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«Anna, adoro le tue telefonate improvvise.»

«Ciao, Roger.»

«Cos’è questa voce?»

«Distruggi la lista.»

«Sensi di colpa?»

«Non sto scherzando. Devi eliminarla e fare finta di non averla mai vista.»

«Non posso.»

«Roger, te lo chiedo per favore.»

«Sono sempre stato sincero con te e lo sarò anche adesso: non torno indietro.»

«Allora dovrai scegliere tra la lista e me.»

L’altro capo della linea restituì silenzio.

«Hai sentito?»

«Mi spiace.»

Anna abbassò le palpebre. «Mi costringi a parlarti da superiore: ti ordino di presentarti di fronte al direttorio per chiarire la tua posizione.»

«La coalizione ha fatto il suo tempo: rimanere ancorati a qualcosa che sta affondando, significa morire affogati. Ho la possibilità di guardare al futuro con nuovi occhi sul passato e non mi fermerò. C’è un posto per te in quel futuro.»

«Veritas et Utilitas

«Non correre e ascoltami.»

«Fino a quando il direttorio non avrà giudicato ed emesso il verdetto, sei sospeso dall’incarico di pilastro.»

«Anna, non metterti contro di me.»

«Contro di te? Sei tu che ti sei messo contro la coalizione! Non hai mai avuto intenzione di usare la lista per tendere la trappola al traditore, vero?»

Roger non rispose.

«Il Giuda sei tu!»

La comunicazione si interruppe.

«Vaffanculo!» Anna lanciò il cellulare.

Con il respiro che tremava per l’agitazione, rilesse il documento che aveva preparato. Sostituì la frase in cui spiegava di essersi fidata di Roger con una in cui lo accusava di averle estorto la lista con la minaccia. Era sicura che Ned gliel’avrebbe perdonato.

Si connesse al server della coalizione. Allegò il rapporto a una mail di priorità nera, il colore per le comunicazioni di massima rilevanza, la cui discussione avrebbe portato a decisioni estreme. Non aveva mai usato quell’opzione prima.

Premette il dito sul tasto invio.

Ora il direttorio sapeva.

Ed era iniziato il conto alla rovescia per la fine.