani a Anna, che singhiozza.)

ANNA No, lei no! (Si inginocchiano.) Lei, no! Sono io che devo! Come sono contenta di averla vista, signore. Abbiamo parlato tanto di lei, prima. Lei ci ha riaperto un po' il cuore alla speranza.

MARZIANO Anche a me è successo la stessa cosa.

ANNA C'era un tale, là, che piangeva e baciava la terra. Un altro ha dato via tutti i suoi soldi. E io? Ah, quante volte dicevo: stai calma, le cose si mettono bene, lo dicono anche i giornali, uno di questi giorni arriva.

MARZIANO (carezzandola)  I tuoi capelli sono morbidi, è la prima cosa vera che tocco, di questa terra. Tutte quelle mani orribili!

ANNA (sorride) Qui si fa una vita da cani.

MARZIANO (si alza) Il sorriso tra le lacrime! Ecco, è questo! Come potevo immaginare? Era una frase vuota di senso!

ANNA No, lei non può capire. Lei è troppo in alto.

MARZIANO (riabbassandosi) Posso riabbassarmi, se è necessario.

ANNA Sono io che dovrei alzarmi fino a lei. Ma come? Lei non andrà via subito, vero? Possiamo vederci con un po' di calma?

MARZIANO Le tue mani scottano, lasciami! Lasciami la mano!

ANNA No, la voglio tenere e poggiarvi la guancia. Oh, fa bene, sa?

MARZIANO Sì, fa bene.

ANNA Una nuova dolcezza...

Dall'alto un segnale misterioso.

MARZIANO Non sta a me dirlo, ma l'universo non manca di un certo metodo. Quest'incontro lo dimostra... Guardi, si sta levando il sole.

Musica d'organo in sordina. Il Marziano e Anna declamano, sempre restando in ginocchio:

L'universo sensibile.

MARZIANO

La follia universale non è senza umorismo,

in se stessa ripete un teorema riuscito.

Ci spinge l'implacabile, stupendo meccanismo

del cosiddetto infinito.

ANNA

Del cosiddetto infinito.

MARZIANO

Miriadi di ellissi fanno questo lavoro.

Così un uomo e una donna girano attorno al sole.

Mondi che evoluiscono si ignorano tra loro,

come un Eterno vuole.

ANNA

Come un Eterno vuole.

MARZIANO

Agli scienziati bastano le quattro dimensioni,

li attira il labirinto dov'è chiuso l'errore.

L'uomo e la donna aggiungono, alle loro invenzioni,

la dimensione Amore.

ANNA

La dimensione Amore.

 

L'organo tace. Entrano di corsa il Dottore, il Barone e gli Agenti. Restano immobili, stupiti. Un silenzio.

BARONE Signor Kunt. Lei ci ha messo uno spavento!

DOTTORE (ad Anna) E tu, piantala.

BARONE Alle otto dobbiamo essere in piedi un'altra volta. Io rispondo della sua persona. Debbo pregarla!

MARZIANO Sì, andiamo. Arrivederla, signora. (Si avvia.) E voi dite che l'amore non è un motivo sufficiente per il mio viaggio? Conoscete quella signora?

DOTTORE È una passeggiatrice.

MARZIANO Passeggia? Vorrei mandarle dei fiori, e un invito.

BARONE Signor Kunt, è una prostituta.

MARZIANO Pros?...

DOTTORE Una volgare meretrice. Una piaga, creda signore, una piaga. Eh, quante cose da sistemare sul nostro pianeta!

BARONE Per questo dobbiamo seguirla, signor Kunt. Non è diffidenza. Ma non tutti gli incontri che lei potrebbe fare sono consigliabili.

MARZIANO Una meretrice?

BARONE Una che vende al minuto il "motivo" che ha spinto lei quaggiù. Vende l'amore. O il suo corpo. Ma qui, purtroppo, lo chiamano amore.

MARZIANO Meretrice? (Torna verso Anna, che è rimasta in ginocchio.) Lei, meretrice? Amore? Pros?...

ANNA (disperata) Sì, hai ragione, insultami. È vero. Dammi un calcio, schiacciami col tacco... Tu hai il diritto di farlo! Non loro! (Al Dottore) Io sono un'artista, ecco la mia tessera, e non avete il diritto di insultarmi. Io ballo, ho fatto anche qualche particina nei film, se volete saperlo.

DOTTORE Commediante! (Al Marziano) Di queste ne trova quante ne vuole, e anche meglio. Non ci perda tempo.

ANNA Sì, vada a perdere il tempo con loro! Possiamo aspettare.

MARZIANO Domani? Dopodomani? Amore?

ANNA E lasciami, anche tu! Non mi convinci, sai, con la tua aria ipocrita. Ritiro i miei pentimenti, io non cerco l'approvazione di nessuno, ma non mi piacciono gli ispettori che vengono a vedere se tutto è in ordine. Io sono quello che sono! (Pausa.) Mi perdoni. Vada con loro, le spiegheranno che non c'è niente da fare, ci nasciamo proprio, così, lei parla bene, prima mi sono commossa, ma a che servono le sue parole? Abbiamo solo bisogno di un po' di soldi.

MARZIANO Non volevo offenderla. Domani? Dopodomani?

ANNA Mai! Lei mi offende con la sua sola presenza! Lei è una perfezione irraggiungibile, parliamo un linguaggio diverso, viene da un altro mondo. Mi domando perché. Noi l'aspettavamo. Ah, le cose che si desiderano veramente non dovrebbero mai succedere! Dicevamo è finita, comincia una vita nuova! E perché? Io sono qui, e dov'è la vita nuova? Devo cominciarla io? Da che parte?

BARONE Sciocchezze. Signore, andiamo.

ANNA Perché crede che la gente le battesse le mani? E si ammazza per vederla? Per fortuna, eccomi già senza illusioni. Quanto a lei, Dottore, lei non ha il diritto di offendere una signora che non conosce. Io sono un'artista. Usciamo dall'equivoco.

DOTTORE Vuoi vedere che finisce male?

ANNA Vediamo! Non ho paura. Ma non voglio trattenervi, andate a dormire, tra poco la festa ricomincia. (Al Marziano) Mi guardi? Il guaio è che per un momento ci ho creduto.

MARZIANO Domani? Dopodomani? Amore?

ANNA Chi mi parla d'amore, se non l'abbiamo mai conosciuto? Chi mai ha avuto tempo? (Piange. Al Barone) Lei, con quella faccia! (Al Dottore) Lei? L'amore è una cosa per lei, che viene da un altro mondo. Voglio morire. (Singhiozza.)

MARZIANO (la cinge alle spalle, teneramente) Lei sbaglia, io so tutto, so tutto. Non ha fiducia in me?

ANNA Fiducia? Ecco un'altra parola che non capisco.

Escono la folla e il Mendicante. Sei rintocchi di campana. Entrano Alvaro e Adriano. Entra Fred.

FRED Che succede?

DOTTORE Senti, poche storie e portala via!

MARZIANO Silenzio! (Ad Anna) Oggi? Adesso? Venga con me, signora. Parleremo delle cose che ci feriscono e ci daremo nuovo coraggio... "Erano i capei d'oro all'aura sparsi... che in mille e dolci nodi l'avvolgea..."  Togliamoci dalla strada, i miei amici sono impazienti, come tutti i burocrati, impazienti di un tempo infinito che è soltanto loro e che li annoia. Andiamo! (Solleva Anna tra le braccia e si avvia.)

TUTTI Oh!

MARZIANO Ho molte cose da chiederle e molte da dirle. Un nuovo giorno è nato, pieno di promesse...

FRED (grida) Ma chi è?

ANNA (grida) È troppo lungo spiegarti!

BARONE Signore!

MARZIANO ... e un nuovo giorno è un nuovo giorno per tutti. Anche per voi, amici. (A Fred) Anche per lei. Venite. Sì, tutti insieme, tutti insieme. (Esce portando Anna tra le braccia.)

Tutti lo seguono. Dalla scalinata scende in processione una piccola folla silenziosa, recando cartelli inneggianti allo Spazio e al Marziano. Il Mendicante offre con voce querula fotografie del Marziano.

MENDICANTE Immagini del marziano! Il marziano aiuta e guarisce. Immagini del marziano! Il marziano aiuta e guarisce. Immagini del marziano...

ALVARO La prima fotografia l'ha fatta Marco, il fotografo ambulante del Pincio. Stava fotografando due soldati quando lui è sceso. Pensa, gli hanno offerto un milione, che ancora la stava stampando. Poteva farci di più, ma è crollato davanti al milione, tutto in biglietti da diecimila. Non posso dargli torto... ma non trovi che in ogni avvenimento eccezionale, anche risolutivo come questo, gioca sempre un elemento di corruzione? E non ti fa pensare?

ADRIANO Non lo so. Camminiamo come formiche impazzite, questo so, cercando amici e amici, per comunicarci la nostra inebriante felicità. Tu hai visto la gente, che altri occhi, che altra gioia? Ogni cosa ci appare in una sua nuova dimensione... Non ho più sigarette.

ALVARO Neanch'io.

ADRIANO E non ho più un soldo... Potremo allungare la nostra vita, combattere le malattie, il male, l'ignoranza, evitare le guerre, mettere fine ai nazionalismi, dare pane a tutti, vivere come in un Eden ritrovato? Io dico di sì. Più ancora di ieri, sento che qualcosa si prepara. O mio Alvaro, ascolta quello che ti dico. Non è la fine del mondo, ma il principio del mondo. Non senti? C'è l'attesa del levarsi del sipario, resa più acuta, febbrile, da uno spettacolo che non conosciamo, ma del quale possiamo intuire la suprema bellezza, la suprema verità.

Sipario.