18.
Al Court, le vetrine rosa e rosse di San Valentino sono scomparse, insieme ai pupazzetti pelosi con cuori e messaggi seducenti o pungenti: «È per te, non è per te, vuoi, non vuoi, osi sperare o no?» Al loro posto, sono spuntate uova di Pasqua, circondate da prati verdi di carta, per ricordare che da qualche parte, oltre le nuvole e la pioggia insistente, è in attesa la primavera. Nel Campo qua e là cominciano a fiorire i crochi, e le persone che hanno passato l’inverno chiuse in casa cominciano a uscire, con le giacche abbottonate fino al collo, per vedere cosa possono trovare.
Chris Harper è seduto su un mucchio di detriti coperto di erbacce, lontano dal gruppo, lo sguardo distante, i gomiti sulle ginocchia e una busta di snack aperta e dimenticata in mano. Qualcosa nella posizione delle spalle lo fa sembrare piú grande degli altri. Per Selena la voglia di avvicinarsi, sedersi al suo fianco e prendergli la mano è un dolore fisico, una fitta nei palmi e nel petto. Per una frazione di secondo si chiede cosa succederebbe se lo facesse.
Lei e Julia e Holly e Becca sono lí da una mezz’ora, sedute tra le erbacce a fumare sigarette, e Chris non le ha rivolto la parola, non si è nemmeno voltato nella sua direzione. O sta facendo esattamente quello che hanno deciso, o ha cambiato idea su tutta la storia e pensa che sarebbe meglio se non fosse mai uscito con lei sui gradini durante il ballo. «Trovo io un modo per contattarti», ha detto. Sono passate settimane.
Selena sa che è un bene, in un modo o nell’altro. Quando sono entrate nel Campo e ha visto Chris, ha pregato che non si avvicinasse. Ma non si aspettava che le facesse tanto male, non si aspettava che il suo sguardo, passandole sopra come se lui non l’avesse notata, le facesse mancare il respiro. Harry Bailey continua a parlarle della simulazione degli esami, e lei continua a rispondere, ma non sa cosa sta dicendo. Tutto il suo mondo scivola verso Chris.
Al quale restano ancora due mesi e tre settimane di vita.
– Le mie foto! – Il grido di Becca è quasi un lamento. Da qualche minuto Becca sta manovrando il cellulare in modo sempre meno tranquillo, ma Selena lo ha notato solo con un angolo della mente.
– Cosa? – chiede Holly.
– Sono scomparse! Tutte!
– Respira, Becs. Sono ancora lí.
– No, non ci sono. Ho guardato ovunque. E non ho mai fatto un backup. Tutte le foto di noi, di tutto l’anno… Oh, Gesú…
Sta andando in panico. – Ehi, – dice Marcus Wiley, spostando pigro gli occhi dai suoi amici su Becca. – Cosa ci tenevi in quel telefono di tanto interessante?
– Foto di tette, sicuro, – dice Finbar Wright.
– Forse le ha inviate a tutti i suoi contatti, – dice un altro. – Controlliamo.
– Non ci penso proprio, – chiosa Marcus Wiley. – Chi vuol vedere quella roba?
Risate esplodono in ogni dove, come mine. Becca è paonazza. È furia, non imbarazzo, ma le impedisce lo stesso di parlare. – Nessuno vuol vedere neppure il tuo minicazzo, – dice Julia, con calma. – Eppure questo non serve a fermarti.
Risate ancora piú forti. Marcus sogghigna. – Ti è piaciuta quella foto, eh?
– Ci siamo fatte due risate. Dopo aver capito che cosa rappresentava.
– Io credevo fosse un wurstel da cocktail, – dice Holly. – Solo un po’ piú piccolo.
Rivolge un’occhiata a Selena che significa: «Tocca a te», ma Selena volta la testa. Ricorda quel giorno al Court con Andrew Moore e i suoi amici, la nuova forza che l’aveva investita come un colpo di vento. Possiamo farlo, possiamo dire quello che ci pare, che a loro piaccia o no. Ora tutto questo le sembra stupido, come battere un cinque con un bambino piccolo che non è nemmeno tuo. La velocità con cui cambiano le cose le fa venire il mal d’auto.
– Era quello del tuo fratellino? – chiede Julia. – Perché le foto porno di bambini sono illegali.
– Ehi, – dice Finbar, ridendo e dando una spinta a Marcus. – Ci avevi detto che si era bagnata tutta, vedendo la foto.
Quel blablabla è solo un rumore di fondo. Chris non si è mosso. Selena vorrebbe tornare in collegio e chiudersi in bagno a piangere.
– Questo è vero, – dice Holly, in tono amichevole. – Nel senso che si è quasi pisciata addosso dal ridere.
Marcus non può certo picchiare Holly o Julia, cosí si lancia addosso a Finbar. Rotolano e lottano tra le erbacce, in parte per farsi vedere dalle ragazze, ma in parte sul serio.
Becca continua a digitare sullo schermo del telefono, sull’orlo delle lacrime. – Hai guardato se sono sulla scheda Sim? – chiede Selena.
– Ho guardato dappertutto!
– Ehi, – dice una voce. Selena prova una scarica elettrica ancora prima di voltare la testa. Chris va a sedersi accanto a Becca e tende la mano. – Fammi dare un’occhiata.
Becca allontana il telefono con uno sguardo sospettoso. «È tutto a posto, – vorrebbe dirle Selena. – Puoi darglielo, non aver paura». Ma sa benissimo che non è il caso di dire nemmeno una parola.
– Guardate! – dice un amico di Marcus, e fa un fischio a Marcus e Finbar che ancora rotolano nell’erba. – A Harper piace lo scorfano!
– Stai perdendo tempo, – dice Holly a Chris. – Becca non ha foto di tette.
– Non ha proprio le tette! – dice un altro.
Chris ignora entrambi i commenti. Si rivolge a Becca come se volesse tranquillizzare un gatto con il pelo ritto. – Forse posso recuperare le tue foto. Avevo quel modello, prima, e ogni tanto fa cose strane.
Becca esita. Il viso di Chris è sereno, gli occhi fermi. Selena sa che è capacissimo di spingerti ad aprirti. Becca tira fuori la mano con il telefono e apre lentamente le dita.
– Ma che cazzo! – urla Marcus, seduto sull’erba con una mano sul viso e il sangue che filtra fra le dita. – Il mio naso, cazzo!
– Ehi –. Finbar si spazzola i vestiti con le mani, tra spaventato e orgoglioso, con un occhio alle ragazze. – Sei stato tu a saltarmi addosso.
– E tu te la sei cercata!
– Sono stata io a cominciare, – fa notare Julia. – Vuoi prendere a pugni anche me, o pensi di punirmi mandandomi altre foto del tuo minicazzo?
Marcus la ignora. Si alza in piedi e va verso il recinto, con la testa rovesciata indietro e la mano sul naso. – Aah, – dice Julia, soddisfatta, voltando la schiena ai ragazzi. – Sapete una cosa? Ne avevo proprio bisogno.
– Ecco, – dice Chris, tendendo il cellulare a Becca. – Sono queste le foto?
– Dio! – È un grido di sollievo. – Sí, sono loro. Come hai fatto…?
– Le avevi solo spostate in un’altra cartella. Le ho rimesse in quella giusta.
– Grazie, – dice Becca, con il sorriso a trentadue denti che normalmente riserva solo alle sue amiche. Selena ne conosce il motivo: è perché se Chris può fare una cosa simile, solo per gentilezza, vuol dire che non tutti i ragazzi sono come Marcus Wiley e James Gillen. Chris ha l’abilità di trasformare il mondo in un posto diverso, che ti fa venire voglia di tuffartici dentro.
Chris ricambia il sorriso. – Non c’è di che, – dice. – Se ti dà altri problemi cercami e gli do un’occhiata, va bene?
– Benissimo –. Becca è incantata, il viso alzato verso di lui, bagnato dalla sua luce.
Chris le strizza l’occhio e si volta e per un secondo Selena resta senza fiato, ma i suoi occhi scivolano sopra di lei come se non ci fosse. – Mi piace il tuo animale da compagnia, – dice a Julia, accennando alla volpe disegnata sul suo maglione. – L’hai addestrata a fare i bisogni nella cassettina?
– Certo, si comporta benissimo, – risponde lei. – Seduta! A cuccia! Visto?
– Ha qualcosa che non va, secondo me. Non si muove. Non è che non le dài da mangiare? – Dalla sua busta di dolci misti prende un marshmallow e lo getta alla volpe.
Julia lo afferra al volo e se lo mette in bocca. – È schizzinosa. Prova con la cioccolata.
– Sí, come no, se la vuole se la va a comprare.
– Oh, mi sa che l’hai fatta incazzare –. Julia infila una mano sotto il maglione e sembra che la volpe voglia saltare addosso a Chris, il quale fa un finto urlo spaventato e scatta indietro. E a un tratto si trova accanto a Selena e l’aria diventa qualcosa che puoi avvertire su ogni centimetro quadrato di pelle e ti solleva, irresistibile. A Selena sembra di conoscere da sempre il suo sorriso.
– Ne vuoi uno? – chiede lui, offrendole la busta.
Qualcosa nei suoi occhi dice a Selena di fare attenzione. – Grazie, – risponde. Guarda nella busta e in mezzo ai dolcetti c’è un piccolo cellulare rosa.
– Anzi, – dice Chris. – Prendili tutti. Io ne ho mangiati abbastanza –. Le lascia in mano la busta e si volta per chiedere a Holly cosa farà per Pasqua.
Selena si ficca in bocca una caramella al gusto di sorbetto al limone, poi chiude la busta e se la mette in tasca. Harry ha abbandonato l’idea di fare conversazione con lei e sta raccontando a Becca che la sua simulazione dell’esame di Economia è stata un incubo, facendo un’imitazione di sé stesso in aula, barcollante e con gli occhi incrociati. Becca ride. Selena alza lo sguardo verso le lunghe pennellate di luce che scendono tra le nuvole dritte verso di loro, un sapore di limone le esplode in bocca e avverte un formicolio ai polsi.
Nel primo periodo di studio, Selena va in bagno. Lungo la strada entra anche in camera, prende la busta di dolci dalla tasca del cappotto e la trasferisce in quella della felpa.
Il cellulare è impolverato di zucchero ed è vuoto: niente nella rubrica dei contatti, niente foto, nemmeno ora e data sono state impostate. Contiene una sola cosa, un sms da un numero che Selena non riconosce. Dice solo «Ciao».
Si siede sulla tazza, nell’odore di freddo, disinfettante industriale e zucchero vanigliato. La pioggia batte piano sulla finestra, a intermittenza. Passi di corsa risuonano in corridoio, qualcuno entra in bagno, strappa dei fogli di carta igienica, si soffia rumorosamente il naso ed esce, sbattendo la porta. Al piano di sopra, dove le ragazze del quinto e sesto anno possono studiare nelle loro stanze, se lo desiderano, risuona una canzone con un ritornello che ti entra nel cuore: Non ti ho visto cercarmi, ma ho trovato ciò che cercavi, non ti ho visto arrivare ma ti ho visto tornare per prenderne ancora
Dopo una lunga esitazione, Selena risponde al messaggio: «Ciao».
La prima notte in cui s’incontrano, non piove piú. Il vento non sbatacchia la finestra della stanza e le amiche non si svegliano quando Selena scende a tastoni dal letto ed estrae la chiave, un millimetro alla volta, dalla cover del cellulare di Julia. Non ci sono nuvole a velare la luna, quando scavalca la finestra al pianterreno e atterra sull’erba.
Ha fatto solo due passi quando si rende conto che fuori è un posto diverso, ora. I punti in ombra sono percorsi da uno zampettare furtivo, fremiti, ringhi bassi. I punti illuminati la espongono alla vista del sorvegliante notturno, del gruppo di Joanne, di chiunque passi da quelle parti. Le sue solite protezioni stanotte non valgono, chiunque può avvicinarsi e afferrarla. È passato tanto di quel tempo da quando si è sentita cosí l’ultima volta che ci mette un po’ a riconoscere di cosa si tratta: paura.
Si mette a correre. Quando esce dal prato ed entra tra gli alberi si rende conto che anche lei è diversa, stanotte. Non è leggera, non scivola tra erba e alberi rapida e veloce come un’ombra; sotto i suoi piedi crepitano foglie secche, con le mani sposta rami che poi rimbalzano indietro producendo forti fruscii nei cespugli; ogni suo movimento è un invito urlato a tutti i predatori notturni in caccia, e stanotte la preda è lei. Alle sue spalle rumori di zampe, di nasi che annusano e scompaiono quando si volta di scatto. Quando raggiunge il cancello posteriore è agghiacciata dal terrore.
Il cancello è antico, in ferro battuto, rinforzato da lamiere per scoraggiare l’idea di scavalcarlo, ma il muro di cinta è segnato dal tempo, pieno di appigli per mani e piedi. Il primo anno lei e Becca ci salivano sopra e restavano in equilibrio in cima, cosí in alto che le persone che passavano nella strada sotto non si accorgevano della loro presenza. Becca una volta è caduta, rompendosi un polso, ma questo non le ha fermate.
Chris non c’è.
Selena si appiattisce nell’ombra del muro e aspetta, tentando di respirare senza rumore. Un nuovo pensiero si fa strada dentro di lei, orribile e mulinante: «E se nessuno di quei messaggi era suo, se si tratta di una trappola e adesso si presentano i suoi amici, se si tratta di uno scherzo e sono tutti nascosti in attesa di saltare fuori urlando?» Sarebbe un’umiliazione impossibile da superare, e se la sarebbe anche meritata…
Circondata da suoni minacciosi, la luna come un disco tagliente pronto ad amputarle le mani se solo osa sollevarle, vorrebbe correre via, ma non riesce a muoversi. Quando in cima al muro appare una forma nera contro il cielo stellato, non riesce a urlare. Non riesce nemmeno a capire di cosa si tratta; sa soltanto che la sua paura è diventata qualcosa di solido e si prepara a saltarle addosso.
Poi la forma sussurra: – Ciao, – con la voce di Chris. Ed è come un lampo bianco dietro gli occhi di Selena. Ricorda perché si trova lí.
– Ciao, – sussurra a sua volta, tremante e speranzosa. La forma nera si raddrizza in cima al muro, torreggia altissima per un attimo, poi vola nell’aria.
E atterra con un tonfo. – Oh, meno male, sei proprio tu! Non ti vedevo bene, temevo fossi un guardiano, o una suora…
Ride piano, spazzolandosi i jeans. Selena pensava di essere preparata, sapeva che la sua presenza rimette a fuoco il mondo, in un modo quasi troppo nitido, ma lui la illumina di nuovo come il fascio di un riflettore, e le cose zampettanti intorno corrono a rifugiarsi nel buio.
Anche Selena ride, senza fiato dal sollievo. – No! Ma c’è un guardiano, e di tanto in tanto fa un giro a controllare il cancello. Muoviamoci. Vieni.
Si è già avviata lungo il sentiero, e Chris la segue. Ora che il terrore è svanito Selena avverte l’aria pulsante per la primavera in arrivo.
Lungo il sentiero ci sono delle panchine, lei si dirige verso quella sotto una grande quercia, tra due distese erbose, che permette di vedere se si avvicina qualcuno prima di essere visti. La cosa migliore sarebbe uno degli angoli piú nascosti del parco, quelli in cui devi superare sbarramenti di erba alta e cespugli prima di trovare una radura in cui sederti; Selena li conosce tutti, ma sono posti in cui dovrebbero sedersi troppo vicini l’uno all’altra. Le panchine invece permettono di mantenere una certa distanza. Visto? si dice. Visto? Mi sto comportando bene. Non riceve nessuna risposta.
Passando accanto al pendio che sale alla radura, Chris dice: – Ehi, andiamo lassú.
Il pizzicore sotto la pelle invade di nuovo Selena. Risponde: – C’è un posto molto carino proprio qui sotto.
– Solo un minuto. Mi ricorda qualcosa.
Non riesce a pensare a un motivo per rifiutare. Risale il pendio al fianco di Chris e si racconta che forse un motivo c’è, forse la radura l’aiuterà a resistere alla tentazione, ma nel profondo sa che non riceverà nessun aiuto, stanotte. I rami dei cipressi sibilano e si agitano. È una cattiva idea.
Al centro della radura, Chris gira su sé stesso, il viso rivolto in alto, verso le stelle. Sorride, come tra sé. – È bello, quassú.
– Cosa ti ricorda? – chiede Selena.
– C’è un posto, non lontano da casa mia –. Chris continua a girare su sé stesso, guarda gli alberi. Selena nota che lo fa come se fosse importante, come se volesse imparare a memoria ogni dettaglio. – È una vecchia casa, vittoriana credo, non lo so. L’ho scoperta da piccolo, a sette anni. Era vuota, abbandonata da un sacco di tempo: buchi nel tetto, finestre rotte e chiuse da assi… C’era un grande giardino e in un angolo c’era un cerchio d’alberi. Non come questi, non so che alberi fossero, non so queste cose; ma c’è una somiglianza.
Nota lo sguardo di Selena e sdrammatizza con una scrollata di spalle e una risata. Nei loro messaggi hanno parlato di cose che Selena non dice nemmeno alle amiche, ma lí è diverso: sono cosí vicini che tra loro si crea come un contatto elettrico. – Ora non ci vado piú, qualcuno l’ha acquistata un paio d’anni fa e ha chiuso i cancelli. Una volta ho scavalcato il muro di cinta per dare un’occhiata e c’erano due auto nel vialetto. Non so se i nuovi proprietari ci abitano o no –. Si avvicina al limitare della radura e fruga con un piede nei cespugli. – Ci sono animali, qui? Tipo conigli, o volpi?
Selena risponde: – In quel posto ci andavi quando volevi stare per conto tuo?
Chris si volta a fissarla. – Sí, – risponde, dopo un momento. – Quando a casa tirava una brutta aria. A volte mi alzavo la mattina prestissimo, tipo alle cinque, e andavo lí per un paio d’ore. Mi sedevo da qualche parte, nient’altro. In giardino se non pioveva, dentro se pioveva. Poi tornavo a casa prima che gli altri si svegliassero e mi rimettevo a letto. Nessuno l’ha mai scoperto.
In quell’istante è lui, lo stesso ragazzo di cui lei ha tenuto i messaggi con delicatezza tra le mani, come lucciole. – Non l’ho mai detto a nessuno, prima d’ora, – aggiunge, sorpreso e un po’ timido.
Selena vorrebbe raccontargli che lei e le altre vengono proprio qui, che questo è il loro posto, ma non può; deve prima far sparire la sensazione che la disturba. – Il cellulare che mi hai dato, – dice.
– Ti piace? – Ma si è già voltato a guardare tra i cipressi, anche se è impossibile vedere qualcosa in questo buio. – Potrebbero addirittura esserci dei tassi, qui.
– Alison Muldoon ne ha uno uguale. E anche Aileen Russell, e Claire McIntyre.
Chris ride, ma è un suono aggressivo, non sembra piú lo stesso di prima. – E allora? Non puoi avere lo stesso telefono di altre ragazze? Non ti facevo il tipo.
Selena riesce a pensare solo risposte capaci di peggiorare la situazione, e non dice nulla.
Chris si sposta di nuovo per la radura, come un cane da punta. – E va bene, ho dato un telefono anche ad altre ragazze. Non ad Alison Comesichiama, ma alle altre sí. E anche a qualcun’altra. E allora? Non stiamo nemmeno insieme, che te ne importa con chi mi va di messaggiare?
Selena rimane immobile. Si chiede se questa sia la sua punizione: farsi frustare a sangue, poi lui se ne andrà e lei potrà tornare a casa barcollando nel buio e pregando che le creature della notte non sentano l’odore del sangue. E sarà tutto finito.
Un attimo dopo, Chris smette di girare in tondo. Scuote la testa, con forza. – Scusa, – dice. – Non avrei dovuto… Ma con quelle ragazze è tutto finito da mesi. Non sono piú in contatto con nessuna di loro. Lo giuro, va bene?
– Non è quello, – ribatte Selena. – Non me ne importa nulla –. Pensa che sia la verità. – È solo che quando dici che è la prima volta che racconti una determinata cosa, non voglio dovermi chiedere se invece hai raccontato la stessa storia a una dozzina di persone, ripetendo tutte le volte: «Non l’avevo mai detto a nessuno».
Chris apre la bocca, e lei sa che si prepara a una reazione violenta, che dirà cose dalle quali sarà impossibile fare marcia indietro. Ma a un tratto si passa le mani sul viso, con forza, le intreccia dietro la testa. E dice: – Non so se questa è una buona idea.
Selena aspetta, non sa cosa sperare.
– È meglio che me ne vada. Possiamo continuare a messaggiare. Preferisco cosí, piuttosto che vederci di persona e mandare tutto a puttane.
Lei ribatte, d’impulso: – Non dobbiamo mandare tutto a puttane per forza.
– No? Siamo qui da due secondi e guardaci. Non sarei dovuto venire.
– Non essere drammatico. Sui gradini fuori dal ballo andava bene, no? Dobbiamo solo parlare. Come si deve.
Chris la fissa. Poi dice: – Va bene. Ero sincero: non ho mai detto a nessuno di quella casa, prima d’ora.
– Visto? Quanto era difficile? – Gli sorride.
Lui per poco non scoppia a ridere, sorpreso. Poi si rilassa. – Sí, sono sopravvissuto.
– Quindi non hai bisogno di scappare. Andrà tutto bene.
– Avrei dovuto dirti di quei telefoni. Essere sincero con te, invece di…
– Sí.
– Invece di fare il cretino. Sono stato una merda, mi dispiace.
– Tutto a posto, – risponde Selena.
– Sul serio?
– Sul serio.
Fiuuu, meno male –. Chris finge di asciugarsi il sudore dalla fronte, con un gesto esagerato. Ma è sincero. Si china a toccare l’erba. – È asciutta, – dice, sedendosi e battendo la mano accanto a sé. Selena non si muove, e lui aggiunge: – Non voglio… Cioè, non preoccuparti, so che non sei… noi non siamo… Gesú, non riesco a parlare! Non proverò a fare nulla, d’accordo?
Selena ride. – Rilassati, l’avevo capito da subito cosa volevi dire –. Poi va a sedersi accanto a lui.
Restano cosí per un po’, senza parlare, senza nemmeno guardarsi. Tentano di abituarsi alla forma dell’altro nella radura. Selena avverte le cose nascoste e minacciose dissolversi in bolle sottili che potresti far scoppiare con un dito. È a una trentina di centimetri da Chris, ma ne avverte il calore sulla pelle. Lui ha le mani strette intorno alle ginocchia, mani da uomo, grandi e forti, e la testa sollevata verso il cielo.
– Ti dico un’altra cosa che non ho mai detto a nessuno, – esordisce a un tratto. – Quando sarò grande comprerò quella casa. La metterò a posto e inviterò tutti i miei amici, faremo un party che durerà una settimana. Musica fantastica, da bere a volontà, hashish, ecstasy, qualsiasi cosa. La casa è abbastanza grande che quando qualcuno si stufa può ritirarsi in una delle stanze da letto, farsi un sonnellino e tornare dopo. Anche se vuole solo un po’ di privacy, o di silenzio, ci sono un sacco di stanze vuote, e tutto il giardino. Di qualsiasi umore tu sia, di qualsiasi cosa abbia bisogno, lí ci sarà.
Ha lo sguardo acceso. La casa sboccia nell’aria sopra la radura, ogni dettaglio preciso e brillante, da ogni angolo echeggiano musica e risate future. È un’immagine reale come sono reali loro due.
– E tutti ricorderemo quella festa per il resto delle nostre vite. Quando avremo quarant’anni, un lavoro, dei figli, e la cosa piú eccitante che faremo sarà il golf, quando vorremo ricordarci di com’era la vita da giovani sarà a quel party che penseremo.
È evidente da come parla che non ha mai considerato l’eventualità che possa non succedere. Per esempio, che quando avrà l’età giusta per comprare la casa, i proprietari non vogliano venderla; o che l’abbiano buttata giú per costruire un condominio; o che gli manchi il denaro necessario: nulla di tutto questo gli è mai passato per la mente. La vuole, e l’avrà, semplice e sicuro come il fatto che ora sono seduti sull’erba. Selena avverte un’ombra passarle dietro la schiena, come un grande uccello.
– Mi sembra incredibile, – dice.
Lui si volta a guardarla, con un sorriso. – Ti invito. Vada come vada.
– E io verrò, – risponde lei. Spera con ogni fibra del suo essere che abbiano ragione entrambi.
– Andata? – chiede Chris, tendendo la mano per suggellare il patto.
– Andata, – risponde lei. E visto che non può sottrarsi, gli stringe la mano.
Quando arriva il momento di tornare, lui vorrebbe accompagnarla fino alla finestra della scuola, per sicurezza, ma lei non glielo permette. Non appena parlano di separarsi, le cose nel buio cominciano ad agitarsi, affamate; e il guardiano forse sta decidendo di andare a fare il suo giro di perlustrazione, nell’aria che sa di primavera. Se correranno dei rischi, saranno scoperti.
Per questo gli permette solo di restare a guardarla mentre si allontana sul sentiero verso la scuola. Quando sa di essere diventata invisibile, confusa tra le ombre, si volta, e avverte il buio farsi piú spesso alle sue spalle.
Chris è al centro della radura, vibrante, carico fino al punto che potrebbe esplodere. Quando fa un salto, la testa indietro, il pugno verso il cielo, lei sente il respiro che gli esce di colpo, giubilante. Atterra con un sorriso, e Selena sorride a sua volta. Lo osserva scendere giú dal pendio a grandi balzi per non schiacciare i giacinti che cominciano a spuntare, e correre verso il cancello come se non riuscisse a tenere i piedi per troppo tempo sul terreno.
L’ultima volta era stato lui a toccarla, prima che lei sapesse cosa stava succedendo. Stavolta è stata lei ad allungare la mano.
Selena è pronta ad affrontare il castigo. Immagina le altre sveglie e sedute sui letti, pronte a frustarla con lo sguardo non appena rimetterà piede nella stanza. Invece le trova profondamente addormentate, non si sono quasi mosse da quando lei è uscita, tantissimo tempo fa, o cosí le sembra. Per tutto il giorno dopo aspetta di essere chiamata nell’ufficio di McKenna, con il sorvegliante notturno che dirà: «Sí, è lei». Ma l’unica volta che la vede, McKenna veleggia in un corridoio con il suo sorriso maestoso buono per tutte le stagioni.
Chiusa in bagno, controlla se può ancora spegnere e accendere luci, o far ruotare il suo anello d’argento sopra il palmo della mano. Lo fa in privato per non fallire davanti alle altre e doverne rivelare il motivo. Ma tutto funziona perfettamente.
Dopo capisce che il castigo sarà qualcosa di meno ovvio, piú obliquo, un colpo alle spalle quando meno se lo aspetta. Una telefonata da casa in cui le diranno che non hanno piú un soldo e lei deve lasciare St Kilda. O che suo padre ha perso il lavoro e devono emigrare in Australia.
Fa di tutto per sentirsi in colpa, ma non ci riesce. La sua mente è completamente occupata da Chris, che risplende in ogni angolo. La sua risata, piú acuta di quanto si aspettasse da un ragazzo con la voce cosí profonda, che lo fa sembrare all’improvviso un bambino monello. Il momento di dolore: «Quando a casa tirava una brutta aria», che fa a pezzi la sua facciata allegra costruita con tanta cura. Il modo in cui stringe gli occhi contro la luna, il movimento delle spalle quando si china in avanti, il suo odore… Chris è presente in ogni momento. Selena fa fatica a credere che le altre non sentano un profumo caldo con note di cannella, non vedano la polvere d’oro che lei emana ogni volta che si muove.
Non arriva nessuna telefonata da casa. Non viene investita da un camion. Chris le scrive «Quando?» La volta successiva che Selena sale alla radura con le altre, si rivolge alla luna: «Ti prego. Fa’ qualcosa, o lo incontrerò di nuovo».
Silenzio. Freddo. Capisce che Chris è la sua battaglia, e nessuno può combatterla al suo posto.
«Gli dirò che non possiamo piú vederci. Gli dirò che aveva ragione lui e dobbiamo solo scambiarci messaggi –. Il pensiero la lascia senza fiato, come una doccia gelata. – Se non gli va bene, smetto anche di messaggiare».
La volta dopo si incontrano in un silenzio senza luna tra due segreti. E lei gli prende la mano.