Un mese e mezzo dopo. Lo stesso luogo del primo quadro. In più, a destra, una chiesa con portico. Il Marziano è sotto il portico, in attesa. Sta leggendo un telegramma. Seduto sugli scalini della chiesa, il Mendicante legge il giornale. Viavai di passanti. Entra Adriano, leggendo un foglio. Un tuono lontano. Musica.
ADRIANO "Al Marziano, Grand Hotel, Roma. Urgente."
Il lamento dell'analfabeta.
Niente mi hanno insegnato all'Università,
solo a scrivere in chiaro il mio nome et cognome,
non a capire un gesto, aut il mistero di un occhio,
né la calma del tempo, aut il segreto di un sasso. Stop.
Io non so scrivere altro, solo il mio nome et cognome,
ho scritto sette romanzi per metterci sopra il mio nome.
(Un tuono, più vicino.)
Niente mi hanno insegnato all'Università,
non a capire un uomo, non a guardarmi allo specchio,
aut un paese morto, nemmeno un giorno di morte,
aut a svegliarmi un mattino rinchiuso in una bara,
io non conosco un paese, un mese di fame, un anno
di disperazione. Stop.
So scrivere solo il mio nome. Stop.
Disoccupato da un mese e mezzo, mi sono chiuso in casa per scrivere un romanzo, tutto quello che ho scritto, eccolo qua. C'è da piangere. L'ho inviato per telegramma al marziano, ho speso una tombola, ma lo scuoterà la mia satira? Ah, marziano! Tradimento! Un segno, un segno che sei ancora vivo!
Un tuono. Pioggia. Passanti che scappano. Adriano sale di corsa le scale ed esce. Entrano di corsa Orlando e Alvaro e si riparano sotto il portico.
ALVARO A luglio basta un acquazzone per portarsi via le ultime illusioni sull'estate. Gli anni saltano uno alla volta, a metà estate. Al mio paese oggi fanno una festa.
ORLANDO Le conosco quelle feste, me ne sono rimasti gli odori nel naso. L'acetilene delle bancarelle, le noccioline, i cocomeri, il caldo e i profumi delle donne che passeggiano su e giù nel corso. Poi la sera, la banda in piazza che suona la Carmen e Casta Diva.
ALVARO L'acuto della cornetta...
ORLANDO ... e il botto che annuncia i fuochi d'artificio.
ALVARO I primi amori sono rimasti laggiù.
ORLANDO Li rimpiangi? Mi hanno fatto sbagliare tutto!
Un silenzio. Il Marziano ascolta.
ALVARO Sei stato ieri al ricevimento in Campidoglio?
ORLANDO Non sono potuto arrivare nemmeno a piazza Venezia. C'era una folla enorme. Ignobile curiosità!
ALVARO No, c'era un'altra calma, nell'aria. Devo dirti che mi è piaciuta. Mi sono fermato vicino a certi autobus, i bigliettai e i conducenti erano anche un po' indifferenti. Sai, bloccati lì da ore, qualcuno se la prendeva già col marziano.
ORLANDO Sempre i soliti italiani, cinici. Non esiste una società. Vogliamo partire, andarcene in Danimarca per una settimana?
ALVARO Stai a sentire questo dialogo. C'era un bigliettaio che diceva a un compagno: "Ma che c'è venuto a fare?"
ORLANDO Ah, che orrore, per loro ci vuole il cantante!
ALVARO E l'altro gli ha risposto: "Vuoi mettere come si sta a Roma e come si sta su Marte? Tu ci staresti su Marte?" "Manco morto" ha detto il primo.
Alvaro e Orlando ridono.
ORLANDO Certo, tutto sommato...
Dalla chiesa esce Anna, che resta accanto al Marziano silenziosa.
ALVARO Ma non sai che è successo dopo al Campidoglio! Il sindaco ha parlato di Roma maestra di civiltà.
ORLANDO Oddio, oddio, sul serio?
ALVARO Il giornale non lo porta. Ci sono stati colpi di tosse, ma la gaffe era irreparabile. Così ha proseguito alla meglio, elogiando il sistema planetario, ricordando Galileo Galilei, che ha contribuito alla scoperta col cannocchiale, gli studi del Sole, e che so io. Il marziano sorrideva, dice che si è chinato verso un cardinale che gli stava vicino e gli ha detto qualcosa all'orecchio. II cardinale ha sorriso, paternamente.
ORLANDO Io l'ho visto ieri notte, tardi.
ALVARO Dove?
ORLANDO A via Veneto. È sempre emozionante. Io e Pierino stavamo fumando, quando lo abbiamo visto venire, sottobraccio a due ragazze abbastanza belle, non quelle principesse della festa...
ALVARO Lo hanno abbandonato.
ORLANDO Certo, è un intellettuale! Poi, sembra che non si diverta. Dicevo, due belle ragazze, normali, forse di un balletto. Lui rideva, simpatico. Ha smesso di ridere quando ci è passato davanti, benché noi evitassimo di guardarlo. Più giù ha incrociato l'ex re d'Arcadia, che si annoiava e sbadigliava. Non si sono salutati.
ALVARO Se almeno smettesse di piovere. (Grida) Fabrizio!
Fabrizio arriva di corsa e si ripara.
FABRIZIO Orlandino! Alvaro! Bella, la pioggia, vero? Ah, mi mette sempre un'allegria irresponsabile! La gente che corre, le diverse cose che uno si mette sulla testa, un giornale, una scatola, una sedia, ho visto uno che si riparava con un bambino. Pensa, e il bambino batteva le mani, contento! Che mi dite? Siete ancora schierati a favore della donna, o siete passati dall'altra parte?
ALVARO La donna resta per me un bel mistero.
ORLANDO Io amo le donne del Nord, più chiare, responsabili, inserite però nella Natura. Semmai il loro mistero è questo: la naturalezza.
FABRIZIO Io adesso devo vedere una specie di tigre che mi fa paura. Mi sento emozionato come se dovessi dare gli esami. L'altro ieri stavamo in macchina, io ero distratto, mi volto a guardarla, s'era spogliata. In camicia, ti dico! "Ma che fa?" le ho detto. E lei, guardandomi con certi occhi da bambina, sembrava che volesse piangere: "Uffa, dottore! Ho caldo." Scottava come una stufa. Datemi una sigaretta. Grazie.
ORLANDO Il mistero per me è un altro. Bello anche questo, però.
ALVARO La semplicità non si ripete mai. È il suo fascino.
FABRIZIO Sì, fascino. Non avete per caso anche diecimila lire? Non fate quella faccia, come se scherzassi. Dico sul serio. Non importa, la lezione del marziano non vi serve a niente, anime opache. Nessuna libertà, nessun estro nell'accettare le domande più affettuose degli amici. Oh, ecco laggiù la tigre, sulla porta del caffè. Io vado. Guardate che fianchi. Un'anfora!
ALVARO Che fai stasera? Ti vediamo?
FABRIZIO Stasera? Non so. Mi ha telefonato Gloria, quella contessa che scrive, poverina – a proposito, come scrive? –, per invitarmi a una cena fredda che dà in onore del marziano. Ho risposto io, imitando la voce della cameriera, e dicendo che avrei riferito. Non ci andrò. Conoscere il marziano, tra gente che vorrà accaparrarselo, chi per raccontargli come stanno veramente le cose in Italia, chi per invitarlo a un'altra cena, chi per coinvolgerlo in una giuria, mi sembra inutile. Ci vediamo, amici. E pensatemi! Io vi penso sempre. (Esce correndo.)
Un silenzio.
ORLANDO Partiamo, ci fermiamo a Copenaghen tre giorni, poi magari una puntata in Svezia.
ALVARO Il mare, lassù, non sembra neanche mare, sulla riva cresce l'erba. E il grande amore di una settimana se ne va dandoti la mano e dicendo: "Arrivederci, signore." E questa purezza che mi turba. L'assenza di complicazioni, di passioni.
ORLANDO Se domani fa bel tempo, vado a trovare Adriano.
ALVARO Se domani fa bel tempo, mi sparo. Le cinque! Devo lasciarti.
ORLANDO Aspettami, che faccio io qui, solo? Accompagnami a casa! Non ti piace il mio quartiere? Sì, hai ragione, è squallido.
Escono correndo. Una pausa. Un tuono più forte.
ANNA Il parroco viene tra poco. Possiamo entrare, intanto.
MARZIANO No, guardo la pioggia. Mi calma. Mi calma un po' l'ansia di andarmene.
ANNA Vuoi andare? Dove?
MARZIANO Non lo so. Mi sento davanti a un muro. Dovrei trovare la forza di scalarlo, o tornare indietro. Oppure, sedermi ai piedi del muro e aspettare. Che cosa? Che mi crolli addosso. Oppure, potrei dargli una mano di calce e affrescarlo. O farci un buco e guardare che c'è dall'altra parte. Quante soluzioni! Forse ho bisogno di star solo, di chiudermi dentro una torre, e la vorrei in riva a un lago, per potermi quetare con un salto a portata di mano. O sputare, forse? Sputare nell'acqua, fare dei cerchi perfetti, una miriade di cerchi e creare così un piccolo universo con uno sputo? E anche nel cerchio più piccolo, un microbo che divora un altro microbo non sognerebbe il dominio della sua goccia di sputo? O forse dovrei agire, ma il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso prima ancora di dire: "a". Tutti mi applaudono, ma nell'applauso sento già lo scalpiccio dei piedi che si avviano all'uscita. (Pausa.) No, devo agire.
ANNA Dovresti calmarti. In fondo hai tutto quello che un uomo può desiderare. E io, non conto?
MARZIANO Non è questo, è qualcosa di più.
ANNA Non ci credo.
MARZIANO È proprio così.
ANNA Allora, partiamo, andiamocene dove vuoi.
MARZIANO Lo dici come una soluzione di ripiego, come se dovessimo partire per toglierci dalla noia e fare un po' di vacanze! Per me la cosa è diversa, è un'altra partenza quella che mi propongo, e che ti esclude. Partire, per me, significa muovere un piede da questo gradino e camminare, perdermi nelle strade qua attorno, scrutare il mistero di un sasso, conoscere un paese, un mese di fame, fare altri incontri, cercare nuovi amici, ma soprattutto rispondere alla domanda che sento nell'aria. Tu non c'entri in questa storia. Adesso più che mai.
ANNA Ah, no? Io volevo andare al mare quando tu non volevi.
MARZIANO E chi dice che ora lo voglia? Forse dovrei raccogliere un po' le idee. Ci sarebbe un'altra soluzione: toccare il fondo, abbandonarsi. Sì, è la soluzione migliore. Che conosco, io? Niente. Fino a ora, un pacchetto di varie sensazioni, molto gradevoli, alcune noiose, ma non conosco niente. Neanche te.
ANNA Non c'è bisogno di conoscersi... Forse il giorno in cui tu arrivassi a conoscermi, me ne andrei. E potresti trovarmi che so? dove ci siamo incontrati la prima volta. E pretendere di essere pagata.
MARZIANO Bisognerebbe ricominciare daccapo.
ANNA Per ritrovarci qui.
MARZIANO Dovevo arrivare di nascosto.
ANNA Ci saremmo incontrati di nascosto.
MARZIANO Adesso che ho tutto, sento che tutto mi sfugge. Vorrei essere un uomo come gli altri, come quei giovani che erano qui poco fa, parlare, ridere, avere amici che ti riscaldano con la loro amicizia, che danno un senso alle strade, alle piccole abitudini, anche alla noia. Oh, poter dare importanza alle cose che non ne hanno, sentirsi in quel perfetto stato di mediocrità, che permette tutte le delusioni! Mio Dio, perché non sono un uomo mediocre? Dammi oggi le mie mediocri ambizioni quotidiane! Dammi un limite, dammi un amico pigro e disoccupato!
ANNA Sono io, un amico.
MARZIANO Tu? Ma ne voglio cento, mille, un miliardo, tutti con me, poter dire: seguitemi!
ANNA Aspettando che ti si chiariscano le idee?
Una pausa. Un tuono lontano. Entra Fred che, vedendo i due, si nasconde dietro una colonna, in vista del pubblico.
MARZIANO Tu mi seguiresti senza fare domande?
ANNA Io sì. Ma è un altro discorso.
MARZIANO Allora, cominciamo noi due.
ANNA Quando ero io a volerlo...
MARZIANO Niente recriminazioni. Cominciamo. Da questo momento è finita con questa città, il chiasso e gli applausi. Basta coi ricevimenti! Ma certo, ecco la strada, e non averla vista prima! Possiamo prendere con noi anche Adriano, un cuore generoso, un amico.
ANNA È al mare, sta lavorando. Scrive un romanzo.
MARZIANO Come lo sai?
ANNA Qualcuno me l'ha detto.
MARZIANO Bene. Adriano. E tre. Escludiamo Fred, che è troppo cinico e utilitario e pretenderebbe di organizzarci.
ANNA Escludiamo anche le ragazze.
MARZIANO Escludiamole. E questo mendicante?
ANNA Non credo che verrebbe. Lavora.
MARZIANO Escludiamolo. Ma siamo in tre! Non capisci che è già enorme essere in tre e moltiplicarsi secondo una progressione geometrica, purché ognuno di noi tre convinca altri tre, e questi a loro volta altri tre? O possiamo imbarcarci sulla mia nave e tentare altrove. Insomma, tutto fuorché questa accettazione supina di un successo che sembra nato da un equivoco. Io debbo chiarire quest'equivoco, se c'è. O forse renderlo più oscuro, fondo, per prendere tempo, studiare meglio la situazione, colpire al momento giusto, quando nessuno si occuperà più di me con la morbosa curiosità che oggi mi gettano in faccia? No, no, agire! Andar via a piedi, l'idea del mare, le rive selvagge di Adriano cominciano ad attirarmi. E com'è bella la pioggia! Che allegria irresponsabile mette nel cuore!
Un Prete esce dalla chiesa.
PRETE Il padre vi aspetta.
ANNA Il padre ci aspetta. Andiamo.
MARZIANO Non oggi! Adesso so quello che debbo fare. Un legame più forte ci unisce da questo momento: la complicità. E poi non mi piacciono le cose fatte di nascosto, né è il caso di suscitare altro chiasso. Abbiamo cambiato idea. Tu mi segui?
ANNA Ci scusi, padre. Abbiamo cambiato idea.
MARZIANO Corriamo da Adriano, tu avevi visto giusto. Le cose si fanno subito o non si fanno.
ANNA Ci perdoni, padre, abbiamo cambiato idea! Aspettami, Kunt! Non posso correre!
Escono. Il Prete guarda il cielo e rientra nella chiesa. Un tuono lontano. Anche Fred guarda il cielo.
FRED Un uomo come me tocca il fondo. Tutto è chiaro. E in vantaggio, sa che tutto è chiaro, finita la responsabilità, la paura... Con questo marziano volevo sistemarmi e posso riuscirci. E ora me lo lascio scappare... Sono un fesso? Che mi prende? Una specie di stanchezza per l'imbroglio? Una specie di pena... di pena... per lui? È questa la noia? Che sapore di vecchiaia lascia in bocca. No, caro professore, vattene anche tu! Piglia il tuo bravo baule, vattene in tournée. Solo. Lettura del pensiero, telepatia, esperimenti magici... I teatrini comunali, i cinema di paese, i manifesti scritti a mano, le trattorie con alloggio, e le stanze umide, le lampadine vecchie, le mosche, le attese alla stazione... i treni! Se tutto almeno fosse rimasto così... come allora!
Un tuono. Fred esce, correndo.
Sipario.