Studio del Dottore. Stessa scena, più un paravento. Lo Scrittore è sdraiato su un divano. Il Dottore gli è seduto accanto e prende appunti su un taccuino.
DOTTORE Sta comodo così? Forse, un cuscino. (Prende un cuscino e lo accomoda sotto la testa dello Scrittore.) Ecco, così sta certamente meglio.
SCRITTORE Sì, grazie.
DOTTORE Perché mi ringrazia sempre? Lei è molto gentile, o molto timido. Ho notato che è sempre molto gentile. Nell'ultima seduta, vedo qui, mi ha ringraziato ventuno volte. Non vorrei che questa gentilezza fosse soltanto difensiva, o celasse addirittura una certa avversione. Lei deve distendersi, fiduciosamente. E parlare senza reticenze. Io sono qui per aiutarla.
SCRITTORE Sì, grazie.
DOTTORE Vede? Sì, grazie, sì grazie! (Ride.) Qual è il suo difetto principale? Risponda subito.
SCRITTORE Il principale? Direi: l'indecisione.
DOTTORE È un difetto molto comune. La vita d'oggi ci porta continuamente al bivio delle scelte.
SCRITTORE Io non voglio scegliere. E invece, tutte le scelte rifiutate si accumulano, come la corrispondenza. Tante lettere che aspettano una risposta, anche quando la risposta è diventata inutile.
Un silenzio.
DOTTORE Lei lo scorso anno ebbe un brutto incidente, vero? Bene, come vide la morte? La fine di tutto?
SCRITTORE Quando ero in pericolo di vita non pensavo che ai dettagli, la morte si presenta come un seguito di dettagli che sorprendono, ma serenamente. Adesso penso alla morte nella sua totalità, la fine di tutto, come dice lei. O al ritorno, se vuole, sotto una forma che non m'interessa, né m'incuriosisce. Direi che sono affezionato, legato, al mio supporto. È male?
DOTTORE Non faccia domande. Deve decidere lei se è male, o no.
SCRITTORE Non m'interessa decidere.
DOTTORE Ma questo la fa soffrire. (Pausa.) Qual è la sua costellazione?
SCRITTORE Pesci.
DOTTORE Sì, Pesci, va bene. Ma l'ascendente?
SCRITTORE Maionese.
DOTTORE (ride) Lei ha disposizione a vedere il lato umoristico delle cose. Questo dovrebbe aiutarla a superare la situazione. Ammesso che si tratti di una situazione seria.
SCRITTORE Io non sto bene.
DOTTORE Nessuno sta bene. (Gli prende una mano.) Perché si mangia le unghie?
SCRITTORE Se non lo sa lei! Perché? Eh? Perché mi mangio le unghie?
DOTTORE Onicofagia. Può essere narcisismo, ossessione sessuale. Lei si mangia le unghie quando è particolarmente ansioso?
SCRITTORE Sì, credo.
DOTTORE E ha cominciato da piccolo, immagino.
SCRITTORE Appena mi sono spuntati i denti, penso. Prima mi succhiavo un dito.
DOTTORE Lei è stato allattato artificialmente?
SCRITTORE Non lo ricordo. Può darsi.
DOTTORE È importante. Forse le è mancato il seno materno. Se non le è mancato, dobbiamo ripiegare su un'altra ipotesi, edipica.
SCRITTORE Infatti odiavo mio padre. Ma adesso non lo odio più. (Si solleva.) Curioso, non lo odio più! E credo di sapere perché. Perché comincio ad avere l'età di mio padre. Sono io mio padre, adesso. Curioso. Non ci avevo mai pensato. Forse... forse questa è l'unica immortalità possibile.
DOTTORE Si rimetta giù, buono.
SCRITTORE Ma non si può nemmeno dire che amassi mia madre. Tentavo soltanto di possederla, la mattina, quando andavo a giocare nel suo gran letto. È importante?
DOTTORE Non si preoccupi. Io ho avuto un compagno di scuola che somigliava a lei.
SCRITTORE A mia madre?
DOTTORE No, a lei.
Un silenzio.
SCRITTORE Ah, Dio mio, dio mio, dio mio.
DOTTORE Che cos'ha, non si sente bene?
SCRITTORE No, sto benissimo. È tutto il resto. La verità è che io faccio un mestiere maledetto. E non so farlo.
DOTTORE Non capisco. Lei scrive.
SCRITTORE Ecco. Ma non so scrivere. Qui è il punto. Non ho idee. Ho appena un po' d'immaginazione, una certa tendenza per l'ornato, ma non mi vengono mai grandi idee. Non ho la fantasia del creatore, del poeta. Vede, in questo momento, tra me e lei dovrebbe scaturire un'idea, anche mediocre. Invece, niente.
DOTTORE Non capisco.
SCRITTORE Se mi metto a pensare a una storia non riesco a vedere nemmeno un personaggio. Vedo sempre me stesso. E siccome io mi annoio, anche questo personaggio si annoia e non dice una parola, non si muove, non fa un gesto. E poi ho sempre la sensazione che tutto sia stato detto.
DOTTORE Già raccontato.
SCRITTORE Ecco. Perlomeno le cose interessanti.
DOTTORE Per questo lei non mi parla mai di lei. Lei ha l'illusione di aver già raccontato, a me, qualcosa che è particolarmente interessante. E invece non mi ha raccontato nulla, che io non sapessi. Io non so nulla di lei. Parliamo chiaramente. Ha mai avuto, per esempio, tendenze omosessuali?
SCRITTORE Credo di no.
DOTTORE Come "crede"? Si sforzi di ricordare.
SCRITTORE Bene, verso la pubertà...
DOTTORE Ecco, vede, continui...
SCRITTORE Negli anni della pubertà si faceva tra compagni di scuola un po' di esibizionismo. Non so, ci guardavamo il cosino, per controllo, cercavamo di misurarne...
DOTTORE Reciprocamente.
SCRITTORE ... la lunghezza. Ma, suppongo, per obbedienza a un rito iniziatico, antico come l'uomo. Niente di morbido.
DOTTORE Lo credo bene.
SCRITTORE Volevo dire morboso.
DOTTORE Ed è incappato in un lapsus!
SCRITTORE È grave?
DOTTORE Non faccia domande. (Prende appunti.) Le ho mai... le ho mai raccontato le mie prime esperienze sessuali, diciamo il primo amore?
SCRITTORE No. La pregherei di non farlo. Mi distrae.
DOTTORE Non sia tanto ostile. Potrebbe aiutarla invece a sciogliere il suo nodo.
SCRITTORE Ma alla mia età che vuole sciogliere, ormai. È come il nodo sbagliato di un laccio da scarpe. Viene voglia di buttare via la scarpa.
DOTTORE Una domanda: lei ama molto sua moglie?
SCRITTORE Sono molto legato a lei, questo è un altro nodo.
DOTTORE L'ama profondamente?
SCRITTORE Che significa? Parole! Profondamente! È un enigma. Lei, mia moglie, per esempio, ama un personaggio che si è creata, un fuorilegge, un anarchico, un ribelle che la domina e la picchia anche. (Si solleva.) E non sa che il vero fuorilegge sono io! Io! Se io non sto dentro è perché non mi hanno ancora preso! Come dice il Poeta? "Sono un uomo abbastanza normale, e tuttavia potrei accusarmi di tali cose che sarebbe meglio che mia madre non mi avesse messo al mondo... Chiuditi in un convento!"
DOTTORE Perché non scrive una storia su di lei e sua moglie? Lo aiuterebbe?
SCRITTORE Una storia con quattro personaggi, due veri e due immaginari. Ci si sposa sempre in quattro. Aumenterebbe la confusione.
DOTTORE Adesso le racconto il mio primo amore. Era...
SCRITTORE Mettiamo le carte in tavola. Chi è il dottore qui? Io o lei? Dunque, sono io che racconto. Potrebbe essere una storia, sì. E lei deve ascoltarmi. Cominciamo da un mio sogno di stanotte.
DOTTORE Sentiamo, per quanto i sogni... Lei crede nei sogni?
SCRITTORE Ho sognato che ero con una meravigliosa donna e che tentavo di possederla, ero sul punto, ma c'erano delle complicazioni, non so, direi burocratiche. Premetto che eravamo nudi.
DOTTORE Avanti. So il resto.
SCRITTORE Allora continui lei.
DOTTORE No, no, sentiamo.
SCRITTORE C'erano delle...
DOTTORE ... complicazioni. Avanti.
SCRITTORE E tutto è sfumato in una specie di lunga fatica, di rinuncia, e poi quasi di colpo mi sono svegliato. Ho tentato di riprendere sonno, volevo ripigliare quel sogno lasciato a metà ma era come riattaccare un braccio amputato. Tentavo.
DOTTORE E non c'è riuscito.
SCRITTORE Come fa a saperlo?
DOTTORE Faccio quasi sempre lo stesso sogno.
SCRITTORE E a lei riesce, immagino. È pratico di sogni, sa come destreggiarsi in un sogno! (Duro) Lei detesta darsi delle arie, ma nei sogni del genere se la cava.
DOTTORE (scrive) Continui.
SCRITTORE Quella donna del sogno... Forse il trucco è nel non desiderare che il sogno si concluda, nel fingere indifferenza? Quella donna mi turba ancora. Era stupenda, meravigliosa, ho ancora nelle orecchie il suo riso chiaro, dolcissimo, invitante.
DOTTORE (scrivendo) Non si preoccupi. Ero io. Siamo entrati nella fase del transfert. Lei adesso mi ama e naturalmente mi sogna come donna.
SCRITTORE (si alza) È probabile. Se almeno da tutto ciò si potesse cavare una storia. Vediamo, vediamo. Posso telefonare? (Fa un numero al telefono.)
Buio.