24.
Uno dei talenti di Julia è la capacità di
vomitare a comando. Alle elementari era molto piú fico, perché da
piccolo nessuno pensa che vomitare in pubblico non sia molto
dignitoso. Le serviva anche a guadagnare un po’ di spiccioli, in un
modo o nell’altro, ma questo suo talento non ha perso del tutto la
sua utilità. È solo che ora lei lo riserva esclusivamente alle
occasioni speciali.
Il 23 aprile, martedí mattina, a Chris Harper
restano poco piú di tre settimane di vita. A colazione Julia mangia
molto e di tutto, perché un’artista ha il proprio orgoglio
professionale; aspetta di essere a metà lezione di Economia
domestica, e fa una vomitata pirotecnica sul pavimento dell’aula.
Orla Burgess è a tiro, ma Julia resiste alla tentazione: il suo
piano non prevede che Orla venga mandata in camera a cambiarsi. La
signorina Rooney la spedisce subito in infermeria e Julia esce
tenendosi la pancia. Holly e Becca sono sorprese, Selena guarda
fuori dalla finestra come se non avesse notato nulla. Joanne
sorride, sta già pensando di spargere la voce che Julia Harte è
incinta, mentre Gemma le lancia uno sguardo di approvazione che è
come una strizzata d’occhio.
Julia finge gambe malferme e qualche conato
represso per l’infermiera, risponde alle solite domande sul ciclo:
anche se ti rompi una gamba l’infermiera vuole sempre sapere quando
hai avuto il ciclo l’ultima volta. Julia sospetta che basti un
giorno di ritardo per subire un interrogatorio dalle suore. Pochi
minuti dopo è a letto, con un bicchiere di ginger ale sgasato e
un’espressione patetica. Dopodiché, l’infermiera la lascia
sola.
Julia lavora in fretta, seguendo il piano:
prima la parte dell’armadio di Selena, poi il suo letto, e se non
trova nulla lí toglierà il fondo del comodino di Selena (hanno
scoperto come fare durante lo scorso trimestre, quando Becca aveva
perso la sua chiave). Se non trova nulla nemmeno lí non sa che
altro cazzo fare.
Ma non ci vuole molto. Passando la mano sul
bordo del materasso, tra il letto di Selena e il muro, trova un
rigonfiamento. Un taglio preciso nel coprimaterasso, e dentro,
sorpresa, sorpresa, un cellulare, rosa, piccolo e adorabile,
proprio come quello che Alison ha comprato da Joanne. Chris deve
averne presi parecchi, uno per ogni ragazza fortunata che
desiderava onorare con il suo cazzo. Fino a questo momento, Julia
pensava ancora che ci fosse una possibilità che Gemma le avesse
mentito.
Selena non ha messo una password, e Julia non
perde tempo con i sensi di colpa: apre subito i messaggi e comincia
a leggere.
«Penso ancora al ballo, vorrei tanto
rivederti».
Quel messaggio è come un pugno allo stomaco.
Si è chiesta come e quando Chris abbia abbordato Selena, ha
riesaminato ogni volta che sono andate al Court, in cerca di dieci
minuti in cui Lenie sia rimasta non protetta, e ha scoperto solo
che loro quattro sono sempre insieme, in un modo un po’
inquietante. Non ha trovato nemmeno una volta in cui poter dire con
sicurezza che una di loro è andata in bagno da sola. E invece si è
sempre trattato di quel ballo di San Valentino del cazzo. Mentre
lei era fuori e assaporava il rum e il sorriso di Finn e la novità
in ogni boccata d’aria fredda, Selena stava esplorando anche lei
nuovi territori. E qualcosa le osservava e, senza rabbia,
cominciava a decidere quale sarebbe stata la loro punizione.
Continua a leggere. Chris è bravissimo, resta
impressionata. Ha capito perfettamente Selena fin dall’inizio:
un’allusione al sesso, o anche solo a una relazione romantica, e
lei si sarebbe allontanata. Cosí lui ha sempre evitato del tutto
tali argomenti, dilungandosi sui problemi della sorella emo, sui
genitori che non lo capiscono, o su come lo ferisce non poter
mostrare la propria vera sensibilità ai suoi rozzi amici. Julia è
contenta di aver già vomitato.
Selena ha un debole per chiunque mostri di
aver bisogno di lei. Qualcuno definirebbe arrogante la sua
convinzione di poter dare una mano dove nessun altro ci
riuscirebbe, ma il fatto è che a volte ne è capace davvero. Julia
lo sa per esperienza. Puoi raccontare a Selena qualsiasi cosa e
lei, a differenza di chiunque altro al mondo, non risponderà mai
con parole che ti fanno venire voglia di picchiare sia lei sia te
stessa per non aver tenuto la bocca chiusa. E cosí, persone che non
parlano mai con nessuno, parlano con Selena. Chris Harper lo ha
capito e ha usato questo sistema per avvicinarsi fino a poterle
infilare una mano sotto i vestiti.
Perché anche Selena parla con lui. «Ieri
volevo mostrare 1 disegno a mio padre quando mi ha lasciato a casa
di mamma. Lui non è voluto entrare nemmeno x 1 sec, ha aspettato in
macchina che lo andassi a prendere. A volte mi sembra ke vorrebbero
ke non esistessi, cosí non sarebbero obbligati a vedersi».
Non ha mai raccontato a Julia niente del
genere. Lei non sapeva neppure che Selena si sentisse cosí.
Si vedono da oltre un mese. A ogni messaggio
diventa piú ovvio che Selena ha perso la testa per Chris, è
innamorata cotta. Julia non sa decidere chi sia il piú idiota: la
ragazza che s’innamora di Chris Harper il Porco, o le sue tre
amiche che non si accorgono di nulla. Stringe i denti e pianta un
gomito nel muro fino a farsi male.
Arriva a questa mattina. Nessuna meraviglia
che Selena le sia sembrata persa piú del solito. Ha appena mollato
Chris con il culo per terra.
Il sollievo la fa quasi cadere di schiena sul
letto, ma dura solo un secondo. Non può durare. Nemmeno nel
messaggio in cui lo lascia Selena riesce a evitare di dire quanto
lo ama. E lui ha già risposto chiedendo che cazzo succede e
supplicandola di vedersi. Selena non ha risposto, ma basterà
qualche giorno di «Mio Dio, ho cosí tanto bisogno di te», e
cederà.
Julia lo sente chiaro come un tocco di
campana. È la tua occasione. La scelta è
tua.
Ci mette un minuto intero per capire cosa
significa. È lei a tenere in una mano cosa succederà se lo fa,
nell’altra cosa succederà se non lo fa.
Non riesce a respirare. I pensieri le urlano
in testa. «Non è giusto, non è giusto, non è giusto! Qualsiasi cosa
faccia, mi capiterà… Io Finn non l’ho nemmeno toccato. Non ho fatto nulla per cui debba essere
punita».
Le risponde un silenzio chiarissimo: questo
non è l’ufficio di McKenna, dove puoi cavillare, piagnucolare scuse
tipo: «Signorina, io non ho mai fatto/detto esattamente…»
Ingiusto a questo punto è una parola
senza senso. La decisione è già stata presa. Lei ha qualche giorno
di tempo prima che Selena torni con Chris, e in questa pausa deve
fare una scelta.
Pensa di spaccare il telefono contro il muro e
allineare i pezzi sul letto della sua amica. Pensa di andare dalla
matrona e chiedere di cambiare stanza, oggi stesso. Pensa di
nascondersi sotto le coperte a piangere. Alla fine resta seduta sul
letto di Selena a guardare il sole che scivola su di lei e sul
cellulare che ha in mano, aspettando la campanella e il rumore di
passi affrettati per fare la sua mossa.
– Allora? – chiede subito Holly, gettando la
borsa sul letto. – Cos’hai fatto?
– Secondo te? Ho vomitato anche l’anima.
– Cioè, era vero? Pensavamo fosse una
finta.
Julia lancia un rapido sguardo a Selena, ma
lei non sembra insospettita; si è buttata sul letto, senza
togliersi l’uniforme, e fissa il muro. Julia è l’ultima cosa che le
passa per la mente.
– Una finta per cosa? Per rompermi i coglioni
da sola tutto il giorno? Mi sono presa un virus.
Becca tira fuori vestiti dall’armadio,
canticchiando. – Restiamo con te? Vogliamo andare al Court, ma
pensavamo che saresti venuta anche tu.
– Andate pure. Non sarei una grande
compagnia.
– Io resto, – dice Selena, al muro. – Non
voglio andare da nessuna parte.
Holly fa una faccia della serie: Ma cos’ha?
Julia scrolla le spalle: Che ne so?
– A proposito –. La testa di Becca emerge dal
maglione dell’uniforme, capelli dappertutto. – Stanotte si
esce?
– Mi sento di merda, ricordi? – dice Julia. –
Voglio solo dormire.
«Possiamo vederci stanotte x favore? – ha
scritto Chris a Selena. – Stessa ora stesso posto. Io ci
sarò».
– Va bene, – risponde Becca, tranquilla
nonostante il tono duro di Julia. Un anno fa sarebbe sobbalzata.
Almeno questo, pensa Julia.
Almeno una cosa buona. – Allora
domani, forse?
– Io ci sto, – risponde Holly, gettando la
giacca nell’armadio.
– Io dipende da come mi sento, – dice
Julia.
Selena fissa il muro.
La notte Julia non si addormenta. Si
rannicchia come fa sempre quando dorme, tiene gli occhi chiusi e fa
respiri lunghi e regolari. E ascolta. Mette una mano contro la
bocca, per morderla se le viene sonno.
Volta le spalle a Selena, ma sa che non dorme
nemmeno lei. La sente muoversi, inquieta. Un paio di volte il suo
respiro sembra bagnato di pianto.
Ore dopo, Selena si alza a sedere, lentamente,
un movimento alla volta. Trattiene il respiro, resta in ascolto.
Julia si costringe a rimanere immobile. Becca russa, con un suono
leggero e delicato.
Molto tempo dopo, Selena torna a stendersi.
Stavolta Julia è sicura che stia piangendo.
Julia pensa a Chris Harper in attesa nella
loro radura, che tira sassi nei cespugli e piscia sul tronco dei
cipressi. Desidera che un ramo gli cada addosso e gli spacchi la
testa, spargendo il suo cervello melmoso sull’erba. Ma sa che non
funziona cosí.
Mercoledí pomeriggio, mentre preparano i libri
per il primo periodo di studio, Julia dice: – Stanotte.
– Il virus se n’è andato, eh? – chiede Holly,
aggiungendo un quaderno alla sua pila. L’occhiata di traverso dice
che non è ancora convinta.
– Se torna, faccio in modo di mirare dalla tua
parte.
– Basta che non vomiti mentre passiamo davanti
alla stanza della matrona e ci fai scoprire.
– Sei un cuore d’oro, – replica Julia. –
Becca, tu ci sei?
– Certo. Mi presti il tuo maglione rosso? Sul
mio nero ho una macchia di marmellata, e fuori fa un freddo
cane.
– Volentieri –. Non è vero che fa cosí freddo,
ma Becca ama prendere cose in prestito e anche darle. Ama tutti i
piccoli riti che le rendono unite, un unico spazio caldo e
accogliente. Se dipendesse da lei, vivrebbero ininterrottamente
l’una nei vestiti dell’altra. – Lenie, stanotte?
Selena alza lo sguardo dalla lista dei
compiti, smagrita e con le borse sotto gli occhi. Sono due giorni
che è cosí, ma il pensiero di una notte con le altre le accende
nello sguardo una scintilla di speranza. – Sí. Ci sono. Ne ho
proprio bisogno.
– Anch’io, – dice Julia. Ancora una notte, pensa. L’ultima.
Corrono. Julia parte non appena i piedi
toccano l’erba sotto la finestra, e le altre le vanno dietro.
Attraversano il grande prato come uno stormo di uccelli selvatici.
La guardiola accanto al cancello risplende di luce gialla, ma non
c’è problema: il guardiano notturno stacca gli occhi dal laptop
solo quando va a fare i suoi giri di perlustrazione, a mezzanotte e
alle due. E comunque loro sono invisibili, inaudibili, non
proiettano ombre. Potrebbero avvicinarsi quasi fino a toccarlo, con
il naso contro i vetri e chiamarlo per nome, e non farebbe una
piega. Lo hanno già fatto, per vedere cosa combini là dentro. Gioca
a poker online.
Svoltano a destra, facendo schizzare sassolini
bianchi da sotto i piedi, corrono sempre piú veloci tra gli alberi,
sui sentieri, un bruciore nel petto, un dolore alle costole. Julia
corre come se volesse farle decollare tutte verso la luna, grande
come la ruota di un carro nel cielo. Quando crollano sull’erba
della radura, è riuscita a scacciare il resto dalla sua
mente.
Ridono, con quel poco fiato che resta loro nei
polmoni. – Gesú, – ansima Holly, piegata in due, con una mano sotto
le costole. – Che roba era? Vuoi presentarti al campionato di corsa
campestre, l’anno prossimo?
– Basta pensare che dietro di te ci sia suor
Cornelius, – replica Julia. La luna è quasi piena, manca solo un
pezzetto che si riempirà domani notte. Si sente come se potesse
saltare le siepi senza rincorsa, pedalando nell’aria, leggera come
un seme di tarassaco. Non è nemmeno senza fiato. – «Ragazze! Siete
state piú volte avvertite e informate che è proibito correre sopra
piante erbacee e pascoli verdeggianti».
Esplode una risata collettiva. – «La Bibbia ci
dice che Nostro Signore Gesú non ha mai corso, e meno che mai
galoppato», – sbotta Becca tra le risa.
– «E chi siete voi», – rincara Holly, puntando
il dito, – «per pensare o credere di essere migliori di Nostro
Signore? Ebbene?»
– «Tu, Holly Mackey».
– «Che razza di nome è questo? Non esiste
nessuna santa di nome Holly, perciò da oggi ti chiameremo
Bernadette».
– «Tu, Bernadette Mackey, smetti di correre
immediatamente».
– «In questo istante, momento e minuto».
– «E dimmi cosa avrebbe pensato di te Nostro
Signore. Ebbene?»
Julia nota che Selena non partecipa. È seduta
con le braccia intorno alle ginocchia e lo sguardo al cielo. La
luna la illumina in pieno, trasformandola in un’immagine visibile
solo a metà: una santa, o un fantasma. Sembra assorta in preghiera,
e forse è proprio cosí.
Anche Holly guarda Selena e smette di ridere.
Dice piano: – Lenie…
Becca si appoggia su un gomito.
Selena non si muove. Dice solo: – Hmm.
– Cosa c’è che non va?
Julia le lancia in testa un pensiero come un
sasso: «Non dire niente. Questa è la mia notte, la mia ultima
notte, non rovinare tutto».
Selena volta la testa. Per un attimo i suoi
occhi stanchi incrociano quelli di Julia. Poi dice a Holly. –
Come?
– Sta succedendo qualcosa. Vero?
Selena la guarda con calma, come se stesse
ancora aspettando la domanda, ma Holly non sembra intenzionata a
lasciar perdere. Julia affonda le unghie nel terreno e dice: –
Sembra che hai mal di testa. Si tratta di questo?
Gli occhi stanchi tornano a fissarsi nei suoi.
Dopo un lungo momento, Selena risponde: – Sí. Becca, mi tocchi i
capelli?
Selena ama farsi accarezzare i capelli. Becca
si sposta alle sue spalle e con delicatezza sfila l’elastico.
Ciocche dorate ricadono sulla schiena di Selena, quasi fino
all’erba. Becca le scuote come un tessuto delicato. Poi ci passa
dentro le dita, con un ritmo costante, sicuro. Selena sospira. E
non risponde alla domanda di Holly.
Julia stringe in mano un piccolo sasso ovale
che ha raccolto scavando nel terreno. Lo ripulisce. L’aria è calda
e vibra di minuscole falene e di profumi: un milione di giacinti,
l’odore pungente dei cipressi, la terra sulle dita, il sasso freddo
contro il palmo della mano. Ormai loro quattro hanno nasi da daini.
Se qualcuno tentasse di avvicinarsi di soppiatto, ne sentirebbero
l’odore a venti metri di distanza.
Holly si è stesa a terra, un ginocchio
accavallato sull’altro e un piede che dondola inquieto. – Da quanto
tempo hai mal di testa?
– Gesú! – sbotta Julia. – Lasciala
stare.
Becca le osserva da dietro le spalle di
Selena, a occhi spalancati, come una bambina che vede litigare i
genitori.
– Scusa, eh, – dice Holly. – Ma lei è cosí da
giorni, e se un mal di testa dura tanto tempo bisogna andare dal
medico.
– Il mal di testa lo stai facendo venire a
me.
Becca interviene, a voce troppo alta: – Io ho
una paura matta degli esami!
Loro due si voltano a guardarla.
– È normale, – dice Holly. – Ce l’hanno
tutti.
Becca fa una faccia come se pensasse che
avrebbe fatto meglio a tacere. – Lo so. Ma voglio dire che io ho
paura sul serio. Sono terrorizzata.
– Il diploma di medio termine serve proprio a
quello, – spiega Holly. – A farci tanta paura cosí ci comporteremo
bene. Perciò lo mettono al terzo anno, proprio quando i ragazzi
cominciano a uscire e a fare cose. E ti riempiono la testa di
storie, tipo che se non prendi il massimo dei voti finirai a
lavorare da Burger King tutta la vita. L’idea è terrorizzarci in
modo che non pensiamo ad avere un ragazzo, ad andare in discoteca o
magari a uscire di notte. Niente distrazioni, altrimenti, oh, nooo!
Hamburger con patatine, per favore.
– Non si tratta di Burger King, – replica
Becca. – È che… Se per esempio prendo un’insufficienza in Scienze,
e poi non posso piú portare Biologia alla maturità?
Julia è cosí sorpresa che quasi dimentica
Holly e Selena. Becca non ha mai detto
nulla dei suoi programmi una volta finita la scuola. Selena ha
sempre desiderato essere un’artista, Holly pensa alla Sociologia,
Julia considera sempre piú l’idea del giornalismo; Becca osserva
quelle conversazioni come se non avessero nulla a che fare con lei,
come se fossero in una lingua straniera che non intende imparare, e
dopo resta irritabile per ore.
Holly sembra aver pensato la stessa cosa. – E
allora? – chiede. – Non è che devi portare per forza Biologia
perché poi vuoi studiare Medicina, giusto? Non sai ancora cosa vuoi
fare. O invece lo sai?
– Non ne ho la minima idea. E non m’importa. È
solo… – Becca ha la testa china e le sue dita tra i capelli di
Selena si muovono sempre piú rapide. – Non voglio trovarmi in
classi diverse dalle vostre, l’anno prossimo. Non voglio finire
bloccata in una serie di lezioni base mentre voi fate quelle
avanzate e cosí non ci vedremo piú e mi troverò seduta di fianco a
Orla Burgess per il resto della mia vita. Piuttosto mi
uccido.
– Se tu non passi Scienze, – dice Holly, – non
passiamo nemmeno io e Lenie. Senza offesa, Lenie, sai cosa intendo
–. Selena annuisce leggermente, per evitare di tirare i capelli. –
Ci ritroveremo tutte sedute accanto a Orla Burgess. Mica siamo piú
intelligenti di te.
Becca scrolla le spalle, senza alzare gli
occhi. – Praticamente ho cannato le simulazioni.
Non è vero, è passata con la sufficienza, ma
non è quello il punto. Becca avverte qualcosa nell’aria, che la
inquieta senza che sappia nemmeno di cosa si tratta. E ha bisogno
di sentire che loro quattro sono unite, perché crede che cosí tutto
tornerà a posto da solo. Julia sa cosa Becca vorrebbe sentirsi
dire: «Non importa quali voti prendiamo. Sceglieremo insieme le
nostre materie, tra quelle che vanno bene a tutte e quattro. Chi se
ne frega dell’università? Mancano ancora milioni di anni…»
Di solito è Selena a dire cose del genere, e
Julia le intima di smetterla con le stronzate e chi non passa
l’esame di Inglese cazzi suoi, perché lei preferirebbe baciare Orla
Burgess con la lingua piuttosto che seguire il corso base di
Inglese con la signorina Fitzpatrick che tira su con il naso ogni
dieci secondi.
Ma Selena non dice nulla. È di nuovo persa,
gli occhi fissi al cielo e il corpo che ondeggia al ritmo delle
dita di Becca.
Allora è Julia a parlare. – Se non passi
Scienze, faremo tutte il corso base di Scienze insieme. Posso
sopravvivere, anche se rinuncio alla mia carriera di neurochirurgo
di fama mondiale.
Becca alza gli occhi, sorpresa, cercando di
cogliere il sarcasmo. Ma Julia le sorride, un sorriso vero, e dopo
un attimo di confusione Becca sorride a sua volta. Le sue mani si
calmano e Selena smette di ondeggiare.
– Io comunque non voglio fare il corso
avanzato di Biologia, – dice Holly. Allunga le gambe e intreccia le
mani dietro la testa. – Ti fanno sezionare il cuore di una
pecora.
Parte un coro di bleah a cui partecipa anche Selena.
Julia si mette il sasso in tasca e si alza in
piedi. Piega le ginocchia, fa ondeggiare le braccia e salta. Si
libra un attimo sopra la siepe, la testa indietro, la gola rivolta
al cielo, poi atterra nell’erba sulle punte, delicata come una
ballerina.
Giovedí Julia vomita all’inizio della lezione
di Orientamento, mentre suor Cornelius si sta caricando prima di un
lungo delirio sui nightclub, il rispetto di sé stessi e ciò che
penserebbe Gesú di ecstasy e droghe varie. Già che c’è, Julia pensa
che tanto vale risparmiarsi la pappardella.
Il cellulare di Selena è ancora nello stesso
posto. Chris le ha mandato altri messaggi prevedibili, ma lei non
ha risposto.
Julia gli scrive: «Stanotte all’1. Solito posto. NON rispondere al msg.
Vieni e basta». Lo manda, poi lo elimina dalla cartella
«Inviati».
Pensa di mettersi a letto a ripassare alcuni
argomenti, perché il mondo reale continua a esistere. Che a quello
stronzo di Chris e a quella scema di Selena piaccia o no, bisogna
comunque preparare l’esame e la giornata è perfetta per studiare a
letto. Invece si addormenta all’istante, di un sonno cosí intenso
che non riesce a combatterlo.
Si sveglia quando entrano le altre. C’è anche
qualcuno che strilla in corridoio. – Oh, mio Dio, – dice Holly,
chiudendosi la porta alle spalle. – Sai di che si tratta? Rhona ha
sentito che la cugina di non so chi faceva la fila da qualche parte
e quel tipo degli One Direction con i capelli da stupido le ha
toccato una mano. Non l’ha sposata,
l’ha solo toccata. Penso di avere un timpano perforato. Ciao,
eh.
– Ho avuto una ricaduta, – dice Julia,
tirandosi a sedere sul letto. – Se ne vuoi una prova vieni
qui.
– Tranquilla, non te l’ho chiesto –. Holly non
sembra interessata a Julia, fissa Selena che fruga nell’armadio, a
testa bassa, con i capelli che le nascondono il viso. Muove le mani
nel cassetto al rallentatore, come usando tutta la capacità di
concentrazione che le resta.
Holly non è stupida. – Ehi, – dice Julia,
scuotendo un braccio addormentato. – Se andate al Court mi prendete
degli auricolari? Se resto ancora qui da sola senza musica muoio di
noia.
– Usa i miei, – dice Becca. Nemmeno Becca è
stupida, ma ciò che sta succedendo è al di là del suo orizzonte,
perciò non lo registra. Julia vorrebbe metterla a letto,
rimboccarle le coperte e tenerla lí al caldo e al sicuro finché non
sarà tutto finito.
– Non li voglio, i tuoi, – dice. Le dispiace
vedere sul viso di Becca il dolore per il rifiuto, ma non c’è modo
di evitarlo. – Mi fanno male. Ho le orecchie della forma sbagliata.
Hol? Me lo presti quel deca, alla fine?
Holly, che sta ancora fissando Selena, sembra
svegliarsi. – Sí, certo. Quali auricolari vuoi?
La voce ha un tono normale. Julia osa provare
un po’ di sollievo. – Quelli rossi, piccoli, uguali a quelli che
avevo prima. E portami anche una Coca, per favore. Sono stufa di
ginger ale.
Dovrebbe bastare per tenerle occupate. C’è un
solo posto al Court che vende gli auricolari rossi: un negozietto
di gadget all’ultimo piano in fondo. È l’ultimo posto dove andranno
a cercare. Con un po’ di fortuna torneranno giusto in tempo per
prendere i libri e mettersi a studiare, e Julia le vedrà solo per
pochi secondi.
La consapevolezza che sta evitando le sue
amiche la investe con un altro tsunami di sonno. I suoni si
allontanano, Holly dice qualcosa, Becca sbatte l’anta del comodino.
Rhona sta ancora blaterando e in corridoio risuona una canzone
dolce, leggera e veloce. I’ve got so far,
I’ve got so far left to… e Julia dorme già.
Quella notte, quando si spengono le luci,
Julia si rende conto che il sonno le è servito: adesso è sveglia
come un grillo e non potrebbe addormentarsi nemmeno se volesse.
Mentre le altre, stanchissime dopo la notte scorsa, sono fuori
combattimento.
– Lenie, – dice piano, nella stanza buia. Non
ha idea di cosa dire nel caso Selena risponda, ma intorno a lei
nessuna si muove.
– Lenie, – un po’ piú forte.
Nulla. Le altre sembrano drogate, da quanto
dormono sodo. Julia può fare ciò che vuole. Nessuno la
fermerà.
Si alza e si veste. Shorts di jeans, maglietta
scollata, Converse, felpa rosa. Julia è nel club di arte
drammatica, sa cosa vuol dire interpretare un ruolo. Non si
preoccupa di muoversi in silenzio.
La luce del corridoio dà alla lunetta di vetro
sopra la porta un bagliore grigio. La fa aumentare con la volontà e
guarda le altre. Holly è stesa sulla schiena, Becca è raggomitolata
come un gattino, Selena è un mulinello di capelli d’oro e dita sul
cuscino. Il loro respiro si è fatto piú rumoroso. Un attimo prima
di aprire la porta e scivolare in corridoio, sente di
odiarle.
Fuori la notte è diversa. L’aria è calda e
irrequieta, la luna enorme e troppo vicina. I rumori sono piú
netti, come se volessero metterla alla prova: rametti spezzati tra
i cespugli, per vedere se sussulta, frusciare di foglie alle sue
spalle per farla voltare di scatto. Qualcosa si aggira tra gli
alberi, con un richiamo acuto che le corre lungo la spina dorsale
come un avvertimento, forse rivolto a qualcun altro, forse a lei. È
passato cosí tanto tempo da quando aveva paura di ciò che poteva
nascondersi nel parco che se n’era dimenticata. Accelera il passo e
si convince che è perché è sola, e per nessun altro motivo.
Arriva in anticipo alla radura. Si nasconde
dietro un cipresso, appoggiandosi al tronco, e ascolta il proprio
cuore battere contro la corteccia. L’animale di prima l’ha seguita,
e lancia di nuovo quel richiamo acuto, in alto tra gli alberi.
Julia alza la testa ma non riesce a vederlo. È troppo veloce:
registra solo l’ombra di un’ala lunga e sottile, con la coda
dell’occhio.
Anche Chris è in anticipo. Julia lo sente
arrivare da lontano. O almeno, spera che sia lui, altrimenti c’è
qualcosa di grosso che si muove sul sentiero senza curarsi di tutto
il rumore che fa. Julia ha i denti sulla corteccia del cipresso e
ne sente il sapore acre, selvatico, sulla lingua.
Poi Chris emerge nella radura. Alto, con la
schiena dritta, in ascolto.
La luce lunare lo trasforma. Di giorno è solo
uno di St Colm, carino per chi ama i fast-food e affascinante se ti
piacciono le conversazioni dove sai già tutto in anticipo. Ma lí è
qualcosa di piú: bello, di una bellezza che sembra destinata a
durare per sempre.
Julia sente, con la forza di una scossa
elettrica, che quel ragazzo non dovrebbe trovarsi lí. Il Chris
Harper che conosce lei, il segugio da tette un po’ stupido, può
venire al parco e fare lo stupido come gli pare e andarsene
tranquillo e felice, piú o meno come una volpe o un gatto in
calore; la macchia di cipressi non sposterebbe nemmeno un ramo per
notare un animale cosí comune intento a fare ciò che fanno quelli
della sua specie. Ma i cipressi hanno notato il ragazzo che è lí
stanotte. Corpo scolpito nel marmo bianco, testa sollevata, labbra
socchiuse: la radura gli riserva un ruolo da interpretare.
Julia comprende che l’unica cosa intelligente
da fare è tagliare la corda. Tutto questo è piú grande di lei.
Meglio allontanarsi in totale silenzio e tornarsene a letto. Chris
penserà che Selena abbia voluto solo prenderlo in giro e se ne
andrà incazzato. Forse la radura gli permetterà di tornare a essere
il Chris Harper normale. E forse tutto scomparirà da solo.
Ma non è cosí. Ciò che l’ha convinta a venire
qui non è cambiato. Se stanotte non fa qualcosa, sarà Selena a
farla, domani o la prossima settimana, o quella dopo ancora.
Julia avanza nell’erba e avverte la luce
fredda della luna sulla schiena. Alle sue spalle, i cipressi si
fanno attenti.
Chris si volta di scatto e le viene incontro a
braccia tese, il viso illuminato di pura gioia. È ancora piú bravo
di quanto lei credesse, nessuna meraviglia che Lenie ci sia caduta.
Quando la riconosce, si ferma di botto come un personaggio dei
cartoni animati.
– Cosa ci fai qui? – chiede.
– Che adulatore, – ribatte lei, prima di
riuscire a fermarsi. Sa bene che non è il caso di fare del
sarcasmo, stanotte. Sa esattamente cosa fare. Ha osservato tante
ragazze assumere le forme giuste, stringendo i lacci fino a restare
senza fiato. Batte le ciglia e fa una risatina, in puro stile
Joanne. – Chi aspettavi?
Chris scosta la frangetta dal viso. – Nessuno.
Non sono affari tuoi. Hai un appuntamento con qualcuno?
I suoi occhi guardano tutto meno lei, sono sul
sentiero e si voltano a ogni fruscio. Vuole solo che lei se ne vada
in fretta, prima che arrivi Selena.
– Ho un appuntamento con te, – risponde Julia, guardandolo da sotto in su.
– Ciao.
– Cosa? Ma di che parli?
– Sono io che ti ho mandato quel
messaggio.
Chris si fa attento. – Dici sul serio?
Julia si produce in una combinazione di
scrollata di spalle, mossetta e risatina.
Chris si sposta per la radura, in cerchio, a
passi rapidi. È furioso con lei, perché non è Selena e perché gli
ha visto quell’espressione in faccia. Julia capisce che avrebbe
dovuto prepararsi meglio.
Con una voce di un’ottava piú alta, tra il
piagnucolio e la sottomissione al ragazzo grande e importante,
chiede: – Sei arrabbiato con me?
– Ma piantala, cazzo.
– Mi dispiace moltissimo di… be’, di averti
preso in giro. Volevo solo… – China la testa e lo guarda di sbieco.
Voce emozionata: – Volevo incontrarti. In privato. Sai cosa voglio dire.
Chris si blocca e la osserva. La rabbia si
calma. Ora è interessato.
– Potevi venire a parlarmi in qualsiasi
momento. Al Court, dovunque. Come fanno le persone normali.
– Sí, se non fossi cosí popolare, – protesta lei, labbra in fuori,
imbronciata. – C’è sempre la fila, per avvicinarsi a te.
Ed ecco l’inizio di un sorriso compiaciuto
all’angolo della bocca di Chris. È cosí facile che Julia quasi non
ci crede. All’improvviso capisce perché le altre lo fanno sempre. –
Allora… – aggiunge, spingendo le tette in fuori. – Possiamo, tipo…
sederci e parlare?
Chris è diffidente. – Come…? Quel telefono da
cui mi hai mandato il messaggio. Come l’hai…?
Vuol sapere se Selena ha partecipato al
complotto. Julia considera se lasciarglielo credere, ma non vuol
rischiare che lui si metta a parlare solo di Selena, complicando
tutto. Decide di dirgli una parte della verità. – Io e Selena siamo
nella stessa stanza. Ho trovato il suo cellulare e ho letto i tuoi
messaggi.
– Caspita –. Chris fa un passo indietro,
alzando le mani. – Sai di noi due?
Julia fa una risatina seducente. – Sono una
ragazza intelligente.
– Gesú –. Sul viso di Chris appare una smorfia
di disgusto. – Ma non siete amiche? Voglio dire, so che le ragazze
possono essere stronze, ma qui siamo a livelli speciali.
– Non sai quanto, – ribatte lei, senza patina
zuccherata nella voce, e per un attimo il genio aggrotta la fronte.
Ma prima che cominci a chiedersi se si tratta di un piano mirato a
prenderlo per il culo, Julia estrae un preservativo dalla tasca
della felpa e glielo mostra.
Quella vista fa uscire ogni pensiero dalla
testa di Chris. Spalanca gli occhi. Si aspettava uno
sbaciucchiamento e una lotta per infilare le mani nel reggiseno.
L’altra possibilità non gli era nemmeno passata per la mente.
– Fai sul serio? – chiede, esitante. – Voglio
dire, ci siamo parlati… forse tre volte in tutto?
Julia riesce a ridacchiare. – Ma dài. James
Gillen deve averti detto di me, no?
Chris scrolla le spalle, a disagio. – Be’, sí,
ma James dice un sacco di stronzate. Pensavo che tu l’avessi
mandato a cagare e lui volesse vendicarsi.
Per un attimo, Julia resta scossa. Era
convinta che tutti avessero creduto a quello stronzo di James
Gillen, e invece Chris, l’ultima persona che… La creatura emette di
nuovo il suo richiamo, tra i rami dei cipressi. Julia è sommersa da
un’ondata di ripensamenti. Si chiede se Chris facesse davvero sul
serio, con quei messaggi a Selena, se le cose che scriveva fossero
vere. Se lui sia una persona che potrebbe piacerle, invece di… Sono
tutti colpi che spezzano le sue difese. Ancora un secondo e la sua
determinazione sarà distrutta.
– James è uno stronzo, non c’è dubbio. Ma non
ha mentito del tutto. È il XXI secolo,
sí o no? Anche alle ragazze può piacere fare sesso? Tu sei un bel
ragazzo e ho sentito dire che baci benissimo. Non m’interessa
sapere altro. Non è che voglio sposarti.
Chris non può essere cosí innamorato di
Selena, dopotutto, se no non sarebbe ipnotizzato dal preservativo.
Fa un passo avanti.
– Rallenta un attimo, – dice Julia,
respingendolo con le mani e arricciando il naso per ammorbidire il
gesto. – Prima una cosa: io non condivido un ragazzo con la mia
migliore amica. Non m’interessa se ti fai le altre, ma Selena è
fuori dal menu, a partire da adesso. D’accordo?
– Cosa? – I pensieri di Chris sono focalizzati
sul preservativo, ma riesce comunque ad aggrottare la fronte. – Hai
detto che non t’importava se stavamo insieme.
– Guarda che parlo sul serio. Se tenti di
stare con tutte e due lo scopro subito. Terrò d’occhio Selena e il
suo telefono. Continuerò a mandarti messaggi da quel cellulare,
cosí saprai che non scherzo. Se provi a fare il furbo, lo dico a
Selena e non avrai mai piú nessuna possibilità con nessuna delle
due. Se invece la lasci stare, ma completamente, niente messaggi, niente di niente,
ogni volta che tu e io ne avremo la possibilità…
Scuote la bustina del preservativo. È stato
facile procurarselo. Al Court, in tutti i bagni ci sono
distributori coperti di volantini sulle gravidanze indesiderate.
«Vado al cesso un secondo», poi si è alzata dal bordo della fontana
ed era già lontana prima che una delle altre potesse decidere di
seguirla. Fuggire era facilissimo, se volevi. È solo che finora
nessuna di loro ha mai voluto farlo.
Chris non si è mosso. – C’è qualche problema?
– dice Julia. – Insomma, l’unico motivo per cui un ragazzo
rifiuterebbe un simile accordo è se fosse gay. Se lo sei per me
zero problemi, ma almeno dimmelo, cosí mi trovo un altro compagno
di giochi.
– È solo che non mi sembra una buona idea, –
replica lui.
Sa che c’è qualcosa di strano, e pensa di
poter scoprire di cosa si tratta. Povero bastardo, non ce la può
fare. – Chi se ne frega? – insiste Julia. – Guarda, non hai niente
da perdere: Selena comunque non vuole piú vederti, altrimenti
avrebbe risposto ai tuoi messaggi. E anche se ora volti le spalle e
te ne torni a casa, io le dirò che l’abbiamo fatto. Perciò tanto
vale farlo davvero.
Gli fa un sorriso sensuale e abbassa la
cerniera della felpa. Riesce a leggere i pensieri che gli passano
per la testa come se fossero stampati. Vede le ferite lasciate
dall’assenza di Selena, il buco nero della delusione di non aver
trovato lei nella radura, stanotte. L’odio per Selena e tutte le
ragazze con cui è stato, e l’odio per Julia piú di tutte. Vede il
momento in cui si decide. Ricambia il sorriso e allunga la mano
verso il preservativo.
Julia sa cosa aspettarsi. Il vento nei
cipressi che sale fino a diventare l’ululato di un branco di lupi
in caccia, il verso ammonitore della creatura di prima che si perde
nel cielo nero. La radura che ondeggia sotto di lei. La luna che va
in pezzi e schegge taglienti la aprono in due, dal ventre alla
gola. L’odore del sangue che viene da dentro. Il dolore in un lampo
accecante.
Ma non succede nulla del genere. La radura è
solo una piccola distesa di erba ben curata. I cipressi sono alberi
che un giardiniere ha piantato perché richiedevano poca
manutenzione. Il richiamo tra gli alberi risuona ancora, ma non è
piú minaccioso: si tratta solo di un uccello che strilla perché è
l’unica cosa che sa fare. Anche il dolore non è niente di speciale,
solo un fastidio sordo. Julia sposta il sedere da sopra un sasso
aguzzo e fa una smorfia verso il cielo, mentre Chris si muove sopra
di lei. La luna è piatta e senza luce come un disco di carta
incollato al cielo.