Studio dello Scrittore. Lo Scrittore e il Poeta fumano, bevono, parlano a bassa voce. Il Regista dorme.
POETA Non posso prendermi un'altra donna, sai. Se si trattasse di una volta sola, passi, ma il giorno dopo ti telefona: "Ci si vede oggi?" Ecco, è un'altra che vuoi entrare nel giro e vuole vederti. Si annoia, è lusingata dal fatto di poterti frequentare, chissà che immagina. E poiché ci sono le altre, non è possibile, diventa un lavoro, e io non ho più tempo. Con le donne è inutile nasconderselo, occorre o denaro o tempo. La mia moneta è il tempo. Anche tu, se hai tempo, puoi avere tutte le donne che vuoi. Ma devi accompagnarle, parlare, soprattutto ascoltarle. E uscire. Figurati. E poi si mettono delle idee in testa e ti sorvegliano la salute, se fumi, se bevi... No?
SCRITTORE (atono) Eh?
POETA Non ci sono problemi, tutte o quasi tutte scopano, le più belle un po' meno delle brutte, perché sono belle e allora si fanno l'idea di dover scegliere, les pauvres! Ma le altre, quelle che si devono contentare del primo che le invita a letto, scopano continuamente, perché ormai è così, l'abitudine, la vita, è nell'aria. Pas même avec dignité. Elles couchent, simplement.
SCRITTORE Perché parli francese?
POETA Pardon, je pensais être encore à Paris. (Pausa.) La domenica è il giorno in cui si vedono i mariti. Tutta la settimana tu vedi le mogli, poi la domenica vedi che hanno un marito, tutte, e vanno al ristorante, e passeggiano nel quartiere, la sera le ritrovi al cinema. E ti sorridono da lontano.
SCRITTORE Comme c'est vrai!
Un silenzio.
POETA Tra poco, agosto. Bisognerà pensare a spostarsi. Potrei venire da te, in montagna, mah, vedremo. Io non sono di quelli che credono che altrove succede qualcosa. Succede tutto qui, se deve succedere. E che importanza ha quello che succede agli altri, altrove? Io resto qui, Paris l'hiver, la Côte l'été, la mer me suffit. D'altronde tutti i miei amici d'estate vanno sulla Costa, una volta sono andato dal mio editore per chiedergli una certa somma, per andare anch'io sulla Costa, a Saint-Tropez. L'imbecille mi dice: "Ah, bene, io non mi permetto Saint-Tropez, non capisco perché ci debba andare lei, coi miei soldi." "Ah, sì," gli rispondo, "se lei crede che mi piacciano le villeggiature stronze, se lei crede ch'io segua la moda! Che mi importa di Saint-Tropez, ma tutti i miei amici sono a Saint-Tropez, e come vuole ch'io mangi, qui, almeno una volta al giorno?" Capisci?
SCRITTORE (atono) Già.
POETA D'altra parte, ti immagini qui d'estate col sole? Io non posso soffrire il sole in città, trovo che è indecente. Mi fa pensare al rustico in città, ai ristoranti alla moda, tutto alla griglia, dove ti danno dei sordidi antipasti e una bistecca. Che vuoi dire? Per me non ci sono che i cuochi che hanno diritto di tenere un ristorante. Vedi, cominciano da ragazzi, è un mestiere, nient'altro. In città va bene il cattivo tempo, come in Baudelaire.
SCRITTORE C'est ça.
Un silenzio.
POETA Bene, senti che mi succede l'anno scorso, a Parigi. Torno dopo due mesi di Saint-Tropez e trovo la mia camera d'albergo cambiata. Quel cretino del proprietario ha fatto dei lavori, ha allargato la mia camera, vi ha aggiunto una stanzetta da bagno. Per qualche giorno sono stato contento, anche se il tipo pretendeva qualcosa in più sul prezzo. Tu sai, alla mia età, una stanza da bagno è qualcosa, una specie di conquista, un arrivo. Non dovevo più andare nel corridoio per il water, non dovevo più orinare nel lavandino, insomma un miglioramento notevole. Ma dopo una settimana ho capito l'errore. Le donne volevano restare a dormire, si mettevano in testa delle idee sontuose, c'era la stanza da bagno e subito volevano fare il bagno e anche le porcherie nella vasca, come si vede nei film di questi cretini, tu sais, ces choses que font les écrivains américains. Ne veniva fuori il disordine, e fottuta la mia pace.
SCRITTORE (atono) Ah.
POETA Finivo per non lavorare, mai, a furia di lavarmi e di vedere quelle femmine folli che si lavavano, anche con la schiuma! Adesso qui abito in un orrido studio, ma il bagno è nel corridoio, ci si pensa molto meno. Non lavoro lo stesso, ma con più calma.
SCRITTORE E già.
POETA Mi domandano perché scrivo così poco. E io rispondo: Se uno scrittore è prolifico, date un'occhiata alle sue donne. Quasi sempre astiose, preoccupate, odiano i tuoi amici. E che vuoi che faccia il poveretto? Scrive.
SCRITTORE Già.
Il Poeta ride tra sé, silenziosamente.
POETA Ho fatto piangere una bambina di sette anni dicendole: "Vattene, tu non mi interessi, sei vecchia!" Ha pianto tutta la notte, dicendo: "Non è vero non sono vecchia!" Capisci?
SCRITTORE (sospira) Capisco.
POETA D'altra parte, io non sono un ipocrita. Quando una donna ha più di vent'anni, non la saluto nemmeno. Perché perdere tempo a salutare donne con le quali non andrai mai a letto? Hai notato che non saluto nemmeno tua moglie?
SCRITTORE Già.
Pausa. Il Poeta beve.
POETA E poi, i soldi. Non mi piace dar soldi alle donne. Ne fanno sempre un uso utilitario, meschino. E se tu cominci a dargli soldi, ti disprezzano. Quando mi sono messo con una donna, la prima volta, non avevo soldi, solo lei lavorava e mi passava ogni tanto una somma, di solito un assegno, è più corretto. Bene, non mi disprezzava affatto. E io ero tranquillo: se mi avesse tradito, sarebbe stato anche un suo diritto. Ma così, non le dovevo niente. (Lo Scrittore annuisce.) Quando io conosco una donna, che mi interessa, subito le dico cose sgradevoli, tanto per farle capire che non sono scemo, che ci vuoi altro per impressionarmi. Dopo si può, se lo merita, trattarla meglio. Sarà contenta. Ti rispetterà. (Pausa.) Quand'ero giovane, ho deciso di fare une vie d'amour. Di non correre dietro al successo, al denaro. Solo l'amore mi interessava, e mi interessa ancora. Bisogna fare una scelta. (Una pausa. Accalorandosi) Io dico: tu sei scrittore, sai scrivere, hai girato un po' il mondo, hai qualcosa da dire e perdi tempo a preoccuparti di quello che scrivono gli altri, o pensano, e non lavori per discutere! Ma queste sono cose che fanno i pittori.
SCRITTORE Già. Io lo sveglio.
POETA Come mai oggi non si vede la ragazza Ofelia?
SCRITTORE (svagato) Eh? Ah, è uscita. E andata credo con mia moglie a comprare cose per il bambino, per quando nascerà.
POETA Sei stato tu a metterla incinta?
SCRITTORE Eh? Io?
POETA (indicando il Regista) Lui?
SCRITTORE Che idee. Non lo sa nemmeno lei. (Pausa.) È una brava ragazza. Ninfomane, ma corretta.
POETA Detesto questi termini. Avete bisogno di incasellare tutto. Così vi trovate circondati alla fine non di persone ma di categorie. Questo secolo di merda fondato sulle definizioni!
SCRITTORE Già.
POETA Che bisogno c'è di definire una ragazza che detesta le scelte e dispensa le sue grazie? Dispensare le proprie grazie! Che c'è di meglio? Questo è amore. (Un silenzio. Il Regista russa, il Poeta si versa da bere.) Perché pensi che non sia stato lui? I tipi come lui sono i più pericolosi, fanno bambini dappertutto. Purché si parli di loro. Guardalo come dorme, senza pudore. Russa, russa, gro, gro.
REGISTA (svegliandosi) Eh? Che c'è? Perché state zitti, non lavorate più? Ho dormito? Sono molto stanco. Credo di avere un'idea.
Buio.