46

John Clark era molto paziente. Aveva visto il video dell’asta di Magdalena in una stanza del ranch di Matarife. Lo aveva nauseato al punto da promettersi di trovare l’uomo che l’aveva portata negli Stati Uniti. La persona che l’aveva usata per poi venderla come schiava. Secondo Lupe, quella persona si chiamava Dorian Palmetto.

Clark aveva fiuto per gli uomini come Palmetto ma, ciò nonostante, gli occorsero comunque due giornate intere di vigile attesa per trovarlo.

Lupe gli aveva dato l’indirizzo del motel dove a Palmetto piaceva andare e una sommaria descrizione fisica, ma Clark non sapeva ancora quale fosse il suo aspetto. Aveva preso in considerazione l’idea di chiedere un favore a un vecchio amico dell’Agenzia, o persino di domandare a Gavin di procurargli una fotografia di Palmetto. Alla fine, però, aveva deciso di non voler lasciare alcuna traccia, persino con gli amici più fidati.

Ciò che emerse fu che, oltre a gestire un’attività di traffico di esseri umani, Palmetto aveva un lavoro vero presso un negozio di ricambi di auto a West Fort Worth, vicino alla Naval Air Station Joint Reserve Base.

I C-40 Clipper della marina e i C-130 della Air Force Reserve avevano sostituito gli iconici B-52 Stratofortress dei tempi di Clark, quando era ancora una base dello Strategic Air Command. Di tanto in tanto gli F-16 dell’aviazione e gli F/A-18 Hornet della marina rombavano sopra di lui, rafforzando – invece di ostacolarla – la capacità di pensiero di Clark.

Clark era un tradizionalista in materia di indagini, e preferiva avere un teleobiettivo e un paio di scarpe consumate piuttosto che un mare di strumenti tecnologici. Tuttavia, nemmeno lui ebbe problemi a scoprire che c’erano tre Dorian Palmetto su Facebook, uno dei quali si era diplomato alla Arlington Heights High School, anch’essa a West Fort Worth. Nel mondo della raccolta delle informazioni era pericoloso individuare stereotipi; eppure, guardando la faccia dell’immagine del profilo di quel viscido di Palmetto, Clark non riuscì a fare a meno di pensare che gli avrebbe sparato all’istante se mai avesse osato avvicinarsi a una delle sue figlie. E adesso sparargli non era certo una possibilità da scartare.

Secondo il suo profilo, Dorian era sposato e aveva due figli. La moglie era una donna minuta, con lentiggini e trecce che, non a caso, la facevano sembrare una liceale. Era nauseante contemplare la vita orribile di quella donna. Si basava interamente su una bugia, e ogni notte andava a letto senza avere la minima idea di aver sposato un mostro, oppure era un inferno. In ogni caso, le cose sarebbero cambiate presto.

Clark sapeva che c’era un modo per ottenere le coordinate GPS dalle fotografie di Facebook. Ne aveva sentito parlare da Gavin. Tuttavia, anche in questo caso preferiva osservare e aspettare. Aveva l’indirizzo dell’Auto Sphere in cui lavorava Palmetto e quello dello Sleeptight Inn vicino al raccordo 820 dove, secondo Lupe, portava le ragazze nuove per «addestrarle».

La donna con i capelli biondo ossigenato dietro il bancone non aveva prestato la minima attenzione a Clark quando si era registrato il giorno precedente. Evidentemente era abituata a vedere uomini single di una certa età che indossavano occhiali da sole scuri, pagavano in contanti e si facevano gli affari propri. Con un deposito di duecento dollari – equivalente a poco più di quattro notti – non gli aveva neanche chiesto di mostrarle i documenti.

Clark era stato in posti peggiori, anche se era passato molto tempo e all’epoca i soldati vietcong cercavano di ucciderlo. Tutte le stanze di quel motel a un piano davano sul parcheggio, e quella di Clark, l’ultima del lato corto dell’edificio a forma di L, gli dava una discreta visuale su tutte le porte, a eccezione delle due accanto alla sua. Le pareti erano così sottili da poter sentire se arrivava qualcuno nella stanza accanto, ma non sentì mai niente.

Secondo le fotografie di Facebook, Palmetto guidava una Dodge Durango blu con il paraurti anteriore destro ammaccato. Quando si svegliò, Clark si affacciò alla finestra e vide la Durango nel parcheggio. Tuttavia, quando si mise i pantaloni e infilò la 1911 nella fondina, la vettura era già sparita. Non importava. Era sempre stato paziente, e anni passati a dare la caccia ai criminali avevano rafforzato ancora di più quella sua particolare virtù.

Adesso che le informazioni di Lupe erano state confermate, Clark non aveva dubbi che Palmetto sarebbe tornato.

Clark aveva l’abitudine di portarsi sempre dietro un paio di Clif Bar, barrette con le gocce di cioccolato e il burro d’arachidi, che mandava giù con una Diet Pepsi presa alle macchinette del motel; ma quando a tarda sera Palmetto non si era ancora fatto vivo, le barrette stavano finendo. Considerava Palmetto un predatore e, in quanto tale, doveva avere un territorio. Quando non faceva entrare negli Stati Uniti ragazze dall’America del Sud, di sicuro sarebbe andato a caccia in un raggio di pochi chilometri da casa. Il traffico di essere umani era un’attività estremamente remunerativa, non c’era alcun dubbio. Ma dalla pagina Facebook di Palmetto si vedeva che non spendeva soldi per la sua famiglia o la sua auto, e di sicuro non li sperperava in alberghi di lusso. No, un uomo come Dorian Palmetto lo faceva per il brivido della caccia.

Con una rapida ricerca su Internet, Clark trovò le statistiche sui crimini dell’area, notando un numero superiore alla media di arresti per reati legati alla prostituzione vicino a una stazione degli autobus ad alcuni isolati di distanza. Se Palmetto non era allo Sleeptight Inn, o era a casa dalla moglie con la faccia da bambina o era a caccia.

Clark si fermò a un Whataburger per prendere un sandwich, che consumò nella sua auto a noleggio mentre continuava a guidare. Alla stazione degli autobus non trovò nessuno, per cui girò per il parcheggio del centro commerciale, pensando e cercando la Durango. Non trovò niente nemmeno lì, per cui decise di passare davanti ai motel squallidi che aveva trovato su Internet. C’erano diversi uomini che entravano e uscivano da molte stanze. Ormai le prostitute non lavoravano più sui marciapiedi; siti come Craigslist e Backpage avevano tolto le ragazze dalla strada, e quando gli annunci per adulti su quei siti venivano tolti, ne spuntavano subito altri al loro posto.

Stava cominciando a fare buio quando finalmente Clark vide una Durango blu-grigia parcheggiata sul ciglio della strada, a mezzo isolato dalla stazione degli autobus. Memorizzò il numero di targa e poi rallentò mentre proseguiva lungo l’isolato. Un uomo alto e con perfetti capelli neri – assomigliava a una bambola di Ken – era impegnato ad agganciare un paio di ragazzine. All’inizio Clark non riusciva a vederlo in faccia, ma capì subito che quello era Dorian Palmetto, in cerca di carne fresca. Entrambe le ragazze avevano con sé un piccolo zaino, e probabilmente erano appena scese da un autobus. Palmetto non prestò alcuna attenzione a Clark mentre gli passava davanti in una delle tante berline scure che circolavano sulla via, e si concentrò invece sulle sue prede.

Palmetto bloccò la strada alle due ragazze, appoggiate contro l’edificio di mattoni accanto alla fermata del bus. La più alta delle due non voleva nemmeno ascoltarlo e gli fece cenno di andarsene. Si spinse persino fino a chinarsi sotto il braccio steso di Palmetto e ad andarsene.

«Così si fa, ragazza!» disse Clark ad alta voce. Combatté contro l’impulso di avvicinarsi e spaccare la testa di quell’uomo contro il muro di mattoni, ma si consolò con il fatto che sarebbe successo comunque di lì a breve.

Purtroppo la ragazza più bassa, probabilmente una fuggiasca e poco più di una bambina, mostrò interesse verso la proposta di Palmetto. Aveva i capelli corti e viola, e un piercing al naso grande abbastanza da essere visibile persino da dove si trovava Clark. Palmetto gesticolava molto, indicando la strada, e poi aprendo le braccia come se le stesse offrendo il mondo, o quantomeno un sacco di soldi.

Il conducente del pick-up dietro a Clark suonò il clacson, costringendolo ad avanzare per non rischiare di attirare l’attenzione. Fece una rapida inversione a U non appena trovò lo spazio, ma la Durango stava già partendo quando tornò alla fermata dell’autobus, e la ragazza con i capelli viola era sparita.

Clark rimase indietro, sorseggiando la sua Diet Pepsi e affondando la mano nel sacchetto del Whataburger per prendere le ultime patatine fritte, mentre seguiva Palmetto e la ragazza verso lo Sleeptight Inn. Uscì dall’auto a noleggio nello stesso istante in cui Dorian apriva lo sportello della sua Durango. Clark fece del suo meglio per attenuare lo sguardo severo che sapeva di possedere, allentò un po’ la tensione sulle spalle e tentò persino di fingere una lieve zoppia. Era soltanto un uomo qualsiasi che aveva preso una stanza, troppo vecchio per poter causare problemi. Palmetto si fermò comunque, squadrandolo rapidamente da cima a fondo. Portò una mano alla cintura, probabilmente per toccare una pistola.

Grazie per avermi detto dove la tieni, pensò Clark.

Palmetto indicò verso la stanza numero 5. C’era da aspettarselo: aveva preso una camera lontano dalla reception, o forse era la titolare del motel a volerlo lontano, in modo da poter sostenere di essere estraneo ai fatti. La ragazza seguì Palmetto senza protestare. Clark vide che aveva degli auricolari nelle orecchie, e che muoveva la testa al ritmo della musica che stava riproducendo con il suo telefono. Non alzò mai lo sguardo verso Clark, il che rese molto più semplice la sua mossa successiva.

Potere e impero
p000_cover.xhtml
toc.xhtml
p001_il-libro.xhtml
p002_l-autore.xhtml
p003_frontispiece.xhtml
p004_half-title.xhtml
p005_personaggi.xhtml
p006_estratti.xhtml
p007_prologo.xhtml
p008_capitolo-01.xhtml
p009_capitolo-02.xhtml
p010_capitolo-03.xhtml
p011_capitolo-04.xhtml
p012_capitolo-05.xhtml
p013_capitolo-06.xhtml
p014_capitolo-07.xhtml
p015_capitolo-08.xhtml
p016_capitolo-09.xhtml
p017_capitolo-10.xhtml
p018_capitolo-11.xhtml
p019_capitolo-12.xhtml
p020_capitolo-13.xhtml
p021_capitolo-14.xhtml
p022_capitolo-15.xhtml
p023_capitolo-16.xhtml
p024_capitolo-17.xhtml
p025_capitolo-18.xhtml
p026_capitolo-19.xhtml
p027_capitolo-20.xhtml
p028_capitolo-21.xhtml
p029_capitolo-22.xhtml
p030_capitolo-23.xhtml
p031_capitolo-24.xhtml
p032_capitolo-25.xhtml
p033_capitolo-26.xhtml
p034_capitolo-27.xhtml
p035_capitolo-28.xhtml
p036_capitolo-29.xhtml
p037_capitolo-30.xhtml
p038_capitolo-31.xhtml
p039_capitolo-32.xhtml
p040_capitolo-33.xhtml
p041_capitolo-34.xhtml
p042_capitolo-35.xhtml
p043_capitolo-36.xhtml
p044_capitolo-37.xhtml
p045_capitolo-38.xhtml
p046_capitolo-39.xhtml
p047_capitolo-40.xhtml
p048_capitolo-41.xhtml
p049_capitolo-42.xhtml
p050_capitolo-43.xhtml
p051_capitolo-44.xhtml
p052_capitolo-45.xhtml
p053_capitolo-46.xhtml
p054_capitolo-47.xhtml
p055_capitolo-48.xhtml
p056_capitolo-49.xhtml
p057_capitolo-50.xhtml
p058_capitolo-51.xhtml
p059_capitolo-52.xhtml
p060_capitolo-53.xhtml
p061_capitolo-54.xhtml
p062_capitolo-55.xhtml
p063_capitolo-56.xhtml
p064_capitolo-57.xhtml
p065_capitolo-58.xhtml
p066_capitolo-59.xhtml
p067_capitolo-60.xhtml
p068_capitolo-61.xhtml
p069_capitolo-62.xhtml
p999_copyright.xhtml