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Jill?

Jill?

Jill, sei lì?

Allungo una mano nel buio, verso mia sorella. Cerco di rendere le dita sensibili come antenne. Mi aspetto di incontrare il suo campo di forza, il calore così preciso e familiare che emana durante il sonno. So che è lì da qualche parte, nell’oscurità, deve essere lì da qualche parte. I nostri letti gemelli non sono poi così lontani, quando piove in appena un balzo è già sotto le mie coperte.

Ma trovo solo il muro, di nuovo il muro, sempre e solo il muro.