2.
La colossale profilazione di 50 milioni (forse addirittura 80 milioni) di account Facebook, partita dall’esfiltrazione illegale di dati operata da Cambridge Analytica (la società di cui Steve Bannon era vicepresidente) attraverso una società terza, è stata raccontata da Carole Cadwalladr e Emma Graham-Harrison sul «Guardian», 17 marzo 2018, https://www.theguardian.com/news/2018/mar/17/cambridge-analytica-facebook-influence-us-election.
A fine settembre 2018 Facebook ha dovuto comunicare un’altra violazione di enorme portata, che ha consentito a hacker non ancora identificati di impossessarsi dei token di almeno 50 milioni di profili. Issie Lapowsky su «Wired» ricostruisce qui una panoramica su quanto è avvenuto dal punto di vista informatico: https://www.wired.com/story/facebook-hack-single-sign-on-data-exposed/.
Sul rapporto di Steve Bannon con Cambridge Analytica, e gli obiettivi della campagna Trump su social media e uso dei dati, si veda quanto ha dichiarato il whistleblower di Cambridge Analytica, Christopher Wylie, alla Commissione giustizia del Senato a Washington: l’obiettivo principale di Bannon era la «vote suppression», allontanare dalle urne gli elettori avversari in bilico: Olivia Solon, Cambridge Analytica whistleblower says Bannon wanted to suppress voters, «The Guardian», 16 maggio 2018, https://www.theguardian.com/uk-news/2018/may/16/steve-bannon-cambridge-analytica-whistleblower-suppress-voters-testimony.
La migliore analisi su tutte le tecniche di «vote suppression» e «negative partnership» è nel libro di Kathleen Hall Jamieson, Cyberwar: How Russian Hackers and Trolls Helped Elect a President, Oxford University Press, 2018.
Bannon ha assicurato pubblicamente che darà ai populisti italiani i servizi su data analytics, social media, profiling, del suo neonato The Movement. È possibile che queste «armi» coincidano con i tool di Bannon a Cambridge Analytica, creati e descritti da Christopher Wylie? Carole Cadwalladr, ‘I made Steve Bannon’s psychological warfare tool’: meet the data war whistleblower, «The Guardian», 18 marzo 2018, https://www.theguardian.com/news/2018/mar/17/data-war-whistleblower-christopher-wylie-faceook-nix-bannon-trump.
Il meccanismo per la creazione di profili psicologici di elettori ignari di Cambridge Analytica nella gestione Bannon-Alexander Nix (allora presidente di Cambridge Analytica) è stato spiegato piuttosto dettagliatamente da Carole Cadwalladr e Emma Graham-Harrison How Cambridge Analytica turned Facebook ‘likes’ into a lucrative political tool, «The Guardian», 17 marzo 2018, https://www.theguardian.com/technology/2018/mar/17/facebook-cambridge-analytica-kogan-data-algorithm. «We broke Facebook», «abbiamo rotto Facebook», ha dichiarato Wylie al «Guardian», «e l’abbiamo fatto su mandato del mio boss Bannon» (Cadwalladr, ‘I made Steve Bannon’s psychological warfare tool’ cit.).
Su Facebook e i giganti tech infranti, la testimonianza di Wylie su Bannon coincide con la tesi esposta a marzo 2017 da Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web, su «The Guardian», https://www.theguardian.com/technology/2017/mar/11/tim-berners-lee-web-inventor-save-internet.
Qui Berners-Lee è ancora più definitivo: Tech giants may have to be broken up, says Tim Berners-Lee, «The Guardian», 1° novembre 2018, https://www.theguardian.com/technology/2018/nov/01/tim-berners-lee-says-says-tech-giants-may-have-to-be-broken-up.
Il colloquio di Steve Bannon con Jason Horowitz è sul «New York Times» del 9 marzo 2018, Steve Bannon Is Done Wrecking the American Establishment. Now He Wants to Destroy Europe’s, https://www.nytimes.com/2018/03/09/world/europe/horowitz-europe-populism.html.
C’è chi sostiene, come Ivan Krastev, che Bannon abbia trovato in Victor Orbán il suo nuovo Trump, il grimaldello per distruggere l’Europa. Altri pensano che per Bannon questo grimaldello sia il governo italiano: Steve Bannon has found his next Trump, «New York Times», 19 agosto 2018, https://www.nytimes.com/2018/08/19/opinion/steve-bannon-europe-movement-far-right.html.
Sull’incontro tra Salvini e Orbán si legga Pierre Haski, «France Inter», 29 agosto 2018 (Salvini e Orbán sfruttano la debolezza degli avversari, «Internazionale», 29 agosto 2018, https://www.internazionale.it/opinione/pierre-haski/2018/08/29/salvini-orban-debolezza-avversari).
Sul Movimento cinque stelle pro-Orbán alla Camera dei deputati (dopo aver votato contro Orbán al Parlamento europeo il 12 settembre 2018), si legga Jacopo Iacoboni, Mozione pro Orban, la giravolta del M5S, «La Stampa», 26 settembre 2018, https://www.lastampa.it/2018/09/26/italia/mozione-pro-orban-la-giravolta-del-ms-oTxpiS1hSwHpb77DdfaeEO/pagina.html.
Che Steve Bannon stia lavorando al finanziamento dei movimenti populisti autoritari attraverso criptomonete è stato rivelato da Gian Volpicelli, Steve Bannon is creating a ‘deplorables’ cryptocurrency to boost global populism, «Wired», 25 luglio 2018, https://www.wired.co.uk/article/steve-bannon-cryptocurrency-politics-token.
L’elogio delle criptomonete fatto da Bannon in Svizzera è citato da una fonte amica di Bannon, Thomas Williams, Steve Bannon Rocks Switzerland with Message of Populist-Nationalism, Breitbart, 7 marzo 2018, https://www.breitbart.com/europe/2018/03/07/steve-bannon-ignites-swiss-with-speech-on-international-populist-nationalism/.
Il report dell’Atlantic Council sul riciclaggio politico-finanziario come minaccia per le democrazie parla molto anche di due modalità di finanziamento politico troppo spesso decantate senza la minima riflessione critica, in Italia: crowdfunding e utilizzo di criptomonete: Neil Barnett, Alastair Sloan, Democracy in the Crosshairs: How Political Money Laundering Threatens the Democratic Process, Atlantic Council, settembre 2018, http://www.atlanticcouncil.org/images/publications/Democracy_in_the_Crosshairs_.pdf.
A proposito di criptomonete, o di piccole donazioni, va notato che i due comitati di fundraising della campagna Trump («Trump Victory» e «Trump Make America Great Again») hanno raccolto alla fine 624,4 milioni di dollari. Il 59 per cento di questi è venuto da donazioni al di sotto dei 200 dollari (i dati sono tratti da: Campaign Finance Institute, Analysis of the Final 2016 Presidential Campaign Finance Reports, 21 febbraio 2017, http://www.cfinst.org/press/releases_tags/17-02-21/President_Trump_with_RNC_Help_Raised_More_Small_Donor_Money_than_President_Obama_As_Much_As_Clinton_and_Sanders_Combined.aspx; Center for Responsive Politics, Summary Data for Donald Trump, 2016 cycle, OpenSecrets.org, https://www.opensecrets.org/pres16/candidate?id=N00023864; Center for Responsive Politics, Trump Victory: Joint Fundraising Committee, OpenSecrets.org, https://www.opensecrets.org/jfc/summary.php?id=C00618371&cycle=2016.
L’incontro tra Bannon e Tito Tettamanti è stato raccontato dalla tv svizzera Rsi. Durante il suo viaggio da Roma verso Zurigo, Bannon si è fermato a Lugano, e a casa di Tettamanti «si è intrattenuto con diverse personalità del mondo economico, politico e accademico»: https://www.ticinonews.ch/ticino/447996/steve-bannon-a-casa-di-tito-tettamanti.
Su Foa e Tettamanti, l’articolo che ho citato dell’«Espresso» è: Vittorio Malagutti e Andrea Palladino, Salvini, Meloni e lo zio d’America. Si chiama Steve Bannon ma è senza soldi, 2 ottobre 2018, http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/10/02/news/ormai-steve-bannon-se-lo-filano-solo-meloni-e-salvini-1.327454.
La citazione di Marcello Dettori che compare nel capitolo è tratta dal suo sito, «Silenzi e Falsità», 29 luglio 2018. Marcello Dettori in sostanza conferma di aver collaborato, da gennaio ad aprile 2016, «come consulente con il Gruppo Corriere del Ticino (allora Media TI Holding) [gruppo amministrato da Marcello Foa]. Ho tenuto un corso sulla comunicazione social ai giornalisti del gruppo»: https://www.silenziefalsita.it/2018/07/29/moving-fast-media-non-ha-mai-avuto-rapporti-con-il-corriere-del-ticino-e-marcello-foa/.
Vittorio Malagutti, nell’articolo dell’«Espresso» del 7 giugno 2018 che Marcello Dettori contesta, scrive una cosa non dissimile: Sovranisti? Sì, ma con la cassa in Svizzera, http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/07/06/news/sovranisti-si-ma-con-la-cassa-in-svizzera-1.324608. Marcello Foa ha annunciato querela nei confronti dell’«Espresso», per un altro precedente articolo.
Grazie al network pro-M5S, il sito «Silenzi e Falsità» è ottimamente piazzato nell’Italian Social Media Ranking, una classifica realizzata dalla società Storyclash, che include anche le interazioni da Instagram e YouTube: https://www.primaonline.it/2018/06/11/273228/la-classifica-dei-media-italiani-piu-attivi-sui-social-e-dei-post-con-piu-interazioni-a-maggio-infografiche.
Tito Tettamanti ha raccontato di suoi incontri e conoscenze nel mondo dei miliardari dell’entourage Trump, per esempio su «Ticino live» il 5 febbraio 2017: «La presenza di miliardari nel Governo Trump ha suscitato molte critiche. Precisiamo: nella categoria dei miliardari si trovano senz’altro dei figli di buona donna. Come si trovano tra i giornalisti, bancari, medici, netturbini e così via. Vero che i miliardari figli di buona donna in virtù della loro forza economica e possibile influenza possono fare molti più danni. Ma non penso che pregiudizi e riflessioni banalmente generiche permettano un giudizio corretto. Tra i miliardari nominati da Trump ne ho conosciuto uno negli anni Ottanta quando lavoravo a New York»: Miliardari nel governo Trump, http://www.ticinolive.ch/2017/02/05/miliardari-nel-governo-trump-di-tito-tettamanti/.
La foto dell’incontro di Bannon col braccio un po’ troppo teso a Parigi con Marine Le Pen è stata pubblicata da tutti i giornali, per esempio «Haaretz», il 10 marzo 2018. La frase storica di rivendicazione è: «Lasciate che ci chiamino razzisti. Lasciate che ci chiamino xenofobi. Lasciate che ci chiamino nativisti. Indossatelo come una medaglia d’onore. Perché ogni giorno noi diventiamo più forti e loro più deboli»: https://www.haaretz.com/world-news/europe/steve-bannon-addresses-congress-of-france-s-far-right-national-front-1.5889181.
Su Guglielmo Picchi si legga Jacopo Iacoboni, Il filorusso, l’anti-euro e il leghista trumpiano. Ecco i 3 sottosegretari che pesano sul governo, «La Stampa», 14 giugno 2018.
La citazione di Armando Siri è tratta da David Allegranti, Chi è Armando Siri, teorico della riforma fiscale (e pseudo-Osho), «Il Foglio», 19 maggio 2018, https://www.ilfoglio.it/politica/2018/05/19/news/chi-e-armando-siri-teorico-della-riforma-fiscale-e-pseudo-osho-195541/.
Il libro di Giuseppe Valditara citato è Sovranismo. Una speranza per la democrazia, prefazione di Thomas Williams, postfazione di Marcello Foa, Book Time, 2018.
Di Marcello Foa si legga Gli stregoni della notizia. Atto secondo, Guerini e Associati, 2018.
Di Thomas Williams su «Breitbart» si veda, Populists Sweep Italian National Elections, 5-Star Movement Big Winner, 5 marzo 2018, https://www.breitbart.com/europe/2018/03/05/populists-sweep-italian-national-elections-5-star-movement-big-winner/.
Sulla rete di finanziamenti di Bannon, si veda la sua disclosure rilasciata dalla Casa Bianca nel marzo 2017, e riportata anche in Shawn Boburg e Robert O’Harrow Jr, How Bannon’s multimedia machine drove a movement and paid him millions, «Washington Post», 9 aprile 2017, https://www.washingtonpost.com/investigations/how-bannons-multimedia-machine-drove-a-movement-and-paid-him-millions/2017/04/09/203df1ce-197b-11e7-855e-4824bbb5d748_story.html?utm_term=.411a42bbba26.
Steve Bannon dice a Maurizio Molinari il 10 marzo che M5S e Lega devono governare insieme. L’incontro con Salvini e Foa è avvenuto da pochissimo tempo a Milano: Steve Bannon: “Cinquestelle e Lega, è in Italia il cuore della nostra rivoluzione”, «La Stampa», 11 marzo 2018, https://www.lastampa.it/2018/03/11/esteri/steve-bannon-cinquestelle-e-lega-in-italia-il-cuore-della-nostra-rivoluzione-8wHGjOtueiNykKRXWNgIPJ/pagina.html.
L’articolo di Darren Loucaides su «Wired», con l’incontro tra Steve Bannon e Davide Casaleggio, è del 14 febbraio 2019: https://www.wired.com/story/italy-five-star-movement-techno-utopians/. L’articolo della «Stampa» è di Jacopo Iacoboni, Ecco quando Davide Casaleggio ha incontrato a Roma Steve Bannon, 14 febbraio 2019, https://www.lastampa.it/2019/02/14/italia/wired-ecco-quando-davide-casaleggio-ha-incontrato-a-roma-steve-bannon-O2TCDJ2k1otApq2lB2eMkN/pagina.html.
La frase di Hillary Clinton su Bannon è citata da https://www.theguardian.com/world/2018/nov/22/hillary-clinton-europe-must-curb-immigration-stop-populists-trump-brexit.
La frase di Manlio Di Stefano su Bannon è citata da A. Cuzzocrea, Alleati pericolosi? Noi non siamo intellettualoidi, ci piace confrontarci con tutti, «la Repubblica», 16 febbraio 2019.
La frase di Bannon su Salvini (e la frase di Salvini che Bannon riferisce) sono tratte da Joshua Green, Il diavolo, Luiss University Press, 2019, prefazione all’edizione italiana di Devil’s Bargain, Penguin Books, 2017.
Le conversazioni agli atti dell’inchiesta che ha portato all’arresto del costruttore romano Fabrizio Parnasi e del superconsulente del Movimento cinque stelle, l’avvocato Lanzalone, sono state pubblicate su tutti i giornali. Le ho citate da Francesco Grignetti, Edoardo Izzo, “Il governo? Lo faccio io”. Il sistema Parnasi e quella cena con Giorgetti, «La Stampa», 15 giugno 2018, https://www.lastampa.it/2018/06/15/italia/il-governo-lo-faccio-io-le-manovre-di-parnasi-e-quella-cena-con-giorgetti-HTovg1d9rwkgD5UjnbR2lI/pagina.html.
L’intervista in cui Alex Zanotelli, tra l’altro, parla di Luca Lanzalone è in Stefano Lorenzetto, Padre Alex Zanotelli. Dalle missioni in Africa al rione Sanità di Napoli, «Corriere della Sera», 11 agosto 2018, https://www.corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2018/08/11/23/padre-alex-zanotelli-dalle-missioni-in-africa-al-rione-sanita-di-napoli-dono-la-mia-pensione-vivo-di-offerte-voto-ma-e-una-sofferenza_U3010276543422hX.shtml.
«Caspita: praticamente mi fai da segretaria!»: il messaggio Whatsapp del maggio del 2017, comparso nell’inchiesta su Luca Lanzalone, è scambiato tra l’avvocato del M5S e la sindaca di Roma Virginia Raggi. È stato pubblicato da Edoardo Izzo su «La Stampa» il 1° novembre 2018 (e ripreso su Internet dall’«Huffington Post»: https://www.huffingtonpost.it/2018/11/01/caspita-sei-la-mia-segretaria-i-messaggi-whatsapp-tra-lanzalone-e-la-sindaca-raggi_a_23577559/).
Fulvio Fiano e Fiorenza Sarzanini hanno pubblicato sul «Corriere della Sera» del 17 giugno 2018 (Stadio Roma, nelle carte i nomi di altri politici e funzionari. Il patto col Mibact) altri scambi Lanzalone-Parnasi citati in questo capitolo (leggibili qui: https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_giugno_16/stadio-roma-omissis-politici-funzionari-patto-col-mibact-49b774f4-719e-11e8-8802-e09859fdb268.shtml).
L’articolo del «Fatto Quotidiano» che cito è
del 15 giugno 2018: Marco Lillo, Valeria Pacelli, Stadio della Roma, Parnasi: “Sto a fa’ il governo” (con
Giorgetti e Lanzalone),
https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/parnasi-sto-a-fa-il-governo-con-giorgetti-e-lanzalone/.
Nel momento in cui scrivo, il procedimento non è ancora arrivato a
una sentenza. Il costruttore Parnasi ha però ammesso in
interrogatorio, come riportano tutti i giornali non smentiti, di
aver pagato tutti i partiti:
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/06/28/parnasi-ai-magistrati-ho-pagato-tutti-i-partiti_1d5127d1-5e7d-4060-ad1b-5d884f8627f8.html;
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_giugno_28/stadio-
roma-costruttore-parnasi-ho-pagato-tutti-partiti-85067778-7ade-11e8-80d9-0ec4c8d0e802.shtml.