Capitolo X
Clara Rose avrebbe compiuto 20 anni un mese dopo la sua scomparsa. Era una ragazza minuta e, a quanto dicevano i suoi conoscenti, con la testa tra le nuvole. Aveva abbandonato le scuole superiori perché si annoiava. Durante l’autunno e l’inverno lavorava come cameriera in diversi locali della città di Topeka, non molto lontano dalla casa dei genitori, a Grantville, dove viveva. Dalla fine della primavera fino a settembre svolgeva un lavoro stagionale presso il campeggio situato nel Perry State Park, ormai da 4 anni. Quell’aprile era, come quasi sempre in quel periodo, disoccupata. Passava la maggior parte della giornata a cazzeggiare: di mattina guardava serie tv e la sera andava a trovare le sue amiche più strette.
Clara non aveva un ragazzo quando fu uccisa, solo poche settimane prima aveva rotto con Liam Moore, un giovane di 25 anni che curava i giardini del Perry State Park. Stando ai pettegolezzi, Clara aveva rotto con lui perché Liam le faceva pressioni per avere dei rapporti sessuali, cosa che lei non desiderava fino al matrimonio. Perciò Moore era diventato uno dei principali sospettati, nonostante avesse un alibi: aveva passato la notte della scomparsa della giovane in casa con sua madre. Non era da escludere che la madre mentisse, ma non c’era nessun altro indizio che conducesse a quel ragazzo.
L’ultima persona che vide Clara in vita fu la sua amica intima Linda Jones, studentessa dell’ultimo anno all’Università del Kansas, nella sede di Lawrence. Avevano trascorso la serata insieme a Topeka, facendo compere e mangiando un gelato. Erano rientrate a Grantville verso le otto di sera. Pioveva a catinelle. Linda lasciò Clara a un centinaio di iarde da casa sua e proseguì in direzione di Lawrence, per non tornare troppo tardi nel dormitorio dove si trovava il suo alloggio, dato che il mattino seguente aveva una lezione presto. La giovane studentessa nella sua dichiarazione disse che non vide nessuno di sospetto, ma che con la pioggia intensa e la poca luce sarebbe stato facile per chiunque nascondersi tra la vegetazione.
Il corpo di Clara Rose fu scoperto da Tim Nolan all’alba del giorno dopo. La ragazza era morta solo da un paio d’ore. I genitori non ne avevano nemmeno denunciato la scomparsa in quanto non era strano che Clara passasse la notte fuori senza avvisare. In alcune occasioni aveva dormito nell’appartamento di qualche amica di Topeka, o nel dormitorio di Linda Jones, a Lawrence. Rientrava a casa il giorno seguente verso l’ora di colazione, a volte non lo faceva fino a tarda sera e dato che era maggiorenne, i genitori le concedevano quella libertà. Quando ricevettero la notizia della morte della figlia dovettero essere assistiti da uno psicologo, e la madre trascorse due giorni sotto l’effetto di calmanti. Erano completamente devastati.
Il cadavere di Clara non presentava segni di violenza e la morte era stata causata da asfissia dovuta a un’intossicazione acuta da cianuro di potassio. Nel suo stomaco vennero trovati alcol e calmanti, che probabilmente erano serviti a sedarla per poterle somministrare comodamente il veleno. Non aveva subito violenza sessuale. Inoltre, diversamente da Donna Malick e Sharon Nichols, Clara era ancora vergine. La polizia della contea di Jefferson scartò subito il movente sessuale e nonostante ciò, vennero inseriti nell’investigazione anche tutti i criminali sessuali registrati nella zona.
Il corpo era stato lavato minuziosamente e la pioggia torrenziale aveva finito di eliminare le poche tracce che potesse presentare. Nel pantano non fu possibile rilevare nessuna prova, nemmeno un brandello di tessuto o l’impronta di una scarpa.
La polizia era sconvolta da quel crimine. Clara era una ragazza semplice e simpatica, di quelle che non avevano nemici. Se per di più non aveva subito abusi, i motivi che avevano spinto l’assassino erano davvero oscuri e sarebbe stato molto complicato scoprirli. Viveva in un contesto stabile e non sembrava, stando alle prime ipotesi, che in famiglia ci fosse qualcuno capace di compiere un’azione tanto orrenda. Un altro punto che risultava a dir poco singolare era il modo scelto dall’assassino per porre fine alla vita della giovane: cianuro di potassio. Sicuramente non era convenzionale, non solo nello stato del Kansas, ma anche nel resto dell’Unione. Nell’ufficio dello sceriffo della contea di Jefferson non tardarono a notare un’incredibile somiglianza tra questo crimine e un altro avvenuto niente meno che 17 anni prima. Sharon Nichols era stata trovata nello stesso punto e le era toccata la stessa sorte.
Il detective Jim Worth, a capo dell’indagine, dalle prime valutazioni era giunto alla conclusione che l’assassino era qualcuno della zona, magari un vicino della ragazza, che non solo conosceva Grantville e il Perry Lake, ma l’intera contea. Era quasi impossibile pensare ad altre possibilità, vista la bassa frequentazione del posto, la difficoltà per raggiungerlo e la sua vicinanza a una strada dalla quale chiunque avrebbe potuto vederlo abbandonare il corpo senza troppa difficoltà. Perché era chiaro che il corpo era stato spostato fino a lì e la scena del crimine era un’altra, del tutto diversa. Inoltre, secondo Worth, l’assassino doveva conoscere bene Clara, in quanto la giovane non aveva opposto la minima resistenza e senza alcun dubbio, non l’aveva considerato una minaccia.