Quadro Terzo

Venti giorni dopo, ai primi di giugno. Un salotto nell'appartamento di un grande albergo. Porte di fondo e laterali. Due enormi divani, poltrone, e altro arredamento confuso nel quale spicca un armonium, un telescopio, una bombola d'ossigeno e una bicicletta. Sui tavoli, bottiglie e mucchi di giornali. Nel fondo, la prima Guardia dorme, seduta. Anna, vestita elegantemente e col cappello, dorme su un divano. Mara e Patrizia spogliano alacremente mucchi di corrispondenza dividendola in vari scaffali. Al levarsi del sipario, la scena è in forte penombra. Dal proscenio, entrano Massimo, Oliviero e Adriano.

ADRIANO Ieri finalmente dopo tanti giorni, sono riuscito a vedere l'aeronave. Perdersi nella folla! Ho sentito una profonda, calma emozione. Io e uno sconosciuto, un operaio, ci guardavamo sorridendo e infine ci siamo stretti la mano, spinti da un impulso fraterno. Sono cose vere, belle.

MASSIMO Sabato scorso ero al concorso dei Nuovi Volti per il cinema. Che confusione, che applausi, che eccitazione. Non per le ragazze, per lui! Non ha detto una parola, ma doveva essere sconvolto.

ADRIANO Un cigno imbrattato di fango!

OLIVIERO Secondo voi, non partecipa a troppi ricevimenti, banchetti, cocktail? Ogni giorno, ogni giorno!

ADRIANO Ha dei doveri di rappresentanza. Che deve fare? Io dico che c'è una congiura del silenzio sulle sue intenzioni. Alle autorità avrebbe parlato chiaro. Ma adesso sapremo.

Escono dal proscenio. La scena si illumina a giorno, una pendola suona le dieci.

MARA Lo amo, sì, ma se togli gli attimi fuggenti, che ci resta?

PATRIZIA Ci resta tutto: servirlo, volergli bene, classificare la corrispondenza. To', una lettera anonima.

MARA La nostra vita disordinata aveva il suo fascino.

PATRIZIA Non la rimpiangere. Qui siamo su un altro piano, qui c'è il fascino dell'assoluta dedizione. Dorme, la favorita. Andiamo un po' a sbirciare.

Vanno all'uscio di una stanza.

MARA Si gira!

PATRIZIA Si è girato sull'altro fianco!

MARA Hai ragione, lo amo...

PATRIZIA Attenta!

Tornano di corsa agli scaffali. Entrano Fred, Adriano, Oliviero e Massimo.

FRED Nel senso generale e primitivo lo sentono molto, d'accordo. È il male morale. Non sentono la trasgressione volontaria, ma questo si spiega con la loro avanzata civiltà. Buongiorno. Novità?

MARA Nessuna, dorme.

FRED (indicando le ragazze) Dopo tanti folli piaceri, finalmente hanno un orario. Eccole felici!

MASSIMO Lei ha studiato teologia?

Oliviero ride.

FRED (si irrigidisce) Teologia? Studiato? Ho fatto anche un anno di seminario, se è per questo. Ho fatto tutto. Artista, pittura, musica, la fame, il poeta, il signore... soprattutto il signore.

OLIVIERO Me lo ricordo, lei, anni fa, in un cinema... Esperimenti di?...

ADRIANO Metapsichica.

FRED Dopo l'ulcera ho smesso. Genere finito. No, il male è più vasto, siamo soltanto superati, oggi la persuasione dev'essere totale, scientifica, e il pubblico che ride dell'onesto ciarlatano, non ride del tecnico. Melanconiche considerazioni. (Fruga sotto un divano con un bastone. Un grido. Dal divano esce un Fotografo.) Fuori!

FOTOGRAFO Non facevo niente, vi scongiuro, una sola fotografia! Un secondo! Non sono ancora riuscito a fargliene una. In tutta Roma, io solo!

FRED Alè, alè! Fuori, fuori! (Va a scuotere la Guardia che dorme.) Caruso, sveglia, non ti pago per dormire. Gioca, divertiti, fai il solitario. Leggi, analfabeta!

PRIMA GUARDIA Sì, professore.

FRED (guarda Anna) Dorme anche la mia fidanzata. (Fruga sotto il divano.) Nel suo sonno c'è qualcosa che mi ricorda il servizio militare. Forse, l'irresponsabilità? Dunque, voi non siete giornalisti. Siete miei amici. Fidiamoci, dopo non avremo tempo. Niente ringraziamenti.

I Giornalisti gli danno del denaro. Fred prende un vassoio con la colazione ed esce.

ANNA (si sveglia) M'ero seduta per levarmi le scarpe e ho dormito un po'. Mi sveglio sempre come se avessi chissà quale buona notizia da gridare, pensieri smaglianti, idee che risolvono tutto. Poi, ecco, ogni cosa ritorna grigia. I primi giorni quest'albergo era meraviglioso, adesso vorrei andare al mare. Ma non in un posto fisso, camminare lungo la riva... Buongiorno.

TUTTI Buongiorno.

Anna e Adriano si guardano ma non si riconoscono. Rientra Fred.

FRED S'è svegliato. Alle dodici avremo una commissione per un banchetto. Poi, fino alle tre, le quattro del mattino... E la gente mi invidia. Su Marte il giorno dura quarantotto ore. (Bussano.) Avanti! (Entrano due Grooms con un cesto di lettere. Dietro di loro entra furtiva una Ragazza. Fred la blocca di corsa.) Via! Via! Caruso!

RAGAZZA Solo vederlo, solo vederlo, pietà! Lo amo! Io gli ho scritto, non risponde, che debbo fare? Solo vederlo, sarò buona! Carcerieri, canaglie! Il mio amore!

Fred e Caruso la spingono fuori. Gente che guarda, nel corridoio. I Grooms escono.

FRED Dobbiamo difenderci. Mara, Patrizia, occupiamoci della posta. Lo spoglio di ieri.

MARA Settecentododici inviti. Poi, richieste di denaro, lettere di elogio, le solite domande di matrimonio, tra poco non ci entreremo più in questa stanza. Ah, c'era una lettera anonima.

ANNA Vediamola. (La prende.) Che imbecille!

MASSIMO Possiamo leggere?

ANNA Bel documento della nostra miseria morale. Legga, legga ad alta voce.

MASSIMO (legge) "Cornuto."

Oliviero scoppia a ridere.

ANNA No, carissimo, non ridiamo. Piangiamo. Tra parentesi, lui non sa nemmeno che significa.

OLIVIERO Sì, è bello perché è irrazionale. Lui può essere cornuto, ma che c'entra? Come se fosse in discussione la fedeltà di sua moglie, una marziana.

ANNA Il dottore non è cornuto e non ha moglie.

OLIVIERO Appunto fa ridere. È assurdo!

ANNA Questo è il genere di letteratura che attacca con la plebe. Se lo scrivete, ne arriva un carretto.

MASSIMO Riceve molte lettere anonime?

MARA La prima!

PATRIZIA La prima su centomila!

FRED Il mondo intero ci scrive e anche le richieste di denaro sono un segno di fiducia in noi. Non diamo niente, ma contano moralmente. Le richieste di guarigione, soprattutto.

OLIVIERO Il dottore... (ride) ... opera miracoli?

ANNA Non è la parola.

FRED Che ne sappiamo? Viene da Marte. Ha un fluido? Non ce l'ha? La gente si rivolge a lui con fiducia. Vuoi vedere, dicono, che su Marte?... Parlare di miracoli? Sapete tutti di quel sedentario che appena l'ha visto si è messo a ballare. Dicono che c'è una spiegazione scientifica: l'emozione violenta. (Pensoso) Ma io mi domando: che sappiamo, noi? Chi siamo, noi?

ADRIANO Chi siamo e dove andiamo?

FRED Già. Dove andiamo?

OLIVIERO Dove andiamo e che cosa vogliamo? (Ride.)

FRED Interrogativi senza risposta. Ci sono richieste interessanti?

MARA Questo novantenne. Si annoia e vuole un violino.

ANNA Ma lo sa suonare? Mio padre suonava il violino.

MARA No. Vuole imparare.

PATRIZIA Un pedone ha inventato una macchina per vincere le lotterie. Chiede cinque milioni per mettere a punto la macchina.

OLIVIERO Potrebbe vincere una lotteria da cinque milioni.

ADRIANO Sono le più difficili. È proprio la somma che tutti vogliono vincere.

ANNA Sì, è vero, anch'io una volta. (Ad Adriano) Noi ci siamo già conosciuti?

ADRIANO Credo di no. Non ricordo.

ANNA Lei frequenta gli ambienti intellettuali?

ADRIANO Sì, verso l'ora della chiusura. Prego, continuate.

MARA Una sedicenne si lamenta di non poter trovare un posto, perché appena trova un posto il principale le dà fastidio. Acclude fotografia.

FRED Ma è nuda.

MARA Sì, dice di essere abbastanza ben fatta.

FRED Questo dovete scriverlo! È divertente.

PATRIZIA Un bambino che ogni giorno deve portare sulle spalle il nonno all'osteria, lontana un chilometro...

ANNA Vuole il miracolo per il nonno?

PATRIZIA Vorrebbe che il dottore interessasse il governo per far costruire una osteria vicino a casa sua.

FRED Ecco, io ero felice, creavo, organizzavo e adesso sono sfinito. Il marziano è una responsabilità. Se la stampa almeno mi aiutasse.

OLIVIERO La stampa non lo tratta bene, forse?

FRED È piatta, amministrativa, senza fantasia. Non indaga, non mette a nudo il suo lato umano. Io dico che l'obiettività non serve a nulla senza l'immaginazione. Immaginate, qualcosa resterà!

MASSIMO Che ne pensa delle donne italiane?

FRED Finalmente una domanda stupida!

MARA Le adora.

PATRIZIA Lo adorano.

MASSIMO Scriverò sugli amori del marziano. Sesso e Infinito. Ha un avvenire il Sesso nello Spazio? È vero che si è innamorato di una ballerina che parla di lui in termini ignobili?

Un silenzio imbarazzato.

FRED Non limitiamoci ai particolari, che ogni particolare, gettato là senza simpatia, cari amici, diventa solo un capo d'accusa. Nei particolari siamo tutti degni della galera. Voi dite: è innamorato. Ottimo. E tutti pensano: poveraccio, perché da noi innamorarsi non è un arricchimento della personalità come da lui, o negli Stati Uniti, ma una disgrazia. Voi dite: è incorruttibile, disprezza il denaro. Ma allora disprezza anche noi, sciagurati, che stiamo al chiodo per questo sporco denaro e aspettiamo tutta la vita, invano, un corruttore, sbaglio? Voi dite: parla poco. Dovreste aggiungere: ma pensa molto. Invece, lasciate intendere: non ha niente da dire. Datemi una virtù e io ve la respingo su un piatto come il più insultante dei vizi. Siamo seri, lasciamo da parte le virtù, che annoiano! E scrivete tutto! La discrezione è il segno dello stile, e il segreto della qualità, ma si tratta la storia in modo vile, senza il coraggio dell'infedeltà. (Siede all'armonium.)

Tutti cantano:

Le strofe della stampa indiscreta.

 

FRED

Un vecchio amico della verità

può guardare negli occhi l'incredibile.

Scrivere è solo rendere possibile,

ciò che supera, spesso, la realtà.

TUTTI

Il vero che diventa verosimile:

questo è il fine dell'imparzialità.

Per ottenere un risultato simile,

noi dobbiamo inventarne la metà.

FRED

Scandalizzarsi è sciocco ed imprudente

per ogni abuso di curiosità.

Quando lo stile è impassibilità

ogni invenzione non è mai indecente.

TUTTI

Bisogna dedicare molto spazio

e rasentare l'immoralità,

frugando a fondo nell'intimità

di un brav'uomo che viene dallo Spazio.

FRED

L'uomo in sé non sarebbe mai perfetto

senza il miraggio della castità.

Noi stimoliamo appunto l'intelletto,

facendo audace ogni attualità.

TUTTI

Sollevare gli umani dal lor tedio

è una premessa alla felicità.

Mescolando erotismo e umanità,

noi rendiamo pensoso il ceto medio.

 

Un silenzio. Entra il Marziano in vestaglia, assonnato.

MARZIANO Senta, professore, nel bagno c'è un idraulico che mi vuole fotografare. Ma forse vi disturbo.

FRED Dottore, sono miei amici. All'idraulico penso io.

Mara e Patrizia baciano il Marziano. Fred esce.

MARA Ben levato, signore!

PATRIZIA Buongiorno amore!

MARZIANO Buongiorno. (Bacia tutte, anche Anna.) Mi sono svegliato, vado nel bagno per fare la doccia, e c'è un tale che mi dice: "Si spogli, faccia pure la doccia, io devo riparare un tubo." E voleva fotografarmi nudo.

MASSIMO Dev'essere Marco. Il successo gli ha dato alla testa.

OLIVIERO Oddio, oddio! Ah, ah! (Ride.)

MARZIANO Il signore non si sente bene?

MASSIMO No, è sempre così. Adesso gli passa. Non lo guardi. Se lo guarda, è peggio.

Entrano Fred e Marco, con una antiquata macchina fotografica a treppiedi.

FRED Abuso, abuso e violazione di domicilio. Si scambia la libertà per licenza. (A bassa voce) Non avevi una macchina meno vistosa?

MARCO È la mia macchina!

MARZIANO Voleva fotografarmi nudo.

MARCO Per una pubblicazione scientifica. Ecco il telegramma, da New York.

MARZIANO Io non voglio farmi fotografare nudo.

MARCO Lo sapevo. Per questo m'ero travestito. (Felice.) Ho imparato tutti i trucchi! Se crede che mi piaccia andare vestito così.

MARZIANO Io apprezzo il suo tatto, ma non voglio farmi fotografare nudo.

MARCO A che serve l'esperienza del Pincio? In questi casi non capisco se si tratta di pudore o di testardaggine. A me piace lavorare con la donna, perché la donna è Natura, e la Natura accetta l'arte, anzi fino a pochi anni fa la copiava. Se uno di voi dice a una bella donna: Spogliati, essa rifiuterà indignata, ma perché dovrebbe resistere al fotografo? (A Patrizia) Spogliati! (Patrizia comincia a spogliarsi.) Davanti al fotografo, la donna diventa paesaggio, nuvola, montagna, valanga, fiume, campo di grano, mare, cielo. E Natura.

ANNA (pensosa) Basta, Patrizia.

Patrizia smette di spogliarsi.

MARCO Gli uomini invece restano sempre uomini. Esseri artificiali!

FRED Ci hai convinto. Adesso te ne vai.

MARZIANO Ma no... resti pure. Il suo punto di vista è interessante. Che cosa prende?

MARCO Una birra, grazie. Ragazzi, ma lo sentite voi il caldo, o è una mia impressione?

ANNA A giugno di solito fa caldo. Sulla riva del mare fa meno caldo.

MASSIMO Su Marte, fa caldo come qui?

MARZIANO Meno. Noi stiamo un po' più lontani dal Sole.

OLIVIERO Dev'essere come la Norvegia.

ANNA Dev'essere come in certe giornate d'aprile, tiepide, sulla riva del mare.

ADRIANO Dev'essere come nei ricordi dell'adolescenza. Come nei racconti giapponesi.

ANNA Lei è mai stato in Giappone?

ADRIANO Credo di no. Non ricordo.

Un silenzio.

MASSIMO Mi tolga una curiosità, Kunt. A che punto siamo, su Marte, con l'unificazione dei sessi?

OLIVIERO Già! E non trova che il nostro imperfetto sistema ha pure i suoi vantaggi?

MASSIMO Uno alla volta! La densità atmosferica influisce sul comportamento erotico?

Un silenzio.

MARZIANO Voi chi siete? Amici del professore, ma che genere di amici? Giornalisti? (A Fred) Le avevo proibito!

FRED Sono giornalisti amici.

MARZIANO Uscite, prego.

ADRIANO Va bene, siamo giornalisti, signor Kunt. Noi facciamo un lavoro, tra parentesi io non ci sono nemmeno tagliato. Crede forse che mi esalti scrivere ogni giorno due colonne su di lei, quello che fa, che dice, che mangia? Lei l'altra sera ha cenato in una sordida cantina elegante di Trastevere. Ha mangiato cibi dai nomi immondi, ascoltato canzoni mielate, perché la canaglia impone oggi anche i suoi falsi rimorsi. Interrogato da una o due signore su ciò che l'ha colpito del nostro paese, ha risposto, non lo neghi: "Il sole, le canzoni." Io ho dovuto scrivere queste futilità, si figuri con quanto disgusto. Perché? Perché la condanna del nostro tempo è la diffusione delle notizie inutili. E a forza di scrivere l'Inutilità, io mi guasto lo stile. Sì, io volevo fare il narratore, voglio farlo, ma appena mi metto a scrivere qualcosa, un racconto, le parole se ne vanno. Oppure si raggruppano tra di loro, si aggrumano, diventano frasi fatte, ideogrammi. Debbo far parlare due personaggi, un uomo e una donna. Li mando a spasso. Pensano, forse? Riflettono sulle cose che vedono, sulla strada che percorrono, sul passato, sul cielo, sui loro sentimenti? No. Guardano le vetrine, fanno spese nei negozi, aprono e chiudono porte, fumano sigarette, bevono, salutano. E io finisco per scrivere queste miserie.

ANNA Perché non tenta la poesia?

ADRIANO Dev'essere una sensazione curiosa, i primi tempi.

ANNA Dev'essere come in un bosco. O in una cattedrale senza panche.

OLIVIERO E io che volevo scrivere commedie?

MASSIMO Non diamo la colpa al signor Kunt. Io non ho rimorsi. Voglio fare questo e lo faccio.

MARCO Anch'io. Non ha caldo, dottore? Perché non si leva la vestaglia?

MARZIANO Io non amo i cronisti. Vi chiedo perdono. Singolarmente, vi amo. Amo lei, lei, lei, lei.

TUTTI Grazie.

MARZIANO Non vi amo quando mi assalite, in gruppo. Voi mi trattate come una curiosità e io invece mi sento simile a voi. Le vostre domande mi avviliscono, le vedo riflesse contro di voi, creature animate da un soffio immortale, e ne provo pena. Voi abbassate l'umanità cercando di dare una risposta alle questioni più oziose che vi sfiorano l'intelletto e che presumete possono riguardarmi. Questioni che riterreste offensive, se rivolte a voi. Nessuno mi ha ancora domandato chi sono. Era una domanda semplice, che un bambino poteva pensare. Avete accettato l'ipotesi del marziano, che è vera. Ma l'avete accettata subito. Avete preferito chiedermi che cosa faccio, se preferisco questo o quello, se mi tratterrò molto, e seguite le mie giornate con la tenacia di una muta di cani che insegue la volpe, non perché la volpe vi incuriosisca realmente, ma per straziarla, farla a pezzi, eliminarla. Questo è il vostro lavoro.

ADRIANO Non è vero. Noi siamo dei cani che la seguiamo con simpatia.

MARZIANO Sì? Allora venga qui e mi abbracci. Vediamo.

Tutti ridono, meno Anna e Oliviero.

ADRIANO Ho detto simpatia, non amore.

Tutti ridono, meno Anna e Oliviero.

OLIVIERO Quando gli altri ridono, io non rido. Questo è il mio carattere. Anzi, divento serio e penso. Dai vostri discorsi, deduco una morale: che noi giornalisti svolgiamo un servizio igienico. Noi distruggiamo ciò che aspetta di essere distrutto. Se una cosa, una persona, sono vere, non le intacchiamo nemmeno. Se sono false, la nostra curiosità le distrugge, le elimina. I cani che rincorrono la volpe, rincorrono una povera cosa. Un leone si ferma appena a guardarli e i cani cambiano strada.

ANNA Voi lo distruggerete?

ADRIANO Lei lo teme?

ANNA Credo di no. Ma a volte si ha la sensazione.

ADRIANO Sì, di essersi già conosciuti.

MARZIANO Posso andarmene da un momento all'altro, se voglio. Potrei andarmene lunedì. Chi mi trattiene? Non voi, né il vostro governo, né gli applausi, né la certezza di averne finché voglio o i sorrisi delle vostre donne e le lettere dei vostri bambini buoni. Potrei andarmene anche adesso. Non ho che correre al Galoppatoio, chiudermi nel mio apparecchio, premere un bottone. In pochi secondi di questa città vedrei una macchia bianca, una pustola infetta, poi nulla. Potrei scendere in un'altra città, ricominciare... altri applausi, altre offerte, altri giornalisti. Potrei divertirmi a scatenare odi, conflitti, e ridere di voi. Potrei diventare ricco e sarei ritenuto saggio, perché voi ammirate una sola riuscita: la ricchezza.

ADRIANO Non è giusto. La ricchezza mi lascia indifferente.

ANNA La grande ricchezza, non la media. O lei preferisce la piccola?

ADRIANO Non so. Non ricordo. Forse.

MARZIANO Ha ragione, sono ingiusto. In un certo senso, noi siamo fratelli. Tanto io che voi inseguiamo qualcosa che ci sfugge, perché supera la nostra conoscenza. Voi interrogate me, sperando di cavarne un ritratto, una storia da vendere, io interrogo un mondo che non è mio, cercando di cavarne... che cosa? Posso dire: una verità? O questa parola mi bolla di presunzione?

Una pausa.

FRED Dottore, vogliamo vestirci?

MASSIMO Ancora una domanda, quella che potrebbe fare un bambino: chi è lei, dottore?

MARZIANO Perché mi chiama dottore?

MASSIMO Sento che tutti la chiamano così.

MARZIANO E lei crede a quello che dicono gli altri?

MASSIMO Per cortesia, in questo caso.

MARZIANO Se lei è un uomo cortese, non mi faccia domande impertinenti.

Tutti ridono, meno Anna e Oliviero.

OLIVIERO Seguiteremo allora a occuparci di ciò che lei mangia, dei suoi apprezzamenti sul nostro clima, sulle nostre donne, eccetera?

 

MARZIANO (va alla bombola d'ossigeno, respira) Sta a voi deciderlo. Se vi sembra che non ci sia altro, continuate così. Io non posso imporvi di vedermi altrimenti. (Va al telescopio, guarda.) Ma non è certo per rispondere a queste domande che ho lasciato il mio pianeta. Da laggiù questo mondo mi appariva pieno di promesse. (Va alla bicicletta, suona il campanello.) E io so che non sono vane, ho guardato la gente negli occhi, ho visto che la mia persona suscitava brucianti speranze in qualche cuore. (Getta via un pacco di giornali.) Non mi riferisco ai commenti entusiastici dei primi giorni. Allora... allora si è parlato come di... come di un nuovo messia. (Bussano.) Avanti!

Entrano due Operai del telefono.

PRIMO OPERAIO Ci scusino, dobbiamo mettere la linea volante per i due nuovi apparecchi. Buongiorno.

SECONDO OPERAIO Tanto non disturbiamo.

MARZIANO Non avranno macchine fotografiche?

PRIMO OPERAIO Fotografiche? E perché?

FRED Il signore è il marziano.

PRIMO OPERAIO Ah. E vuole che lo fotografiamo?

SECONDO OPERAIO Noi siamo del telefono. Lei può continuare tranquillamente, in dieci minuti è fatto. Guardi il tesserino. Colombino, comincia a tirare il filo.

PRIMO OPERAIO Cominciamo. (Va alla finestra.) Pomodoro! Tira!

SECONDO OPERAIO Continuate. Noi lavoriamo sempre in mezzo alla gente, ci siamo abituati.

OLIVIERO Un nuovo messia... Un'ipotesi lusinghiera.

MARZIANO Sì, Cristo torna sulla Terra e viene assalito dai fotografi, dai giornalisti, e dai cacciatori di autografi. Tra costoro si mischiano truffatori, spie, provocatori, agenti del fisco, maniaci sessuali, un comitato internazionale, diplomatici, sindacalisti, osservatori. Il resto è gente del popolo, in buona fede, la gente che lavora, il buon popolo che piange e applaude. La televisione trasmette le scene dei vari incontri. Pregato di fare alcune dichiarazioni alla stampa... gli farebbero dire che è particolarmente felice di essere in questa città, cara ai suoi migliori apostoli. Ma potrebbe anche dire: E adesso chi mi ama ancora mi segua...

VOCE Colombino, tira!

MARZIANO ... lasciate che i morti seppelliscano i loro morti, date a Cesare quel che è di Cesare, porgete l'altra guancia, non mettete la fiaccola sotto il moggio, gli ultimi saranno i primi. Già, anche questo bisogna tener presente: gli ultimi e i penultimi.

OLIVIERO Sì, e poi?

MARZIANO Poi si passerebbe ai miracoli. Con cinque pani e cinque pesci...

ANNA (pensa) La platea vorrebbe altri miracoli.

OLIVIERO Sì, qualcuno griderebbe: Noi non abbiamo visto! Ancora!

MARZIANO Continuerebbe. E infine annuncerebbe a tutti di prepararsi, perché la fine del mondo sarebbe prossima. E sparirebbe in una gloria di luce, lasciando la folla a commentare i miracoli e i giornalisti a descriverli e a discutere le sue dichiarazioni. (Pausa.) E i commenti sarebbero sfavorevoli. Perché nessuno accetta più volentieri l'ipotesi che il mondo debba finire e che il giudizio sia tanto prossimo. Il mondo deve continuare. E così bello! Oggi le idee si chiariscono, la tecnica si perfeziona, la scienza promette di spiegare ogni fenomeno, i popoli si amano. Lo Spazio vi tenta. Perfino dai lontani pianeti vi arriva un messaggio, io, con la promessa implicita che tutto continuerà. L'avvenire della Terra è certo, tutti ci puntano sopra, forse è eterno. Non si tratta più di prepararsi alla fine, ma al più alacre dei proseguimenti. Si spera di allungare l'esistenza umana, di scendere a patti con le leggi che regolano l'universo, e forse dominarle. Dio lavora per la continuità. Dunque, l'ipotesi che io sia un nuovo messia è ridicola, infondata. Io avrei dovuto scuotere le folle, trascinare gli uomini di buona volontà, cacciare i mercanti dal tempio, precisare la entità del superfluo, smascherare gli ipocriti, ammonire i perversi. Tutto ciò, in attesa di che cosa? Della continuazione? Si aspettava da me un gesto, una parola? Ma quale? Non è stato già tutto detto? O forse qualcosa è stato taciuto?

ADRIANO Qualcosa è stato reso incomprensibile.

MARZIANO A chi? A voi, che siete i sacerdoti della verità quotidiana? E se qualcosa è stato reso incomprensibile, io sarei sceso col compito del decifratore? (Ride.) Io, che sono qui da venti giorni e della folla conosco soltanto la curiosità per le minuzie della mia persona, io che vedo dappertutto bocche sorridenti, mani tese, mani che applaudono, e sento elogi, proposte di collaborazione, progetti di scambi culturali, tentativi di corruzione, e non posso aprire bocca senza che qualcuno si contorca, di piacere, di stupore, di desiderio? La verità è che ognuno spera che io sia venuto per risolvere le sue faccende. Patrizia!

PATRIZIA Dottore!

MARZIANO La cartella dei contratti, per favore... Ecco i contratti che mi offrono.

FRED Occasioni incredibili.

MARZIANO Me le offrono perché pensano che io sia sceso a dare una mano al buon proseguimento. Firmando una dozzina di questi contratti, io... Tutto, guardate: pubblicità, immobiliari, televisione, cinema, industria pesante e leggera, applicazioni nucleari, sfruttamenti marziani, viaggi spaziali, biscotti. Ho la scelta. E ho scelto. (Strappa i contratti.)

I Telefonisti si scambiano segni di approvazione.

FRED È un gesto precipitato, dottore.

MARZIANO Ma tutto quello che faccio io è precipitato! E non ha senso! Lei andrebbe su un altro pianeta?

FRED (offeso) Non sono un tecnico. Ma qualche contratto si poteva salvare. Ci ripenseremo, chiederò le copie.

MARZIANO Non sono venuto per firmare contratti. Semmai, ho altre ambizioni. E siete stati proprio voi a darmele. Accanendovi contro una falsa immagine del marziano, mi avete mostrato quale può essere la vera.

OLIVIERO Quale?

MARZIANO È troppo presto per parlarne. Ho i miei doveri di ospitalità, di rappresentanza... Ma oggi più che mai sento che Roma era la mia giusta meta. Fidiamoci sempre delle prime impressioni.

PATRIZIA Bravo, amore mio! (Lo abbraccia.)

MARA Anch'io, anch'io.

MARZIANO (le palpa, turbato) Anime semplici abitano talvolta corpi complessi. Dovrò cominciare a prendere appunti o molte cose me le scorderò. (Ad Adriano) Il suo silenzio mi piace. Beviamo qualcosa.

Un silenzio. Tutti bevono.

ADRIANO Sì, beviamo. Io getto la maschera. Il suo arrivo, per molti di noi, è stato qualcosa di più di una prodezza scientifica. Dicevo appunto con un amico... non è la fine del mondo, ma il principio. Non la continuazione. Ma adesso mi accorgo con quanta arroganza, con quanta utilitarietà! Il segreto dell'impresa è più sottile. Forse lo intuisco, ma non voglio parlarne. Io debbo ascoltare. (Ride.) Ma il segreto è sottile. Lei prima mi chiedeva di abbracciarla. E io ho rifiutato scherzando. Bisognava essere semplici come queste due colombe? In noi poveri cronisti rimane sempre un fondo giovanile, che ci fa volgere in scherzo le cose veramente serie, perché appunto ne temiamo la gravità. Quando il leone si ferma a guardarci, anche noi ci fermiamo e buttiamo la cosa in scherzo. Io non mi vergogno di dirle che adesso sarei felice di toccarle il lembo della veste.

ANNA Della vestaglia.

ADRIANO Non ho detto vestaglia? (Al Marziano) No, non fraintenda. Non aspetto miracoli e assoluzioni. Salto la barricata. Che c'è dietro? Non lo so. Io non scriverò più niente su di lei, almeno come ho fatto fino a oggi. Mi caccino pure. Sarò il primo che ci avrà rimesso il posto, col suo arrivo. Mi darò alla narrativa neodecadente, o alla poesia climaterica. Ma sì! Questo è il mio biglietto, telefono e tutto, se vuole può disporre di me.

OLIVIERO Che c'entra, anche di me.

MASSIMO Di me.

MARZIANO Grazie... sì, grazie. Confortante. Dovrò trovare la forza di non deludervi. Il bello è che non so nemmeno io che cosa...

SECONDA GUARDIA Buongiorno. (Dà il cambio all'altra Guardia, che esce.)

PRIMA GUARDIA Buongiorno.

ADRIANO Lei non potrà darci più delusioni di quante ce ne siamo date noi stessi. E non legga i giornali, non se la prenda. Seguiti a guardare la gente negli occhi. È lì che vedrà una risposta. Mi perdoni, io vado, debbo averla annoiata.

MARZIANO No! (L'abbraccia.) Diamoci del tu. Come ti chiami?

ADRIANO Adriano Martello.

MARZIANO È un buon nome per battere. E noi batteremo. Tutti qui attorno a me! Voglio stringere le vostre mani, un patto di amicizia, qualcosa di più solenne, che ci impegni. Una congiura! (Pausa.) Ma non oggi. Giuriamo comunque sulla nostra amicizia. Io...

Un lungo silenzio. Fred si apparta distratto e pensoso.

MARCO (si scuote) Adesso che siamo diventati tutti amici, lo facciamo questo gruppo? Souvenir?

MARZIANO (debolmente) No, no...

OLIVIERO Kunt, si parla in giro di un tuo vago fidanzamento. È vero? Sei favorevole ai matrimoni misti interplanetari?

MASSIMO Hai trovato differenze sostanziali nel corpo umano terrestre?

OLIVIERO Tutto sommato... le tue esperienze in questo campo sono positive?

ADRIANO Kunt, andiamocene. Lascia perdere i tuoi impegni, per un giorno solo, o manda tutto al diavolo. C'è una Roma che tu non conosci, vecchie ali di muro, parchi nascosti, strade dove le pietre sono uomini e gli uomini hanno l'impassibilità e la saggezza delle pietre... navate nude e fredde... un popolo generoso che tu amerai perché ti guarda senza giudicarti. Di' alle ragazze di buttare all'aria le loro carte. Venite anche voi. E lei, Fred Gomes. Tu, Oliviero. (Ad Anna) Arriveremo al mare! Conosco posti dove la solitudine ha ancora un senso, rive selvagge... vi staremo accampati come naufraghi felici. Faremo il bagno e ricominceremo tutto daccapo. Nel tuo arrivo, Kunt, c'è uno sbaglio, lo troveremo. Leviamoci da questa tana, dove c'è il tanfo dello spreco... (Suona una pendola)... e dove anche le pendole suonano ore che non significano niente.

Un silenzio.

ANNA (abbraccia Adriano) Saresti capace, tu, di amare una donna?

ADRIANO Sono capace di tutto!

ANNA Allora portami via. Ogni cosa va fatta con un po' di entusiasmo, ho conosciuto un signore che ti somigliava, ma dove? Se dici: sì, io posso amarti da questo momento. Dev'essere bello amare. Dev'essere come ammalarsi. Quello che conta è andarsene. Andiamo?

ADRIANO Lei si riferisce al mare?

ANNA Mio padre oltre che suonare il violino era anche poeta. Una domenica sul treno di Ostia improvvisò questi versi:

Tutti al mare, tutti al mare!

Troveremo sulla spiaggia

l'innocenza degli istinti,

la certezza salutare!

Solitudine selvaggia,

ci farà degni di amare.

Ma non vedemmo l'acqua, era una domenica. Adriano, decidi. Andiamo?

Tutti guardano il Marziano. Fred sbadiglia.

MARZIANO Sì, ho deciso, andiamo tutti al mare.

Esultanza. Un colpo di cannone.

PATRIZIA Mezzogiorno! Affrettiamoci!

Un Groom introduce due Signori, e il Sarto col suo Aiutante. Silenzio.

PRIMO SIGNORE Il signor Kunt? Chiediamo perdono. Siamo forse in anticipo? La commissione... Sono lieto di porgerle il suo primo saluto...

secondo SIGNORE L'ansia di conoscerla... Disturbiamo?

MARZIANO No, no. Benvenuti. Dimenticavo il banchetto e la commissione. E il sarto. Io adoro il mare... Anna, non voglio turbare la gita. Andate. Oppure, andiamo tutti domani, senza fretta? O un altro giorno... lunedì. Sei tu, Adriano, che hai avuto l'idea del mare?

ADRIANO È un'idea semplice. Cominciamo col lavarci!

MARZIANO Sfuggire le responsabilità. Dicono: al mare! e tutto sembra risolto. Ma certamente andremo. Vediamo questi abiti? Presto, per favore, il mare ci aspetta.

SARTO Dovrebbe togliersi la vestaglia, dottore.

MARZIANO Marco, anche lei al mare, è prudente portarsi un idraulico quando si va al mare.

MARCO (si affanna attorno alla macchina mentre il Marziano si toglie la vestaglia) Un momento, così, devo fare la posa. Ah, la fretta, il magnesio! Su, resti così, signor Kunt, anche i geni oggi si fanno fotografare in mutande, anzi la familiarità è proprio il segno del successo. Si spogli anche lei. Spogliatevi tutti. Spogliatevi! Professore, metta un bel disco, un po' di musica. Accidenti, le lastre! Dove ho messo le lastre?

Fred aziona un giradischi. Musica suadente. Tutti si immobilizzano, eccetto Adriano.

MARCO Trent'anni di esperienza nei giardini pubblici! Faccio un gruppo, becco un altro milione, le lastre, la pera di gomma! (A Fred) Professore, aiuto!

Fred si scuote. Mimica da ipnotizzatore.

FRED Non avete sentito? O volete disobbedire? Sapete bene che è impossibile, gli rendete soltanto un po' faticoso il lavoro e quando lui si stanca perde simpatia per il soggetto. Coraggio, dopo sarete felici. Siamo granelli di sabbia, già morti, nell'universo morto. Su, il pubblico vuole soltanto un po' di spogliarello, con risultati artistici e morali. Resistete pure, non cambia nulla, Marco testimonierà la vostra ribellione, che è una forma più dolorosa di esibizione. Dolorosa per voi... io me ne frego. Marco, spicciati.

MARCO La pera non funziona! Continui professore!

FRED Tutto esiste, amici, la libertà, la volontà, ma la libertà di non volontà è assurda, non si può non volere, non credere, non vivere. E così bello spogliarsi di ogni pregiudizio. Su, piano, i signori uomini la cravatta, le signore donne la cintura. Metti la lastra, cretino!

MARCO Non funziona il soffietto!

FRED Vedrete come sarà dolce liberarsi della non volontà, affidarsi agli istinti, ritornare alla natura, annullarsi nell'abbraccio di uno specchio profondo... Vi invidio. Io non riesco a spogliarmi.

MARCO Forse ci siamo professore. Continui.

ADRIANO (scattando) No, basta, è ignobile, è stupido! (Ferma il giradischi. Tutti si scuotono.) Io me ne vado. Scusi, signora, non resisto, rimandiamo la gita a tempi migliori. Addio, Kunt, se vuoi chiamami. Ma senza questa gente. Addio! (Esce.)

ANNA No, Adriano, aspetta.

MARZIANO Adriano, non abbandonarmi! Ti chiamerò io! Domani! (Comincia a infilare varie giacche, indifferente a ciò che segue.)

Marco siede accasciato: rinunzia.

PATRIZIA Sei tu, Anna, sei tu la causa di tutto! Era bello, dovevamo andarcene, via, liberi, anche loro, ma tu hai voluto guastare l'accordo, gelosa, pazza, ridicola!

ANNA Patrizia, che ho fatto? Mi odi tanto?

PATRIZIA Sì, ti odio! Non guardarmi! (Schiaffeggia Anna.)

Confusione. Patrizia fugge, Mara la segue.

ANNA Patrizia, se ti ho offeso, ti chiedo perdono! Tutto così, senza ragione? Che ho fatto?

MARCO Sarà per un'altra volta. L'arte è pazienza. (Esce.)

Anna piange e Fred si scuote.

FRED È il momento della pazzia. Lo sentivo. (Ai giornalisti) Sarebbe bene togliere il disturbo.

MASSIMO Abbiamo argomenti per un mese.

OLIVIERO Oddio, oddio!

Escono, ridendo.

ANNA Come tutto succede senza una ragione! Sono infelice. Lasciatemi, che fa quell'uomo, lì, in piedi?

FRED Guardia, seduto!

La Guardia siede.

ANNA E quei due? Sono fotografi anche loro?

PRIMO OPERAIO Siamo del telefono. Chi firma qui?

FRED Io. Grazie.

SECONDO OPERAIO È una gabbia!

Escono.

 

ANNA Ci siamo diviso il pane e il lavoro come sorelle, e adesso... Io non posso capire. Adriano è un guastafeste. Dove l'ho conosciuto?

SARTO Io per me ho finito. Le dispiace, dottore, un autografo? Il mio bambino fa collezione. Le dispiace? Ecco, qui. La penna. Grazie. Non si disturbino. Signora, i miei omaggi. (Esce con l'aiutante.)

ANNA (piange) Arrivederla, sarto. Oh, si respira.

Un silenzio. Fred è distratto, turbato da nuovi pensieri. Il Marziano si guarda allo specchio.

FRED L'evo moderno è finito. Comincia il medio evo degli specialisti. Oggi anche il cretino è specializzato. Mah, non finisce bene... (Pausa.) Dottore, lei prima ha strappato i contratti, ci sono stati applausi, crede che non abbia capito? Ma bisogna continuare, come fa la Natura, scavalcando le tombe. Stasera ci propongono la inaugurazione di un ritrovo marino. Andiamo tutti per un'ora. La sola presenza. È un modo di andare al mare. Per un'ora, ci danno...

MARZIANO (interrompe) Io non ho spese, sono ospite del governo. (Ad Anna) Come ti sembra la marsina? Cade bene? Le code? I risvolti?

ANNA Cade bene. Tutto bene.

FRED È vero, lei è ospite. Ma noi? L'assegno del concorso è finito.

MARZIANO L'hanno pagato per me?

FRED Immediatamente.

ANNA Fred, dobbiamo cambiare strada. Lui non è venuto qui per fare il pagliaccio. È un uomo serio, non finiamo per favore nell'avanspettacolo. Non voglio divertirmi. Faremo la fame, andremo vestiti di stracci, ma rispettiamolo.

MARZIANO E questa giacca? Tira bene? Aderisce? Come fa le spalle?

ANNA Bene, bene. Voglio tutti qui, che lo stiano a sentire, che lo adorino, come lo adoriamo noi.

MARZIANO I bottoni d'oro li lasciamo? Ma sì. Festa marina. Ci andremo! Ma da domani, si cambia vita. Anzi, da lunedì. Così sbrigo un po' di impegni. È abbastanza lunga? Sì, direi.

ANNA Mi duole la testa. Puoi lasciarci, Fred? E licenzia quelle puttanelle.

MARZIANO No, le puttanelle restano.

Sorpresa. Fred fa un dignitoso saluto definitivo ed esce. Un silenzio.

ANNA Vèstiti, quei signori aspettano.

PRIMO SIGNORE Oh, fate pure, fate pure!

MARZIANO Stamattina non ti ho sentita uscire.

ANNA Dormivi, eri bello, sono uscita in punta di piedi. (Sospira.) Com'era gaia la nostra Roma, le strade erano piene di sole e di gente, le vetrine, i gesti, i suoni e i colori. Io non vedo che bei colori, adesso.

MARZIANO Questo colore ti piace? Midnight blu.

ANNA Sì. E certe volte, pensando a questa storia, mi viene una felicità che non ho mai provata. Oggi ridevo e molti si voltavano a guardarmi.

I due Signori si appartano. Uno va alla bicicletta, l'altro all'armonium.

MARZIANO Ti guardavano perché sei bella.

ANNA Più bella delle tue donne di lassù? (L'abbraccia.)

 

MARZIANO Non ho mai pensato prima d'ora alla bellezza. Era una parte di me stesso, come il fegato, il cervello. Non so spiegarti, da noi la bellezza è un fatto interiore... Contemplazione? Organo? Non ne conosciamo altra.

ANNA Come mi vedi, tu? Come una cosa da contemplare? Come un organo?

MARZIANO Come una cosa tangibile. Dà le vertigini. Che buon odore.

ANNA In un giardino carezzavo i leoni. Adesso mi ricordo dove ho conosciuto Adriano! Dietro la statua di un poeta, tra un diavolo e una donna nuda.

Il primo Signore inforca la bicicletta, il secondo Signore tocca piano l'armonium. E sbirciano.

MARZIANO Donna nuda? Il tuo corpo è una certezza. La certezza dell'incerto, del morbido, del profondo. (Pausa.) Anche quello di Patrizia. Anche quello di Mara.

ANNA Mi ami? Ci ami?

MARZIANO Non lo so. Non posso dirlo. Stasera tutti al mare.

ANNA Io ti ucciderò.

Campanello di bicicletta, note di armonium. Sipario.