24.
Uno dei talenti di Julia è la capacità di vomitare a comando. Alle elementari era molto piú fico, perché da piccolo nessuno pensa che vomitare in pubblico non sia molto dignitoso. Le serviva anche a guadagnare un po’ di spiccioli, in un modo o nell’altro, ma questo suo talento non ha perso del tutto la sua utilità. È solo che ora lei lo riserva esclusivamente alle occasioni speciali.
Il 23 aprile, martedí mattina, a Chris Harper restano poco piú di tre settimane di vita. A colazione Julia mangia molto e di tutto, perché un’artista ha il proprio orgoglio professionale; aspetta di essere a metà lezione di Economia domestica, e fa una vomitata pirotecnica sul pavimento dell’aula. Orla Burgess è a tiro, ma Julia resiste alla tentazione: il suo piano non prevede che Orla venga mandata in camera a cambiarsi. La signorina Rooney la spedisce subito in infermeria e Julia esce tenendosi la pancia. Holly e Becca sono sorprese, Selena guarda fuori dalla finestra come se non avesse notato nulla. Joanne sorride, sta già pensando di spargere la voce che Julia Harte è incinta, mentre Gemma le lancia uno sguardo di approvazione che è come una strizzata d’occhio.
Julia finge gambe malferme e qualche conato represso per l’infermiera, risponde alle solite domande sul ciclo: anche se ti rompi una gamba l’infermiera vuole sempre sapere quando hai avuto il ciclo l’ultima volta. Julia sospetta che basti un giorno di ritardo per subire un interrogatorio dalle suore. Pochi minuti dopo è a letto, con un bicchiere di ginger ale sgasato e un’espressione patetica. Dopodiché, l’infermiera la lascia sola.
Julia lavora in fretta, seguendo il piano: prima la parte dell’armadio di Selena, poi il suo letto, e se non trova nulla lí toglierà il fondo del comodino di Selena (hanno scoperto come fare durante lo scorso trimestre, quando Becca aveva perso la sua chiave). Se non trova nulla nemmeno lí non sa che altro cazzo fare.
Ma non ci vuole molto. Passando la mano sul bordo del materasso, tra il letto di Selena e il muro, trova un rigonfiamento. Un taglio preciso nel coprimaterasso, e dentro, sorpresa, sorpresa, un cellulare, rosa, piccolo e adorabile, proprio come quello che Alison ha comprato da Joanne. Chris deve averne presi parecchi, uno per ogni ragazza fortunata che desiderava onorare con il suo cazzo. Fino a questo momento, Julia pensava ancora che ci fosse una possibilità che Gemma le avesse mentito.
Selena non ha messo una password, e Julia non perde tempo con i sensi di colpa: apre subito i messaggi e comincia a leggere.
«Penso ancora al ballo, vorrei tanto rivederti».
Quel messaggio è come un pugno allo stomaco. Si è chiesta come e quando Chris abbia abbordato Selena, ha riesaminato ogni volta che sono andate al Court, in cerca di dieci minuti in cui Lenie sia rimasta non protetta, e ha scoperto solo che loro quattro sono sempre insieme, in un modo un po’ inquietante. Non ha trovato nemmeno una volta in cui poter dire con sicurezza che una di loro è andata in bagno da sola. E invece si è sempre trattato di quel ballo di San Valentino del cazzo. Mentre lei era fuori e assaporava il rum e il sorriso di Finn e la novità in ogni boccata d’aria fredda, Selena stava esplorando anche lei nuovi territori. E qualcosa le osservava e, senza rabbia, cominciava a decidere quale sarebbe stata la loro punizione.
Continua a leggere. Chris è bravissimo, resta impressionata. Ha capito perfettamente Selena fin dall’inizio: un’allusione al sesso, o anche solo a una relazione romantica, e lei si sarebbe allontanata. Cosí lui ha sempre evitato del tutto tali argomenti, dilungandosi sui problemi della sorella emo, sui genitori che non lo capiscono, o su come lo ferisce non poter mostrare la propria vera sensibilità ai suoi rozzi amici. Julia è contenta di aver già vomitato.
Selena ha un debole per chiunque mostri di aver bisogno di lei. Qualcuno definirebbe arrogante la sua convinzione di poter dare una mano dove nessun altro ci riuscirebbe, ma il fatto è che a volte ne è capace davvero. Julia lo sa per esperienza. Puoi raccontare a Selena qualsiasi cosa e lei, a differenza di chiunque altro al mondo, non risponderà mai con parole che ti fanno venire voglia di picchiare sia lei sia te stessa per non aver tenuto la bocca chiusa. E cosí, persone che non parlano mai con nessuno, parlano con Selena. Chris Harper lo ha capito e ha usato questo sistema per avvicinarsi fino a poterle infilare una mano sotto i vestiti.
Perché anche Selena parla con lui. «Ieri volevo mostrare 1 disegno a mio padre quando mi ha lasciato a casa di mamma. Lui non è voluto entrare nemmeno x 1 sec, ha aspettato in macchina che lo andassi a prendere. A volte mi sembra ke vorrebbero ke non esistessi, cosí non sarebbero obbligati a vedersi».
Non ha mai raccontato a Julia niente del genere. Lei non sapeva neppure che Selena si sentisse cosí.
Si vedono da oltre un mese. A ogni messaggio diventa piú ovvio che Selena ha perso la testa per Chris, è innamorata cotta. Julia non sa decidere chi sia il piú idiota: la ragazza che s’innamora di Chris Harper il Porco, o le sue tre amiche che non si accorgono di nulla. Stringe i denti e pianta un gomito nel muro fino a farsi male.
Arriva a questa mattina. Nessuna meraviglia che Selena le sia sembrata persa piú del solito. Ha appena mollato Chris con il culo per terra.
Il sollievo la fa quasi cadere di schiena sul letto, ma dura solo un secondo. Non può durare. Nemmeno nel messaggio in cui lo lascia Selena riesce a evitare di dire quanto lo ama. E lui ha già risposto chiedendo che cazzo succede e supplicandola di vedersi. Selena non ha risposto, ma basterà qualche giorno di «Mio Dio, ho cosí tanto bisogno di te», e cederà.
Julia lo sente chiaro come un tocco di campana. È la tua occasione. La scelta è tua.
Ci mette un minuto intero per capire cosa significa. È lei a tenere in una mano cosa succederà se lo fa, nell’altra cosa succederà se non lo fa.
Non riesce a respirare. I pensieri le urlano in testa. «Non è giusto, non è giusto, non è giusto! Qualsiasi cosa faccia, mi capiterà… Io Finn non l’ho nemmeno toccato. Non ho fatto nulla per cui debba essere punita».
Le risponde un silenzio chiarissimo: questo non è l’ufficio di McKenna, dove puoi cavillare, piagnucolare scuse tipo: «Signorina, io non ho mai fatto/detto esattamente…» Ingiusto a questo punto è una parola senza senso. La decisione è già stata presa. Lei ha qualche giorno di tempo prima che Selena torni con Chris, e in questa pausa deve fare una scelta.
Pensa di spaccare il telefono contro il muro e allineare i pezzi sul letto della sua amica. Pensa di andare dalla matrona e chiedere di cambiare stanza, oggi stesso. Pensa di nascondersi sotto le coperte a piangere. Alla fine resta seduta sul letto di Selena a guardare il sole che scivola su di lei e sul cellulare che ha in mano, aspettando la campanella e il rumore di passi affrettati per fare la sua mossa.
– Allora? – chiede subito Holly, gettando la borsa sul letto. – Cos’hai fatto?
– Secondo te? Ho vomitato anche l’anima.
– Cioè, era vero? Pensavamo fosse una finta.
Julia lancia un rapido sguardo a Selena, ma lei non sembra insospettita; si è buttata sul letto, senza togliersi l’uniforme, e fissa il muro. Julia è l’ultima cosa che le passa per la mente.
– Una finta per cosa? Per rompermi i coglioni da sola tutto il giorno? Mi sono presa un virus.
Becca tira fuori vestiti dall’armadio, canticchiando. – Restiamo con te? Vogliamo andare al Court, ma pensavamo che saresti venuta anche tu.
– Andate pure. Non sarei una grande compagnia.
– Io resto, – dice Selena, al muro. – Non voglio andare da nessuna parte.
Holly fa una faccia della serie: Ma cos’ha?
Julia scrolla le spalle: Che ne so?
– A proposito –. La testa di Becca emerge dal maglione dell’uniforme, capelli dappertutto. – Stanotte si esce?
– Mi sento di merda, ricordi? – dice Julia. – Voglio solo dormire.
«Possiamo vederci stanotte x favore? – ha scritto Chris a Selena. – Stessa ora stesso posto. Io ci sarò».
– Va bene, – risponde Becca, tranquilla nonostante il tono duro di Julia. Un anno fa sarebbe sobbalzata. Almeno questo, pensa Julia. Almeno una cosa buona. – Allora domani, forse?
– Io ci sto, – risponde Holly, gettando la giacca nell’armadio.
– Io dipende da come mi sento, – dice Julia.
Selena fissa il muro.
La notte Julia non si addormenta. Si rannicchia come fa sempre quando dorme, tiene gli occhi chiusi e fa respiri lunghi e regolari. E ascolta. Mette una mano contro la bocca, per morderla se le viene sonno.
Volta le spalle a Selena, ma sa che non dorme nemmeno lei. La sente muoversi, inquieta. Un paio di volte il suo respiro sembra bagnato di pianto.
Ore dopo, Selena si alza a sedere, lentamente, un movimento alla volta. Trattiene il respiro, resta in ascolto. Julia si costringe a rimanere immobile. Becca russa, con un suono leggero e delicato.
Molto tempo dopo, Selena torna a stendersi. Stavolta Julia è sicura che stia piangendo.
Julia pensa a Chris Harper in attesa nella loro radura, che tira sassi nei cespugli e piscia sul tronco dei cipressi. Desidera che un ramo gli cada addosso e gli spacchi la testa, spargendo il suo cervello melmoso sull’erba. Ma sa che non funziona cosí.
Mercoledí pomeriggio, mentre preparano i libri per il primo periodo di studio, Julia dice: – Stanotte.
– Il virus se n’è andato, eh? – chiede Holly, aggiungendo un quaderno alla sua pila. L’occhiata di traverso dice che non è ancora convinta.
– Se torna, faccio in modo di mirare dalla tua parte.
– Basta che non vomiti mentre passiamo davanti alla stanza della matrona e ci fai scoprire.
– Sei un cuore d’oro, – replica Julia. – Becca, tu ci sei?
– Certo. Mi presti il tuo maglione rosso? Sul mio nero ho una macchia di marmellata, e fuori fa un freddo cane.
– Volentieri –. Non è vero che fa cosí freddo, ma Becca ama prendere cose in prestito e anche darle. Ama tutti i piccoli riti che le rendono unite, un unico spazio caldo e accogliente. Se dipendesse da lei, vivrebbero ininterrottamente l’una nei vestiti dell’altra. – Lenie, stanotte?
Selena alza lo sguardo dalla lista dei compiti, smagrita e con le borse sotto gli occhi. Sono due giorni che è cosí, ma il pensiero di una notte con le altre le accende nello sguardo una scintilla di speranza. – Sí. Ci sono. Ne ho proprio bisogno.
– Anch’io, – dice Julia. Ancora una notte, pensa. L’ultima.
Corrono. Julia parte non appena i piedi toccano l’erba sotto la finestra, e le altre le vanno dietro. Attraversano il grande prato come uno stormo di uccelli selvatici. La guardiola accanto al cancello risplende di luce gialla, ma non c’è problema: il guardiano notturno stacca gli occhi dal laptop solo quando va a fare i suoi giri di perlustrazione, a mezzanotte e alle due. E comunque loro sono invisibili, inaudibili, non proiettano ombre. Potrebbero avvicinarsi quasi fino a toccarlo, con il naso contro i vetri e chiamarlo per nome, e non farebbe una piega. Lo hanno già fatto, per vedere cosa combini là dentro. Gioca a poker online.
Svoltano a destra, facendo schizzare sassolini bianchi da sotto i piedi, corrono sempre piú veloci tra gli alberi, sui sentieri, un bruciore nel petto, un dolore alle costole. Julia corre come se volesse farle decollare tutte verso la luna, grande come la ruota di un carro nel cielo. Quando crollano sull’erba della radura, è riuscita a scacciare il resto dalla sua mente.
Ridono, con quel poco fiato che resta loro nei polmoni. – Gesú, – ansima Holly, piegata in due, con una mano sotto le costole. – Che roba era? Vuoi presentarti al campionato di corsa campestre, l’anno prossimo?
– Basta pensare che dietro di te ci sia suor Cornelius, – replica Julia. La luna è quasi piena, manca solo un pezzetto che si riempirà domani notte. Si sente come se potesse saltare le siepi senza rincorsa, pedalando nell’aria, leggera come un seme di tarassaco. Non è nemmeno senza fiato. – «Ragazze! Siete state piú volte avvertite e informate che è proibito correre sopra piante erbacee e pascoli verdeggianti».
Esplode una risata collettiva. – «La Bibbia ci dice che Nostro Signore Gesú non ha mai corso, e meno che mai galoppato», – sbotta Becca tra le risa.
– «E chi siete voi», – rincara Holly, puntando il dito, – «per pensare o credere di essere migliori di Nostro Signore? Ebbene?»
– «Tu, Holly Mackey».
– «Che razza di nome è questo? Non esiste nessuna santa di nome Holly, perciò da oggi ti chiameremo Bernadette».
– «Tu, Bernadette Mackey, smetti di correre immediatamente».
– «In questo istante, momento e minuto».
– «E dimmi cosa avrebbe pensato di te Nostro Signore. Ebbene?»
Julia nota che Selena non partecipa. È seduta con le braccia intorno alle ginocchia e lo sguardo al cielo. La luna la illumina in pieno, trasformandola in un’immagine visibile solo a metà: una santa, o un fantasma. Sembra assorta in preghiera, e forse è proprio cosí.
Anche Holly guarda Selena e smette di ridere. Dice piano: – Lenie…
Becca si appoggia su un gomito.
Selena non si muove. Dice solo: – Hmm.
– Cosa c’è che non va?
Julia le lancia in testa un pensiero come un sasso: «Non dire niente. Questa è la mia notte, la mia ultima notte, non rovinare tutto».
Selena volta la testa. Per un attimo i suoi occhi stanchi incrociano quelli di Julia. Poi dice a Holly. – Come?
– Sta succedendo qualcosa. Vero?
Selena la guarda con calma, come se stesse ancora aspettando la domanda, ma Holly non sembra intenzionata a lasciar perdere. Julia affonda le unghie nel terreno e dice: – Sembra che hai mal di testa. Si tratta di questo?
Gli occhi stanchi tornano a fissarsi nei suoi. Dopo un lungo momento, Selena risponde: – Sí. Becca, mi tocchi i capelli?
Selena ama farsi accarezzare i capelli. Becca si sposta alle sue spalle e con delicatezza sfila l’elastico. Ciocche dorate ricadono sulla schiena di Selena, quasi fino all’erba. Becca le scuote come un tessuto delicato. Poi ci passa dentro le dita, con un ritmo costante, sicuro. Selena sospira. E non risponde alla domanda di Holly.
Julia stringe in mano un piccolo sasso ovale che ha raccolto scavando nel terreno. Lo ripulisce. L’aria è calda e vibra di minuscole falene e di profumi: un milione di giacinti, l’odore pungente dei cipressi, la terra sulle dita, il sasso freddo contro il palmo della mano. Ormai loro quattro hanno nasi da daini. Se qualcuno tentasse di avvicinarsi di soppiatto, ne sentirebbero l’odore a venti metri di distanza.
Holly si è stesa a terra, un ginocchio accavallato sull’altro e un piede che dondola inquieto. – Da quanto tempo hai mal di testa?
– Gesú! – sbotta Julia. – Lasciala stare.
Becca le osserva da dietro le spalle di Selena, a occhi spalancati, come una bambina che vede litigare i genitori.
– Scusa, eh, – dice Holly. – Ma lei è cosí da giorni, e se un mal di testa dura tanto tempo bisogna andare dal medico.
– Il mal di testa lo stai facendo venire a me.
Becca interviene, a voce troppo alta: – Io ho una paura matta degli esami!
Loro due si voltano a guardarla.
– È normale, – dice Holly. – Ce l’hanno tutti.
Becca fa una faccia come se pensasse che avrebbe fatto meglio a tacere. – Lo so. Ma voglio dire che io ho paura sul serio. Sono terrorizzata.
– Il diploma di medio termine serve proprio a quello, – spiega Holly. – A farci tanta paura cosí ci comporteremo bene. Perciò lo mettono al terzo anno, proprio quando i ragazzi cominciano a uscire e a fare cose. E ti riempiono la testa di storie, tipo che se non prendi il massimo dei voti finirai a lavorare da Burger King tutta la vita. L’idea è terrorizzarci in modo che non pensiamo ad avere un ragazzo, ad andare in discoteca o magari a uscire di notte. Niente distrazioni, altrimenti, oh, nooo! Hamburger con patatine, per favore.
– Non si tratta di Burger King, – replica Becca. – È che… Se per esempio prendo un’insufficienza in Scienze, e poi non posso piú portare Biologia alla maturità?
Julia è cosí sorpresa che quasi dimentica Holly e Selena. Becca non ha mai detto nulla dei suoi programmi una volta finita la scuola. Selena ha sempre desiderato essere un’artista, Holly pensa alla Sociologia, Julia considera sempre piú l’idea del giornalismo; Becca osserva quelle conversazioni come se non avessero nulla a che fare con lei, come se fossero in una lingua straniera che non intende imparare, e dopo resta irritabile per ore.
Holly sembra aver pensato la stessa cosa. – E allora? – chiede. – Non è che devi portare per forza Biologia perché poi vuoi studiare Medicina, giusto? Non sai ancora cosa vuoi fare. O invece lo sai?
– Non ne ho la minima idea. E non m’importa. È solo… – Becca ha la testa china e le sue dita tra i capelli di Selena si muovono sempre piú rapide. – Non voglio trovarmi in classi diverse dalle vostre, l’anno prossimo. Non voglio finire bloccata in una serie di lezioni base mentre voi fate quelle avanzate e cosí non ci vedremo piú e mi troverò seduta di fianco a Orla Burgess per il resto della mia vita. Piuttosto mi uccido.
– Se tu non passi Scienze, – dice Holly, – non passiamo nemmeno io e Lenie. Senza offesa, Lenie, sai cosa intendo –. Selena annuisce leggermente, per evitare di tirare i capelli. – Ci ritroveremo tutte sedute accanto a Orla Burgess. Mica siamo piú intelligenti di te.
Becca scrolla le spalle, senza alzare gli occhi. – Praticamente ho cannato le simulazioni.
Non è vero, è passata con la sufficienza, ma non è quello il punto. Becca avverte qualcosa nell’aria, che la inquieta senza che sappia nemmeno di cosa si tratta. E ha bisogno di sentire che loro quattro sono unite, perché crede che cosí tutto tornerà a posto da solo. Julia sa cosa Becca vorrebbe sentirsi dire: «Non importa quali voti prendiamo. Sceglieremo insieme le nostre materie, tra quelle che vanno bene a tutte e quattro. Chi se ne frega dell’università? Mancano ancora milioni di anni…»
Di solito è Selena a dire cose del genere, e Julia le intima di smetterla con le stronzate e chi non passa l’esame di Inglese cazzi suoi, perché lei preferirebbe baciare Orla Burgess con la lingua piuttosto che seguire il corso base di Inglese con la signorina Fitzpatrick che tira su con il naso ogni dieci secondi.
Ma Selena non dice nulla. È di nuovo persa, gli occhi fissi al cielo e il corpo che ondeggia al ritmo delle dita di Becca.
Allora è Julia a parlare. – Se non passi Scienze, faremo tutte il corso base di Scienze insieme. Posso sopravvivere, anche se rinuncio alla mia carriera di neurochirurgo di fama mondiale.
Becca alza gli occhi, sorpresa, cercando di cogliere il sarcasmo. Ma Julia le sorride, un sorriso vero, e dopo un attimo di confusione Becca sorride a sua volta. Le sue mani si calmano e Selena smette di ondeggiare.
– Io comunque non voglio fare il corso avanzato di Biologia, – dice Holly. Allunga le gambe e intreccia le mani dietro la testa. – Ti fanno sezionare il cuore di una pecora.
Parte un coro di bleah a cui partecipa anche Selena.
Julia si mette il sasso in tasca e si alza in piedi. Piega le ginocchia, fa ondeggiare le braccia e salta. Si libra un attimo sopra la siepe, la testa indietro, la gola rivolta al cielo, poi atterra nell’erba sulle punte, delicata come una ballerina.
Giovedí Julia vomita all’inizio della lezione di Orientamento, mentre suor Cornelius si sta caricando prima di un lungo delirio sui nightclub, il rispetto di sé stessi e ciò che penserebbe Gesú di ecstasy e droghe varie. Già che c’è, Julia pensa che tanto vale risparmiarsi la pappardella.
Il cellulare di Selena è ancora nello stesso posto. Chris le ha mandato altri messaggi prevedibili, ma lei non ha risposto.
Julia gli scrive: «Stanotte all’1. Solito posto. NON rispondere al msg. Vieni e basta». Lo manda, poi lo elimina dalla cartella «Inviati».
Pensa di mettersi a letto a ripassare alcuni argomenti, perché il mondo reale continua a esistere. Che a quello stronzo di Chris e a quella scema di Selena piaccia o no, bisogna comunque preparare l’esame e la giornata è perfetta per studiare a letto. Invece si addormenta all’istante, di un sonno cosí intenso che non riesce a combatterlo.
Si sveglia quando entrano le altre. C’è anche qualcuno che strilla in corridoio. – Oh, mio Dio, – dice Holly, chiudendosi la porta alle spalle. – Sai di che si tratta? Rhona ha sentito che la cugina di non so chi faceva la fila da qualche parte e quel tipo degli One Direction con i capelli da stupido le ha toccato una mano. Non l’ha sposata, l’ha solo toccata. Penso di avere un timpano perforato. Ciao, eh.
– Ho avuto una ricaduta, – dice Julia, tirandosi a sedere sul letto. – Se ne vuoi una prova vieni qui.
– Tranquilla, non te l’ho chiesto –. Holly non sembra interessata a Julia, fissa Selena che fruga nell’armadio, a testa bassa, con i capelli che le nascondono il viso. Muove le mani nel cassetto al rallentatore, come usando tutta la capacità di concentrazione che le resta.
Holly non è stupida. – Ehi, – dice Julia, scuotendo un braccio addormentato. – Se andate al Court mi prendete degli auricolari? Se resto ancora qui da sola senza musica muoio di noia.
– Usa i miei, – dice Becca. Nemmeno Becca è stupida, ma ciò che sta succedendo è al di là del suo orizzonte, perciò non lo registra. Julia vorrebbe metterla a letto, rimboccarle le coperte e tenerla lí al caldo e al sicuro finché non sarà tutto finito.
– Non li voglio, i tuoi, – dice. Le dispiace vedere sul viso di Becca il dolore per il rifiuto, ma non c’è modo di evitarlo. – Mi fanno male. Ho le orecchie della forma sbagliata. Hol? Me lo presti quel deca, alla fine?
Holly, che sta ancora fissando Selena, sembra svegliarsi. – Sí, certo. Quali auricolari vuoi?
La voce ha un tono normale. Julia osa provare un po’ di sollievo. – Quelli rossi, piccoli, uguali a quelli che avevo prima. E portami anche una Coca, per favore. Sono stufa di ginger ale.
Dovrebbe bastare per tenerle occupate. C’è un solo posto al Court che vende gli auricolari rossi: un negozietto di gadget all’ultimo piano in fondo. È l’ultimo posto dove andranno a cercare. Con un po’ di fortuna torneranno giusto in tempo per prendere i libri e mettersi a studiare, e Julia le vedrà solo per pochi secondi.
La consapevolezza che sta evitando le sue amiche la investe con un altro tsunami di sonno. I suoni si allontanano, Holly dice qualcosa, Becca sbatte l’anta del comodino. Rhona sta ancora blaterando e in corridoio risuona una canzone dolce, leggera e veloce. I’ve got so far, I’ve got so far left to… e Julia dorme già.
Quella notte, quando si spengono le luci, Julia si rende conto che il sonno le è servito: adesso è sveglia come un grillo e non potrebbe addormentarsi nemmeno se volesse. Mentre le altre, stanchissime dopo la notte scorsa, sono fuori combattimento.
– Lenie, – dice piano, nella stanza buia. Non ha idea di cosa dire nel caso Selena risponda, ma intorno a lei nessuna si muove.
– Lenie, – un po’ piú forte.
Nulla. Le altre sembrano drogate, da quanto dormono sodo. Julia può fare ciò che vuole. Nessuno la fermerà.
Si alza e si veste. Shorts di jeans, maglietta scollata, Converse, felpa rosa. Julia è nel club di arte drammatica, sa cosa vuol dire interpretare un ruolo. Non si preoccupa di muoversi in silenzio.
La luce del corridoio dà alla lunetta di vetro sopra la porta un bagliore grigio. La fa aumentare con la volontà e guarda le altre. Holly è stesa sulla schiena, Becca è raggomitolata come un gattino, Selena è un mulinello di capelli d’oro e dita sul cuscino. Il loro respiro si è fatto piú rumoroso. Un attimo prima di aprire la porta e scivolare in corridoio, sente di odiarle.
Fuori la notte è diversa. L’aria è calda e irrequieta, la luna enorme e troppo vicina. I rumori sono piú netti, come se volessero metterla alla prova: rametti spezzati tra i cespugli, per vedere se sussulta, frusciare di foglie alle sue spalle per farla voltare di scatto. Qualcosa si aggira tra gli alberi, con un richiamo acuto che le corre lungo la spina dorsale come un avvertimento, forse rivolto a qualcun altro, forse a lei. È passato cosí tanto tempo da quando aveva paura di ciò che poteva nascondersi nel parco che se n’era dimenticata. Accelera il passo e si convince che è perché è sola, e per nessun altro motivo.
Arriva in anticipo alla radura. Si nasconde dietro un cipresso, appoggiandosi al tronco, e ascolta il proprio cuore battere contro la corteccia. L’animale di prima l’ha seguita, e lancia di nuovo quel richiamo acuto, in alto tra gli alberi. Julia alza la testa ma non riesce a vederlo. È troppo veloce: registra solo l’ombra di un’ala lunga e sottile, con la coda dell’occhio.
Anche Chris è in anticipo. Julia lo sente arrivare da lontano. O almeno, spera che sia lui, altrimenti c’è qualcosa di grosso che si muove sul sentiero senza curarsi di tutto il rumore che fa. Julia ha i denti sulla corteccia del cipresso e ne sente il sapore acre, selvatico, sulla lingua.
Poi Chris emerge nella radura. Alto, con la schiena dritta, in ascolto.
La luce lunare lo trasforma. Di giorno è solo uno di St Colm, carino per chi ama i fast-food e affascinante se ti piacciono le conversazioni dove sai già tutto in anticipo. Ma lí è qualcosa di piú: bello, di una bellezza che sembra destinata a durare per sempre.
Julia sente, con la forza di una scossa elettrica, che quel ragazzo non dovrebbe trovarsi lí. Il Chris Harper che conosce lei, il segugio da tette un po’ stupido, può venire al parco e fare lo stupido come gli pare e andarsene tranquillo e felice, piú o meno come una volpe o un gatto in calore; la macchia di cipressi non sposterebbe nemmeno un ramo per notare un animale cosí comune intento a fare ciò che fanno quelli della sua specie. Ma i cipressi hanno notato il ragazzo che è lí stanotte. Corpo scolpito nel marmo bianco, testa sollevata, labbra socchiuse: la radura gli riserva un ruolo da interpretare.
Julia comprende che l’unica cosa intelligente da fare è tagliare la corda. Tutto questo è piú grande di lei. Meglio allontanarsi in totale silenzio e tornarsene a letto. Chris penserà che Selena abbia voluto solo prenderlo in giro e se ne andrà incazzato. Forse la radura gli permetterà di tornare a essere il Chris Harper normale. E forse tutto scomparirà da solo.
Ma non è cosí. Ciò che l’ha convinta a venire qui non è cambiato. Se stanotte non fa qualcosa, sarà Selena a farla, domani o la prossima settimana, o quella dopo ancora.
Julia avanza nell’erba e avverte la luce fredda della luna sulla schiena. Alle sue spalle, i cipressi si fanno attenti.
Chris si volta di scatto e le viene incontro a braccia tese, il viso illuminato di pura gioia. È ancora piú bravo di quanto lei credesse, nessuna meraviglia che Lenie ci sia caduta. Quando la riconosce, si ferma di botto come un personaggio dei cartoni animati.
– Cosa ci fai qui? – chiede.
– Che adulatore, – ribatte lei, prima di riuscire a fermarsi. Sa bene che non è il caso di fare del sarcasmo, stanotte. Sa esattamente cosa fare. Ha osservato tante ragazze assumere le forme giuste, stringendo i lacci fino a restare senza fiato. Batte le ciglia e fa una risatina, in puro stile Joanne. – Chi aspettavi?
Chris scosta la frangetta dal viso. – Nessuno. Non sono affari tuoi. Hai un appuntamento con qualcuno?
I suoi occhi guardano tutto meno lei, sono sul sentiero e si voltano a ogni fruscio. Vuole solo che lei se ne vada in fretta, prima che arrivi Selena.
– Ho un appuntamento con te, – risponde Julia, guardandolo da sotto in su. – Ciao.
– Cosa? Ma di che parli?
– Sono io che ti ho mandato quel messaggio.
Chris si fa attento. – Dici sul serio?
Julia si produce in una combinazione di scrollata di spalle, mossetta e risatina.
Chris si sposta per la radura, in cerchio, a passi rapidi. È furioso con lei, perché non è Selena e perché gli ha visto quell’espressione in faccia. Julia capisce che avrebbe dovuto prepararsi meglio.
Con una voce di un’ottava piú alta, tra il piagnucolio e la sottomissione al ragazzo grande e importante, chiede: – Sei arrabbiato con me?
– Ma piantala, cazzo.
– Mi dispiace moltissimo di… be’, di averti preso in giro. Volevo solo… – China la testa e lo guarda di sbieco. Voce emozionata: – Volevo incontrarti. In privato. Sai cosa voglio dire.
Chris si blocca e la osserva. La rabbia si calma. Ora è interessato.
– Potevi venire a parlarmi in qualsiasi momento. Al Court, dovunque. Come fanno le persone normali.
– Sí, se non fossi cosí popolare, – protesta lei, labbra in fuori, imbronciata. – C’è sempre la fila, per avvicinarsi a te.
Ed ecco l’inizio di un sorriso compiaciuto all’angolo della bocca di Chris. È cosí facile che Julia quasi non ci crede. All’improvviso capisce perché le altre lo fanno sempre. – Allora… – aggiunge, spingendo le tette in fuori. – Possiamo, tipo… sederci e parlare?
Chris è diffidente. – Come…? Quel telefono da cui mi hai mandato il messaggio. Come l’hai…?
Vuol sapere se Selena ha partecipato al complotto. Julia considera se lasciarglielo credere, ma non vuol rischiare che lui si metta a parlare solo di Selena, complicando tutto. Decide di dirgli una parte della verità. – Io e Selena siamo nella stessa stanza. Ho trovato il suo cellulare e ho letto i tuoi messaggi.
– Caspita –. Chris fa un passo indietro, alzando le mani. – Sai di noi due?
Julia fa una risatina seducente. – Sono una ragazza intelligente.
– Gesú –. Sul viso di Chris appare una smorfia di disgusto. – Ma non siete amiche? Voglio dire, so che le ragazze possono essere stronze, ma qui siamo a livelli speciali.
– Non sai quanto, – ribatte lei, senza patina zuccherata nella voce, e per un attimo il genio aggrotta la fronte. Ma prima che cominci a chiedersi se si tratta di un piano mirato a prenderlo per il culo, Julia estrae un preservativo dalla tasca della felpa e glielo mostra.
Quella vista fa uscire ogni pensiero dalla testa di Chris. Spalanca gli occhi. Si aspettava uno sbaciucchiamento e una lotta per infilare le mani nel reggiseno. L’altra possibilità non gli era nemmeno passata per la mente.
– Fai sul serio? – chiede, esitante. – Voglio dire, ci siamo parlati… forse tre volte in tutto?
Julia riesce a ridacchiare. – Ma dài. James Gillen deve averti detto di me, no?
Chris scrolla le spalle, a disagio. – Be’, sí, ma James dice un sacco di stronzate. Pensavo che tu l’avessi mandato a cagare e lui volesse vendicarsi.
Per un attimo, Julia resta scossa. Era convinta che tutti avessero creduto a quello stronzo di James Gillen, e invece Chris, l’ultima persona che… La creatura emette di nuovo il suo richiamo, tra i rami dei cipressi. Julia è sommersa da un’ondata di ripensamenti. Si chiede se Chris facesse davvero sul serio, con quei messaggi a Selena, se le cose che scriveva fossero vere. Se lui sia una persona che potrebbe piacerle, invece di… Sono tutti colpi che spezzano le sue difese. Ancora un secondo e la sua determinazione sarà distrutta.
– James è uno stronzo, non c’è dubbio. Ma non ha mentito del tutto. È il XXI secolo, sí o no? Anche alle ragazze può piacere fare sesso? Tu sei un bel ragazzo e ho sentito dire che baci benissimo. Non m’interessa sapere altro. Non è che voglio sposarti.
Chris non può essere cosí innamorato di Selena, dopotutto, se no non sarebbe ipnotizzato dal preservativo. Fa un passo avanti.
– Rallenta un attimo, – dice Julia, respingendolo con le mani e arricciando il naso per ammorbidire il gesto. – Prima una cosa: io non condivido un ragazzo con la mia migliore amica. Non m’interessa se ti fai le altre, ma Selena è fuori dal menu, a partire da adesso. D’accordo?
– Cosa? – I pensieri di Chris sono focalizzati sul preservativo, ma riesce comunque ad aggrottare la fronte. – Hai detto che non t’importava se stavamo insieme.
– Guarda che parlo sul serio. Se tenti di stare con tutte e due lo scopro subito. Terrò d’occhio Selena e il suo telefono. Continuerò a mandarti messaggi da quel cellulare, cosí saprai che non scherzo. Se provi a fare il furbo, lo dico a Selena e non avrai mai piú nessuna possibilità con nessuna delle due. Se invece la lasci stare, ma completamente, niente messaggi, niente di niente, ogni volta che tu e io ne avremo la possibilità…
Scuote la bustina del preservativo. È stato facile procurarselo. Al Court, in tutti i bagni ci sono distributori coperti di volantini sulle gravidanze indesiderate. «Vado al cesso un secondo», poi si è alzata dal bordo della fontana ed era già lontana prima che una delle altre potesse decidere di seguirla. Fuggire era facilissimo, se volevi. È solo che finora nessuna di loro ha mai voluto farlo.
Chris non si è mosso. – C’è qualche problema? – dice Julia. – Insomma, l’unico motivo per cui un ragazzo rifiuterebbe un simile accordo è se fosse gay. Se lo sei per me zero problemi, ma almeno dimmelo, cosí mi trovo un altro compagno di giochi.
– È solo che non mi sembra una buona idea, – replica lui.
Sa che c’è qualcosa di strano, e pensa di poter scoprire di cosa si tratta. Povero bastardo, non ce la può fare. – Chi se ne frega? – insiste Julia. – Guarda, non hai niente da perdere: Selena comunque non vuole piú vederti, altrimenti avrebbe risposto ai tuoi messaggi. E anche se ora volti le spalle e te ne torni a casa, io le dirò che l’abbiamo fatto. Perciò tanto vale farlo davvero.
Gli fa un sorriso sensuale e abbassa la cerniera della felpa. Riesce a leggere i pensieri che gli passano per la testa come se fossero stampati. Vede le ferite lasciate dall’assenza di Selena, il buco nero della delusione di non aver trovato lei nella radura, stanotte. L’odio per Selena e tutte le ragazze con cui è stato, e l’odio per Julia piú di tutte. Vede il momento in cui si decide. Ricambia il sorriso e allunga la mano verso il preservativo.
Julia sa cosa aspettarsi. Il vento nei cipressi che sale fino a diventare l’ululato di un branco di lupi in caccia, il verso ammonitore della creatura di prima che si perde nel cielo nero. La radura che ondeggia sotto di lei. La luna che va in pezzi e schegge taglienti la aprono in due, dal ventre alla gola. L’odore del sangue che viene da dentro. Il dolore in un lampo accecante.
Ma non succede nulla del genere. La radura è solo una piccola distesa di erba ben curata. I cipressi sono alberi che un giardiniere ha piantato perché richiedevano poca manutenzione. Il richiamo tra gli alberi risuona ancora, ma non è piú minaccioso: si tratta solo di un uccello che strilla perché è l’unica cosa che sa fare. Anche il dolore non è niente di speciale, solo un fastidio sordo. Julia sposta il sedere da sopra un sasso aguzzo e fa una smorfia verso il cielo, mentre Chris si muove sopra di lei. La luna è piatta e senza luce come un disco di carta incollato al cielo.