La mattina dopo arriva il segno divino. E, com’è giusto che sia, è Kris il primo a vederlo. Il segno è alto una trentina di metri, largo una ventina e sovrasta Broadway come se Dio avesse voluto piazzarlo lí a bella posta, solo per loro. In preda all’eccitazione, Kris dà uno scossone a Gesú per svegliarlo, senza badare al fatto che s’è portato a letto una tipa della festicciola (Carol Vattelapesca, se Kris non ricorda male). È molto carina. Ogni volta che canta, Gesú ne sdraia una. – Questo devi vederlo… – fa Kris tirando via le lenzuola a Gesú, come un bambino la mattina di Natale.

– Ma che cazzo fai? Si può sapere che ora è?

– Presto. Mettiti queste –. Kris gli lancia un paio di mutande. Carol borbotta qualcosa e nasconde il broncio sotto i lunghi capelli biondi di Gesú. – Dài, devi vederlo…

– ’rcatroia, è domenica mattina, – si lamenta Morgan dall’altro letto.

– Vieni anche tu, – fa Kris.

I quattro scendono scalzi per la strada, il marciapiede è già caldo sotto la pianta dei piedi, e alzano il naso verso il punto indicato dall’indice tremolante di Kris. – Guarda, – dice.

Ce l’hanno messo gli operai arrampicati sulle impalcature nel corso della notte. A lettere cubitali alte dieci metri, c’è scritto:

AMERICAN POPSTAR!

Leggono e rileggono, stropicciandosi gli occhi nel sole di prima mattina. C’è l’immagine di una ragazza nera, la testa rovesciata indietro mentre canta dentro un microfono, e a lettere appena piú piccole le parole:

TERZA STAGIONE: LA CACCIA È INIZIATA

Kris li guarda leggere: Gesú, Carol e Morgs, che muovono impercettibilmente le labbra.

IN ONDA SU ABN IN AUTUNNO.

– Embe’? – chiede Gesú, lanciando un’occhiata incerta a Kris.

VINCI UN CONTRATTO DISCOGRAFICO DA UN MILIONE DI DOLLARI!

– Continua a leggere, – risponde Kris. – Piú in basso.

I provini cominceranno il 10 luglio in tutti gli Stati Uniti d’America.

– E allora?

– Senti, – risponde Kris, afferrando Gesú per le spalle. – Tu parteciperai a quella trasmissione e la vincerai. Capito? Capito? – Adesso Kris è raggiante: fa un passo indietro e improvvisa un passo di danza sul marciapiede. Carol scoppia a ridere.

– Ce lo siamo giocati… – commenta Morgan guardando Kris. Poi, rivolto a Gesú: – E io che credevo che fossi tu, il pazzo…

– Sei fuori di testa, – dice Gesú mentre bevono un caffè al bar all’angolo. – I talent musicali fanno cagare, cazzarola. Un’accozzaglia di gente senza nerbo, che canta solo robaccia sdolcinata o finto-rock commerciale. Non c’è mai nessuno che sia davvero rock.

– E allora? – obietta Kris. – Sarai tu il primo.

– Ehi… – lo blocca Gesú. – Qualcuno fa a metà di una brioche?

– No, apri bene le orecchie… – fa Kris, chiudendo il menu.

– Kris, – lo interrompe Morgan. – Ha ragione lui. Ammettilo, dài: quella trasmissione fa schifo al cazzo.

– Embe’? Tu ci vai e suoni alla grande, e la gente lo capisce e poi, be’, da lí si comincia, – risponde Kris. – È questo. È il segno che aspettavamo.

– Quello non è un segno, ma un’insegna, – ribatte Gesú. – E comunque, poco ma sicuro, non puoi presentarti con un gruppo. Sono pronto a scommetterci. Ti costringono a usare l’orchestra del programma.

– E allora? – fa Kris.

– E allora verrà una schifezza.

– Solo fino a un certo punto… – dice Kris. – Tu sei bravo. Non vorrai dirmi che Jimi Hendrix avrebbe fatto completamente schifo, se avesse suonato con l’orchestra di qualche programma?

– Mmm, no –. Gesú si concede un sorriso nostalgico, ripensando alle schitarrate con Jimi: chissà cosa starà facendo adesso… Sarà a trombare, poco ma sicuro. – Era solo che… Sarebbe giusto, dico io, far partecipare anche voi.

– Ma sí, che cazzo, – fa Morgan. – Secondo me il cicciobombo qui non ha tutti i torti. Perché no, in fondo? Me la spasserei proprio, me la farei sotto dal gran ridere a guardare te in televisione che ti cachi addosso per la paura.

– Io non ho paura, – risponde Gesú.

– Allora dove sta il problema?

– Io non ho paura di cantare in un banale programma televisivo.

– E allora dimostralo, – lo incalza Kris.

– Io… – Gesú scoppia a ridere. – E va bene, ok. Che cazzo, porca puttana. Te lo dimostrerò. Andrò a fare quei maledetti provini, va bene? Adesso voialtri stronzetti siete contenti?

– Fantastico, – risponde Kris. – Sono al settimo cielo.

– Ok, allora lo siamo tutti. Adesso possiamo fare colazione?

– Prendi tutto quel cazzo che vuoi, – fa Morgan. – Hai il via libera.

– Sacrosanto, cazzarola. E allora mi sparo ’sta brioche –. Riapre di scatto il menu plastificato. Uno spettacolo piú unico che raro, Gesú in difficoltà. Morgs e Kris se la godono, dandosi di gomito.

– Una brioche, ecco cosa – ripete Gesú.

A volte ritorno
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