22.
Lunedí mattina, presto, l’autobus procede a
singhiozzo nel traffico. Chris Harper ha ancora tre settimane e
meno di quattro giorni di vita.
Julia è seduta in fondo, al piano superiore,
con le caviglie intorno al borsone e il compito di Scienze in
grembo. Ha passato il fine settimana a spremersi le meningi su cosa
fare riguardo a Chris e Selena. L’istinto la spinge a prendere
l’amica per il collo, in senso letterale, e chiederle che cazzo sta
combinando. Ma un altro istinto, piú nascosto e inquieto, sa che
nel momento in cui lo dirà ad alta voce, a Selena, a Holly o a
Becca, niente sarà piú lo stesso. Tutto ciò che hanno costruito
brucerà. Avverte già l’odore di fumo. E cosí non è riuscita a
decidere nulla e non ha nemmeno fatto i compiti, e la settimana sta
iniziando sotto i migliori auspici da ogni punto di vista: la
pioggia scivola sui finestrini, l’autista ha alzato il
riscaldamento a un milione di gradi e tutto è coperto da una
pellicola di condensa appiccicosa.
Julia sta scarabocchiando appunti sulla
fotosintesi, con un occhio sul libro di testo e l’altro sul
quaderno, quando avverte che qualcuno la sta fissando e alza la
testa. In piedi davanti a lei c’è Gemma Harding.
Gemma abita a quattro case di distanza dalla
fermata dell’autobus, ma il lunedí mattina suo padre l’accompagna
sempre a scuola con la sua Porsche nera che ci mette mezz’ora a
fare manovra nell’angusto vialetto di St Kilda. Sono tutti fattori
che definiscono una gerarchia: la Porsche batte quasi tutte le
altre auto, quasi tutte le auto battono l’autobus. Perciò se Gemma
è su un mezzo pubblico, c’è un motivo.
Julia alza gli occhi al soffitto. – Selena non
si è nemmeno avvicinata a Chris. Benegrazieciao –. Riabbassa il
naso sul libro.
Gemma si siede di fianco a lei e posa la borsa
sul sedile accanto. È bagnata, gocce di pioggia brillano
sull’impermeabile. – Quest’autobus puzza, – dice, arricciando il
naso.
È vero: puzza di impermeabili marinati nel
sudore, cotti al vapore. – Allora scendi, chiama tuo padre e digli
di venire a salvarti.
Gemma ignora il commento. – Sapevi che Joanne
usciva con Chris?
Julia inarca un sopracciglio. – Sí, quando
mai.
– È vero. Per un paio di mesi, prima di
Natale.
– Se fosse riuscita a prendersi Chris Harper
se lo sarebbe fatto tatuare sulla faccia.
– Era lui a insistere per non dirlo a nessuno.
Questo avrebbe dovuto farle suonare un campanello, ma Chris
continuava a ripeterle che aveva paura perché non aveva mai provato
per nessuna quello che provava per lei, e ne aveva paura, perché
era un sentimento cosí forte…
Julia fa una risata.
– Sono d’accordo. Non so quali serie tivú
guardi Chris, ma è roba da vomito. Io gliel’avevo detto, a Joanne:
se un ragazzo vuol tenere il segreto o è perché sei il mostro della
palude e si vergogna di te (e non è il caso di Joanne), oppure
perché vuol tenersi aperte altre opzioni.
Julia chiude il libro di testo ma lo lascia
sulle gambe. – Quindi?
– Joanne era tutta: «Oddio, Gemma, quanto sei
cinica, non sarai mica gelosa?» Chris l’aveva convinta che il loro
fosse un grande amore romantico.
Julia simula un conato. Due ragazzi di St
Colm, sul davanti dell’autobus, si voltano spesso a guardarle,
ridendo, parlando forte e dandosi di gomito. Gemma non ricambia i
sorrisi e non si produce neppure nella sua specialità, che consiste
nel fingere di ignorarli e allo stesso tempo spingere le tette in
fuori. Invece alza gli occhi al cielo e abbassa la voce.
– Tipo che Joanne cominciava a chiedersi se
fosse l’amore della vita. Parlava di
quando un giorno avrebbe raccontato ai figli di quando mamma e papà
uscivano di nascosto per quegli incontri segreti.
– Adorabile, – commenta Julia. – E com’è che
non mostra a tutti l’anello di fidanzamento?
– Non si è fatta scopare, – risponde Gemma, in
tono piatto, – e lui l’ha mollata. Non gliel’ha nemmeno detto. Una
sera dovevano vedersi nel parco, e non si è presentato. Non
rispondeva neanche al telefono. Joanne gli ha mandato almeno una
decina di messaggi, pensando che fosse in ospedale, o qualcosa del genere. Un paio di giorni
dopo, al Court, ci ha viste e si è voltato dall’altra parte.
Julia mette da parte l’immagine della faccia
di Joanne, per godersela piú tardi. – Che merda.
– Esatto.
– Come mai non se l’è scopato? – Joanne non le
è mai sembrata il tipo che vuol arrivare vergine al
matrimonio.
– Voleva farlo.
Non è mica frigida. Voleva solo farsi desiderare un po’ e
convincerlo che non era una troia. Per andare fino in fondo
aspettava l’occasione giusta: che uno dei due avesse la casa libera
per un fine settimana. Ovviamente non voleva farlo nel Campo, come
una coatta. Peccato che a Chris non l’avesse detto, per tenerlo
sulla corda. Cosí lui si è stufato di aspettare e l’ha
mollata.
– Il punto, quindi, – osserva Julia, – è che
Joanne è ancora innamorata di Chris, il che lo rende sua proprietà
esclusiva e tutte le altre ragazze del mondo devono lasciarlo
stare. Mi sono persa qualcosa?
– In realtà sí, – risponde Gemma, con uno
sguardo da pesce morto.
Non aggiunge altro finché Julia chiede, con un
sospiro teatrale. – E va bene. Cosa?
– Joanne è una tipa tosta.
– È una stronza, vuoi dire.
Gemma scrolla le spalle. – Come ti pare. Resta
il fatto che non è una debole, eppure la storia con Chris l’ha
spappolata. Dopo quel giorno al Court ha dovuto darsi malata per
una settimana, per poter restare in stanza.
Julia se lo ricorda. All’epoca aveva pensato
di spargere la voce che Joanne aveva la faccia ricoperta di pustole
piene di pus, ma poi non aveva avuto voglia di fare la fatica. –
Cioè, vuoi dirmi che ha pianto?
– Non riusciva a smettere di piangere. Era ridotta uno schifo e non
voleva farsi vedere in quello stato. Inoltre, temeva di scoppiare
in lacrime all’improvviso in classe, e cosí chiunque avrebbe
indovinato. Ma soprattutto, se per caso avesse incrociato Chris o
uno dei suoi amici, sarebbe morta dall’imbarazzo. «Non potrò mai
piú uscire, – diceva. – Dovrò chiedere ai miei di trasferirmi in
una scuola a Londra, o in qualche altro posto lontano…» Ci ho messo
una settimana intera a farle entrare in testa che doveva uscire e incontrarlo e comportarsi come se
ricordasse appena il suo nome. Altrimenti lui avrebbe capito quanto
era sconvolta e l’avrebbe giudicata patetica. I ragazzi sono cosí:
se ti importa di loro piú di quanto a loro importa di te, ti
detestano.
Julia ora vorrebbe piú che mai prendere a
pugni Chris. Non per aver ferito i sentimenti di Joanne (dal suo
punto di vista quello è l’unico raggio di sole in questa storia),
ma perché l’intero dramma si svolge intorno a un pezzo di merda:
Selena che rovina ogni cosa, l’espressione sul viso di Finn nel
Campo, e tutto per uno stronzo fumante di ultima categoria il cui
unico pensiero è «Io volere fica».
– Va bene. In che modo questa faccenda mi
riguarda?
– Perché Selena non è tosta.
– Lo è piú di quello che pensi.
– Davvero? Allora quando Chris le farà lo
stesso scherzetto non avrà problemi? Perché succederà. Ti
garantisco che le racconta le stesse stronzate romantiche, e se ci
è caduta Joanne, ci cadrà anche Selena. Tra un altro paio di
settimane sarà convinta che si sposeranno. E anche se lei se lo
scopa…
– Non se lo scopa.
Gemma le lancia un’occhiata scettica. Julia
insiste: – Non se lo scopa. E non perché è frigida.
– Va bene. Anche se scopano, e ancora di piú
se non lo fanno, prima o poi lui si
annoierà, scomparirà dal suo telefono e la tratterà come se non
esistesse. Come ci resterà Selena? E aggiungiamo il fatto che
Joanne metterà di sicuro in giro delle voci sul perché è stata mollata. Secondo te Selena ne verrà
fuori in una settimana, o avrà un esaurimento nervoso in piena
regola?
Julia non risponde, e Gemma aggiunge: – Selena
è già… non lo dico per essere stronza, ma è inutile far finta di
non vederlo. Non mi sembra che ci voglia molto per farle passare il
segno.
– Ho controllato il cellulare di Selena, –
dice Julia. – Non ci sono messaggi di Chris, nemmeno sotto mentite
spoglie.
Gemma ride: – Certo che no. Quando lui stava
con Joanne le aveva dato un telefono segreto, da usare solo per
comunicare con lui. Hai presente il nuovo cellulare rosa di Alison?
Era quello. Joanne gliel’ha rivenduto dopo la rottura con Chris.
Non ricordo bene qual era la scusa che lui le aveva raccontato, ma
secondo me aveva solo paura che lo scoprissero i suoi genitori, o
le suore, o una di noi curiosando nel telefono normale di Joanne.
Le aveva dato quel telefono e le aveva chiesto di tenerlo
nascosto.
Ovviamente, la prima cosa che Joanne aveva
fatto era stata mostrare il cellulare a tutte le sue amiche. Non
solo uno stronzo fumante di ultima categoria, ma pure
stupido.
– Perciò scommetto che Selena ha un telefono
speciale supersegreto nascosto da qualche parte.
– Dio Cristo, – borbotta Julia, – ma quanto
gli dànno di paghetta?
– Tutto quello che vuole, ho sentito –. Un
accenno di sorriso passa sulle labbra di Gemma: non dice
dove lo ha sentito. – Anche lui ha un
telefono speciale, solo per le ragazze con cui sta. Gli altri lo
chiamano il suo «ficaphone».
Proprio per evitare merde del genere lei e le
altre tre avevano fatto il loro voto. Julia vorrebbe picchiare
Selena con una racchetta da ping-pong fino a farle entrare in testa
un po’ di buonsenso. – Che finezza.
– Chris è in gamba, – dice Gemma. – E tu farai
meglio a sistemare le cose prima che Selena abbia il tempo di
innamorarsi sul serio di lui.
– Se davvero
Selena stesse con Chris, – replica Julia dopo un attimo, – credo
che lo farei.
Tra loro scende un silenzio stranamente
amichevole. L’autobus sobbalza sopra le buche.
– Non conosco Chris, – dice Julia dopo un
certo tempo. – Non ci ho mai nemmeno parlato. Se volessi
convincerlo a mollare qualcuno in fretta, cosa dovrei fare?
– Chris è… – Gemma abbassa una mano di taglio
nell’aria. – Sa quello che vuole e se lo prende. Lascialo perdere e
concentrati su Selena. Convinci lei a mollare lui, non il
contrario.
– Selena non sta con Chris, ricordi? Sto solo
considerando un’ipotesi, tanto per ridere. Se lavorare sulla ragazza fosse fuori questione,
come lavoreresti su Chris?
Gemma tira fuori un lucidalabbra rosa e uno
specchietto dalla borsa del fine settimana e se lo mette, con
calma, come se l’aiutasse a pensare. – Joanne mi ha detto di dire a
Chris che Selena ha la gonorrea. Questo probabilmente otterrebbe lo
scopo.
Julia ha cambiato idea. Raggio di sole o no,
vorrebbe che Chris e Joanne fossero rimasti insieme. Sono perfetti
l’uno per l’altra. – Se ci provi, – minaccia, – dico al padre di
Holly che compri anfetamine dal giardiniere per dimagrire.
– Non preoccuparti –. Gemma schiocca le labbra
e le esamina nello specchietto. – Credi sul serio che Selena non
scopi con Chris?
– Sí. E non lo farà in futuro.
– Bene –. Gemma chiude il lucidalabbra e lo
rimette nel borsone. – Allora prova a dirgli questo. Secondo me non ti crede, è convinto di
essere cosí irresistibile che solo una pazza gli direbbe di no. Ma
se riesci a convincerlo lascerà Selena per la prima ragazza che
gliela dà. Senza pensarci due volte.
– Allora perché Joanne non va da lui e gli
dice che non vede l’ora di farselo, ma solo se prima lascia
Selena?
– È quello che le ho consigliato io, ma ha
risposto che non se ne parla: lui ha avuto la sua occasione e ormai
l’ha persa.
In altre parole, Joanne è terrorizzata dalla
possibilità di un rifiuto. – Tu sei la sua spalla fidata, no? –
chiede Julia. – Come mai non lo fai tu il lavoro sporco al posto
suo?
Sulla bocca di Gemma si fa strada un lento
sorriso, però scuote la testa. – Grazie, ma anche no.
– Nel senso che Chris non ti piace? Non
credevo che avessi bisogno di un pretesto.
– Lui è un bonbon, non è questo il punto.
Joanne avrebbe un attacco isterico.
– Se hai tanta paura di lei, perché le sei
amica?
Gemma esamina di nuovo la bocca nello
specchietto, e tampona una macchiolina con la punta del mignolo. –
Non ho paura di lei. Evito solo di farla incazzare.
– Si incazzerebbe parecchio, se venisse a
sapere che mi hai raccontato che Chris l’ha sedotta e
abbandonata.
– Infatti preferirei che non lo sapesse.
Julia si volta sul sedile e la guarda in
faccia. – Allora perché me l’hai detto? Non credo tu abbia tanto a
cuore il bene di Selena.
Gemma alza una spalla. – No.
– Quindi?
– Perché è uno stronzo. Forse hai ragione e
anche Joanne non è da meno, ma lei è mia amica. E avresti dovuto
vedere in che stato era –. Chiude di scatto lo specchietto e lo
rimette in borsa. – Abbiamo già sparso la voce che è stata lei a
lasciarlo, perché Chris voleva mettersi i pannolini e farseli
cambiare da lei.
– Bleah, – dice
Julia, impressionata.
Gemma scrolla le spalle. – È una cosa vera, ci
sono uomini che lo fanno. Ma non ha funzionato: nessuno ci ha
creduto. Avremmo dovuto dire solo che ce l’aveva piccolo, o che non
gli si alzava.
– E siccome non siete riuscite a fregarlo, –
conclude Julia, – volete che lo freghi io per voi. Io convinco
Selena a lasciarlo, poi voi lo dite a tutti, facendolo sentire di
merda come lui ha fatto con Joanne.
– Grosso modo, sí, – ammette Gemma.
– Va bene, – dice Julia. – Ecco l’accordo: io
faccio in modo che si lascino. In fretta –. Anche se non ha idea di
come ci riuscirà. – Voi se vi va
potete dire che è stata Joanne a lasciarlo, o quello che vi pare.
Di Selena non dovrete parlare. Mai.
Niente storie di gonorrea o di nessun altro tipo. D’accordo?
Gemma riflette. Julia aggiunge: – Se no dico a
Joanne quello che mi hai detto tu: che si era convinta che avrebbe
sposato Chris e avrebbero avuto dei figli.
Gemma fa una faccia seccata. – Va bene, –
dice. – Affare fatto.
Julia annuisce. – Affare fatto, – ripete,
quasi tra sé. Si chiede se esista una possibilità che Gemma resti
seduta lí, senza parlare, limitandosi a essere solida e odorosa di
lucidalabbra, fino all’arrivo a scuola.
L’autobus apre le porte a una fermata e
ondeggia sotto l’impatto di piedi che salgono in fretta. Voci
acute, eccitate, di ragazzine: – Oddio, dimmi che non l’hai detto. Dimmi che…
– Ci vediamo –. Gemma si alza e si getta il
borsone in spalla. I ragazzi di St Colm sul davanti del bus la
vedono prepararsi a scendere e si fanno piú rumorosi. Prima di
avviarsi verso di loro con passo ancheggiante, Gemma sorride a
Julia e solleva la mano in un gesto di saluto.