6.
Nella puntata numero cinque, quella in cui tutti i concorrenti devono eseguire una canzone dei Beatles a loro scelta, si scatena il pandemonio.
Darcy e Stelfox non sono convinti della versione di Come Together proposta da Gesú. (C’è stata una discussione feroce con Herb sul perché non si potesse fare Helter Skelter). L’altra cover che finisce al ballottaggio è una zuccherosa versione di With a Little Help from My Friends proposta da Ryan Crane, troppo scialba e artificiale perfino per i gusti di Stelfox. Come ha anticipato Stelfox nella prova con gli altri giudici prima della diretta, Gesú e Ryan verranno sottoposti al voto del pubblico. Visti i dati d’ascolto, è abbastanza sicuro che a saltare sarà Crane.
Adesso Crane e Gesú sono al cospetto dei giudici come due criminali alla sbarra: si discute il loro caso. Stelfox, Darcy e Stutz si rimpallano le solite banalità su «carisma», «spettacolarità», «originalità» e «impatto». – Be’, secondo me siete entrambi due grandissimi interpreti, ma quello che mi piacerebbe sapere è… – dice Darcy, con gli occhi puntati su entrambi, – perché volete farcela? Quanto volete farcela? Volete arrivare sino in fondo?
– Sino in fondo dove? – chiede Gesú.
– Darcy… – lo interrompe Crane, – io qui sul palco do sempre il centodieci per cento –. Indica con un gesto teatrale il sacro palcoscenico alle sue spalle. – Io credo che sia Dio a determinare il nostro destino e…
– Quanto a questo, – interviene Stelfox, – probabilmente Gesú la penserà come te… – Qualche risatina dal pubblico.
– Oh, no. No, per niente, – taglia corto Gesú. – A dirla tutta, Dio odia quelle scemenze.
– Prego? – sbotta Crane, girandosi a guardare Gesú per la prima volta.
Oddio, ti prego non farlo, pensa Becky, appollaiata lí fra il pubblico. Non ora. Non in diretta televisiva.
– Tutta quella storia sul disegno divino, quelle stronz… boiate sulla mano di Dio che ti guida… La tirano fuori tutti, dai serial killer ai tiranni ai dittatori. E invece Dio ti ha regalato il libero arbitrio, quindi fai quello che ti pare e via dicendo.
– Ah sí? Quindi possiamo fare quello che ci pare? – dice Crane.
– Be’, fino a un certo punto. Insomma, dovresti ricordarti il grande comandamento.
– E sarebbe?
– Solo… fate i bravi.
– Sai una cosa? – esplode Crane con piglio incazzato, affrontando Gesú di petto, – da cattolico trovo che scegliere come nome d’arte Gesú…
– Cattolico, eh? – dice Gesú, l’unica persona in studio il cui cuore non batte a mille, a quel punto. – E di quel tuo pontefice, che mi dici? Lo sai che s’è rifiutato di firmare una dichiarazione delle Nazioni Unite che riconosca pari diritti agli omosessuali e ai disabili? In pratica, nega perfino l’Olocausto. Ha…
La regia è ormai nel panico. Harry, il regista, grida nel microfono. – Fateli smettere, Cristo santo!
Il pubblico è allibito mentre Stelfox cerca di riprendere il controllo della situazione. – E va bene, ragazzi, basta cosí. Credo che…
– Il… il Santo Padre… – balbetta Crane mentre Gesú continua la pappardella sui misfatti del papa.
– … ha punito una serie di pedofili all’interno della Chiesa cattolica condannandoli a un «periodo di penitenza». Cioè, non li ha nemmeno licenziati! Eddài, la maggior parte delle volte vengono solo trasferiti in altre parrocchie, cosí possono ricominciare da capo! Ma in fondo è lo stesso papa che ha avuto la faccia tosta di andare in Africa e raccontare a quei poveracci che usare il preservativo rischiava di aumentare il rischio di contagio per l’Aids…
– Come osi… – Crane ormai è paonazzo.
In tutta l’America la gente si attacca al telefono per esprimere il proprio sdegno anche a chilometri di distanza, mentre il centralino della Abn si illumina manco fosse il quattro di luglio.
– Per tornare alla musica… – prova a dire Darcy.
– … membro della Gioventú hitleriana. Un antisemita omofobo… – insiste Gesú.
– LE TUE OSSERVAZIONI SONO ALTAMENTE OFFENSIVE! – esplode alla fine Crane.
– Be’, allora perdonami, – commenta Gesú mentre arriva la pubblicità. – Il cristiano sei tu.