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VII giorno prima delle Calende di Ottobre.
- Cosa leggi, Castore? – domandò Aurelio allo schiavo assorto in un papiro.
- Oh, niente, è un manualetto di Ovidio, i Remedia Amoris.
Lo conosci di certo: insegna come guarire dalle passioni.
- Sì, un trattatello niente male. ma come mai lo consulti? Non sapevo che fossi innamorato! – esclamò il patrizio stupito.
- No, non è per uso personale. il mio è un interesse puramente accademico- lo rassicurò il servo, facendo subito sparire il rotolo.
Intanto andava ripassando a memoria gli ultimi capitoli.
Prima ricetta: fuggire l’ozio e l’inerzia.
Qui le cose andavano di male in peggio: il padrone non dava più“ segno di vita e si gingillava per ore contemplando il soffitto.
Occupazioni consigliate: il tribunale, la spada, la caccia, i viaggi.
Ecco, occorreva distrarlo.
Immerso nei suoi pensieri, Aurelio sembrava ipnotizzato dagli intarsi del pavimento di marmo.
Il suo sguardo seguiva gli arabeschi leggiadri del pavonazzetto, sostava sulle curve eleganti del porfido, contemplava le volute del serpentino; e di tanto in tanto la sua mano si sollevava pigra verso una coppa d’argento, colma di cervesia.
- E“ già calda! – esclamò irritato, allontanando il boccale con un gesto insofferente.
Castore, tollerante, ordinò che ne portassero dell’altra freschissima dalle cisterne nivarie; poi, per non sprecare quella rifiutata dal padrone, la tracannò d’un fiato.
- E se fosse stata veramente uccisa? – domandò di punto in bianco il patrizio con l’aria di non aspettare risposta.
Il fedele segretario tacque.
Sapeva da un pezzo che, in certi momenti, doveva limitarsi a fare l’ascoltatore muto: qualunque perla di saggezza fosse uscita dalla sua bocca mentre il padrone stava meditando, avrebbe avuto una pessima accoglienza.
Se non altro pensa all’indagine invece che a quella scimmia, si consolò preparandosi ad ascoltare le elucubrazioni di Aurelio.
- Rubellio sembrava certo di quanto ha detto al rabbino.
A meno che non abbia voluto ingannare il sant’uomo per nascondergli com’è morta Dinah.
Ma, in tal caso, sarebbe bastato parlare di un incidente. doveva proprio inventare un delitto? E poi quella frase. riunirsi a lei un giorno non lontano. come se temesse per la propria vita!
- Gli conviene aver paura davvero, perché se incontra quel tremendo ebreo… – sbottò Castore, che non ce la faceva più“ a star zitto.
- Ma perché un aborto? – proseguì Aurelio, come se non l’avesse udito. – I due ragazzi si amavano e Rubellio stava addirittura per farsi circoncidere.
- Te l’immagini tu, la faccia di Mordechai, se la figlia, a un mese dalle nozze progettate da anni, gli fosse andata a dire che non voleva più“ sposare il legittimo fidanzato, ma un romano convertito di fresco che per di più” l’aveva messa incinta? Tuttavia i due giovani stavano per andarsene, – medita il patrizio: – come spiegare altrimenti il biglietto trovato sulla bambola?
E se invece la ragazza avesse cambiato idea all’ultimo momento, nonostante l’amore per Rubellio? Se si fosse decisa ad abbandonare l’appassionato goy per il porto sicuro dello sposo ebreo cui era promessa fin dall’infanzia? Rubellio stesso, allora, avrebbe potuto ucciderla.
Aurelio scosse la testa, tutt’altro che convinto: Dinah era morta di bisturi, non di pugnale.
Un pensiero allarmante lo sfiorò, rivide una mano delicata che impugnava uno strumento affilatissimo: – Questa è un’arma più“ potente del gladio e della sica. Le dita gli si contrassero sul calice e avvertì sulla mano il freddo del liquido ambrato.
Ma se Dinah non fosse stata uccisa. se la sua morte fosse dovuta a un tragico errore, allora tutto il resto avrebbe potuto ridursi all’accorata fantasia di un ragazzo tradito, buttato da parte come una tunica smessa.
Ammettere l’abbandono sarebbe stato troppo difficile per lui: meglio convincersi dell’esistenza di un complotto, di un’ombra assassina che brandiva un coltello.
Shula diceva che la ragazza era decisa a fuggire.
E se invece fosse stata la vecchia stessa a manovrare quella lama, quell’ago mostruoso, inventando poi la storia della fuga per non essere sospettata? Shula che quando era sobria non era poi pazza come voleva far credere, Shula che aveva procurato alla sua protetta l’inutile amuleto, che l’aveva mandata da Erofila, che sarebbe stata cacciata dalla casa di Mordechai se si fosse saputo che era a conoscenza della tresca.
La nutrice era quasi un’ostetrica. e spesso le nutrici aiutavano le ragazze a levarsi dai pasticci.
Persino Apelle saprebbe eseguire un intervento simile.
Apelle, l’inserviente! Dinah che si rivolge a lui.
Assurdo, si disse Aurelio.
Di quel passo avrebbe sospettato di tutta Roma.
Non riusciva a immaginare Dinah come una fredda calcolatrice che si sbarazza del frutto di un amore illecito per convolare a giuste nozze, mentre il ragazzo che ha abbandonato per lei la sua famiglia l’aspetta invano.
Un aborto inutile, inspiegabile, a meno che non nascondesse qualcos’altro. qualcosa di molto più“ fosco, di infinitamente più” crudele: la volontà di sopprimere un essere umano, facendo passare la sua morte come una sfortunata fatalità.
- Sì, è stata uccisa! – concluse ad alta voce, con rabbia.
- Ah, e da chi? – domandò Castore scettico sogguardando il padrone che riprese a tacere imbronciato.
- Dal suo bello, forse, che l’amava alla follia? Dal mancato suocero, per evitare che la sua onorata famiglia s’imparentasse con dei barbari giudei? Oppure da Mordechai stesso, per coprire il disonore? – incalzò. – Allora perché non da Eleazar, che, personalmente mi sembra capacissimo di ammazzare una donna? Oppure da Flavio, geloso del suo amico?
- Aspetta, consideriamo Flavio.
Poteva vederli, dallo sfiatatoio del suo cubicolo, quando s’incontrava con la donna d’oro.
- E secondo te, pazzo di gelosia, il giovane depravato si sarebbe alzato dal letto di quella splendida creatura per spiare le effusioni dei due ragazzini? Poi, in un impeto di furore, li avrebbe trucidati? Ma non regge! Quell’aborto, poi, è certo che Dinah se lo sia procurato? Per quanto mi riguarda posso anche pensare che abbia perso il figlio per un brutto sforzo, durante i preparativi per scappare con Rubellio.
Tra l’ansia e tutto.
Bevi vino, non cervesia, domine, quella bibita color dell’orina ti manda il cervello in acqua!
- E l’utero perforato? E la sua visita a Demofonte prima, e a Mnesarete poi? No, ascolta: torniamo a Flavio.
Se poteva vedere i due giovani, anche loro potevano vedere lui.
- E tu immagini Flavio tanto pudico da scannare due marmocchi che spiano i suoi amplessi? Ma se si è accoppiato anche in pubblico, al lupanare! – Pensavo alla donna: non sappiamo chi sia.
- Una puttana, è semplice! – Una puttana che possiede oro, argento, ambra e li lascia praticamente incustoditi! – Guadagnerà molto.
Lo sai quanto ha incassato la cortigiana cinzia l’anno scorso? Più del reddito di un cavaliere.
- E“ ricca sfondata, e nessuno l’ha mai vista in faccia.
Chi ti dice che sia una vera prostituta? Potrebbe trattarsi di una dama dell’aristocrazia che si dà al bel tempo di nascosto al marito: non sarebbe la prima a frequentare i postriboli e gli alloggi dei gladiatori!
- Già, mi dicono che adesso è di moda baciare i segni della frusta: sono più“ in voga gli schiavi dei senatori!
Aurelio lo guardò di traverso: la sua intesa con Castore aveva rischiato d’incrinarsi, pochi mesi prima, quando, subito dopo l’affrancamento, il servo si era fatto sorprendere in intimo colloquio con una matrona che il patrizio stava corteggiando da tempo inutilmente.
Dopo il primo scatto di collera, però, Aurelio aveva deciso di passare signorilmente sopra alla grave offesa al suo orgoglio maschile, e ora gli sembrava molto meschino, da parte di Castore, ricordargli la bruciante umiliazione.
D’altra parte, se voleva divertirsi era necessario concedere al greco uguali diritti nella spietata caccia alle bellezze compiacenti.
Lasciò quindi cadere l’allusione, limitandosi a un sommesso brontolìo.
Il servo si affrettò a tornare al tema principale: d’accordo, la suasfacciataggine piaceva al padrone, ma forse stavolta aveva esagerato.
- Pensi che Dinah abbia visto qualcosa di troppo? E se anche fosse? Non poteva trattarsi di nulla di grave: l’adulterio non è più“ punito con la morte, come ai tempi della repubblica.
I mariti, ormai, chiudono un occhio o anche due e cercano a tutti i costi di evitare il divorzio, per non rimetterci la reputazione e, cosa più“ importante, la dote!
- Eleazar, allora. Può averla ammazzata lui.
Forse era al corrente da tempo della tresca della fidanzata e l’ha costretta ad abortire per cancellare il frutto dell’adulterio.
E forse, proprio in questo momento, sta cercando Rubellio, per fargliela pagare.
E“ terribilmente orgoglioso.
Prende alla lettera il comandamento della Torah: Darai occhio per occhio e dente per dente.
Dobbiamo trovare il ragazzo prima che sia troppo tardi!
Il senatore era balzato in piedi.
Castore lo guardò incuriosito: tutte quelle ipotesi gli sembravano campate in aria e non lo convincevano per niente.
D’altronde assolvevano magnificamente al compito di distrarlo da una certa femmina più“ dannosa della grandine.
Occupazioni consigliate: la spada, il tribunale.
Col libriccino di Ovidio fermo nella mente, il liberto sgranò un largo sorriso.
- Un’intuizione geniale, domine! Dobbiamo trovarlo al più“ presto!